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“Condotta per passare santamente la Quaresima”, del p. Avrillon. Parte 6

“Condotta per passare santamente la Quaresima” - p. Avrillon

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 6 marzo 2022 – I domenica di Quaresima

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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“Condotta per passare santamente la Quaresima”, del p. Avrillon. Parte 6

Eccoci giunti a domenica 6 marzo 2022, prima domenica di Quaresima.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo IV di San Luca, versetti 1-13. 

Andiamo subito al libro del Padre Avrillon che stiamo meditando, oggi è il “giorno di combattimento”.

LA PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA. 

Giorno di combattimento

“Cominciate il giorno con chiedere a Dio che vi dia Egli stesso le armi in mano per combattere i vostri nemici, che sono anche i suoi, che sostenga la vostra debolezza; che animi il vostro coraggio, e che vi dia la vittoria.”

Il nostro nemico per eccellenza è il demonio, è Satana, è l’avversario di Dio, è colui che sta in alternativa a Gesù, ecco perché si chiama anti-Cristo, colui che si vuole mettere al posto di Cristo, colui che vuole sostituirsi a Cristo, colui che è contro Cristo. Avete presente? Antibiotico vuol dire anti bios, anti vita, contro la vita, perché infatti l’antibiotico distrugge un po’ tutto, i batteri, tutta la nostra flora batterica, poi bisogna prendere i fermenti lattici, sapete meglio di me queste cose. Come antibiotico vuol dire anti-vita, anticristo vuol dire anti-Gesù, colui che vuole distruggere tutto ciò che riguarda Gesù. Gesù, lo abbiamo ascoltato oggi, davanti a Satana rinnega il suo bisogno primario che è quello di sfamarsi, di sopravvivere, pur di non accettare nessun compromesso con Satana, pronto a morire di fame, ma non accetta la proposta. Non è così difficile trasformare le pietre in pane per Gesù, non gli ci sarebbe voluto chissà quale impegno, è il Figlio di Dio, ci ha fatto vedere e ci farà vedere quante volte sa moltiplicare il pane, il pesce e il vino (intendo dire che trasforma l’acqua in vino), ma non su proposta di Satana, non invogliato dal nemico, e soprattutto non per se stesso. Gesù non fa mai un miracolo per se stesso, diciamo così, per il suo bene, mai. E quindi dobbiamo chiedere a Dio le armi per combattere questi nemici che sono anche i suoi nemici, dice Padre Avrillon.

“Le armi in mano per combattere i vostri nemici, che sono anche i suoi, che sostenga la vostra debolezza”

Perché siamo deboli, mamma quanto siamo deboli! Ma credo che sia l’esperienza di tutti noi. Quando ci andiamo a confessare, notate che su, mettiamo, dieci peccati che diciamo, ce ne sono alcuni, due, tre, cinque, poi dipende, che ritornano sempre, sono sempre quelli, poi gli altri magari un po’ cambiano, però ce ne sono alcuni che tornano sempre, perché quelli si appoggiano, si fondano sulla nostra debolezza di carattere, di psicologia, di sensibilità, tante cose. Allora dobbiamo chiedere a Dio la grazia per vincerli, di essere forti, perché il demonio si fonda proprio su questa fragilità. Dobbiamo chiederlo al mattino quando ci svegliamo: “Aiutami Signore perché su queste tre o quattro cose io faccio una fatica terribile, e se Tu oggi non mi aiuti, sicuramente ci torno dentro un’altra volta”. Quindi chiediamo che ci dia coraggio, perché per combattere ci vuole il coraggio, e che ci dia la vittoria, perché il Signore, come dicevamo, è in cerca di eroi, gli eroi di cui abbiamo parlato, non quelli con i superpoteri.

 “Siate oggi più attento su tutt’i pensieri della vostra mente…”

Primo punto: i pensieri della mente, perché tutto nasce da lì. Non è vero che ciò che conta è che io non faccia il male fattivamente, ciò che conta in realtà è che io non pensi il male, perché ciò che io penso, prima o poi, in un modo nell’altro diventerà realtà, diventerà fatto.

“… su tutti gl’inganni del vostro amor proprio…”

Quanti ce ne sono! Quanti inganni il nostro amor proprio ci propone! Quante astiosità, antipatie, durezza di cuore, rivendicazioni, vendette, l’amor proprio ci propone. Terribile.

 “… e su tutti i movimenti del vostro cuore.”

Stiamo attenti ai movimenti del nostro cuore, a quello che noi reputiamo essere buon cuore, fa più disastri il buon cuore di chissà che cosa.

 “Né ve ne permettete mai un solo, che sia imperfetto e che dispiaccia a Dio.”

Dobbiamo sempre chiederci: “Questo movimento del mio cuore dispiace a Dio? Il Signore lo benedice?”

“Combattete la vostra delicatezza, la vostra vanità, le vostre vane allegrezze, e per meglio combattere, state in silenzio, in una parola imparate a scoprire le astuzie del vostro nemico ed a respingere generosamente tutt’i suoi assalti affinché possiate riuscirvi con più facilità in tutto il rimanente di vostra vita.”

La delicatezza – Come già vi ho detto tante volte, noi siamo tanto delicati, soffriamo per questo, per quell’altro… “e lui mi ha offeso, e mi ha detto… non mi ha guardato come volevo essere guardato… mi ha risposto in un modo che non è proprio…”

 La vanità – “Come sono bravo, come sono intelligente, come sono capace, come riesco bene, come è bella la mia casa, come sono belli i miei voti a scuola, come sono belli miei capelli, come sono grandi tutti i miei muscoli, come è bello il mio corpo, come è bella la mia macchina, come sono belli i miei soldi…” e avanti.

Le vostre vane allegrezze – Noi perché cosa gioiamo? È un po’ triste vedere alcune persone gioire o deprimersi per il cibo. È importante mangiare, è importante nutrirsi bene, è importante avere cura della propria alimentazione, certo, però è un po’ triste vedere che la nostra gioia profonda è legata a un piatto di pasta cucinato bene, è un po’ poco. È un po’ poco che i nostri discorsi vertano con grande frequenza sul cibo. E poi ce ne sono tante altre di vane allegrezze: l’essere super euforici perché mi è andato bene un esame, una cosa al lavoro, … Certo, dobbiamo essere contenti, ma stiamo attenti a non mettere la nostra allegria in queste cose. La nostra allegria deve stare nell’essere in grazia di Dio. Come è bello incontrare qualcuno che è allegro perché si è confessato, che è allegro perché ha fatto la Comunione, che è allegro perché è in grazia del Signore.

E per meglio combattere dobbiamo stare in silenzio. Verissimo. Ricordate la bandiera: il silenzio è Gesù Cristo. Già nel momento in cui tu ti metti a fare silenzio per amor di Dio, stai già vivendo Gesù, il silenzio è Gesù. In questa maniera scopriremo le astuzie del nemico.

Oggi la meditazione del Vangelo, che fa Padre Avrillon coincide proprio con lo stesso Vangelo che abbiamo fatto noi oggi.

Meditazione sui combattimenti spirituali, tratta dal Vangelo 

“Gesù fu condotto nel deserto dallo Spirito Santo per esservi tentato dal demonio, ed ebbe fame dopo aver digiunato per quaranta giorni e quaranta notti. Fu tentato di gola, d’avarizia e di ambizione…”

Gesù viene condotto dallo Spirito Santo nel deserto per essere tentato da Satana. Interessante questa cosa, molto interessante: lo Spirito Santo ci conduce nella tentazione. Attenti! È molto importante capire questa cosa. Noi veniamo condotti nel deserto, che è il luogo della tentazione, della privazione, ma non per essere abbandonati, è questo l’errore che noi facciamo. Quando un papà conduce suo figlio, “condurre” non vuol dire “prendere e abbandonare”, ma vuol dire condurre. Lo Spirito Santo conduce Gesù, lo porta, è in Lui. Le Tre Persone della Santissima Trinità non possono essere separate, è un solo Dio, lo Spirito Santo è il medesimo, unico Dio, un solo Dio in Tre Persone, è una sola Natura, è un tutt’uno con Gesù, quindi la Terza Persona della Santissima Trinità conduce Gesù nel deserto per essere tentato. 

Queste tre tentazioni che Gesù vince gloriosamente, meravigliosamente, a cosa servono? Servono a noi. In quelle tentazioni noi abbiamo il prototipo di tutte le tentazioni. Satana ovviamente non si è reso conto di questo, perché lo Spirito Santo, ovviamente, è infinitamente più intelligente del demonio, perché Satana è una creatura, lo Spirito Santo è Dio, quindi non c’è paragone. Dicevo, Satana non se ne è accorto ma nel deserto, grazie alla tentazione che vissuto Gesù, noi abbiamo il modello di tutte le tentazioni, cioè tutte le tentazioni si possono riassumere in queste tre. È importantissimo per noi. Attraverso queste tre tentazioni noi possiamo sapere, vedere quali sono le tattiche del nemico, e conoscere preventivamente la tattica del nemico vuol dire aver vinto. Lui si è smascherato. Grazie al fatto che Gesù si è lasciato condurre, grazie al fatto che Gesù si è esposto alla tentazione è ha permesso a Satana di tentarlo — perché Gesù lo ha permesso, altrimenti Satana non avrebbe mai potuto avvicinarsi a Gesù — Gesù ha acconsentito a questa opera della provvidenza per noi, affinché noi avessimo davanti agli occhi come si vince il diavolo e quali sono le sue astuzie. È importantissimo! È la prima ragione per cui dire grazie a Gesù, oltre a tante mille altre. Seguendo il Vangelo dopo l’Incarnazione, stupenda e meravigliosa, che cosa abbiamo? Abbiamo questo momento solenne delle tentazioni. E dobbiamo dire a Gesù: “Gesù, grazie che hai accettato questa fatica dei quaranta giorni e delle tentazioni, del dover dialogare con il tuo più acerrimo nemico, per insegnare a noi come si fa a vincere e quali sono le sue tattiche.” 

Quindi Gesù fu tentato di gola, di avarizia, e di ambizione, non dimentichiamolo mai, tre peccati radicali che noi confessiamo mai o quasi mai. Satana non tenta Gesù di lussuria, per esempio, non tenta Gesù di furto, di bestemmia, di omicidio. Satana tenta Gesù con la gola, l’avarizia e l’ambizione, sono tre campi a lui molto cari, e quindi dobbiamo stare molto attenti.

“…ma sostenne questi combattimenti da divino eroe; vinse quest’infame tentatore con tre oracoli, che lo confusero e l’obbligarono a prendere vergognosamente la fuga.”

Tre espressioni, tre risposte di Gesù.

Non dimenticate mai che Satana usa la Scrittura, tenta Gesù attraverso una errata, maliziosa, perversa interpretazione della Scrittura, usa la Parola di Dio contro Dio. Dobbiamo stare attenti perché la Parola di Dio può essere usata anche contro Dio, non basta avere in bocca la Parola di Dio per dire cose vere e giuste. Satana è un esempio di questo.

“Bisogna dunque combattere, né ce ne possiamo dispensare, poiché Dio ce lo comanda, e ce ne ha dato l’esempio. Ma per ben combattere e riportare sicuramente la vittoria, bisogna avere come questo adorabile Salvatore, lo Spirito Santo per guida,”

Ecco perché dobbiamo costantemente invocare lo Spirito Santo come abbiamo fatto questo mese di febbraio che abbiamo appena lasciato, tutto dedicato allo Spirito Santo. Dobbiamo sempre pregare lo Spirito Santo.

“l’orazione per difesa,”

Quindi la preghiera.

“la fuga dal mondo per salvaguardia,”

La famosa fuga mundi, che non è quella di questa immagine che va di moda, di questi frustrati complessati che scappano dal mondo perché hanno paura di vivere la vita, no, non è l’immagine di questi pseudo falliti che non sono capaci di pelare quattro patate e di andare a comprare un litro di latte, che se li metti con un ago in mano per cucire ti guardano con l’occhio da triglia lessa e che non sono capaci di gestire le cose del mondo, no, questa fuga mundi è la consapevolezza del mondo inteso come regno del demonio, non del mondo inteso come creato. Vi dicevo ieri: il creato, la natura è bellissimo. Una famiglia che è responsabile di un rifugio in montagna in questi giorni mi ha mandato delle foto del loro rifugio in montagna, bellissime! Poi mi ha fatto vedere la neve, veramente bello. Un’altra famiglia mi ha mandato le foto di un loro casolare in centro Italia, bellissimo, immerso in una natura stupenda. Il “mondo” non è questo, non è questo, assolutamente, ma il mondo come luogo dell’anti-Dio, come regno di colui che si mette in alternativa a Gesù; in questo senso, da questo mondo dobbiamo fuggire. Questa è la gloria del mondo: prostrati, inginocchiati, adorami e sarà tua, questo è il potere del mondo che è stato dato a me. Da questo mondo noi dobbiamo fuggire.

“la mortificazione, il digiuno, ed il silenzio per armi, e la solitudine per il campo di battaglia.”

Come si fa a dire che non sono cose vere? Basta averle vissute una volta e tutti sappiamo che sono cose verissime, che è così che si fa. Chi le smentisce è perché o non hai mai fatte o è un disertore.

“Quando così si combatte, si corre con sicurezza alla vittoria.”

Certo. Noi del silenzio abbiamo il terrore, della solitudine non ne parliamo, perché confondiamo solitudine con isolamento. La solitudine è il luogo sommo della Presenza, è la solitudine del monaco, è la solitudine dell’eremita, è la solitudine di colui che vive alla presenza di Dio; l’isolamento, invece, è quello dell’indemoniato di sepolcri che urla, che grida, che vive tutto da solo, tutto stracciato che si autodistrugge, ma non è questa la solitudine di cui parla la tradizione cristiana, assolutamente, quello è l’isolamento, da quello bisogna fuggire, dalla solitudine no.

 “E da ciò consegue, che quando uno si espone al pericolo con presunzione; quando uno dissipa il suo spirito nelle mondane adunanze, e non ricorre alla preghiera ed al digiuno, diviene molto più debole, e il demonio molto più forte e bentosto resta vinto.”

Quindi noi non ci dobbiamo esporre con presunzione a nessuna occasione, non dobbiamo dissipare il nostro spirito nelle mondane adunanze. Certo è che, se non preghiamo e non facciamo mai nessuna forma di digiuno, veniamo vinti, e badate che non mi riferisco solo digiuno del pane, ma anche al digiuno spirituale, da tante cose che non vanno bene.

 “Siate persuasi che non vi è altra strada che porti al cielo, fuorché quella dei combattimenti e di quelli ne’ quali siamo vittoriosi.”

Lo Spirito Santo porta Gesù nel deserto per essere tentato dal diavolo e per vincerlo, per farci vedere come si vince.

“Questa è una verità di fede predicata dall’Apostolo, che nessuno sarà coronato se non colui che avrà combattuto.”

Certo, colui che se ne sta lì in carrozza a mangiare le nocciole ricoperte di cioccolato, è un po’ difficile che vinca, colui che pensa che vivere da cristiano voglia dire “pizza e fichi”, no.

“Gesù il Santo de’ Santi, ed il primo de’ predestinali è stato tentato, egli ha combattuto e n’è rimasto vittorioso e per questo ha acquistala la sua gloria. Voi ancora sarete tentato, se Dio vuol salvarvi.”

Noi dobbiamo sapere che la tentazione è qui, ogni momento.

“Se aveste acquisiate tutte le virtù, se foste giunto alla più eminente perfezione, vi è d’uopo sempre combattere ed esser tentato, ora per tutto ciò, che le passioni hanno di più vivo e furioso, ora per quello che hanno di più seducente e lusinghiero, e non lasciarsi mai vincere. Dio si compiace d’esser così servito fra i timori, e questi sempre producono la vera pace all’anima, quando però uno non si lasci sedurre dalla voluttà, né gonfiarsi dalla vanità, né scoraggiarsi per dolore.”

Il Signore ama essere servito attraverso il nostro combattimento, vuole vedere i soldati, la cresima.

“Le tentazioni sono più necessarie di quello che pensate.”

Questo è verissimo. Sono importanti le tentazioni.

“Esse vi rendono attento contro la vanità e l’amor proprio; v’impediscono di presumere delle vostre forze; vi umiliano, facendovi sentire tutto il peso della vostra debolezza e per questo vi mantengono nella grazia e nella continua dipendenza a Dio.”

Parole verissime che ormai non siamo più abituati a sentire, quindi non dobbiamo avere paura della tentazione, dobbiamo aver paura di noi stessi, della nostra pigrizia, della nostra codardia.

“Quando siete esposto al combattimento ed alla tentazione, fate sempre attenzione che l’inferno vi tocca, se voi acconsentite; e che il cielo vi aspetta, se resistete. Sostenete dunque generosamente la battaglia, e morite piuttosto che deporre le armi.
Venne Satana. In questa maniera dobbiamo parlare con coraggio, ed intrepidezza del demonio che ci tenta.”

Quindi coraggio.

“Resistete voi in tal guisa quando siate tentato? Vi tediate forse quando bisogna combattere?”

Ci sono persone che hanno paura di combattere, che preferiscono vivere come i conigli nei buchi sotto terra.

“Siete voi del numero di quelle anime vili, che il minimo combattimento le spaventa, che fanno preghiere per ottener da Dio una lusinghiera tranquillità, la quale Iddio non accorda loro se non quando Egli è sdegnato, e che rinunzierebbero alle corone, se si potessero esentare dai combattimenti e dalle pene dell’altra vita?”

Noi no, vero?

“Ma mi direte, che amereste meglio di esser esenti da questi timori, perché non commettete gravi peccati; che le vostre passioni sono tranquille, e non provate sì forti tentazioni, che vi stimolino all’ambizione, alla gola, all’avarizia ed al piacere? Ma qui esaminate bene il vostro cuore. Perché le vostre passioni sono tranquille? Forse perché voi non fate alcuno sforzo per domarle; la poca apprensione che avete di cadere, vi rende esenti dai timori che le anime giuste provano ordinariamente. Voi siete troppo indifferente; voi operate senza fare una sufficiente attenzione sopra i vostri andamenti, e non avete nel vostro cuore un vero orrore al peccato, né un timore bastante di dispiacere a Dio.”

Purtroppo Padre Avrillon ha molto ragione. Quanta indifferenza abbiamo in noi! Quanta superficialità sull’andamento del nostro animo, quanto poco orrore del peccato che abbiamo, quanto poco timore di dispiacere al Signore. Attenti:

“Riflettete che è impossibile amare Dio senza timore d’offenderlo.”

È ovvio: quanto più tu ami una persona, tanto più tu non vuoi darle nessun dispiacere.

 “Non si può aver questo vivo ed abituale timore di offenderlo, senz’averne sempre presente il pericolo. Saremmo meno tentati se avessimo una coscienza meno timorosa; la legge che noi abbiamo risoluto di osservare a qualunque costo ci farà ben conoscere il male, che le è opposto, e per questa legge di Dio, dice l’apostolo, si sente in noi quella del peccato.

Il demonio, dice Sant’Agostino, non si cura di tentare queste anime indifferenti per il bene e per il male, — ecco perché le passioni stanno buone — le quali non gli resistono abbastanza ed è sicuro vincerle quando vorrà tentarle, com’anche le disprezza; e non ha tentato Gesù, quando uscì dal deserto, ed aveva terminato il suo digiuno, se non perché egli ama di riportar vittoria de’ santi.”

Quindi stiamo attenti perché il demonio non tenta le anime flaccide, perché le può vincere quando vuole. E Satana tenta Gesù esattamente nel deserto, non quando è fuori, perché lui vuole riportare la vittoria su coloro che si mettono proprio nella condizione di combattimento. Quando poi Gesù verrà tentato ancora? Nell’altro estremo momento, nell’altro solenne ultimo deserto che è la passione, lì ritornerà. Lui torna, lui arriva esattamente in quei momenti lì, non quando Gesù si mette a fare i miracoli, ma esattamente quando entra in questo stato di deserto, di bisogno, di prova, e così fa con noi, perché lui vuole vincere quando vede che noi siamo esposti al poter rinnegare Dio e quindi poter dire: “Vedi questo, così bravo, così santo… vedi che è caduto?”

“Risolvete adunque di virilmente combattere, ma per aver un esito felice nei vostri combattimenti, rivestitevi di Gesù, dice l’Apostolo — certo, se no cadiamo subito — egli sarà la vostra forza. Se riportate vantaggio sul demonio e sulle vostre passioni, non mancate di attribuire a Dio tutta la gloria. Se gli occhi vostri non hanno guardati oggetti pericolosi, rendete grazie agli occhi estinti e spiranti al Salvatore sulla croce, — bella questa espressione — se le vostre mani non hanno commesse ingiustizie, ringraziatene le sue mani tutte asperse di sangue e trafitte dai chiodi; se il vostro cuore non ha aderito alle impure fiamme della voluttà, rendetene grazia a questo onore ferito da una lancia là sulla croce”.

P. Avrillon ci insegna il rimando continuo alla Passione. Quando vinciamo facciamo riferimento alla Passione di Gesù, lì troviamo la ragione del nostro vincere.

Adesso ascoltiamo questa bellissima preghiera:
“Mio Signore e mio Dio, vi vedo colle armi alla mano, e alla pugna colla più detestabile, la più odiosa e la più infame di tutte le vostre creature, ch’è il demonio, e mi spavento quando si tratta di farvi conoscere il mio amore, e la mia fedeltà nei combattimenti, ai quali voi stesso mi mettete per coronarmi, se ne riporto la vittoria. È molto tempo che Voi mi avete posto sul campo di battaglia, e m’avete promesso non solo la vostra assistenza, la protezione e la forza, ma ancora di essermi vicino per insegnarmi a combattere ed aiutarmi a vincere.”

Anche Padre Pio, vi ricordate, proprio all’inizio dovette combattere contro il demonio e prese tantissime botte, però l’Angelo continuava a dirgli: “Forza, forza!”

 “Ohimè! Con tutti questi soccorsi di qual viltà non sono io colpevole! Quanto volte ho ricusata la battaglia, quante volte son caduto vilmente nella tentazione. Qual vittoria ho riportata fin ora sulla mia accidia, sul mio orgoglio, sulla mia incostanza nel bene, sulle viziose inclinazioni, e sulla delicatezza? Quale sforzo ho fatto per vincere i miei abiti cattivi? Sono ancora facile a risentirmi, neghittoso negli esercizi di pietà, e dissipato nel mondo; e sono, come altre volte, amante nei passatempi, vano e pieno d’amor proprio, niente ho fatto sinora per l’amore del mio Dio, e per assicurare la mia eterna salute. Aveva, o Signore, la vostra grazia, la protezione, il vostro esempio la divina parola, le vostre inspirazioni, i sacramenti, il sangue, possedeva in una parola tutto voi stesso, e di tutti questi soccorsi non mi sono servito per la mia santificazione. Aiutatemi, io voglio combattere, voglio patire e riportar tante vittorie, quanti saranno i combattimenti che dovrò sostenere, per meritar la corona, che voi avete promessa ai vincitori.” 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

VANGELO (Lc 4, 1-13)

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

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