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Ciclo di catechesi – “La Santissima Eucarestia nel Magistero della Chiesa e nei Santi” – Lezione 7

Catechesi Eucarestia 2016-17

Catechesi di lunedì 17 ottobre 2016

Ciclo di catechesi “La Santissima Eucarestia nel Magistero della Chiesa e nei Santi”

Relatore: p. Giorgio Maria Faré

Ascolta la registrazione della catechesi:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Le catechesi di p. Giorgio Maria Faré si tengono ogni lunedì alle 21 presso il Convento dei Padri Carmelitani Scalzi di Monza, con ingresso dal parcheggio di Via Boito 2.

Scarica il testo della catechesi [udesign_icon_font name=”fa fa-file-text” size=”1em”] 

LA SANTISSIMA EUCARESTIA NEL MAGISTERO DELLA CHIESA E NEI SANTI – LEZIONE 7

Proseguiamo il cammino che stiamo facendo, nell’attesa che arrivi il libro. Questa sera affrontiamo ancora S.Teresa di Gesù, S.Teresa D’Avila, e affrontiamo in modo particolare il suo Libro, “Il Cammino di perfezione”, al cap 35, dove commenta il Padre Nostro, in particolare modo l’espressione:

“Dacci oggi il nostro Pane Quotidiano”

CAPITOLO 34

“1 – Dicendo ogni giorno sembra che il Signore intenda dire per sempre. Ma allora, perché dopo aver detto ogni giorno, soggiunge: Daccelo oggi, o Signore? Ecco il mio pensiero. Mi pare che lo chiami pane nostro di ogni giorno non soltanto perché lo possediamo qui in terra, ma ancora perché lo possederemo un giorno nel cielo, sempre che sulla terra sappiamo approfittare della sua compagnia. Egli infatti non rimane tra noi che per aiutarci, incoraggiarci e sostenerci affinché, come abbiamo detto, vogliamo che si compia in noi la volontà di suo Padre.”

Tutte le volte che noi diciamo il Pater, tra l’altro sapete che nella versione greca, non c’è “quotidiano”, questo lo ha tradotto Gerolamo, Gerolamo in latino ha messo “quotidianum” ma non è la traduzione letterale del testo greco, che invece è “soprasostanziale”.

Il termine greco che usa Gesù è soprasostanziale:

“Dacci oggi il nostro Pane Soprasostanziale”

Un Pane Soprasostanziale che sta sopra la sostanza.

τὸν ἄρτον ἡμῶν τὸν ἐπιούσιον

“Il pane nostro quello soprasostanziale”

Gesù, quando ha insegnato il Pater, non pensava assolutamente al pane della terra, nel modo più assoluto, ma pensava già all’Eucarestia. Stava già pensando al Suo Corpo dato. La prima traccia l’abbiamo già nell’insegnamento del Pater.

Il Pane Soprasostanziale, come abbiamo studiato nel Concilio di Trento, dove abbiamo studiato la Transustanziazione, e tutto il tema della sostanza, fa riferimento proprio al Pane Eucaristico, che pane più non è.

“Non soltanto perché lo possediamo qui in terra, ma ancora perché lo possederemo un giorno nel cielo”

Un giorno noi avremo la Presenza, la Compagnia Eterna, quando noi pensiamo, dovremmo pensare di più a queste cose. Se noi pensassimo di più alla Compagnia Eterna di Gesù in Cielo, che sarà possibile solo se noi, avremo saputo approfittare della Sua Compagnia in terra.

  • Se io sulla terra non sono stato in Compagnia di Gesù, come posso pensare di avere la Sua Compagnia in Cielo, visto che sulla terra non mi è interessato niente? O poco?

Se io sulla terra ho preferito la compagnia di tutto e di tutti, tranne che di Lui?

“Egli infatti non rimane tra noi che per aiutarci, incoraggiarci e sostenerci”

È importante pensare che il Signore è Presente nel Tabernacolo perché ci vuole aiutare, incoraggiare, e ci vuole sostenere. Gesù veramente parla alla nostra anima. Gesù veramente guarisce la nostra anima e il nostro corpo. Dobbiamo imparare a stare di più davanti al Tabernacolo per essere guariti. Oggi si parla tanto di guarigione, di Messe di guarigione, preghiere di guarigione, ecco non c’è preghiera di guarigione migliore che piantarsi davanti al Tabernacolo.

Ogni S.Messa comporta anche la guarigione, perché ogni volta che io vengo in contatto con Gesù, nell’Eucarestia, nella misura in cui io sono aperto e disponibile, io vengo guarito nell’anima e nel Corpo, vengo incoraggiato e sostenuto, perché Gesù è veramente Vivo lì.

“2 – Dicendo oggi, sembra che domandi questo pane soltanto per un giorno, cioè per la durata di questo mondo, che può dirsi appunto di un giorno. Egli lo chiede anche per gli infelici che si danneranno e che nell’altra vita non lo potranno più godere.”

Oggi non si parla più dell’inferno, stupidamente, facendo il gioco del diavolo e dei suoi ministri, e invece dovremmo pensare all’inferno, dovremmo meditare sui Novissimi, dei quali l’inferno è una parte.

E dovremmo chiederci:

  • Ma tu ti rendi conto che potrebbe accadere che io sia separato per sempre da Gesù?
  • E cosa vorrebbe dire per me per l’Eternità?”

Non poter mai più vedere, incontrare, pregare, amare, supplicare Gesù, mai più. L’assenza totale ed eterna di Gesù.

Ma noi queste cose qui non le pensiamo mai!

Pensiamo al dramma se muore la persona che amiamo di più sulla terra. Pensiamo anche al dramma, se moriamo noi che non vedremo più il Signore. E con Lui, tutte le persone conosciute che stanno nella Gloria di Dio. Noi queste cose dobbiamo pensarle, perché può succedere. Se leggiamo gli scritti di S.Giovanni Bosco non è mica così difficile che succeda. Perché andare in Cielo non è una cosa così facile, ma Gesù l’ha detto.

“Larga e spaziosa è la via che porta alla perdizione”

“Quanto invece è stretta e angusta quella che porta alla salvezza”

Noi invece diciamo il contrario.

E’ importante riflettere sulla separazione da Dio.

Un esempio di questo:

Vi invito a prepararvi già da adesso, segnatelo sul calendario, il venerdì santo del prossimo anno che verrà. Il Tabernacolo rimane vuoto, aperto, questo succede per tutto il tempo del venerdì e sabato santo, il vuoto totale. Impariamo a stare quei due giorni in Chiesa, ma non all’altare della reposizione, è sbagliato, io non consiglio di andare all’altare della reposizione. Giovedì sera, giovedì notte se si vuol pregare va bene, ma il venerdì e il sabato, non andate a cercare Gesù nel Tabernacolo, state davanti all’altare vuoto, spoglio, nudo e crudo, buio e tenebroso, con il Tabernacolo aperto, senza più dentro niente. Ecco quello è l’inferno.

LA PREGUSTAZIONE DELL’INFERNO E’ L’ASSENZA TOTALE DI DIO.

Uno che ha fede, arriva la sera del sabato, quando cominciano a preparare tutti gli altari, a preparare i fiori, preparare le candele, poi arriva la Veglia che dice:

“Non ce la faccio più. Ridateci il Signore nel Tabernacolo”

Si sente che non c’è più. Il sepolcro vuoto serve per chiedere a Dio la Grazia del cuore spasmodico, anelante, di Maria Maddalena. L’unica che ha, dopo la Madonna, che ha veramente capito che cosa voleva dire la morte fisica di Gesù.

Nella Beata Camilla Battista da Varano, se andate a leggere:

“I dolori mentali di Gesù”, un testo che vi consiglio di comprare, di leggere e di meditare, si legge tutta la vita questo libro, non si legge una volta e poi si mette via, è un libro da meditare, i libri di meditazione non si leggono, si meditano, è diverso. Andate a leggere che cosa dice il Signore alla Beata Camilla Battista da Varano su Maria Maddalena, e poi anche sul resto, su Giuda e su tutto il resto. Noi abbiamo sempre pensato ai dolori fisici di Gesù, ma ci furono i dolori mentali di Gesù, che non sono da poco e non sono da meno.

“Egli lo chiede anche per gli infelici che si danneranno”

Il Signore chiede, offre questo Pane per tutti, anche per chi si dannerà per sempre, per chi di questo Pane non ne ha saputo fare tesoro, e non ha saputo farne la vita, il criterio di valutazione e di discernimento della sua vita.

  • Se faccio questa cosa posso ancora fare la Comunione?

No. Allora non la faccio più.

  • Se scelgo questa via posso ancora fare la Comunione?

No. Allora non la scelgo.

  • Ma questo cosa vuol dire, vuol dire rinunciare a..?

Si vuol dire rinunciare a tante cose pur di non rinunciare a Gesù Eucarestia.

“Se questi sventurati – scrive Teresa –  si lasciano vincere dal demonio, non è certo per colpa sua, perché Egli nella lotta non cessa mai d’incoraggiarli. Per questo essi non avranno mai di che scusarsi, né mai da lamentarsi dell’Eterno Padre se ha loro tolto quel pane quando ne avevano più bisogno. Suo Figlio infatti dice: Giacché, Padre, ha da essere per un giorno, permetti di passarmelo in schiavitù. Il Padre ce lo dette e lo mandò nel mondo per sua propria volontà; ed ora per sua propria volontà il Figlio non vuole abbandonare il mondo, felice di rimanere con noi a maggior gaudio dei suoi amici e a confusione dei suoi avversari.”

Quando noi facciamo i peccati è sempre colpa nostra. Sempre.

“Il diavolo mi ha tentato”

Ah si certo, perché tu gli hai aperto la porta. Il diavolo tenta tutti, è come un cane che abbaia, ma se tu non ti avvicini, non ti morde, perché è legato alla catena. Se io cado nei peccati è perché io voglio il peccato, perché a me piace.

Ve lo già detto il peccato è questione di gusto.

  • Noi perché pecchiamo?

Perché ci piace, se no non peccheremmo. È difficilissimo che facciamo una cosa che non ci piaccia, facciamo solo quello che ci piace. Se pecchiamo è perché ci piace. Ci piace peccare. Ci piace odiare. Ci piace il rancore. Ci piace vendicarci. Ci piace essere golosi. Ci piace essere impuri. Ci piace essere iracondi. Ci piace essere invidiosi. Ci piace essere avari. Ci piace essere egoisti. Ci piace essere presuntuosi e superbi.

Ci piace.

Infatti, “il frutto apparve agli occhi di Eva gustoso all’occhio, allo sguardo.”

Le piaceva, e quindi lo ha preso.

“Se questi sventurati si lasciano vincere dal demonio, non è certo per colpa di Gesù”

Gesù nella lotta col diavolo non ci abbandona, Gesù ci incoraggia sempre, ci dà sempre il Suo Spirito, ci dà sempre la Sua Luce, perché noi non cadiamo nel peccato.

“E Lui di Sua volontà ha scelto di rimanere nel mondo sotto gli accidenti del Pane e del Vino.”

  • Perché?

“Per dare consolazione e gaudio ai suoi amici.”

Perché Gesù non abbandona mai i suoi amici. Non è come noi, per Gesù l’Amicizia ha un valore enorme, grandissimo.

“Non vi chiamo più schiavi, servi, ma amici, perché quello che io ho conosciuto dal Padre, l’ho fatto conoscere a voi”

“E a confusione dei suoi avversari”

Certo, l’Eucarestia è termine di confusione per coloro che non credono, per coloro che non si fidano, per coloro che non amano Dio.

IL CRITERIO DI DISCERNIMENTO PER VEDERE UN’ANIMA CHE VERAMENTE È AMICA DI DIO, È VEDERE IL SUO GRADO DI AMORE E DI DEVOZIONE PER L’EUCARESTIA

Chi tratta l’Eucarestia come io tratto le fette biscottate al mattino quando faccio colazione, o peggio, non è amico di Dio.

Vedere celebrare una Messa da Padre Pio, sembrava che quasi nemmeno la toccasse l’Ostia tanto era delicato, tanto era fine, devoto, tanto la trattava con rispetto e amore.

La domanda è sempre la stessa:

  • La Madonna ha trattato il Corpo di suo Figlio come tu stai trattando quella particola?

Se la risposta è No, allora tu non sei amico di Dio, perché quello è il Suo Corpo, Vero, Reale e Sostanziale. E quindi anche quando noi andiamo a fare la Comunione, il modo con il quale noi ci prepariamo alla Messa, o ci avviciniamo in processione. In processione non si saluta la gente! Oppure quelli che vanno a fare la Comunione con il libretto dei canti in mano. Stai raccolto. Stai devoto.

Ma non hai da preparare il cuore? Davanti a un Mistero così grande come l’Eucarestia?

Non fanno in tempo a fare la Comunione che ricominciano subito a cantare. Ma hai in bocca la Particola! Ma stai in silenzio! Poi appena finita la Messa tutti fuori.

Cos’hai mangiato? Che cosa hai incontrato?

Nessuno.

“Questo, secondo me, è il motivo per cui ha ripetuto oggi; questa la ragione per cui il Padre ci elargì quel Pane divinissimo, e ci dette in alimento perpetuo la manna di questa sacratissima Umanità.”

Gesù nel Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

“Noi ora la possiamo trovare quando vogliamo, per cui se moriamo di fame è unicamente per colpa nostra.”

Chi sceglie di non fare la Comunione per sempre, perché ha fatto scelte di vita che glielo proibiscono, come l’adulterio, per esempio, ha fatto la sua scelta. E siccome:

“Chi non mangia la Mia Carne e non beve il Mio Sangue non ha in sé la vita”

“La Mia Carne è vero Cibo, il Mio Sangue è vera Bevanda”

E’ uno che sta morendo perché a non mangiare si muore. Quindi se muoio di fame è per colpa mia, perché io non rinuncio a ciò che mi impedisce di..Se mi voglio tenere il chiodo in gola che mi impedisce di deglutire, non è colpa di nessuno, se mi sono infilato un chiodo in gola, uno ti dice:

“Prima ti togli il chiodo e poi mangi”.

“No, io voglio tenermi il chiodo”

“Tieniti il chiodo, però non puoi fare la Comunione.”

“L’anima troverà sempre nel SS. Sacramento, sotto qualsiasi aspetto lo consideri, grandi consolazioni e delizie; e dopo aver cominciato a gustare il Salvatore, non vi saranno prove, persecuzioni e travagli che non sopporterà facilmente.”

Andate a Messa tutti i giorni per 3 mesi, tutti i giorni, facendo la Comunione e la vostra vita dopo 3 mesi sarà cambiata a 360 gradi. Succede davvero. Fatelo e vedrete che dico il vero. 3 mesi tutti i giorni a Messa, potendo fare la Comunione ovviamente, devo essere in Grazia di Dio. In capo a 3 mesi, quando siete arrivati alla fine, vedrete che la vostra vita è cambiata.

“e dopo aver cominciato a gustare il Salvatore”

  • Perché andando da Gesù cosa succede?

Che più ci vai e più ci vorresti andare. Dopo capisci che lì c’è proprio il cuore del mondo che pulsa, e allora più ci vai e più tutto il resto è come se cominciasse a sbiadire.

Non basta andare a Messa tutti i giorni, devo andare da Gesù più spesso. Gesù mi chiama a stare con Lui. Io ho bisogno di stare con Gesù, perché Gesù chiama. Gesù è un amante, è un amico che cerca continuamente i suoi amici, lì chiama.

  • Cosa diceva il Beato Charles de Foucauld?

“Poiché Tu sei sempre con noi nella santa Eucaristia, siamo sempre con essa, teniamole compagnia ai piedi del tabernacolo, non perdiamo per colpa nostra uno solo dei momenti che passiamo dinanzi ad essa; Dio è là, cos’andremmo a cercare altrove?  Il Beneamato, il nostro tutto, è là, ci invita a tenerGli compagnia e noi non dovremmo precipitarci, e andremmo a passare altrove uno solo degli istanti che ci permette di passate ai suoi piedi! Tutto il resto, immagini, reliquie, pellegrinaggi, libri, è degno di gran venerazione, e Dio pone come dovere a queste o quelle anime di servirsene in questa o quella misura come di mezzi eccellenti per andare a Lui, per istruirsi su di Lui, per meglio amarLo e conoscerLo, però non sono altro che creature morte; serviamocene per andare a Gesù, per dovere quando Gesù ce l’ordina, quando lo vuole da noi, quando ci fa conoscere che è la sua volontà, ma quando non ci fa vedere che lo vuole, quando dipende da noi l’andare dinanzi alla santa Eucaristia, non andiamo mai altrove; la santa Eucaristia, è Gesù, è tutto Gesù! Tutto il resto non è altro che una creatura morta.”

Tutto. Tutto è una creatura morta. Solo Gesù è vivo ed è vita, e quindi Lui ci chiama a stare con Lui.

Quando c’è Gesù non è che sparisce la paura, la paura rimane di soffrire, ma si ha il coraggio. Quando uno manca di coraggio è perché manca di Gesù. Non si è creata ancora quella sintonia interiore, quell’amore, quell’amicizia, quell’innamoramento che ti fa sfidare tutto e tutti. Non c’è. C’è un dovere. Un dovere di fare, di dire, ma non c’è ancora l’amore, quello che ti fa venire il sangue che bolle nelle vene, le farfalle nello stomaco, e ti toglie il sonno la notte perché dici:

“Non vedo l’ora che sia mattina per prendere e andare a Messa. Non vedo l’ora di prendere e entrare da Gesù nel Tabernacolo, non vedo l’ora che sia mattina per..”

C’è chi veramente cerca il Signore. C’è chi veramente si sacrifica per il Signore.

Io ai ragazzi dico sempre:

“Se vai alla Messa del mattino e vuoi diventare santo, cioè vuoi essere amico di Gesù, a che ora arriveresti in Chiesa tu, se la Messa è alle 7.00 o alle 7.30?”

“Magari per le 7.00”

“Beh in Cielo vuoi proprio essere piccolo piccolo, in fondo in fondo, all’ultimo posto un po’ di lontano? Dai su un po’ di generosità”

“6.50..”

“Oh mamma che cuore innamorato”

“Padre mi dica lei a che ora bisogna essere in Chiesa?”

“Chiama il parroco e la parrocchia e chiedi, a che ora apre la Chiesa al mattino? E magari ti dicono che la Messa è alle 7.30 e la Chiesa apre alle 6.00. E allora vai per le 6.00”

A fare cosa?

A pregare Gesù. A stare con Gesù. A desiderare Gesù. A volere Gesù. A dire a Gesù:

“Sono qui per Te”

In questa maniera la nostra anima si apre sempre di più a questi Orizzonti Divini.

PERCHÉ PIÙ TU SCEGLI GESÙ, PIÙ GESÙ SCEGLIE TE

“Voi, figliuole, unitevi al Signore nel domandare all’Eterno Padre che vi lasci per oggi il vostro Sposo, concedendovi di non esserne mai prive per tutto il tempo di nostra vita.”

Sapete che c’era un imperatore francese, San Luigi IX, Re di Francia, lui faceva 2 Messe al giorno e stava sempre in ginocchio.

Ci sono persone che fanno 2 Messe al giorno.

Chi può, a chi gli è consentito per la vita che fa, perché non deve farlo? Perché non beneficiare di questa Grazia grandissima che il Signore ci dà, che oggi ad alcuni è data, domani potrebbe non essere più data?

Le Grazie quando ci vengono date non sono per sempre, sono per un tempo.

  • Si possono fare 2 Comunioni di seguito?

Certo. Due Comunioni in un giorno, non di seguito, due in un giorno. Due Messe concretamente. Si va a due Messe e si fanno due Comunioni. Questo postula l’idea che io debba fare delle scelte nella vita molto chiare.

“Lasci per oggi il vostro Sposo, concedendovi di non esserne mai prive per tutto il tempo di nostra vita. Per moderare il contento che ne avrete, basteranno gli accidenti del pane e del vino sotto cui ha voluto occultarsi, e che di pena indicibile sono appunto per le anime che amano il Signore e non hanno altra consolazione. Supplicatelo che almeno non vi manchi mai, e vi disponga a riceverlo degnamente.”

Chi tanto ama il Signore, magari, gli viene il desiderio di dire:

Gesù mi piacerebbe tanto vederti”.

Santa Teresa dice: “State attenti perché può essere talmente forte il desiderio che avete che un giorno d’improvviso un giorno lo realizza”

Il Signore può sentirsi talmente tirato da un desiderio così potente, che ad un certo punto, siccome Lui è Amore, cede e si manifesta.

Nota 1:

“1. Non voglio pensare che qui il Signore abbia inteso quell’altro pane che serve a sostenere e a riparare le forze del corpo, e perciò vorrei che non vi pensaste neppure voi. Il pane di cui ora si tratta si gusta nella più alta contemplazione, nella quale l’anima, una volta che vi sia arrivata, non si occupa più di nulla, né del mondo, né del cibo corporale. Non sembra da pari suo che il Signore abbia tanto insistito sul cibo materiale per suo e nostro sostentamento. Di questo pane io non mi occupo affatto.”

È chiaro che se io ho davanti a me S.Giovanni Bosco e il Cafasso, San Carlo e San Luigi Gonzaga, se io mi siedo lì con loro e vado in giro a fare una passeggiata, dopo 3 minuti mi vergogno come un cane e sparisco. Quando cominciano a parlare io sono perso, li guardo con l’occhio sbarrato perché non so più dove sono.

  • Questo cosa vuol dire?

Mi fanno ridere quelli che dicono che sono gelosi, provano gelosia, quando vedono certe anime elette, elette nel senso che si sono spaccate la schiena di rinunce, penitenze, sacrifici e ore, ore, e ore al Tabernacolo, e queste anime vengono a incontrarsi, come le aquile che volano in cielo, si incontrano tra di loro e parlano il linguaggio delle aquile, perché volano alto, sono le anime di questa contemplazione, quindi hanno una sintonia interiore, un linguaggio che è loro, che i piccioni non possono capire, le galline del pollaio ma neanche le vedono le aquile. Le aquile sono le aquile, tu sei un piccione, fai il piccione. Vola da piccione. Ma non è che un’aquila diventa un’aquila perché lei ha una grazia in più di me! No, diventa un’aquila perché si è spaccata la schiena a servire il Signore, perché si è spaccata la schiena a non fare certi peccati, perché si è spaccata la schiena a dire dei no solenni e dire dei sì solenni.

È così che si diventa delle aquile. Quindi se io vedo delle aquile davanti a me che volano, dirò:

“Datti una sferzata se tanto ci tieni anche tu a volare così in alto”.

Se vuoi anche tu gustare quei panorami, ma non tirare giù gli altri. Non costringere gli altri a volare al pavimento, al tiro del piccione. Sei invidioso perché dentro sei sporco, perché invece di dire: “Lo voglio imitare.” No, tu credi che sia quello a scendere al tuo livello. Questo non è corretto. Non è giusto. Lascia che le anime volino, se tu non voli, peggio per te. Vuol dire che non hai ancora fatto i passi che dovevi fare.

Il Signore offre a tutti di diventare aquile, sapete?

La vita cristiana è la vita fatta di scelte, di scelte solenni. Se tu non le fai, non puoi capire chi le ha fatte. Se tu per Gesù non hai mai sofferto niente, non hai mai perso niente, non ti hanno mai perseguitato una volta, ma cosa vuoi andare a parlare con uno che viene martirizzato dalla mattina alla sera per il Nome di Cristo.

Ma cosa gli vuoi andare a dire? Che sintonia vuoi avere con quella persona lì che non capisci niente?

Non capisci niente dell’esperienza che lui ha di Gesù, perché tu sei lontano milioni di anni luce. Almeno stai al tuo posto. Accetta la tua condizione e lascialo andare. Perché non è giusto incatenare gli altri alla mia mediocrità o al mio livello, per una falsa idea di stare tutti insieme. Ma stare tutti insieme non vuol dire fare tutti le stesse cose! Vuol dire la comunione dei Santi, che è condividere lo stesso cammino. Sì, ma uno è avanti e l’altro è indietro. Vuol dire che ognuno è al suo posto secondo i suoi tempi.

Quando ero studente religioso, non ero ancora prete, ho preso una sventolata sul muso, che ho pianto per un mese, perché, finita la Messa, c’era il dovere, di dover prendere i libretti dei canti e metterli a posto. Tutti finiti la Messa prendevamo i libretti dei canti e li mettevamo a posto. Un mio compagno, che per altro eravamo molto amici, ci trovavamo tutte le sere a pregare, parlavamo di Gesù, del Sacerdozio e quant’altro, un giorno, smette di raccogliere i libretti e lo vedo in ginocchio nella panca che prega il Signore. E 1, e 2 e 3, e 4, e 5. Avevamo lo stesso confessore. Un giorno, non ci ho visto più, quando sono andato a confessarmi ho confessato il peccato di aver perso un pò la pazienza e di essermi un pò arrabbiato dentro di me con il mio compagno, perché non veniva a raccogliere i libretti, mi ero un pò stufato. Ero convinto, nella mia malizia, che dicendoglielo lui sarebbe intervenuto dicendo:

“Ma come non vi aiuta?”

Questo era il ragionamento perverso che facevo.

Si è fatto un attimo di silenzio, e poi Padre Giorgio è stato catapultato lontano anni luce da quel confessionale, è venuto fuori l’universo. Adesso io ve lo dico in un modo molto tenue, lui mi ha detto:

“Ma a te chi ti ha detto che la ragione per la quale lui non viene giù a mettere a posto i libretti è la pigrizia? Perché tu l’hai giudicato pigro. A te chi te l’ha detto che è pigro? Te l’ha detto Dio? Chi ti ha detto che non lo fa per pigrizia? Sai perché non lo fa? Perché gli ho detto io di non farlo, per ubbidienza, perché dopo la Messa non si mettono a posto i libretti, si sta in ginocchio a pregare il Signore, lui lo sta facendo per questa ragione. Quindi tu oltre ad aver fatto un giudizio temerario, nel tuo cuore lo hai anche condannato.”

Non vi dico come mi sono sentito. Perché noi dobbiamo tirare in basso anche gli altri.

“Lascialo stare se vuole stare in ginocchio, vuol dire che a lui il Signore gli ha chiesto qualcosa che a te non ti ha ancora chiesto.”

Infatti il giorno dopo ero là in ginocchio anche io, ma non con la sua santità.

Bisogna lasciare gli altri liberi di vivere la loro fede come si sentono di viverla. Non mettiamo regole dove non servono, non mettiamo doveri in più a quelli che ha già dato il Signore, non creiamo doveri umani che sono precetti di uomini. Lasciamo libertà.

*********

DOMANDE:

  1. Padre che dire dei fedeli che tornano e masticano, sembra che hanno in bocca chissà cosa.

Tutti siamo chiamati a trattare con dignità e con rispetto il Signore, Sacerdoti, fedeli, ministranti, tutti siamo chiamati a renderci conto che stiamo ricevendo il Corpo di Cristo.

Sia Gloria la Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Vi benedica Dio Onnipotente Padre, Figlio e Spirito Santo.

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