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Il dono di poter praticare liberamente la fede

Cina2014

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia del 17 maggio 2016, ricorrenza della dedicazione della chiesa nella quale si celebra la S. Messa.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Il dono di poter praticare liberamente la fede

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Settantadue anni fa veniva consacrata questa chiesa dal Beato Cardinal Schuster, Arcivescovo di Milano, e veniva resa adatta per pregare, per celebrare la Santa Messa, per ricevere i Sacramenti, per ospitare l’Eucarestia nel tabernacolo, insomma diventava la casa di Dio, la dimora di Dio, in mezzo al popolo, in mezzo a questa chiesa particolare.

Allora, è opportuno che riflettiamo sulla grazia che abbiamo di avere delle chiese, di avere questa chiesa, che possiamo frequentare quanto vogliamo, nella quale possiamo venire a pregare, dove possiamo venire e ricevere i Sacramenti, dove viene celebrata la Messa, son tutte grazie che molte altre persone non hanno.

Molte persone, oggi viventi in altre parti del mondo, sono perseguitate, calpestate, violate, uccise, perché desiderano seguire Gesù, ma non è consentito loro di farlo pubblicamente; ci sono comunità che non hanno una chiesa o quella che avevano è stata distrutta.

Pensate a quanti anni di storia di vita cristiana…ogni chiesa porta con sé la storia del popolo che l’ha frequentata…tutte distrutte; pensate alla Cina, pensate alla Corea del Nord, pensate a tutto quello che avviene adesso nell’Estremo Oriente, con queste distruzioni di massa delle chiese.

Mai nella storia della chiesa c’è stata una persecuzione cristiana così efferata, così terribile!

Quanti cristiani, nostri fratelli, vengono costantemente massacrati e uccisi, crocefissi solo perché sono cristiani, e non rinnegano la fede. Pensate ad Asia Bibi, adesso questa mamma è in carcere per la sua fede, e il mondo non se ne occupa, il mondo non dice niente, anche noi come Chiesa non diciamo granché; non è che si sentano chissà quali proclami, chissà quali richieste di intervento, di liberazione, di preghiere, o altre cose particolari. Questa donna, questa mamma di famiglia, è sepolta viva in un carcere, senza aver fatto niente di male a nessuno, solamente perché crede in Gesù…e nessuno se ne occupa, e come lei tantissime altre persone.

Loro non hanno una chiesa, noi sì; loro non possono andare a Messa quando vogliono, noi sì; noi abbiamo addirittura tre Messe in un giorno, incredibile, possiamo scegliere se alle 7.30, se alle 8.15, se alle 18.00, così, come vogliamo, e forse rischiamo di abituarci al fatto che tutto questo è normale, è scontato, è dovuto, ma niente è dovuto di quello che abbiamo.

Quindi, questa sera, ringraziamo Dio, perché non è detto che tra un anno saremo ancora qui a poterci incontrare liberamente in questa chiesa; la storia evolve, i tempi cambiano, gli eventi si succedono uno con l’altro, noi non sappiamo tra un anno dove saremo, non sappiamo se questa chiesa sarà ancora al suo posto, non lo sappiamo.

Noi non sappiamo cosa ci riserva il futuro, sappiamo che ci siamo oggi ed è un dovere per noi oggi dire: «Grazie», al Signore.

Questo “grazie” deve essere un “grazie” che attraversa l’esistenza, cioè vuol dire che deve essere un “grazie” che ci rende così responsabili da andare ogni giorno, non solo alla Santa Messa, ma a trovare Gesù nel tabernacolo, a stare accanto a Lui, a farGli compagnia.

È una bella, bellissima, abitudine quella che voi avete di dire il Rosario prima della Santa Messa; non abituatevi neanche a quello, anche questa è una grazia e richiede fedeltà essere presenti tutti i giorni per condurre il Rosario, pregarlo insieme…è una grazia anche questa, che tanti non hanno, tante chiese sono oramai chiuse, vendute, sconsacrate.

Allora, chiediamo al Signore, in questo giorno, di non farci mai preferire niente e nessuno a Lui.

Quando entriamo in chiesa, impariamo il rispetto verso il tabernacolo, facciamo bene il segno di croce con l’acqua santa per purificarci dai peccati veniali, per far memoria del Battesimo; facciamo bene la genuflessione davanti al tabernacolo, perché lì dentro non c’è un pane benedetto, c’è Gesù nel Suo Corpo, nel Suo Sangue, veramente, realmente, sostanzialmente presente.

Quando ci mettiamo nelle panche, impariamo a stare un po’ in ginocchio; i Santi dicevano che si diventa santi con le ginocchia. Impariamo ad esprimere anche con il corpo questo atteggiamento di riverenza, di preghiera, di supplica; impariamo a coltivare il silenzio in chiesa, le chiacchiere le facciamo fuori, c’è tanto tempo per fare le chiacchiere.

Tutti i nostri piccoli racconti della parrucchiera, dell’estetista, e delle pasticciate varie, le facciamo fuori, non c’è bisogno di farle in chiesa; le ultime notizie le diciamo fuori, non in chiesa, la chiesa è la casa di Dio!

Padre Pio diceva che in chiesa si parla solo con Dio, e basta.

Non facciamo mai diventare la chiesa un prolungamento della nostra casa, non è il nostro salotto! La chiesa è la casa del Signore!

Ecco, allora, che la Madonna ci conceda il dono grande di entrare in chiesa sempre in punta di piedi, sempre come se fosse la prima, l’unica e l’ultima volta che andiamo in chiesa!

Pensate se noi entrassimo ogni volta dicendo: «Questa è la prima volta che vado in chiesa, questa è l’ultima volta che entrerò in una chiesa e questa è l’unica volta che io entrerò in chiesa», sarebbe diverso il nostro modo di approcciarci.

Che il Signore ci conceda questo dono inestimabile!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Martedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

PRIMA LETTURA (Giac 4,1-10)

Voi chiedete e non ottenete perché chiedete male.

Fratelli miei, da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni. Gente infedele! Non sapete che l’amore per il mondo è nemico di Dio?

Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. O forse pensate che invano la Scrittura dichiari: «Fino alla gelosia ci ama lo Spirito, che egli ha fatto abitare in noi»? Anzi, ci concede la grazia più grande; per questo dice:

«Dio resiste ai superbi,

agli umili invece dà la sua grazia».

Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi. Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Peccatori, purificate le vostre mani; uomini dall’animo indeciso, santificate i vostri cuori. Riconoscete la vostra miseria, fate lutto e piangete; le vostre risa si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza. Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 54)

Rit: Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà.

Chi mi darà ali come di colomba

per volare e trovare riposo?

Ecco, errando, fuggirei lontano,

abiterei nel deserto.

In fretta raggiungerei un riparo

dalla furia del vento, dalla bufera.

Disperdili, Signore, confondi le loro lingue.

Ho visto nella città violenza e discordia:

giorno e notte fanno la ronda sulle sue mura.

Affida al Signore il tuo peso

ed egli ti sosterrà,

mai permetterà che il giusto vacilli.

Canto al Vangelo (Gal 6,14)

Alleluia, alleluia.

Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore,

per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso,

come io per il mondo.

Alleluia.

VANGELO (Mc 9,30-37)

Il Figlio dell’uomo viene consegnato. Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.

Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».

E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

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