Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 28 ottobre 2021
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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Da Gesù usciva una forza che guariva tutti
Eccoci giunti a sabato 28 ottobre 2021.
Oggi festeggiamo i Santi Simone e Giuda Apostoli.
Il Vangelo che abbiamo ascoltato è tratto dal capitolo IV di San Luca, versetti 12-19.
“Da Gesù usciva una forza che guariva tutti”.
Perché? Sicuramente per tante ragioni, la prima fra tutte è che è il Figlio di Dio, la seconda mi sembra che ce la scriva San Luca:
“Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio.”
Per quale motivo dovremmo imparare a fare un pochino la preghiera notturna? Perché l’ha fatta Gesù. Noi, spesse volte, diciamo: “Bisogna fare questo perché lo dice il Vangelo, quell’altro perché lo dice il Vangelo… Bisogna perdonare perché lo dice il Vangelo…”. Diciamo tante cose perché le dice il Vangelo, oppure perché le ha fatte Gesù, però non si sente così di frequente dire che dobbiamo imparare a fare un po’ di preghiera notturna perché l’ha fatta Gesù. Nei Vangeli ritorna diverse volte questo riferimento alla preghiera notturna di Gesù che va sul monte da solo a pregare di notte, o che si sveglia prestissimo al mattino per andare a pregare. Mi sembra che ci possa fare solo un gran bene.
Continuiamo per questa ragione la meditazione del testo della Lectio Divina del Santo Padre Benedetto XVI, tenuta il 10 marzo 2011, nell’incontro con i parroci della diocesi di Roma.
Scrive il Papa:
“Abbiamo parlato di umiltà, di questa volontà di Dio, che può essere dura. Alla fine, il titolo di tutto il Vangelo della Grazia di Dio è “Vangelo”, è “Buona Notizia” che Dio ci conosce, che Dio mi ama, e che il Vangelo, la volontà ultima di Dio è Grazia. Ricordiamoci che la corsa del Vangelo comincia a Nazareth, nella stanza di Maria, con la parola “Ave Maria”, ma in greco è “Chaire kecharitomene”: “Gioisci perché stai nella Grazia!”. E questa parola rimane il filo conduttore: il Vangelo è invito alla gioia perché siamo nella Grazia, e l’ultima parola di Dio è la Grazia.”
La volontà di Dio, dice il Papa, può essere dura. Io non voglio certamente correggere il Papa, ci mancherebbe, o aggiungere chissà che cosa a quello che dice lui, mi si consenta solo di dire che la volontà di Dio non è che possa essere dura, come se alle volte potesse essere morbida. Diciamo così, io credo che l’esperienza di tutti noi è quella di dire che la volontà di Dio è sempre molto impegnativa. Se guardiamo l’esperienza dei Santi mi sembra di vedere che è durissima, perché è una volontà che vuole farti vivere nella Grazia e per questo ti purifica. È dura vivere nella volontà di Dio, ed è per questo che io credo tanto in quello che continuamente vi ripeto del fare rete, dell’essere uniti. Credo molto in questo perché, vedete, oggi tocca a me, domani toccherà a te, ma tocca a tutti di dover fare, se siamo cristiani, la volontà di Dio. Essere uniti cosa vuol dire? Vuol dire che io ti sosterrò quando toccherà a te fare la volontà di Dio in modo forte.
Come fai a non accorgerti che una persona sta facendo la volontà di Dio in modo forte? Pensate a una mamma, o a un papà che vivono in una situazione matrimoniale difficile e continuano a rimanere fedeli, ma ci sono tantissimi di esempi. L’esserci, l’essere lì accanto ad una mamma che accetta una gravidanza difficile, a una mamma e un papà che accettano una gravidanza magari non cercata, non voluta, inaspettata; una persona che deve affrontare una malattia importante; una persona che deve sostenere una scelta importante, una persona che per scegliere Gesù deve rinunciare a tante cose, magari alla carriera, magari alla stima, magari alle persone che ama di più, e via di seguito.
Siamo tutti intelligenti, quindi, senza che gli altri facciano chissà quale confessione, lo capiamo da soli quando abbiamo davanti una persona che in quel momento sta vivendo il suo calvario. Io credo che la cosa più bella che possiamo fare è dire: “Io ci sono. Ti aiuto”. E divento chi? Vi dico, a me non piace tantissimo Simone di Cirene: ha fatto sicuramente tanto per il Signore, però, per certi versi, non mi piace molto che venga scelto per essere colui che porta la croce, forse non era nei suoi desideri. Mi piace invece moltissimo Santa Veronica, mi piace forse ancora di più perché Santa Veronica non fa niente di grandioso per il Signore, di spettacolare, per certi versi fa quasi un gesto piccolissimo: asciugare il Volto. Ma che segno di gratitudine le lascia Gesù! Bellissimo! L’immagine del Suo Volto sul panno. Noi possiamo diventare la Veronica nella vita di tante persone, magari non siamo neanche in grado di portare la croce di queste persone perché è tropo pesante per noi, però siamo in grado di togliere una persona dall’isolamento, basta una telefonata, un andare a trovarla, basta un dire: “Dì a tuo marito di stare tranquillo che domani ti porto io a fare la chemioterapia”.
Stasera fatele queste cose, voi non immaginate che bene fanno!
“Quanto tempo è che non porti a cena tua moglie? Facciamo così, stasera sto io a casa con i bambini voi andate fuori a cena e fate una bella cena insieme”.
Sapete, alle volte quando mi guardo allo specchio dico: “Sono un Cristiano o sono un criceto?”. Io non voglio vivere la vita di un criceto. Quando ero ragazzo ho avuto un criceto, ecco perché lo dico, guardavo questa bestiola e dicevo: “Mah, ma che vita è quella di correre dentro ad una ruota? Chiuso in una gabbia. Ma dove vai?” Dovevate vedere quanto correva questo criceto! Era impressionante! Aveva di quei muscoli che quando si muoveva sembrava un Pitbull. Dicevo: “Una bestiolina così piccola, ma quanto corre!”. Poi dormiva, mangiava, faceva i suoi bisogni e poi correva nella ruota, ma non si muoveva di una virgola, di un millimetro, era sempre lì. Noi abbiamo le nostre cose da fare, devo fare questo, devo fare quello, devo fare la spesa, devo prendere le cose, devo portare su quello, quell’altro, devo andare di qui, devo andare di là e arriva sera.
Cosa abbiamo fatto per aiutare gli altri a portare la loro volontà di Dio?
Perché noi non siamo solamente cose da gestire o stomaci da riempire. Che cosa ho fatto per portare la volontà di Dio, per aiutare te a portare la volontà di Dio?
Può essere, banalmente, quel giorno portare fuori quella persona a mangiare il gelato. E, ripeto, con quella delicatezza e quella grazia che non fa capire che voi state facendo i buoni samaritani, ma quasi il contrario, che siete voi ad averne bisogno, perché così non umiliamo nessuno.
“Ah guarda, ti ho sempre in mente!” Sì però sono tre anni che non mi chiami.
E via di seguito.
Ve lo dico sempre, anche riguardo ai nostri Sacerdoti: non lasciateli soli, non lasciateli soli, fatevi presenti. Quanti Sacerdoti soli che ci sono! Perché?
Eppure quando abbiamo bisogno di confessarci, quando abbiamo bisogno di una parola, quando abbiamo bisogno dei Sacramenti, loro ci sono, soprattutto per questi che ci sono. Lo dice la Scrittura che per chi predica ci va il doppio dell’onore, perché annuncia la Parola di Dio, perché ha questo compito.
“Ma cosa devo fare?” Sono cose semplici. È domenica? Adesso arriva l’inverno, arriva il fresco, alla domenica fai le lasagne, invitalo, diglielo: “Padre, finite le Messe, se vuole venire, tanto c’è posto per cinque, c’è posto anche per sei”. Non può venire? Oppure fagli una porzione e portagliela, già vi ho fatto questi esempi. Aiutateli a tenere in ordine la casa, offritevi per una mano, per stirare, ce ne sono di cose! Aiutiamo a portare la volontà di Dio.
Mi fermo qui perché quello che viene dopo è molto importante, perché il Papa dice poi:
“Viene ora il brano sul martirio imminente”
Lo faccio la prossima volta perché mi sembra un testo molto denso che merita un’attenzione particolare.
Facciamo tanto riferimento a San Giuda Taddeo, un grandissimo Santo, andate a leggere l’importanza di questo Santo, delle cause impossibili, ecco, chiediamo a lui un grande aiuto.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen.
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.
VANGELO (Lc 6, 12-16)
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.