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Lo spirito di Dio abita in noi?

Jean II Restout - Pentecôte

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia della S. Messa di Pentecoste (S. Messa del giorno).

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Riportiamo il brano della vita di S. Giovanni Bosco letto dal Sacerdote durante l’omelia.

Un grande giorno, questo, per te

Giovannino ha quasi undici anni. È l’età (a quei tempi) per fare la prima Comunione. Mamma Margherita lo prepara.

Tre volte lo conduce al confessionale, e ogni volta lo istruisce.

– Vedi, Giuanin – gli dice – Dio ti fa un grande dono; ma tu procura di prepararti bene, di confessarti devotamente di non tacere nulla in confessione. Confessa tutto, sii pentito di tutto; prometti a Dio di farti più buono in avvenire.

Il mattino della prima Comunione non lo lascia parlare con nessuno; lo accompagna in chiesa e alla balaustra; con lui fa la preparazione alla Comunione e il ringraziamento.

Tornata a casa, non permette che Giovannino quel giorno si occupi di lavori materiali. Vuole che passi tutto il tempo in raccoglimento. Poi in un momento di affettuosa intimità lo chiama, se Io fa sedere accanto e gli sussurra:

– Giuanin, è stato un grande giorno, questo, per te. Dio ha preso possesso del tuo cuore. Promettigli di fare quanto puoi per conservarti buono fino alla fine della vita. Va’ sovente a comunicarti, non fare sacrilegi. Di’ sempre tutto in confessione, sii ubbidiente, va’ volentieri al catechismo e alle prediche. Ma per amor del Signore, fuggi come la peste coloro che fanno cattivi discorsi.

Giovannino molto avanti negli anni, scriverà nelle sue Memorie: «Cercai di praticare gli avvisi della mia buona mamma, e mi pare che da quel giorno ci sia stato qualche miglioramento nella mia vita».

Da: “Don Bosco”, ed. SEI, 1971

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Lo spirito di Dio abita in noi?

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Ci troviamo qui questa mattina, nella solennità di Pentecoste, soprattutto a pregare, e a riflettere insieme sullo Spirito Santo, sullo Spirito di Dio, sulla Terza Persona della Santissima Trinità. In questo può venirci utile tenere sott’occhio la seconda lettura che abbiamo appena ascoltato, tratta dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, capitolo 8.

Dobbiamo chiederci quale spirito ospitiamo nella nostra anima, se lo Spirito di Dio o lo spirito della carne, lo spirito del mondo.

Il Battesimo ci ha tolto dal dominio della carne e del mondo, da questo spirito malvagio, che è lo spirito del nemico di Dio, e ci ha inseriti all’interno della Vita Divina, ci ha resi Figli di Dio.

San Paolo ci dice: «Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio», e poco più avanti lui dice: «Se non avete lo Spirito di Cristo, voi non gli appartenete».

Allora ci dobbiamo chiedere se questo Spirito abita dentro di noi.

Lo spirito della carne, lo dirà San Paolo da un’altra parte, è quello spirito per il quale noi viviamo di cose tutte materiali, invidie, gelosie, impurità, licenziosità, cattiverie, discordie, divisioni, pettegolezzi, giudizi, maliziosità, ubriachezze, insomma, tutte quelle cose brutte, e lo sentiamo anche noi che sono brutte, che non ci nobilitano, non ci rendono migliori, ma ci rendono peggiori quando le viviamo.

Vivere secondo lo spirito del mondo, lo abbiamo ascoltato nel Vangelo, vuol dire non osservare i Comandamenti, lo dice Gesù: «Osserverete i miei Comandamenti, se mi amate, e io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Paraclito».

Ma se noi non li osserviamo, noi non L’amiamo e lo Spirito Santo non viene in noi.

Dobbiamo chiederci quanto di questo Spirito abita in noi.

Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo non Gli appartiene”.

Quanto il regno del peccato è vivo o è morto dentro di noi?

Quanto noi ragioniamo secondo lo Spirito di Cristo?

Come si fa ad assimilare lo Spirito di qualcuno?

Stando insieme. Stando insieme ad una persona, noi la conosciamo, noi la possiamo apprezzare, e il suo spirito, la sua anima, il suo taglio interiore, la sua parte più profonda, diventa nostra, cioè ci viene donata e viene assimilata; questo è il dono più grande che si fa all’interno di una amicizia, di un matrimonio, di un fidanzamento, all’interno del sacerdozio, della vita religiosa.

Non c’è dono più grande di questo spirito, di quest’anima, che viene donata.

Cristo la dona nella misura in cui noi stiamo con Lui, nella misura in cui noi abitiamo dentro a questa Vita Divina.

Attraverso cosa?

Attraverso la preghiera, attraverso la meditazione.

Questa Domenica di Pentecoste conclude tutto il tempo pasquale, tutto il tempo che abbiamo iniziato con il Mercoledì delle Ceneri (che sembra vent’anni fa, invece è circa cinquanta giorni fa) e che si chiude quando Gesù, ascendendo al Cielo (domenica scorsa), ci dona questo Spirito, perché ci consoli, perché ci istruisca.

Paraclito viene dal greco παρά καλέω, chiamato sopra col contatto, toccato, questa è la traduzione; questo Spirito, quando scende, tocca, crea un legame.

È interessante che Gesù non l’ha chiamato Pericleto, che vorrebbe dire che gli sta vicino, che gli gira attorno, no, l’ha chiamato Paraclito, che sta sopra, che tocca, che inabita.Allora, usiamo questa domenica per crescere proprio, per fare un esame di coscienza e dire: «Signore, io ho bisogno di cambiare vita!».Impariamo tutti i giorni ad invocare lo Spirito Santo, ogni giorno, più volte al giorno; invochiamolo perché ci illumini, perché ci aiuti a resistere alle tentazioni, perché ci dia le ispirazioni buone, perché ci aiuti ad abbandonarci nelle mani di Dio, a fuggire dal male, perché ci dia tutti i Suoi sette Doni e i Suoi nove Frutti. Andate a leggere nella Lettera ai Galati questi nove Frutti dello Spirito Santo e questi Doni stupendi: la Sapienza, l’Intelletto, la Pietà, il Timor di Dio, la Fortezza, la Scienza, il Consiglio.Noi abbiamo bisogno di tutti questi Doni, chi non ha bisogno di tutti questi Doni?Allora, invochiamolo spesso!Dobbiamo prendere una decisione, dobbiamo parlare con qualcuno, dobbiamo istruire le persone, dobbiamo andare a scuola ad insegnare o a fare gli alunni, dobbiamo andare a lavorare, magari operare le persone, o lavorare con i soldi, insomma, qualunque cosa dobbiamo fare, invochiamo spesso lo Spirito Santo! È Lui che ci dà quella luce necessaria per affrontare tutto!Siamo tristi?Invochiamo lo Spirito Santo, perché ci dia il conforto.Abbiamo bisogno di dire qualcosa di santo, di sapido, di giusto, di vero?Chiamiamo Lui, perché Gesù lo chiama “il Suggeritore”, “il Consolatore”.Oggi, oltre ad essere Pentecoste, abbiamo anche la grazia di avere qui due bambini (ci fanno molto bene queste cose), Daniel e Giorgia, che fanno la loro seconda Comunione, ed è una occasione questa per riflettere, anche per noi.Magari noi non ricordiamo neanche più la data della nostra Prima Comunione…Brava! La Suora dice che se la ricorda, sono contento.Ricordiamoci la data della nostra Prima Comunione!Sorella Patrizia ci richiama e ci istruisce, ci dice che la sua Prima Comunione coincide con il giorno della sua Professione perpetua, vedete che grazia?Il Signore fa delle grazie straordinarie nella vita, che poi noi dobbiamo prendere e mettere in pratica.Quindi, chi non se la ricorda, vada a cercare la data della sua Prima Comunione.Adesso vorrei farvi un dono…Il giorno della Prima Comunione si fanno tanti regali ai ragazzi, quindi io vorrei farvi questo dono, che non ho potuto farvi domenica scorsa perché non c’eravate, allora ve lo faccio oggi. Il dono lo prendo dalla vita di San Giovanni Bosco. Ho preso questo libro in prestito dalla bellissima biblioteca delle Sorelle.In quella biblioteca bellissima ho trovato questo bel libro antico su San Giovanni Bosco, sentite cosa succede nel giorno della sua Prima Comunione.

Anche a noi fa bene andare a ripensare a come facciamo la Comunione tutte le domeniche o tutti i giorni quando andiamo alla Messa.

Sentite che mamma santa aveva San Giovanni Bosco, mamma Margherita.

Giovannino ha quasi undici anni. È l’età (a quei tempi) per fare la prima Comunione. Mamma Margherita lo prepara: tre volte lo conduce al confessionale, e ogni volta lo istruisce. «Vedi, Giuanin» (si chiamavano in dialetto), gli dice, «Dio ti fa un grande dono, ma tu procura di prepararti bene, di confessarti devotamente, di non tacere nulla in confessione (questi fondamenti si insegnano da piccoli, perché se no da grandi non si imparano più, infatti lui diventa santo). Confessa tutto, sii pentito di tutto! Prometti a Dio di farti più buono in avvenire»”.

In queste due righe c’è dentro tutta la teologia del Sacramento della Confessione, tutta; in tre parole, tutta la teologia del Sacramento della Confessione è qui riassunta: «Dì tutto, pentiti di tutto e fai i propositi!»

Se noi facessimo le confessioni sempre così, nel giro di tre mesi la nostra vita cambierebbe, da così, a così, lo diceva anche Santa Teresa d’Avila.

“Il mattino della prima Comunione mamma Margherita non lo lascia parlare con nessuno”.

Questa è una cosa veramente incredibile, bellissima, a sentire queste cose viene veramente la pelle d’oca. A me viene in mente il giorno della mia prima Professione religiosa e mi ricordo che il nostro Maestro di noviziato, il giorno prima, ci disse: «Da stasera, da quando dite la Sentenza, da quando andate nelle vostre celle dopo che vi ho dato la benedizione, inizia il silenzio; fino a domani, fino a quando non pronuncerete i voti (alle 15.00), non dovete più parlare con nessuno.

“Il mattino della prima Comunione mamma Margherita non lo lascia parlare con nessuno; lo accompagna in chiesa e alla balaustra; con lui fa la preparazione alla Comunione e il ringraziamento”.

La balaustra adesso non c’è più, ma erano quei due inginocchiatoi grandi, che separavano il presbiterio dall’assemblea.

C’era dentro lì un’idea bellissima, stupenda, c’era dentro l’idea profonda dello spazio sacro, del “Santo dei Santi” (che i nostri fratelli ortodossi hanno ancora, chiuso fra le tende), dove avviene il miracolo dell’Eucarestia.

Lei lo accompagna alla balaustra e con lui fa la preparazione alla Comunione e il ringraziamento. Lei gli dice di non parlare con nessuno, lo accompagna all’altare in ginocchio, si prepara lei con il suo bambino e, fatta la Comunione, lei fa il ringraziamento con lui.

È così che si diventa santi!

“Tornata a casa, non permette che Giovannino quel giorno si occupi di lavori materiali (perché lavoravano i campi). Vuole che passi tutto il tempo in raccoglimento (non vuole che lavori nemmeno in casa). Poi in un momento di affettuosa intimità lo chiama, se Io fa sedere accanto e gli sussurra: «Giuanin, è stato un grande giorno, questo, per te. Dio ha preso possesso del tuo cuore (da quel giorno in avanti Dio prende dominio, occupa il nostro cuore). Promettigli di fare quanto puoi per conservarti buono fino alla fine della vita. Va’ sovente a comunicarti, non fare sacrilegi»”.

Non so, Daniel, se ti hanno spiegato cos’è un sacrilegio le tue catechiste…

Ti hanno spiegato che cos’è un sacrilegio? No?

Te lo spiego io adesso.

Il sacrilegio, da capire, è una cosa semplicissima: guarda questo fiore, lo vedi?

Questa tu fai finta che sia una realtà santa e sacra, il fiore e il vaso sono tutte le realtà sacre che Dio mette nel tuo cuore. Il sacrilegio è calpestare questo fiore come sto facendo io adesso, questo è il sacrilegio. Del tuo fiore non c’è più niente, ed è rimasto macchiato il pavimento.

Se tu fai un sacrilegio, tu rovini la Grazia di Dio in te, la spezzi, e macchi tutto ciò che sta intorno.

Sacrilegio vuol dire prendere una cosa sacra e profanarla.

Cos’è il mio piede? Cosa rappresenta il mio piede?

Rappresenta il peccato.

Quando io prendo una cosa sacra e col peccato la calpesto, faccio questa cosa che hai visto tu. Adesso vedrai che non te lo dimenticherai più nella vita.

Ecco, lei gli spiega cos’è il sacrilegio.

«Di’ sempre tutto in confessione, sii ubbidiente, va’ volentieri al catechismo e alle prediche».

Bisogna ascoltare le prediche e non criticarle, perché anche nella predica più orrenda, quella che ci piace di meno, è Dio che parla, è una azione sacra.

San Giovanni Bosco dice che la predica detta e ascoltata è un atto di preghiera, anche quella che ci piace di meno, lì è Dio che sta parlando a noi.

«Ma per amor del Signore, fuggi come la peste coloro che fanno cattivi discorsi».

Quindi, stai lontano da chi fa discorsi cattivi.

“Giovanni molto avanti negli anni, scriverà nelle sue Memorie: «Cercai di praticare gli avvisi della mia buona mamma, e mi pare che da quel giorno ci sia stato qualche miglioramento nella mia vita»”.

Noi dovremmo andare a ricevere l’Eucarestia, tutte le volte che ci accostiamo, sempre con questi pensieri nel cuore, dovremmo ricordare gli insegnamenti di mamma Margherita quando ci confessiamo, dire tutto, non nascondere niente, fare i propositi di migliorare ed essere pentiti. Non propositi generici, ma molto concreti, l’esatto contrario del peccato.

E quando andiamo a ricevere Gesù nell’Eucarestia, impariamo anche noi a stare zitti prima.

«Ma io vado a Messa alla sera…»Bene, impara quel giorno lì, quando vai a Messa alla sera, ad essere più silenzioso; se invece vai al mattino, non chiacchierare, non metterti ad ascoltare la radio, a parlare al telefono o non so cosa, fai silenzio.  Per due ragioni: prima, perché col silenzio prepari il cuore all’incontro con Gesù; seconda, perché usi la lingua solo per ricevere l’Eucarestia, la bocca diventa come una casa silenziosa, ospitale, pulita e riservata, un orto concluso, che si apre solo alla presenza del Cristo vivo, come dice il Cantico dei cantici.Che lo Spirito Santo e la Beata Vergine Maria ci concedano la grazia di essere veri discepoli di Gesù, oggi e sempre.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

DOMENICA DI PENTECOSTE – S. Messa dell Giorno (ANNO C)

PRIMA LETTURA (At 2,1-11)

Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare.

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 103)

Rit: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!

Sei tanto grande, Signore, mio Dio!

Quante sono le tue opere, Signore!

Le hai fatte tutte con saggezza;

la terra è piena delle tue creature.

Togli loro il respiro: muoiono,

e ritornano nella loro polvere.

Mandi il tuo spirito, sono creati,

e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;

gioisca il Signore delle sue opere.

A lui sia gradito il mio canto,

io gioirò nel Signore.

SECONDA LETTURA (Rm 8,8-17)

Quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.

Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.

E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

SEQUENZA

Vieni, Santo Spirito,

manda a noi dal cielo

un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,

vieni, datore dei doni,

vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,

ospite dolce dell’anima,

dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,

nella calura, riparo,

nel pianto, conforto.

O luce beatissima,

invadi nell’intimo

il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,

nulla è nell’uomo,

nulla senza colpa.

Lava ciò che è sórdido,

bagna ciò che è árido,

sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido,

scalda ciò che è gelido,

drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli,

che solo in te confidano

i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,

dona morte santa,

dona gioia eterna.

Canto al Vangelo ()

Alleluia, alleluia.

Vieni, Santo Spirito,

riempi i cuori dei tuoi fedeli

e accendi in essi il fuoco del tuo amore.

Alleluia.

VANGELO (Gv 14,15-16.23-26)

Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

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