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La sete che asseta – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.59

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: La sete che asseta – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.59
Venerdì 29 dicembre  2023 – San Tommaso Becket, vescovo e martire

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 2, 22-35)

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: “Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore” – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
“Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele”.
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 29 dicembre 2023. Quest’oggi festeggiamo San Tommaso Becket, vescovo e martire.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal secondo capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 22-35.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al capitolo diciannovesimo.

CAPITOLO 19

Comincia a trattare dell’orazione e parla delle anime che non possono discorrere con l’intelletto.

1 — È da tanto tempo che ho interrotto questo scritto senza più poterlo ripigliare, che per sapere cosa stavo dicendo mi occorrerebbe rileggerlo. Ma per non perder tempo, continuerò ugualmente, senza preoccuparmi dell’ordine. Le persone di buona intelligenza, che essendo già pratiche della meditazione, possono raccogliersi in sé stesse, hanno a loro disposizione una infinità di libri ben fatti, scritti da autori di tal merito che sarebbe una sciocchezza far conto di questo mio. Vi sono libri che presentano per ogni giorno della settimana meditazioni ben condotte e dense di dottrina sopra i misteri della vita e della passione del Signore, sul giudizio, sull’inferno, sul nostro nulla e sui doveri che abbiamo con Dio, con l’aggiunta di ottimi consigli per il principio e per la fine dell’orazione. Chi segue il loro metodo o vi è abituato, non occorre dire che per sì buona strada giungerà al porto della luce, e che a un sì santo principio risponderà una fine non meno santa. Per questa via si avrà riposo e sicurezza, perché, una volta fermato l’intelletto, si procede con pace. Ma ben altro è l’argomento che voglio svolgere: voglio cioè, con l’aiuto di Dio, suggerirvi alcuni consigli, e farvi comprendere che molte sono le anime che soffrono di non poter fermare l’intelletto, affinché non abbiate a contristarvi se siete anche voi di questo numero.

Ecco, quindi adesso Santa Teresa sta parlando delle anime che soffrono perché non riescono a fermare l’intelletto.

2 — Vi sono intelletti e spiriti così mobili che possono paragonarsi a cavalli sfrenati che nessuno può fermare.2

La nota dice:

2 Se chi li cavalca è un abile guidatore, non sarà sempre in pericolo, ma qualche volta sì. Tuttavia, pur essendo sicuro della vita, non può tenersi a cavallo con molta eleganza, ed ha molto da faticare. (Manoscr. Escor.).

Vanno qua e là, sempre in agitazione, sia che ciò provenga dalla loro natura o che così permetta il Signore. Io ne ho compassione, perché mi sembrano persone ardenti di sete, che vedono l’acqua molto lontano e vogliono andare ad attingerla, ma trovano nemici che sbarrano loro l’accesso al principio, nel mezzo e al termine del cammino. Può darsi che dopo aver tanto faticato per vincere i primi nemici, si lascino sopraffare dai secondi, amando meglio morir di sete piuttosto di bere un’acqua che tanto costi: si perdono di coraggio e cessano da ogni lotta. Altri invece abbattono anche i secondi, ma si smarriscono innanzi ai terzi, mentre forse non sono che a due passi da quella fontana d’acqua viva, di cui il Signore, parlando alla Samaritana, disse che chi ne beve non avrà più sete in eterno.3 Oh, com’è vera questa parola pronunciata dalla stessa Verità! L’anima che beve di quell’acqua non ha più sete di alcuna cosa terrena, ma va sempre più ardendo per le cose dell’altra vita, e le sospira con tale bramosia da non potersi paragonare ad alcuna sete naturale. Con quanta sete si desidera quella sete, di cui si comprende tutto il pregio! Benché sia penosissima ed estenuante, nondimeno porta con sé tanta dolcezza da temperare gli ardori, perché, mentre distrugge l’affetto delle cose terrene, sazia l’anima con le celesti. La grazia più grande che Dio possa fare a un’anima quando si degna di dissetarla, è di lasciarla ancora assetata: più beve, più desidera di bere.

Lei adesso parla di quelle persone che hanno questo intelletto, questo spirito, che è paragonabile a quello dei cavalli sfrenati, che non è possibile fermare, che sono in continua agitazione; persone che comunque hanno sete, vedono l’acqua molto lontana, vogliono andare ad attingerla, però ci sono molti nemici, che cercano in tutti i modi di sbarrare loro la strada. E lei dice che, alle volte, succede che uno si arrende subito, un altro si arrende un po’ dopo ma di fatto, con frequenza succede che ci si perde di coraggio e si cessa dalla lotta, quando magari poi mancava pochissimo per arrivare. 

Quest’acqua ha una caratteristica, che è quella di dissetare assetando; cioè, è un’acqua che ti disseta, però ti lascia ancora assetato, più la bevi e più ti vien da bere. Credo che un’esperienza vagamente simile potrebbe esservi capitata quando voi, magari da ragazzi — ma forse anche adesso, non lo so — andando in montagna, siete andati magari su in alto, in alto, in alto, e avrete notato che ci sono quelle belle fontane di montagna caratteristiche fatte di pietra, bellissime, che sembrano quasi dei lavatoi tanto son grandi — e alle volte erano proprio dei lavatoi — da cui esce costantemente quest’acqua. Quando bevi quell’acqua, che è ghiacciata (poi se la bevi d’estate ancora di più), senti una cosa: senti che è buona. Non è solamente acqua che ti disseta, è proprio buona, e più la bevi, più ti vien voglia di bere. Certo, non puoi bere all’infinito, sennò scoppi, però per intenderci; ti dà quella sensazione che uno la beve e dice: “Mamma, che buona quest’acqua!”. Di solito l’acqua non è buona, nel senso che non ha un sapore particolare, ma quell’acqua, così fresca, così di sorgente, è proprio buona… E infatti lei dice: 

Con quanta sete si desidera quella sete…

Vedete? È una sete che chiama sete. E questa sete — lei dice — comunque porta con sé tanta dolcezza e poi distrugge l’affetto delle cose terrene. Distrugge l’affetto delle cose terrene, perché sazia l’anima delle cose celesti. Quindi, mentre sazia l’anima con le cose celesti, distrugge l’affetto delle cose terrene, ha un po’ questa particolarità: potremmo dire che da una parte svuota, e dall’altra riempie.

3 — A quanto ora mi ricordo, fra le molte proprietà dell’acqua se ne notano specialmente tre, che convengono al mio argomento. La prima è che rinfresca. Infatti, per quanto caldo si abbia, gettandosi nell’acqua se ne ha refrigerio. Così di un grande fuoco che si spegne anch’esso con l’acqua, a meno che non sia di catrame, ché allora si accende di più. O gran Dio! Com’è ciò meraviglioso! Un fuoco che nell’acqua si ravviva, un fuoco forte, potente, non soggetto agli elementi, giacché l’acqua, che pure è il suo contrario, invece di spegnerlo l’accende!… Come mi sarebbe utile parlare con chi sapesse di filosofia per istruirmi sulla proprietà delle cose! Come mi saprei spiegare bene allora! Sono cose che mi dilettano molto, ma non so dirle, e forse nemmeno intenderle!

4 — Quando Iddio, sorelle, vi porterà a bere di quest’acqua, così come quelle che già la bevono, ne avrete piacere e intenderete che dominatore del mondo, e degli elementi non è che l’amore di Dio, purché sia forte, sgombro di ogni attacco terreno e superiore a ogni cosa. Non temete che possa essere spento dall’acqua che ha origine sulla terra. Benché gli sia contraria, non ha su di esso alcuna forza, perché è un fuoco dominatore, non soggetto agli elementi. Non meravigliatevi, sorelle, se tanto insisto in questo libro perché vi procuriate tale libertà. — Ecco è importante ricordarci di sottolineare: “vi procuriate tale libertà” — Che bella cosa se una povera monaca di S. Giuseppe divenisse padrona di tutta la terra e dei suoi elementi! E vi è forse da stupirsi se col favore di Dio i santi han fatto degli elementi tutto quello che han voluto? L’acqua e il fuoco obbedivano a S. Martino; a S. Francesco anche i pesci e gli uccelli, e così molti altri. Però, se sulle creature essi godevano tanto impero, era solo perché si erano sforzati di non stimarle, assoggettandosi sinceramente e con tutto il cuore al vero Padrone del mondo! — E questo è un tema sicuramente degno di interesse, soprattutto in questi tempi — No, ripeto, l’acqua che nasce sulla terra non ha alcuna forza contro l’amore di Dio, perché le fiamme di questo amore, lungi dal prendere origine in cosa tanto bassa, derivano da ben altro. Altri fuochi di amor di Dio deboli e inerti si spegneranno per il più piccolo incidente, ma non questo: gli si rovesciasse sopra anche un mare di tentazioni, continuerebbe ad ardere ugualmente, fino a dominare anche quello.

Allora, Dio è il dominatore del mondo e, quindi, l’amore di Dio partecipa di questo dominio: Dio è il creatore, Dio è il Signore. Amare Dio, liberi da ogni attacco terreno, dà questa possibilità di partecipare a questo dominio. 

S. Teresa dice che sarebbe bello avere questa libertà, che è legata a questo amore, e poi dice: adesso capite perché gli elementi della creazione obbedivano ai santi, come a San Martino e San Francesco (gli uccellini, il lupo e via di seguito), perché loro, non solo si erano sforzati di non stimarli, ma avevano scelto di assoggettarsi sinceramente, con tutto il cuore, a Dio. Quindi, poiché loro si erano assoggettati totalmente a Dio, amavano Dio totalmente, allora anche la creazione si assoggettava a loro, perché loro partecipavano del dominio di Dio; e questo amore di Dio, quando è così forte, non c’è niente che lo possa spegnere, neanche il mare delle tentazioni, perché l’amore di Dio è questo fuoco, che non si spegne mai.

E allora vi lascio questo simpatico aneddoto che, ovviamente, è proprio un aneddoto simpatico da bambini, però fa riflettere. Quando ero un bambino, mio nonno mi portava a fare delle lunghe passeggiate. Sapete, sulla riviera ligure ci sono queste belle passeggiate lunghissime e i miei nonni avevano la casa proprio in un paese nella riviera ligure, che si chiama Nervi, che sicuramente diversi di voi conoscono. Io, lì, ho un po’ fatto la mia infanzia. Lì c’è una passeggiata, che si chiama “passeggiata Garibaldi”, che è lunghissima e costeggia tutto il mare, bellissima. Poi, all’interno, c’è un parco stupendo con gli scoiattoli che vengono a prendere le noci dalle mani, insomma veramente un posto molto bello. E quindi, tra la passeggiata e il mare, ci sono molti scogli, ci sono anche dei piccoli spazi di sabbia, dove si può scendere dalla passeggiata e andare proprio un pochino più in riva al mare. Poi ci sono anche delle piante un po’ tipiche che crescono; e quindi, un po’ scendevo a giocare (sapete i bambini), coi sassi… come gioca un bambino. Avevo tanto il desiderio di riuscire a toccare un uccellino, avevo, nella mia testa da bambino, il desiderio di poter accarezzare un passerotto, ma ogni volta che mi avvicinavo ad un passerotto, il passerotto scappava. Allora mio nonno un giorno mi disse: “Guarda, se tu vuoi riuscire ad accarezzare un passerotto, domani bisogna portare un po’ di sale, e se tu riuscirai a mettergli un po’ di sale sulla coda, allora riuscirai ad accarezzarlo, sarà addomesticato”. Immaginatevi! Il giorno dopo arrivo col mio sacco di sale… e quindi vi potete immaginare padre Giorgio Maria piccolo, che comincia a correre a destra e a manca dietro ai passeri con il sale tra le dita per cercare di metterglielo sulla coda. Ovviamente, non ci sono mai riuscito; sono passati giorni e anni in questa opera, in questo tentativo di mettere il sale sulla coda del passerotto, ma non sono mai riuscito. 

Ecco, non c’è bisogno di nessun sale quando si condivide questo amore di Dio perché, quando questo amore di Dio è così ben radicato dentro di noi, la natura (il creato) è lei che “viene verso”, come succedeva con San Francesco e Sant’Antonio — la famosa “predica ai pesci del mare”, o “la predica agli uccelli” di San Francesco — perché? Perché questo amore rende i santi dominatori del creato come lo è Dio, ecco la ragione.

E quindi, ci fosse stato lì San Francesco accanto a me, mi avrebbe detto: “Vedi piccolo Giorgio, il punto non è mettere il sale, non sarà questo che fa la differenza, ma è l’amore di Dio, che è un’altra forma di sale, ma un sale spirituale”. Io mi sono concentrato sul sale fisico, materiale, ma certamente quello spirituale è quello che conta; quindi questo sale che, una volta che tu ce l’hai (questo sale dell’amor di Dio), allora i passerotti non dovrai rincorrerli, ma verranno loro verso di te.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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