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Santa Teresa di Gesù: la chiave della conoscenza

S. Teresa

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 15 ottobre 2020 – S. Teresa di Gesù

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Scarica il testo della meditazione 

SANTA TERESA DI GESÙ:

LA CHIAVE DELLA CONOSCENZA

Eccoci giunti a giovedì 15 ottobre, oggi è la solennità di Santa Teresa D’Avila, solennità per noi carmelitani. Lei sicuramente è stata una Santa, un Dottore della Chiesa che ha saputo dare, offrire in svariati modi la chiave della conoscenza, perché ha avuto a cuore questo bene delle anime che è la santità. Santa Teresa ha fatto di tutto perché ciascuno di noi potesse entrare, possa entrare, potrà entrare nel Regno di Dio.

Purtroppo è vero ci sono ancora oggi dottori della legge, potremmo dire “addetti ai lavori”, persone esperte di fede, di teologia, di vita della Chiesa, persone capaci, che hanno portato via, che portano via la chiave della conoscenza, cioè che non permettono effettivamente di conoscere la Verità, che è Gesù, di conoscere tutto ciò che è necessario per avere la salvezza, persone che effettivamente impediscono a chi vuole entrare nel Regno di Dio di entrarci veramente, seminando dubbi, incertezze, errori, errate comprensioni, ed errate interpretazioni del testo della Scrittura, dei Santi. Gesù è molto chiaro, stigmatizza molto bene questa situazione:

“Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito”

Effettivamente se noi diamo retta, se noi ascoltiamo coloro che non entrano e che non permettono di entrare nel Regno di Dio, noi non entreremo. Non vale la scusa usata al processo di Norimberga:

“Io ho obbedito agli ordini”

Ciascuno di noi è dotato di intelligenza, è dotato di una cultura, della possibilità di approfondimento, oggi più che mai, di confronto, di richiesta di ulteriori consulti, ma al di là dei consulti e consigli che possiamo chiedere la mondo intero, ciascuno di noi ha una sua intelligenza, una sua capacità di lettura della realtà e dei testi. E’ vero quello che diceva Gesù a Santa Teresa:

“Nessuno di noi si perde senza saperlo”

Chi si sta perdendo?

Ancora oggi, ieri, qualcuno mi contatta per le solite questioni, perché è confuso, perché gli dicono di fare in un modo ma lui o lei non si sente di fare in quel modo, di non fare in un modo ma sente che quel modo è sbagliato, vorrebbe fare in un altro però è confuso, non sa se è giusto, sbagliato, perché è un Sacerdote a dirmelo, è il parroco a dirmelo.

  • Ma cos’è che dice San Paolo?

San Paolo dice:

“Se anche un Angelo del Cielo o io stesso, vi annunciassi un Vangelo diverso da quello che avete ricevuto, anatema sit”

L’abbiamo già commentata questa cosa. Quello che stupisce più di ogni altra cosa, soprattutto oggi, è questa incertezza della coscienza, da una parte immaturità, dall’altra incapacità di fare sintesi.

“Uno più uno, tiro una riga, uguale a due”

“Prendo una mela, metto vicino un’altra mela e dico:

“Quante mele sono?”

“Sono due mele”

Se arriva chicchessia e mi dice:

“Sono tre”

Io lo guardo e dico:

“Mi spiace, avrà dei problemi, ma queste sono due”

Non possono mettere in dubbio che una mela, più una mela, fanno due mele. Chi lo mette in dubbio, il problema è il suo non è il mio.

Il Cielo è azzurro, se uno ti dice che è verde, giallo, no, non è così.

Io noto che nonostante tutto quello che può essere detto, fatto, spiegato, tutto quello che i Santi hanno scritto, detto, fatto, nonostante tutto questo, noi al momento diciamo che è tutto vero e bello, poi basta che arriva Tizio o Caio che senza portare fonti e prove dice:

No, così è, perché così è deciso”

Abbiamo una testa e io con questa testa dico:

“E’ vero, è falso, è giusto, è sbagliato, corrisponde al pensiero dei Santi o non corrisponde”

Quando uno sostiene una tesi, qualunque essa sia, una tesi va motivata, va giustificata, bisogna portare le prove.

  • Quali sono le prove a sostegno della tua tesi?

Le prove non possono  essere il tuo pensiero, le prove sono le fonti:

“Dimmi un Santo, trovami un Dottore della Chiesa, un Padre della Chiesa che dica quanto stai sostenendo tu”

Siccome nessuno di noi è Cristoforo Colombo che scopre l’America, quindi è molto probabile che ciò che noi pensiamo essere un’idea geniale, in realtà l’hanno già detta nel 1300, è difficile che San Tommaso, San Domenico, Santa Teresa, San Giovanni della Croce non l’abbiano già detta, non l’abbiamo già intuita, espressa, non abbiano già affrontato questo tema, è molto difficile.

Cerca dentro nei Padri della Chiesa, nei Dottori della Chiesa uno che dica che la tua tesi ha valore”

Se non lo trovi, o magari trovi uno che dice il contrario e tu rispondi:

“Si ma questo qui è di altri tempi”

Abbiamo già finito di parlare, perché anche Gesù è un Uomo di altri tempi, anche il Concilio Vaticano II è di altri tempi.

Impariamo a uscire da questa inutile scrupolosità dannosa, uno cerca, studia, arriva ad una conclusione e poi da lì non si muove più. A me sembra che durante il tempo del lockdown, verso maggio e giugno, quando tenevo quelle meditazioni che duravano un’ora ogni giorno, io ho affrontato alcuni temi, non so se bene o male, questo lo direte voi, però posso dire che li ho affrontati in modo molto dettagliato e analitico, citandovi fonti su fonti, su fonti, ho trattato alcuni argomenti che sono oggi oggetto di un po’ di questa confusione. Le fonti che io ho citato, le potete leggere anche voi, andate a leggere le fonti, studiate le fonti. Vi ho citato Santi, Cardinali, libri, andate a prendervi le fonti e leggetele. Dobbiamo uscire da questa sorta di “prendi e fuggi” della vita religiosa, della vita spirituale, ho un dubbio e subito scrivo o chiamo, e tra due minuti ne ho un altro, tra due giorni magari ho ancora lo stesso dubbio, perché non è “farina del mio sacco”. Non possiamo andare avanti una vita così, la vita ha bisogno di costanza, di ordine, di pace.

  • Che cos’è la chiave della conoscenza?

La conoscenza non è semplicemente mettere insieme una serie di nozioni, è un sapere che richiede ordine, disciplina, impegno, studio, applicazione, pazienza, prendete in mano i testi, le fonti, i Santi, il Magistero della Chiesa, leggeteli voi, questa è la cosa fondamentale e importante.

Una cosa che vi ho già detto ma ve la ripeto, è successa anche i ieri sera, è una questione di educazione basic, educazione minima:

“Cosa vuol dire che alle 23, a mezzanotte, si è ancora lì a mandare messaggi?”

Non va bene questa cosa, non ha senso, è il tempo del riposo, è il tempo del silenzio, con l’ultima notizia di questo o dell’altro fatto, come se il Sacerdote vivesse “sull’albero del Pero”, ma io non vivo insieme ai leoni o alle gazzelle nella savana! Vivo anch’io in questo mondo, le informazioni come le sapete voi, le vengo a sapere anche io, ma non c’è bisogno di scrivere alle 23 di sera, a mezzanotte, alle 2.00 di notte. Io al mattino quando apro il telefono e vedo messaggi arrivati alle 2.00 di notte!

Ma santa pazienza uno alle 2.00 di notte perché non dorme, perché non riposa? Perchè invece di fare queste cose non prega se proprio non riesce a dormire?

Non va bene, è un segno di disordine.

Come ci sta la conoscenza con il disordine?

Non ci sta, perché la conoscenza non ti permetterebbe di comportarti così, non te lo farebbe fare.

“Ma è una cosa importante!”

Ma importante la vita Eterna! Tutto il resto è relativo. Importante è salvare l’anima, non sapere l’ultima notizia del giorno, non è questo importante, questo non è importante, questo è relativo. Lasciate perdere il sacerdote, anche tra di voi, che senso ha scrivere a mezzanotte, magari quella persona si alza per andare a bere, guarda il telefono, trova quella cosa, la legge e si inquieta, si spaventa, inizia a pensare, gli vengono i dubbi, ma diglielo il giorno dopo con la luce del sole che c’è tutto il tempo per riflettere con calma. E’ una mancanza di equilibrio, di giusta misura delle cose, è una mancanza di rispetto, che noi cambiamo dicendo che lo facciamo per la carità, per informare, per condividere. No, questa cosa è sbagliata. Noi siamo troppo con questi cellulari in mano.

Chiediamo al Signore quest’oggi la grazia di una vita molto più ordinata, molto più rigorosa, molto più rispettosa, molto più impegnata.

Mi ricordo la mia professoressa di matematica in prima media, noi avevamo una domanda ogni 0,1 picosecondo. Lei un giorno entra in classe e dice:

“Oggi ragazzi funziona così, quando voi mi farete una domanda pensateci bene, perché se è una domanda inutile o se è una domanda alla quale potete rispondere voi con le informazioni che avete, io a quella domanda non risponderò e vi darò 5 problemi da dover fare per il giorno dopo”

Le domande sono diminuite del 99, 9% periodico, improvvisamente tutti abbiamo capito tutto, tutti siamo diventati Einstein. Ci ha mostrato che quella era solamente prigrizia intellettuale, le cose le potevi capire da solo. E ciascuno di noi ha iniziato a capire che quelle domande erano inutili, e sono cominciate a venire fuori le domande importanti, ma sono rare perché abbiamo un’intelligenza, le cose le capiamo da soli, non c’è bisogno di chiedere ad ogni passo ogni cosa. Abbiamo i testi, abbiamo le fonti.

E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo.

Santa Teresa d’Avila

VANGELO (Lc 11,47-54)
Sarà chiesto conto del sangue di tutti i profeti: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa.

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

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