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Amore perfetto e amore cattivo – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.22

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Amore perfetto e amore cattivo – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.22
Mercoledì 22 novembre  2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 19, 11-28)

In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.
Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.
Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 22 novembre 2023. Oggi ricordiamo Santa Cecilia, vergine e martire. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal diciannovesimo capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 11-28.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al capitolo settimo.

CAPITOLO 7

Ancora dell’amore perfetto, e alcuni avvertimenti per acquistarlo.

1 — È bello osservare quanto quest’amore sia ardente, quante lacrime faccia versare, quante penitenze, quante preghiere, quante sollecitudini faccia prendere per raccomandare la persona amata a tutti quelli che si credono accetti innanzi a Dio. L’anima che ne è presa desidera che l’amica progredisca continuamente, e inconsolabile è il suo dolore quando non la vede avanzare. Se dopo aver in lei constatato un miglioramento, osserva che ritorna un po’ indietro, le pare di non aver più pace. Sia che mangi o che dorma, è in continua angustia per il timore che l’amica si perda e si debbano per sempre separare. La morte temporale non la tocca, perché non sa attaccarsi a una vita che svanisce al minimo soffio, senza che alcuno valga a trattenerla. Il suo amore, insomma, è superiore a ogni ombra d’interesse: non vuole e non desidera che di vedere l’amica carica di tesori celesti. — Ecco in che consiste il vero amore, e non già nelle misere affezioni della terra!

In questo primo paragrafo del capitolo settimo, come abbiamo sentito, Santa Teresa ci fa una sintesi perfetta di che cos’e questo vero amore, in che cosa consiste questo vero amore. Allora: innanzitutto è un amore ardente, che arde — l’amore se non arde non è amore — che fa piangere, un amore ardente che fa fare penitenze, preghiere e sollecitudini, cioè, ti fa concretamente preoccupare di: 

…raccomandare la persona amata a tutti quelli che si credono accetti innanzi a Dio.

Questo amore ti cercare ogni mezzo raccomandare questa persona amata a tutti coloro che tu sai che sono accetti a Dio, che amano veramente Dio, che vivono in uno stato di grazia, a tutte le persone che tu sai, guardandole, che sono persone devote, innamorate del Signore. 

Santa Teresa dice che, quando si ama con questo vero amore, questo vero amore si manifesta facendoti versare lacrime, penitenze, preghiere, sollecitudini, tutto per questa persona amata, perché sia raccomandata a Dio; e, quindi, anche rivolgersi ad altre persone perché preghino per questa persona.

Poi, quando si ama veramente, si desidera che questa persona progredisca nella via della santità; progredisca continuamente, e l’anima prova grande dolore quando vede che invece non avanza, o magari regredisce. Se poi vede che c’è un ritornare indietro, la sua sofferenza è enorme, perché dice: ma come è possibile? Perché torni indietro?

… è in continua angustia per il timore che l’amica si perda e si debbano per sempre separare.

Vedete: tutto questo amore è tutto rivolto, motivato, incentrato, su Dio; tutto su Dio, tutto viene da lì. E tutto quello che vi sto leggendo e spiegando è in riferimento a Dio; non c’è nulla di mondano.

Quest’anima non è sconvolta dalla morte temporale, perché sa che questa vita finisce, che è un soffio. E poi non c’è ombra di interesse: non ama in funzione di avere qualcosa in cambio; vuole di fatto e desidera una cosa sola: che l’amica sia carica di tesori celesti.

Il vero amore punta al bene, alla salute dell’anima della persona amata. Questo è il vero amore: che la persona amata sia in grazia di Dio, sia amica di Dio, sia in pace con Dio. Il vero amore punta a questo. Quindi, in questo consiste l’amore vero:

non già nelle misere affezioni della terra!

2 — Non alludo con ciò all’amore cattivo: Dio ce ne liberi! Questo è un inferno, e non bisogna mai stancarsi di dirne male, giacché non vi sono termini sufficienti per esprimere anche il minimo dei suoi danni. Noi non dobbiamo pronunziarne neppure il nome, non date orecchio a racconti del genere, non permettete che innanzi a noi se ne tratti, né per burla né per davvero, e neppure pensare che nel mondo esista. Udirne soltanto parlare, non solo non se n’ ha vantaggio ma piuttosto danno. L’amore a cui accenno è l’amore lecito, quello che, come ho detto, dobbiamo avere le une per le altre, per i parenti e per le amiche. In questo amore si teme sempre che quella persona ci muoia: se ha male alla testa, a noi sembra di aver male all’anima; se la vediamo fra le prove, la nostra pazienza se ne va, e così via.

Allora: c’è un amore vero e c’è un falso amore; c’è un amore buono e c’è un amore cattivo, che ha già spiegato anche precedentemente, e che definisce un inferno, e che dice che:

non bisogna mai stancarsi di dirne male

Non bisogna stancarsi di parlar male dell’amore cattivo. Addirittura, lei dice: «non dobbiamo pronunziarne neppure il nome, non date orecchio a racconti del genere, non permettete che innanzi a noi se ne tratti, né per burla né per davvero», neppure pensare che esista veramente. Solo udirne, sentirne parlare, non solo è inutile, ma è dannoso.

Quindi, dobbiamo stare attenti a quello che il mondo propone come amore e che non ha niente a che vedere con l’amore. Con l’amore cattivo, lei dice: neppure pronunziarne il nome, neppure ascoltare, neppure permettere che se ne parli davanti a noi, neanche per scherzo; neanche pensare che esista, perché sennò, anche solo a sentirne parlare, c’è un danno. Lei, invece, parla di un altro amore.

Ecco, questo amore sbagliato, cattivo, è l’amore per cui si ha paura che la persona muoia; mentre prima abbiamo detto che l’amore vero non teme la morte temporale, perché sa che… In questo amore falso, invece, si ha paura che muoia, e quindi: se ha male alla testa, viene male all’anima. Basta vedere la persona che soffre e subito stiamo male.

Ecco, quindi dobbiamo assolutamente essere molto attenti, molto prudenti e distinguere bene l’uno dall’altro. Domani proseguiremo a vedere la differenza. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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