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Le Passiflore Eucaristiche: Beata Alexandrina Maria da Costa parte 4

Le Passiflore Eucaristiche: Beata Alexandrina Maria da Costa

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Le Passiflore Eucaristiche: Beata Alexandrina Maria da Costa, Serva di Dio Teresa Neumann, Beata Anna Caterina Emmerick, Venerabile Marta Robin” di venerdì 30 settembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 10, 13-16)

In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Le Passiflore Eucaristiche: Beata Alexandrina Maria da Costa parte 4

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 30 settembre 2022.

Oggi festeggiamo san Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo decimo del Vangelo di san Luca, versetti 13-16.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione sulla beata Alexandrina Maria da Costa, la nostra prima passiflora eucaristica e ringraziamo il Signore di questo mese di settembre che si conclude ed è stato sicuramente molto denso di occasioni per riflettere sulla Vergine Maria, sulle sofferenze di Gesù – pensate all’Esaltazione della Santa Croce – sui santi Arcangeli, su san Pio da Pietrelcina…

Oggi è anche il secondo momento della pratica dei Quindici Venerdì del mese, dove don Giuseppe Tomaselli ci invita a riparare all’abuso della Confessione, perché questo sacramento può essere abusato, per cui andate a leggere che cosa scrive in proposito don Tomaselli.

Proseguiamo con la beata Alexandrina Maria da Costa.

“Dal di dentro vengono onde di fuoco, fuoco che brucia persino la mia lingua. Sovente chiedo un po’ di acqua per le mie labbra, per vedere di saziare la mia sete. Impossibile! Gli ardori non cessano e dico di portar via l’acqua senza poterla inghiottire. Quanto soffrono i dannati!…”

Diario, 31-5-1945

 “Ho una sete che qui non può essere saziata. Ho fame e non vi è nulla che la soddisfi; neppure la sofferenza. La temo, ma la voglio per dar vita alle anime, per consolare il mio Gesù. O soffrire, o morire! […]”.

 Parole quanto mai semplici e quanto mai chiare per tutti…

Gesù molto spesso ricordava ad Alexandrina il motivo, il senso profondo della sua missione e del suo digiuno dai cibi terreni:

Diario, 27-9-1944

“Coraggio, o mia amata! Non temere gli assalti del demonio. Soltanto con questo sacrificio puoi riparare per crimini tanto gravi. Dammi tutto ciò che ti chiedo per la mia gloria e la salvezza delle anime.”

Vedete? Il peccato chiede riparazione; la conversione chiede che qualcuno interceda per noi, si offra per noi, preghi con tanto spirito di sacrificio per noi: potremmo dire che niente è ‘gratis’.

“Ma Gesù è morto sulla croce per tutti e ormai ha salvato tutti! E adesso è il tempo della festa!”

Dove è scritto questo? Dove? Nella vita di quale santo o mistico, quale Padre della Chiesa ha scritto una riflessione del genere? La beata Alexandrina con la sua vita, con il suo martirio per Gesù ci sta dicendo esattamente il contrario; ci riporta quello che il Signore pensa e dice e che è esattamente il contrario.

Diario, 26-11-1944

“Oggi, dopo la Comunione, mi sfogai con il mio Gesù a sollievo della mia sofferenza, ma senza pensare ad una risposta. Gesù dapprima incendiò il mio cuore con fiamme vive… Poi cominciò a parlarmi dolcemente: – Mia figlia, il tuo dolore è la mia consolazione; le tue lacrime sono per Me sorrisi, per la riparazione che mi dai. Coraggio! Non temere! Coraggio per tutte le prove passate e quelle che possono ancora venire. Hai il tuo Gesù. Cosa puoi temere? Hai la grazia e la forza per combattere e vincere migliaia di mondi. La vittoria è mia, soltanto mia. La gloria è mia e di coloro che si prendono cura di ciò che è mio. – 

Rileggiamo la frase: “La gloria è mia e di coloro che si prendono cura di ciò che è mio”. 

Acquistai nuova forza e stimolo nella mia anima. Durò poco e ritornai alla solita sofferenza… Rimani Tu, o Gesù: questo mi basta!

Dobbiamo proprio lasciarci confortare da questa corretta teologia: Gesù è il nostro teologo per eccellenza e di Lui possiamo fidarci. Attraverso la beata Alexandrina, attraverso la sua cattedra di dolore, sofferenza e immolazione Gesù insegna la corretta teologia, insegna qual è il modo giusto e vero di parlare di Dio, delle cose di Dio; insegna a comprendere secondo la logica di Dio ciò che viviamo e ciò che accade nella nostra vita. Gesù ci insegna la via maestra per la santità. 

E adesso vediamo quaranta giorni di osservazione medica e scientifica: per accertarsi che non fossero autosuggestioni, su indicazione dei vertici ecclesiastici portoghesi, la Beata Alexandrina venne controllata per quaranta giorni – e quaranta giorni, soprattutto quando si sta male, sono una infinità – da una équipe medica nell’ospedale della Foce del Douro presso Oporto. Riportiamo uno stralcio della preparazione che Gesù riserbò ad Alexandrina per sostenerla nella prova dei 40 giorni di “stretta osservazione”. Ecco quello che Gesù le dice:

“… Dopo la Comunione Gesù mi parlò così: – Eccoti all’ombra della Eucarestia; è l’alimento che germina le vergini più pure, le più care ed amate dal mio Cuore divino. […]”

Diario, 1-5-1943

 “Il primo maggio Gesù mi parlò ancora e mi disse: – Figlia mia, quanto è bella un’anima in grazia! Oh, la bellezza e gli incanti di una sposa di Gesù! Gesù si è innamorato della sua Alexandrina; l’ha preparata per farne un suo ricchissimo Tabernacolo sulla terra. Rallegrati, mia piccola innamorata, rallegrati con il tuo Gesù. Il mondo dica e faccia quello che vuole: Gesù è tuo, tutto tuo; tu sei sua, tutta sua. La cecità dei miei discepoli e di coloro che si dicono miei amici mi fa più dispiacere dei delitti dei peccatori. Gesù immola le sue vittime per salvarli. E coloro che dovrebbero possedere sempre la luce divina non la vogliono, non la cercano e tentano di buttare a mare le cause più sublimi e più care a Gesù, ciò che ha preparato di più ricco nel mondo, di maggiore gloria per Sé e di vantaggio per le anime. Coraggio, figliolina! Chi ha Gesù non teme. Chi Lo possiede ha tutta la forza. Coraggio, mia amata! Sono gli ultimi combattimenti… Verrà poi il Cielo”.

Noi abbiamo più volte riflettuto sull’importanza di essere in grazia di Dio e comunque ci torniamo ogni primo giovedì, venerdì e sabato del mese, perché nella pratica dei Primi abbiamo imparato l’importanza del fare delle belle e sante Confessioni: riconoscersi peccatori, chiedere perdono a Dio così che qualunque peccato venga perdonato da Lui, se noi chiediamo umilmente e con tutto il cuore perdono. A quel punto la misericordia di Dio è già in atto e non conosce limiti e confini: cancella tutto se – questa è la condizione – riconosciamo i nostri peccati e, umiliandoci, chiediamo perdono.

Gesù esalta la bellezza dell’essere in grazia: ecco perché dovremmo ricorrere alla Confessione con grandissima frequenza. 

E Gesù le dice: “Il mondo dica e faccia quello che vuole“. Noi spesso perdiamo il tempo a correre dietro al mondo, a preoccuparci, interrogarci e a inquietarci per cose che a noi non dovremmo neanche interessarci. Ricordiamo questa frase di Gesù: “Il mondo dica e faccia quello che vuole. Gesù è tuo, tutto tuo; tu sei sua, tutta sua”. Questo è quello che conta! Il mondo non ha alcuna parola di vita eterna; il mondo non mi salva, non mi ama, non mi educa, non è morto per me, non ha cura di me; il mondo dice e contraddice, fa e disfa allo stato tempo; non ci sono sicurezza, costanza e verità nel mondo!

Gesù dice: “Lascia perdere…” quante sofferenze inutili, quanto tempo buttato via nel guardare e giudicare quello che fanno gli altri: che cosa ci interessa? Tutto questo dice quanto siamo mondani, invischiati in mezzo alla pattumiera: che cosa vuoi trovare in mezzo alla pattumiera? Che cosa vai a cercare? Anche se ci vanno in molti, ci piace stare in questa compagnia? 

Quante cose fatte con gli altri – cene, vacanze, chiacchierate, uscite – che non sono state niente di male… ma che cosa hanno portato di bene? Ti senti forse come svuotato e impoverito? Questo non è un bel segno… Perché quando si sta con Gesù e gli amici suoi si è felicissimi e, al contrario, quando si esce dall’incontro con il mondo si è vuoti? “Non ho fatto niente di male…”, sì, ma non hai fatto niente di bene!

La cecità dei miei discepoli e di coloro che si dicono miei amici mi fa più dispiacere dei delitti dei peccatori”: stiamo molto attenti a non essere tra questi e crederci discepoli di Gesù – magari lo siamo anche – mentre, in realtà, siamo ciechi! 

E coloro che dovrebbero possedere sempre la luce divina non la vogliono”: qui sta parlando dei sacerdoti, dei consacrati che ‘tentano di buttare a mare le cause più sublimi e più care a Gesù’. Questo perché ci voltiamo altrove, non stiamo davanti alla Eucarestia!

“Il 27 maggio Gesù mi aveva detto: – Figlia mia, non temere. Non hai motivo di temere. Hai in te la Forza che è del cielo e della terra. La Carne ed il Sangue di Gesù sono il tuo alimento. Imprimi nel tuo cuore la mia divina immagine e nei momenti di afflizione guardala e contemplami crocifisso. Verrà il coraggio. Vi è un’onda di delitti che si propaga nel mondo: abbi compassione del mio dolore, ripara per i peccatori. Abbi coraggio! La mia divina Volontà si compirà”.

Quindi l’Eucarestia è il nostro alimento e impariamo a fissare nella nostra mente l’immagine di Gesù crocifisso!

L’unica condizione posta dalla Beata per partecipare agli esami prolungati che le proposero fu di poter ricevere Gesù Eucarestia tutti i giorni. Infine i medici confermarono che la beata Alexandrina ha vissuto per i quaranta giorni in cui era monitorata, ingerendo solo l’Eucarestia, niente cibo e niente acqua. Segnalarono inoltre l’assenza di produzione di urina, ossia l’anùria.

È una cosa impossibile secondo natura: una persona che non produce urina muore. Quando i reni vanno in blocco, nel giro di circa ventiquattro ore si muore: è questo l’ultimo stadio dell’agonia. 

La beata non solo sta quaranta giorni senza bere, ma sta quaranta giorni senza produrre urina controllata da medici, non da sacerdoti: lei viene ricoverata!

E perché queste cose non vengono dette? Vedrete: sono tante le cose che riguardano le nostre passiflore e che non vengono dette… chissà perché? Magari non tutti, purtroppo, conoscono la beata Alexandrina, ma tra le nostre passiflore ce n’è una assai nota, assai citata per altri motivi, ma non per quello che vi leggerò io che, in realtà, è il centro della sua vita, il fondamento della sua vita. E noi la ricordiamo per aspetti secondari che, certo, oggi ci colpiscono molto ma che non sono primari nella sua vita!

Le angherie, le violenze e le malevole suggestioni che la povera Beata dovette sopportare in quei quaranta giorni da parte dei suoi “carcerieri” sono riportate nell’Autobiografia con carità e giustizia:

“Nelle conversazioni e negli interrogatori il dott. Araújo usò tutti gli argomenti possibili per convincermi a mangiare…

Questi non si limitano semplice a tenerla in osservazione, cercano di farla mangiare e questo non è corretto, perché, se io devo tenere una persona in osservazione e testimoniare che dice il vero, io non devo convincerla a fare un’altra cosa, non è questo il mio compito: il mio compito è dire se è vero o falso a livello scientifico quello che dice…

E ora attenti bene…

… dicendomi che Dio non era contento del mio digiuno. Arrivò ad insinuarmi scrupoli.

Io non so perché, ma quando leggo queste parole a me vengono in mente tante persone che hanno fatto per lungo tempo un certo tipo di digiuno, o lo stanno facendo ancora, e che hanno avuto accanto molti che hanno detto: “No, questo digiuno non è gradito a Dio! Stai attento – o stai attenta …” e hanno cominciato a instillare gli scrupoli: questo digiuno è sintomo di superbia; vuol dire che tu non credi in…; che tu non obbedisci a…

“…Per di più le infermiere tentarono di prendermi dalla parte del cuore. Una volta il dottor Araújo volle perfino provare se riusciva a togliermi la fede”…

Ma che cosa c’entra questo con un dottore? Questi non sono scienziati o personale sanitario: questi sono aguzzìni! Che cosa c’entra tenere una persona in osservazione con il cercare di toglierle la fede? Ci rendiamo conto della grave disumanità che ha dovuto sopportare la beata Alexandrina? Una situazione terrificante: oltre la prova fisica del digiuno, questi hanno cercato di strapparle la fede dal cuore! Qualcuno Avrebbe dovuto portare via la beata Alexandrina perché quelli erano dei disonesti!

Se avessi avuto la responsabilità di questa ragazza, io sarei andato lì e, caricandomela sulle spalle, me la sarei portata via: non si può abbandonare una persona che vive una situazione del genere a un tale livello di crudeltà e disumanità… non è possibile! L’avevano portata in ospedale per essere messa sotto osservazione perché i medici certificassero che lei viveva veramente solo di Eucarestia e che cosa tentava di fare questo medico? L’opera del demonio? Che cosa c’entrava con la sua professione di dottore? È un abuso: è compito di un medico sottoporre una paziente a interrogatori interminabili? 

L’anamnesi, che non è un interrogatorio e non è una tortura, si fa all’inizio del ricovero e al massimo dura un’ora; non è un processo, non si svolge in una sala di tortura e in quel frangente il dottore non pronuncia nessuna sentenza… semplicemente fa domande per raccogliere informazioni poi basta. Questi sono stati dei criminali, non dei dottori! Come può un dottore scoraggiare un malato? È esattamente il contrario di quello previsto dalla sua professione.

“… Si servì di quanto di meglio aveva la sua intelligenza mediante interrogatori interminabili e torturanti per scoraggiarmi, persuaso che quanto avveniva in me era dovuto ad influenza umana, non divina”…

Sei persuaso? Perfetto: la tieni in ospedale per quaranta giorni e stai tranquillo che, tenendola sotto osservazione come se fosse in un carcere, in capo a dieci giorni, se l’influenza è umana, lo scopri perché nessuno può vivere senza bere e mangiare per dieci giorni.

“… Se ogni volta che ero interrogata avevo l’impressione di trovarmi davanti ad un lupo con pelle di agnello, in quel giorno fu assai peggio: mi parve di vedere in lui lo stesso satana che, con arte e sorrisi maligni, volesse strapparmi la fede e convincermi che tutto era illusione…”

Io non ho parole! Veramente… ci sono in giro persone così anche oggi, non solo ai tempi della beata Alexandrina… persone che vogliono strappare dal cuore dei fedeli e delle persone la fede in Gesù, che vogliono convincerle che è tutta una illusione, tutto un inganno! Sentite ora questa frase da cui si capisce che quello era il demonio:

“… Mi diceva: – Si convinca, signorina, che Dio non vuole che lei soffra! “

Lo sapeva lui! Glielo aveva detto Dio; la Passione di Gesù, allora, che cosa era? Un teatro? Una farsa, una bugia?

“… Mi diceva: – Si convinca, signorina, che Dio non vuole che lei soffra! Se vuol salvare gli altri, li salvi Lui, se ne ha il potere! Se è vero che Dio ricompensa coloro che soffrono, non ha più ricompensa adeguata per lei che ha già sofferto troppo.”

Verrebbe da chiedergli: “Ma tu che cosa vuoi dalla mia vita? Sei un medico o un fanta-teologo? Che cosa sei? Pensate a quella povera ragazza lì da sola… già viveva nella sua carne e nella sua anima un mistero incredibile; ogni giorno era per lei una scoperta e un miracolo; già lei soffriva moltissimo ed era provata quasi fino a morirne e, in più, doveva avere accanto un mostro simile, un demonio incarnato di questa entità che non faceva altro e non cercava altro che strappare la fede che la beata Alexandrina aveva nel suo Gesù, cosa che nulla aveva a che vedere con l’osservazione scientifica del fenomeno del digiuno assoluto che lei stava vivendo.

E non è finita… dobbiamo avere la percezione di quello che le passiflore eucaristiche hanno vissuto: noi, poi, ci lamentiamo di una puntura di spillo, di tante sciocchezze e siamo anche pretenziosi e piccati se le cose non avvengono come, quando e dove vogliamo noi; se non riceviamo le risposte che vogliamo noi; quando non siamo esauditi come vogliamo noi: “Il Signore non mi ascolta, non mi parla, non fa quello che gli chiedo…” Sentite:

“La signora assistente, parecchie volte, quasi a tentarmi con una attenzione bugiarda (non voglio dire che fosse falsa; era solo l’impressione che mi lasciava)…

Vedete la carità? Questa si chiama carità! Noi che siamo abituati a dire: “Tu sei un ipocrita, un falso, un bugiardo…”.

mi diceva: – Povera santa, sempre in quella posizione! Io chiamo sua sorella! – Al che rispondevo: – Molto grata, mia signora, ma non voglio. Sono ordini del medico: mia sorella deve venire una sola volta! 

Vedete? L’ infermiera, con una falsa compassione ha tentato di circuirla: voleva che entrasse in camera la sorella, così avrebbero potuto dire che le aveva dato da mangiare. 

Quando mia sorella bussava per entrare, quell’unica volta concessa dal dottore, per cambiarmi di posizione, la nuova assistente accendeva la luce, apriva la porta, si poneva di fianco a mia sorella. Appena questa usciva, fingendo compassione per il freddo che avevo potuto buscarmi, e come per voler accomodar meglio lenzuola e coperte, mi scopriva completamente per vedere se Deolinda mi avesse lasciato qualcosa nel letto. 

Questi erano veramente dei demoni! 

Io comprendevo benissimo l’intenzione, ma, fingendomi sempliciona, alzavo le braccia al di sopra dei cuscini affinché potesse ispezionare meglio. – Mio Gesù, tutto e solo per Te! Né mancarono le seduzioni per farmi prendere qualcosa delle sue refezioni. Se mi allungava qualche boccone senza parlare, io le sorridevo. Se l’invito era a parole, le dicevo: “Grazie”, ma sempre sorridendo, mostrando di non cogliere la sua malizia.

Noi poi diciamo: “Ma io vado in Cielo!”. Calma! Calma con queste frasi perché in Cielo sappiamo che c’è la beata Alexandrina. Noi che non possiamo mai essere contraddetti; noi che facciamo quello che vogliamo quando, come e dove vogliamo; noi che, appena qualcuno ci schiaccia il codino diventiamo dei cobra; noi che giudichiamo tutto e tutti; noi che abbiamo parole sprezzanti anche per persone innocenti e per i santi cosa abbiamo in comune con lei?

La malizia dell’infermiera c’era, ma lei fa finta di niente…

Fra le anime vittime, che sono delicatissime di coscienza, c’è una speciale intesa riguardo la cruda e disumana raffinatezza di certe sofferenze sopportate, e infatti:

“Avevo ai piedi del letto una foto di Giacinta di Fatima. La guardavo con amore e, senza alcun timore che le assistenti lo riferissero al dottore, sospiravo: – Cara Giacinta, anche se piccola, hai provato cosa costano queste cose! Dal cielo ove sei, aiutami! Solo l’aiuto del Cielo e le preghiere delle anime buone potranno darmi forza per salire un così doloroso calvario e sopportare il peso di questa pesantissima croce”.

Santa Giacinta, infatti, ha vissuto una esperienza simile.

Mi fermo qui per un mese, perché da domani inizierò un nuovo ciclo di meditazioni che durerà tutto il mese di ottobre: sospenderemo le passiflore eucaristiche che riprenderemo a novembre. 

Questo mese di ottobre sarà come una gemma che andrà a incastonarsi nella corona bellissima di Gesù: per tutti i giorni di ottobre tratterò il tema del Santo Rosario, questa bellissima e meravigliosa preghiera. In particolare vi parlerò del beato Alano della Rupe che, se fossimo proprio letterali, dovremmo tradurre ‘della Roccia’.

Quello che vi proporrò è un lavoro che è costato tantissima fatica perché si è trattato di cercare tanto e scegliere tra un abbondante materiale che avrebbe richiesto ben più di un mese.

Siccome il mese di ottobre è dedicato alla Vergine Maria, lo dedichiamo a lei con questo ciclo di meditazioni sul Santo Rosario.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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