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Le Litanie Lauretane: Virgo veneranda e Virgo praedicanda

Litanie Lauretane

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 12 maggio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Le Litanie Lauretane: Virgo veneranda e Virgo praedicanda

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

Eccoci giunti a giovedì 12 maggio 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XIII di San Giovanni, versetti 16-20.

È proprio vero che noi, sapendo le cose di Gesù, siamo beati nella misura in cui le mettiamo in pratica, ed è vero che, chi accoglie colui che il Signore invia, accoglie il Signore stesso, e quindi il Padre.

Non scordiamo mai queste verità, tanto semplici, quanto profonde.

Oggi vedremo, nel nostro commento alle Litanie Lauretane, sul testo di Don Giorgio Basadonna, le Litanie “Virgo veneranda” e “Virgo praedicanda”.

Vergine degna di onore

“Così vogliamo tradurre l’invocazione latina «Vas honorabile», pensando che Maria è la donna degna dell’onore più alto perché è la «pienezza di spiritualità», è abitata dallo Spirito ed è diventata Madre di Dio proprio per la sua obbedienza coraggiosa alla volontà di Dio”.

Vedo adesso che Don Giorgio Basadonna non commenta tutte le Litanie di seguito, mi scuso ma ero convinto che facesse tutte le Litanie di seguito. Va bene, noi seguiamo tutto il commento che lui fa e ci lasciamo condurre da lui. Vediamo… perché non ho già letto tutto il libro, lo sto leggendo con voi mentre vi faccio la meditazione, comunque adesso vediamo, cammin facendo, ci renderemo conto. No, no, forse no, era solamente l’incipit così, adesso vediamo…

“Ma l’onore non va misurato secondo i calcoli umani, con quella frenesia di prestigio, di approvazione, di «bella figura», come di solito viene inteso nella vita quotidiana: onore è qui solamente il riconoscimento di una realtà che supera i limiti normali e porta subito in altre dimensioni, in altro ordine di cose quello pensato da Dio all’origine dell’uomo”.

Qui adesso sta facendo riferimento alla “Vas honorabile” e quindi alla donna degna di ogni sommo onore, di un onore non come lo intendiamo noi, ma come un riconoscimento di una realtà che supera l’ordinario e che porta immediatamente altrove, e questo altrove è Dio.

“Maria è degna di onore perché è Madre di Dio, perché è stata preservata dal peccato di origine e si è mantenuta libera da ogni macchia di peccato. Maria è degna di onore perché ha saputo accogliere l’annuncio di Dio con somma umiltà e con fedeltà umile e confidente, è degna di onore perché ha seguito lo svolgersi della vita di Gesù con estrema delicatezza e partecipazione silenziosa ma profonda e totale.

In questa prospettiva si capisce anche l’altra invocazione che subito segue: «Vas insigne devotionis», donna di devozione perfetta. È per questo che è degna di onore: la sua devozione, il suo donarsi a Dio è perfetto, è totale, e diventa modello per ogni cristiano”.

Quindi, abbiamo capito perché è degna di onore: perché è Immacolata nella sua concezione, perché non ha mai commesso peccato, perché ha detto il suo “Sì” a Dio, perché si è affidata a Dio, perché ha seguito Gesù, perché è stata partecipativa a tutto quello che Gesù faceva e il Signore le chiedeva, ed è anche donna, quindi, di devozione perfetta.

La sua devozione, il suo donarsi a Dio è perfetto, perché è totale e diventa modello per ogni Cristiano.

“Sono queste, affermazioni spontanee, espressioni poetiche che quasi nascono senza pensarci, condotti più dal ritmo e dall’assonanza delle parole che non dalla riflessione critica e razionale: ma è proprio questo fatto che mostra come l’intuizione immediata, l’elemento poetico e sentimentale non è così estraneo alla realtà, anzi aiuta a scoprirne tutti gli aspetti”.

Cioè tutto giova in questo caso, tutto collabora per arrivare a cogliere tutti questi dettagli così importanti.

“Poi, tocca alla razionalità, alla riflessione di fede calibrare e scoprire il significato più profondo, nascosto in qualche frase o in qualche momento emotivo. Questa è la devozione più giusta, dove non manca l’aspetto emotivo — siamo uomini e non dei robots! — …”

Quindi c’è anche un aspetto emotivo, non è che l’aspetto emotivo deve essere buttato via, l’importante è che non diventi il tutto.

“… ma dove tutto viene misurato e verificato sulla parola di Dio, sul mistero di Dio, sui suoi disegni provvidenziali. Questa è la «devozione perfetta» di Maria che col suo cuore donna si dona a Dio lasciando a lui l’iniziativa, in un continuo rincorrere un più, un meglio, un poi, che non si raggiungono mai.

La figura di Maria, pienezza di spiritualità, diventa allora una garanzia, un invito a cercare, a salire al di sopra dei propri limiti, a sperare e sapere che è possibile qualcos’altro, anzi, che c’è già una realtà nuova, diversa, c’è già un’umanità che realizza in pieno il suo sogno di perfezione”.

Quindi è un “già” che è un “non ancora”, però c’è già, per noi intendo.

“Invocare Maria con questo titolo, apre a una confidenza e una certezza che guarisce tutte le ferite della debolezza, del peccato, dell’orgoglio deluso: è mettere nell’animo una forza nuova, una voglia di ripresa, un proposito di conversione per realizzare quella spiritualità che giace nel fondo del cuore di ogni uomo.

Non si può chiamare Maria con questa invocazione e non impegnarci a un cammino di purificazione, di liberazione dal cumulo di pesi, di freni, di ostacoli sempre presenti in noi: Maria ci offre il suo aiuto, come certezza mentale, come visione di uno stato raggiunto, come accompagnamento per persuaderci che lo Spirito presente in lei è anche in noi e vuole produrre i medesimi effetti. La pienezza dello Spirito in Maria è garanzia e offerta di questa medesima presenza in noi”.

Quindi, questo invocare le Vergine Maria come “Vergine degna di onore”, è anche un cammino di purificazione, perché anche noi possiamo partecipare di questo onore e quindi togliere tutto ciò che non va bene.

Vediamo adesso Maria, “Vergine degna di lode”.

Vergine degna di lode

“Il cristiano che contempla Maria nella sua realtà concreta, nel suo essere donna nel quadro della vita di Israele, e nella sua identità di madre di Dio, di madre vergine prescelta da Dio per

realizzare il suo progetto di salvezza, non può non esprimere la sua stima e la sua ammirazione, la sua lode.

La liturgia suggerisce molte espressioni di lode a Maria, espressioni prese da momenti di gioia e di esultanza del popolo eletto, contemplandola così assieme alle grandi donne della storia sacra, e aiutandoci a superare l’oscurità di una vita nascosta e apparentemente uguale a quella di tutte le madri”.

Sembra uguale… di fatto è stata una vita molto ordinaria, molto nascosta e molto semplice, ma dentro lì era presente Dio, in persona.

“Il popolo esalta la figura di Giuditta che vince ed elimina il tiranno: «Sii benedetta dall’altissimo Dio più di tutte le donne della terra! Tu la gloria di Gerusalemme, tu orgoglio di Israele, tu onore del nostro popolo!». E Giuditta stessa esclama: «Voglio cantare a Dio un canto nuovo al Signore grande e glorioso» (13.14.15).

Sono le medesime parole che vengono rivolte a Maria, invitando la fantasia a esprimere la gioia e la lode alla madre di Dio: nasce così tutto un filone di poesia che segna la letteratura di questi venti secoli. Qualcosa viene ripreso anche dalla preghiera ufficiale della Chiesa. «Ave regina del cielo, ave signora degli Angeli… bella e tutta santa! Inviolato fiore, purissima vergine, porta lucente del cielo!». Ritorna come fonte di speranza la figura dolcissima di Maria: «Tutta bella sei, o Maria e in te non c’è nessuna macchia di peccato. Tu appari come aurora luminosa portando in te la gioia della salvezza: per te è apparso il sole di giustizia o fulgida porta della luce!»

Si potrebbe continuare riportando poesie e invocazioni fiorite dal cuore e sulle labbra di credenti ignoti lungo i secoli: la lode di Maria accompagna e ritma il cammino della Chiesa e il cammino semplice e quotidiano della gente umile di sempre. Lodare Maria diventa così un modo per esprimere la propria fede e anche per aprire il cuore alla speranza, alla gioia, e ritrovare, pur nel peso di dolore e di fatica, spiragli luminosi che ridanno forza e voglia di intonare la propria vita su quella di Maria”.

È così, anche nei momenti più difficili, la Vergine Maria ci dà proprio la voglia, la forza, di prendere la nostra vita e calibrarla su quella sua.

“Come sempre, nella fede cristiana, la lode rivolta a Dio e alla madre di Dio non serve tanto ad aumentare la loro gloria o il loro prestigio quanto a infondere in noi un senso di ammirazione, di fiducia che apre il cuore a nuovi propositi e a nuovi impegni di santità.

Se Maria è così grande e suscita in noi sentimenti di lode, se in lei contempliamo le grandi cose che Dio opera in coloro che a lui si affidano, allora è possibile e doveroso pensare che noi stessi possiamo pretendere da noi una fiducia più grande che ci renda coraggiosi nella sequela di Cristo”.

Capito? È possibile, è possibile sempre puntare a vette sempre più alte.

“Mentre lodiamo Maria ripercorriamo le sue virtù, rileggiamo ciò che il Signore ha voluto compiere in lei, per meglio far capire il dono infinito del suo amore per noi. Così canta un’antifona propria del rito ambrosiano: «Godi tu gloria degli Angeli, godi Vergine del Signore, gioia dei profeti. Godi tu la benedetta. Godi tu che per mezzo dell’Angelo hai accolto la salvezza del mondo, godi perché hai generato il creatore e signore, godi perché sei degna di essere la madre di Cristo».

Vergine degna di lode è Maria: dal nostro cuore fiorisca sempre l’espressione della nostra fede, della nostra riconoscenza verso di lei”.

Veramente, la Vergine Maria, per tutti i motivi fin qui detti, è “la degna di lode”, e quindi usiamo tutti i mezzi di cui siamo capaci per esprimerle tutta la nostra riconoscenza e tutto il nostro amore.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

 

VANGELO (Gv 13, 16-20)

[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:
“In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”.

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