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Maria ci chiama ad adorare Gesù, don Clemente Barbieri

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di venerdì 14 maggio 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

MARIA CI CHIAMA AD ADORARE GESÙ – DON CLEMENTE BARBIERI

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

Eccoci giunti a venerdì 14 maggio 2021, oggi facciamo gli auguri a tutti coloro che si chiamano Mattia, perché oggi è San Mattia Apostolo, di cuore auguri anche se non ci conosciamo. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal cap. XV, vv. 9-17 di San Giovanni. Per commentare questo Vangelo oggi andiamo subito al testo che stiamo leggendo e vedrete come questo Vangelo è profondamente collegato al testo “Maggio Eucaristico” di don Barbieri.

XIV GIORNO – Maria ci chiama ad adorare Gesù

“Compiuta la consacrazione, come il sacerdote dall’alto dell’altare solleva l’Ostia santa e solleva il calice del Sangue preziosissimo di Gesù Cristo, la moltitudine dei fedeli che si stringono intorno a lui si prostra ed adora la maestà infinita di Dio discesa sotto le apparenze del pane e del vino, reverentemente.”

Sembra un quadro questa descrizione. Dovrebbe essere sempre così.

“E’ il tributo di sottomissione e di glorificazione che l’umanità offre al suo Signore; e se v’ha momento nella vita in che il cuore umano trepida, gioisce e gareggia con gli angioli nell’omaggio a Dio, esso è questo dell’adorazione, nel quale l’anima e i sensi si associano nel saluto, abbandonandosi nell’umiliazione e dire a Dio: Tu solo sei, tu solo grande, tu solo santo, tu solo potente, tu solo Altissimo!”

Ricordate: “Jesu, Jesu, Jesu esto mihi Jesus”, “Gesù, Gesù, Gesù sii tu il mio Gesù”. Parole bellissime e teologicamente perfette. La Vergine Maria ci chiama, ci conduce, ci insegna, ci educa a vivere tutto questo.

“Rimanete nel mio amore.”

“Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando.”

L’amicizia non è un bene a fondo perduto, questa fa parte dell’ideologia moderna, sta dentro al “buonismo senza limitismo”. Gesù è amico nostro in modo gratuito, vero, ma l’amicizia richiede corrispondenza, non si può essere amici a senso unico.

Gesù è stato o non è stato nella sua vita terrena pienamente Uomo? Certo, vero Dio e vero Uomo. Anche da un punto di vista umano Gesù ha potuto insegnarci cosa vuol dire essere amici.

“Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando.”

Se vi fidate, del resto. Non esiste amicizia senza fiducia. La bontà di Dio non è uno scudo per potergli fare tutto il male possibile, e sentirsi anche autogiustificati.

“La moltitudine dei fedeli che si stringono intorno a lui si prostra ed adora la maestà infinita di Dio”

Una cosa simile l’ho vista quando c’è stata la Giornata Mondiale della Gioventù, quando Papa Benedetto ha fatto l’Adorazione Eucaristica di sera ed è venuta un’acqua incredibile: c’erano i giovani in ginocchio nel fango sotto l’acqua scrosciante a adorare l’Eucarestia. Queste sono scene da Paradiso!

Noi dobbiamo fare la gara per rendere omaggio a Dio, come quando eravamo piccolini che facevamo la gara a chi arrivava per primo, noi invece facciamo la gara con gli Angeli per omaggiare Dio. In che modo? Con l’Adorazione, che prevede l’unità. Noi abbiamo mai adorato Dio? Andate a vedere sul vocabolario il significato della parola “Adorare”, fate un po’ di ricerche etimologiche, andate fino alla radice della radice.

Noi abbiamo mai adorato Dio? Non diamolo per scontato.

“Esso è questo dell’adorazione, nel quale l’anima e i sensi si associano”

È di necessità mettersi in ginocchio, prostrarsi. Mi hanno sempre amareggiato alcuni commenti che ho sentito.

Mi ricordo in un certo convento, quando finivo la Santa Messa, mentre mi dirigevo verso l’altare della Vergine Maria a fare il mio ringraziamento, gli scribi, i farisei, e i dottori della legge subito arrivavano e mi dicevano: “Padre Giorgio stia attento a quello che fa, perché sta per compiere un atto di idolatria”. “E qual è questo atto di idolatria che sto compiendo?”. E mi facevano la lezione accademica di teologia: “Non si può fare il ringraziamento davanti alla statua della Vergine Maria. E poi, Padre, cosa combina col suo esempio pessimo che dà ai fedeli, lei che si mette in ginocchio davanti alla statua della Vergine Maria, e fa il ringraziamento in quel modo?! Ma Padre, prima di tutto Cristo è risorto.”

A quel punto il mio sangue era già a 280° di ebollizione, mi pulsavano le vene nelle tempie. “Padre prima di tutto Cristo è risorto e quindi Gesù si adora in piedi”. Io stavo zitto, perché di fronte all’ignoranza, quella supina e colpevole, è meglio tacere. “Padre il ringraziamento si fa guardando il Tabernacolo, il crocifisso ma non la Vergine Maria! Questo è un atto di idolatria. Al massimo fa un inchino e poi via.”

Ringraziavo, mi giravo, andavo dalla Madonna e mi mettevo in ginocchio con la fronte sul pavimento. Quando morirò e mi presenterò davanti al giudizio di Dio della Santissima Trinità, degli Angeli, dei Santi, dei Patriarchi, dei Profeti, degli Apostoli, dei Martiri, mi accuserò da solo di essere stato un idolatra, per essermi messo in ginocchio davanti alla Vergine Maria, davanti alla Madre di Dio e per aver fatto il ringraziamento Eucaristico davanti a Lei. Per me è bello, è vero con Gesù nel cuore andare davanti alla Vergine Maria e dire innanzitutto il mio grazie a Lei che ha detto il suo Fiat e poi riparare davanti a Lei e con Lei e dare a Lei la mia riparazione perché la presenti a Gesù, a Dio Padre e allo Spirito Santo e poi chiedere a Lei: “Madonnina, insegnami ad adorare Gesù, a ringraziare Gesù”

In questo percorso che facevo, dovendo fare slalom tra scribi, farisei e dottori della legge, prima di arrivare alla meta, c’era una signora indiana che si metteva sempre prostrata davanti alla statua del Sacro Cuore di Gesù, e lei faceva lì il suo ringraziamento in ginocchio e poi si prostrava. Mi colpiva sempre tanto questa signora, passavo, la guardavo, era un esempio di fede bellissimo, per me Sacerdote era un richiamo grandissimo, non so neanche come si chiama, non ci ho mai parlato assieme, e tutte le mattine la vedevo lì così. E mi dicevo: “Giorgio, meno di così no, da qui in su”.

Qualcuno si avvicinava e mi diceva: “Ma Padre, ma non è possibile! Deve intervenire! Deve dire a quella persona che non può mettere la testa sul pavimento, perché ci sono i batteri, c’è lo sporco, e poi che ostentazione di fede, che mettersi in mostra! Cosa vuol fare vedere, che lei è più buona, più intelligente di tutti gli altri?”.

“Questa cosa qui viene fuori dal tuo cuore, io non l’ho sentita né vista in quel gesto. Potrebbe anche essere che quell’atteggiamento dica amore profondissimo, devozione profondissima, pietà, glorificazione di Dio, riconoscenza, senso della propria indegnità e amore profondissimo. A me dice questo, quindi io se devo dirle qualcosa le dirò: Signora lo faccia sempre fino alla fine della sua vita, perché a me fa tanto bene.”

“Ed ecco Maria prima zelatrice dell’adorazione a Gesù fatto Pane degli uomini, e prima guardia presso il trono di lui sulla terra. Ed è zelatrice tanto operosa da chiamare ella stessa le anime e da stringerle intorno a lui, soccorrendo alla loro povertà spirituale, ostendendo loro Gesù, perché sempre più degno ne sia il tributo d’affetto e sempre più eccelso e sentito l’omaggio di adorazione.”

La vita sulla terra è bellissima! Ma vi rendete conto di quante occasioni abbiamo di crescere, di gustare, di assaporare, di sperimentare l’amore per il Signore, quante occasioni abbiamo di dimostrarglielo, di sceglierlo, di fargli le sorprese, di avvolgerlo col nostro amore? Ma quante occasioni abbiamo! Abbiamo mille occasioni di fantasia, di immaginazione.

“Così noi, o anime, cerchiamo Gesù, adoriamo Gesù! Andiamo noi pure a Bethleem, al tempio; e non nella mangiatoia, ma cerchiamolo, dietro la luce della fede, nel tabernacolo, che è il suo trono d’amore donde egli regna in maestà di misericordia. Cerchiamolo con ardore, con diligenza, con costanza. E per ritrovarlo affidiamoci a Maria, lasciamoci condurre da Maria.”

Dobbiamo cercarlo nel Tabernacolo.

“Gesù in Sacramento è con noi nel presepio del santo tabernacolo…”

Sarebbe bello fare un presepe tutto intorno al Tabernacolo e fare due belle statue di Maria e di Giuseppe che sono al lato e attorno al Tabernacolo con il bue e l’asinello, e tutti i pastori che arrivano verso il Tabernacolo. Sto cercando dei pittori per fare le opere d’arte, e anche scultori, ho tante idee da sottoporre, e da suggerire… fatevi vivi!

“…e santamente con lui è Maria. Anime, unitevi a lei, fate vostra delizia di rimanere con lei in adorazione davanti a Gesù…”

Quando adoriamo, dobbiamo sempre adorare con la Vergine Maria, è Lei che ci insegna come si fa.

“…e di lui, che cotanto amorosamente rimane con noi, fate di essere le vigili scolte d’amore! Da lui muove la virtù che vivifica…. Almeno una volta al giorno accorrete a visitare Maria, ad adorare Gesù!”

Tutto questo rimanere, adorare, dove deve condurre? Deve condurre all’amicizia con Gesù, che è il Vangelo di oggi:

“Ma vi ho chiamato amici”

L’amicizia con Gesù non è una cosa difficile, è molto più facile essere amici di Gesù che degli uomini, perché Gesù non tradisce mai, non è incostante, vuole solo il nostro bene. Gesù offre il dono dell’amicizia in modo libero, lo offre volentieri e a tutti, e in primo luogo lo offre ai Sacerdoti, che ha scelto in modo specialissimo. Se i Sacerdoti vivessero nell’amicizia con Gesù, quanto sarebbe differente la Chiesa!

Cosa sarebbe la Chiesa se tutti i Sacerdoti vivessero in amicizia con Gesù? Sarebbe un luogo luminoso, di luce, di pace e soprattutto un luogo di santità. Forse molte delle sofferenze, delle difficoltà presenti all’interno della Chiesa — a motivo dei Sacerdoti — non ci sarebbero se noi Sacerdoti vivessimo quotidianamente nella grazia dell’amicizia con Gesù. Quell’amicizia che Gesù ci offre, che Gesù vuole darci. Forse la soluzione alle difficoltà, alle prove, la risposta ai problemi che affliggono tanti di noi Sacerdoti e che ci fanno anche cadere in abitudini peccaminose, la soluzione penso che sia l’amicizia che Gesù ci offre. Lo Spirito Santo che è stato effuso su ogni Sacerdote nel giorno della sua Ordinazione, tra le tante realtà che ha donato, ci ha sicuramente donato questa capacità meravigliosa di vivere nell’amicizia e nell’intimità con Gesù e la Vergine Maria.

Ma quanti di noi accettano questo dono, usano questa potenza di santità che ci è stata data? Quanti?

Come potremmo chiamarla questa grazia?

Questa grazia la potremmo chiamare la grazia “giovannea”, cioè l’amicizia con Gesù, con il Sacro Cuore, con una purissima, profondissima intimità con il cuore di Maria, esattamente come ha fatto San Giovanni. Allora consacriamoci alla Vergine Maria, amiamo la Vergine Maria perché sarà Lei a condurci in questa dimensione stupenda dell’amicizia con suo Figlio e con Lei stessa. Succede, ma non è bello sentire qualche sacerdote che dice: “Mi sento solo”.

Credo che sia un’amarezza che noi diamo a Gesù e a Maria Santissima, perché Gesù a fianco ci dice: “Come ti senti solo? Come fai a sentirti solo? Ci sono io, perché non vieni da Me? Non puoi sentirti solo, io ci sono sempre per te. Tu perché non vieni da me? Non sono il migliore degli amici?”

E noi rispondiamo: “Sì Gesù, ma a Te non ti vedo, invece a quell’altro lo vedo in carne ed ossa, ci parlo”

Mi permetto di rispondere: “È vero, gli altri li vediamo, ma sono quello che appaiono? Sono quello che dicono? Ci sono sempre? Sanno veramente essere consolazione e sostegno? Sanno mantenere ciò che dicono? Sono fedeli e costanti? Forse è meglio vedere un frammento di Pane bianco, ma sapere di essere al posto giusto, al momento giusto, con la Persona giusta, che non ti lascerà mai andare via uguale a come sei arrivato. E quanto ci guarisce questa Presenza, quanto ci libera, quanto ci rasserena”

E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

SAN MATTIA, Apostolo

VANGELO (Gv 15,9-17)
Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

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