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Il Sacerdote non si appartiene, di Mons. Fulton Sheen: 24° parte

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 27 giugno 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Il Sacerdote non si appartiene, di Mons. Fulton Sheen: 24° parte

Eccoci giunti a domenica 27 giugno 2021. Abbiamo ascoltato la seconda lettura della Santa Messa di oggi, tratta dalla seconda lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, cap. VIII, versetti 7-15.

San Paolo oggi ci ricorda l’importanza grandissima dell’uguaglianza. È molto difficile vivere all’interno di questa logica, far in modo che nessuno abbia di meno di quello che è giusto che abbia, questo richiede una grande delicatezza di cuore. Non è comune trovare persone delicate di cuore che sappiano essere attente ai bisogni di chi hanno accanto. Penso ai genitori ai quali spesse volte i figli chiedono, chiedono, ma quando si tratta di dare, di essere attenti ai loro bisogni, quanto poco lo si è. Quanto poco si vede aver cura delle cose, non rovinare le cose degli altri, trattare bene ciò che non ci appartiene. Sono veramente tanti in casi in cui poter sperimentare l’uguaglianza, sperimentare che tutti abbiano ciò che è giusto, ciò che è necessario, ciò che serve ad una vita decorosa. Non si può solo avere, non si può solo pretendere, bisogna anche pensare alle esigenze di chi abbiamo accanto, che sono esigenze molto concrete — già ve l’ho detto, sono già tornato su questi argomenti — sul mangiare e sul bere. Non ci sono solo le persone che vengono dall’estero, che vivono situazioni di indigenza conclamata, ci sono anche persone che vivono accanto a noi e hanno bisogno, che hanno tanto bisogno. 

Questa parola di San Paolo ci chiama a dire: “Le persone che ho accanto a me, le mie più prossime, stanno bene?”

Oggi iniziamo anche la novena a Santa Maria Goretti, che io vi invito a fare, soprattutto in questo tempo dove la purezza, sotto tutti i livelli possibili, non è molto rispettata, stimata, amata, custodita, e allora la novena a Santa Maria Goretti, a questa fanciulla che in tutti i modi ha voluto affermare la sua totale appartenenza a Gesù e non offenderLo — anche se lei non aveva nessuna colpa, perché è stata vittima di una violenza — ma anche in quel caso non ha voluto in nessun modo acconsentire. Oggi che si benedice ciò che non può essere benedetto, ciò che vogliamo far passare come assolutamente confacente al Vangelo, alla Parola di Dio, alla Scrittura. Questa seconda lettura e la novena a Santa Maria Goretti ci dicono: “Attenzione, a ognuno il suo”. 

Continuiamo la lettura al testo del Ven. Mons. Fulton Sheen, “Il Sacerdote non si appartiene”.

Siamo arrivati al paragrafo:

Lo Spirito Santo e l’amore per le anime

“Ogni Sacerdote, quando si troverà al cospetto del Signore per essere giudicato, si sentirà chiedere: «Dove sono i figli tuoi?».”

Dove sono i tuoi figli? Questa domanda non l’ho mai pensata nel mio esame di coscienza, francamente, non me la sono mai posta, non ho mai pensato che il Signore arriverà a chiedere questo, ma è verissimo, Mons. Fulton Sheen ha ragione. 

Dove sono i tuoi figli? E prosegue:

 “La vocazione prima di ogni Sacerdote è quella di generare anime in Cristo. Saliremo sul pulpito a denunciare contro natura il controllo delle nascite nella carne, mentre noi stessi pratichiamo questo controllo delle nascite nello spirito? Biasimeremo le madri perché non hanno un maggior numero di figli, mentre noi, per anni interi non possiamo registrare a nostro favore neanche la nascita di una sola anima in Cristo? I confini della nostra parrocchia e quelli del nostro dovere non sono unicamente determinati dai fedeli, perché «… altre pecore che non sono di quest’ovile; anche quelle devo condurre…» (Gv 10, 16). Siamo responsabili di ogni anima, e molte entrerebbero a far parte della Chiesa se soltanto lo chiedessimo loro. L’errore di molti Sacerdoti è quello di interessarsi maggiormente alle questioni amministrative che a quelle evangeliche.”

Sono parole veramente di fuoco, e a noi fanno bene. È meglio sentirsele dire da un uomo Santo — che però è pur sempre un uomo — che non trovarsi davanti a Dio e sentirsele dire dalla Trinità in Persona.

«Dove sono i figli tuoi?».

Quanti ne hai generati in Cristo? Quanti figli hai generato in Me e per Me? Dov’è la tua discendenza? 

Lui dice: “Siamo contro il controllo delle nascite” quindi si accolgono i figli che il Signore manda, non si fanno conti e calcoli, anche perché una delle promesse matrimoniali è questa, la terza: “Educherete alla fede cristiana cattolica i figli che Dio vorrà mandarvi?”

I figli che Dio manda…  però poi noi pratichiamo il controllo delle nascite nello Spirito: “Fin qui e basta, poi non ci sono più”. Infatti un Sacerdote non va mai in pensione. Tutte le professioni vanno in pensione: dal medico al chirurgo, all’ingegnere, all’astrofisico, all’astronauta. L’unico che non va mai in pensione  — perché non è un lavoro — è il Sacerdote, il Sacerdote o muore o finisce ammalato in un letto, ma non va in pensione. 

“Noi per anni interi non registriamo a nostro favore neanche la nascita di una sola anima in Cristo”

Cioè non abbiamo generato nessuno in Gesù. E i confini non possono essere quelli della parrocchia, perché il Signore ha pecore anche altrove.

“Siamo responsabili di ogni anima, e molte entrerebbero a far parte della Chiesa se soltanto lo chiedessimo loro.”

Io ho chi mi aiuta a gestire tutta la questione dei social, delle pubblicazioni delle omelie, delle meditazioni, delle novene, delle immagini… potete immaginare che c’è dietro un lavoro enorme, grossissimo, perché c’è Facebook, c’è Telegram, c’è Instagram, Twitter, sono veramente tantissimi… e basta tardare un’ora e a me arrivano subito i messaggi: “Padre sta male? Padre, l’omelia non è ancora uscita! Padre, cos’è successo?”

Perché questo?

Perché le persone hanno sete, hanno fame, hanno bisogno. Perché se no non si spiega come mai, se alle 6.00 non è ancora uscita la meditazione, mi arrivano le mail con le quali mi chiedono cos’è successo. La ragione è questa. E io, a chi mi aiuta, ripeto sempre questo: “Noi non dobbiamo mai dimenticarci che ogni cosa che facciamo è per le anime, noi lo facciamo per la vita eterna, lo facciamo per il bene spirituale delle persone, che poi è anche un bene fisico, perché quando l’anima è in pace, il corpo trionfa, quando l’anima è in grazia di Dio, il corpo sta benissimo, anche se fosse in un letto, come la Beata Alexandrina Maria da Costa.” 

Quando ci sarà la festa della Beata Alexandrina Maria da Costa faremo una super novena perché è una Beata meravigliosa, ha scritto delle cose incredibili, ha avuto delle esperienze stupende, anche lei è finita in un letto per il discorso della verginità, anche lì c’è una storia incredibile da raccontare, la racconteremo. Visse poi solo di Eucarestia per più di 7 nani, una realtà molto interessante. 

Quindi non ce lo dimentichiamo, noi non lavoriamo per i like, non siamo una pagina pubblicitaria. Qualcuno mi ha detto: “Padre, se lei facesse i video dove la si vede, dove è possibile vederla, certamente attirerebbe di più”. Sì, ma a me non interessa, perché noi, ripeto, non lavoriamo in questo format. Con questo non voglio dire che sia un male, non dico che chi lo fa, fa male. Ognuno ha il suo ministero, la sua chiamata nella Chiesa, la sua vocazione. Uno propone le mele, un altro le arance, un altro le ciliegie, non possiamo essere tutti uguali. Ciò che conta è che quello che facciamo, che faccio io, che fate voi, che fanno gli altri, sia fatto solo per la gloria di Dio, per il bene delle anime, perché possano essere confortate, aiutate, rafforzate nella Verità, che non si sentano sole quando vivono bene, questo è quello che conta. Poi il like e tutte le altre cose a me non interessano, non mi interessano gli ascolti, questo per me non è importante, non mi interessa particolarmente. Quello che mi interessa è la condivisione. Ma la condivisione non è necessaria che sia fatta attraverso Facebook, non mi interessa di vedere i numerini. La condivisione uno può farla attraverso Whatsapp, Telegram, e lì i numerini della condivisione non esistono, non appare niente, è tutto nascosto. Meglio ciò che è nascosto, perché ha più probabilità di essere sostenuto dal Signore. Il Signore ama le cose che vengono nascoste nel bene: “la tua destra non sappia cosa fa la tua sinistra”. 

Noi dobbiamo impegnarci per questo, è un’opera a più mani. Io incido questi miei pensieri molto semplici, poi c’è chi li mette un po’ insieme, chi li pubblica, e poi ci siete voi, che dite: “Questo pensiero mi sembra interessante, lo dò anche a… ”. Fatelo se vi sembra utile. Se non è utile, se non è interessante lasciatelo lì dov’è. Se è utile datelo ad altri, fate in modo che altri possano scoprire questa cosa. 

Quando mi arriva un libro in formato digitale o un pdf bello non lo tengo per me, lo distribuisco, e lo mando a chi penso che possa trarre vantaggio da quel testo che in quel momento mi è venuto sotto gli occhi o che mi è stato donato, perché così noi diamo la possibilità ad altri di conoscere di più la Verità, e di crescere. Quindi le questioni amministrative a noi non interessano, a me non interessano, e non credo ci debbano interessare. Gli ascolti a me non interessano, non devo vendere un prodotto. Ci fosse anche una persona sola, se sapessi che sto parlando per una persona sola, che c’è quella signora che abita in quel borgo medioevale di non so dove, sperduta nei monti degli Abruzzi, che mi dice che ascolta ogni giorno questa cosa, va bene, quando morirò dirò al Signore: “Ecco, presento questa persona, ho custodito questa persona”. È una, non ne avevo di più, adesso è quella. 

“L’errore di molti Sacerdoti è quello di interessarsi maggiormente alle questioni amministrative che a quelle evangeliche.”

Noi lasciamo perdere le questioni amministrative, occupiamocene solo per lo stretto necessario, dedichiamoci a quelle evangeliche.

“Nell’organizzare la salvezza delle anime, impieghiamo forse tutto lo zelo che dimostriamo nell’organizzare le gite?”

Non mi soffermo a commentare questo punto perchè se inizio faccio une meditazione di tre giorni. Già il sangue mi bolle nelle vene adesso, immaginatevi, è andato in ebollizione in tempo zero.

“Nell’organizzare la salvezza delle anime”

Quindi le Sante Messe, le processioni, i rosari, le catechesi e tutta quell’abbondanza di pietas, di devozione che la Chiesa da sempre ci ha dato, offerto e ci consegna,

“impieghiamo forse tutto lo zelo che dimostriamo nell’organizzare le gite?”

Mons. Fulton Sheen poteva fermarsi alle gite, io invece a questo punto faccio virgola, e non punto interrogativo, e aggiungo: le gite, le pizzate, la sagra della salamella col porcello che cammina sulle braci, la sagra del prosciutto, della castagna,… le inventano tutte! Ogni giorno ce n’è una nuova!

“Con lo stesso zelo?”

Perché io ho sempre visto uno zelo eroico, da beatificazione. È uno zelo pazzesco! Si ammazzano di lavoro, stanno a preparare queste cose anche dodici ore in un giorno. Che se io avessi la metà di quello nella fede, sarei già al matrimonio mistico. Questo zelo che si mette a preparare queste cose, noi lo mettiamo anche a preparare le altre, ad organizzare la salvezza delle anime?

Preparare tutti i testi e le novene per tutti, ad essere tutti in chiesa per fare i Vesperi, vi ricordate? Mi sembra di parlare del tempo del mesozoico, un po’ come il Jurassic Park della fede. Vi ricordate quando recitavamo i Vespri la domenica con l’esposizione della Santissima Eucarestia e poi alla fine si incensava il Santissimo, e il Sacerdote, alla fine del Vespero cantato, dava la benedizione col Santissimo? Guardate che a me è successo e non avevo al guinzaglio il T-Rex, nel senso che non vengo dal mesozoico, è successo nella mia vita, sembra una cosa persa nella nebbia di un dì che fu, addirittura fuori dal conto del calendario, ma in realtà è successo poco tempo fa. Da ragazzo participavo ai Vesperi cantati la domenica pomeriggio, con l’esposizione del Santissimo Sacramento, la benedizione e l’incensazione, tutte le domeniche pomeriggio. Queste cose ci sono ancora? 

Lasciamo perdere la situazione che stiamo vivendo adesso un po’ fuori dalle norme ma prima c’erano, si facevano? Le facciamo? Vi ricordate il tempo di maggio? Per noi era un mese incalcolabile, bellissimo, in cui in tutti i rioni, nei condomini ci si ritrovava in cortile o sulla strada — ormai faceva caldo — noi ragazzi eravamo contenti perché c’era sempre un po’ di gioco prima e un po’ di gioco dopo col pallone insieme ai rosari, però quando iniziava il rosario ci si fermava. Chi lo faceva tutte le sere, chi una volta alle settimana C’era la processione della Madonna, che veniva lasciata nei cortili, si preparavano gli altarini col cero, con i fiori, tutto il condominio insieme a recitare il rosario. Anche questo non l’ho vissuto insieme ai miei pterodattili. È successo, è accaduto, è realtà storica, non appartiene ad una realtà avatar, esiste, è esistito. E oggi? Qualcuno si è accorto che c’è stato il mese di maggio? Ancora si prega il rosario insieme, nel condominio, nella corte, si usa ancora farlo? Le processioni eucaristiche e quelle con la Vergine Maria? Però gite, pizzate, salamella, sagre di castagne, fragole, ciliegie, queste non conoscono tramonto storico, sono eterne, anzi s’accrescono.

 “Quando abbiamo bisogno di denaro, noi Sacerdoti non ci pensiamo due volte a organizzare una questua di porta in porta; ma quando mai pensiamo di organizzarne una per convertire la gente? Dobbiamo riempire la nostra parrocchia di anime che vengono a raccontarci che cosa Dio ha fatto per loro? Dove vi è lo Spirito Santo, le conversioni non mancano:

Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati (At 2, 48).”

Noi dobbiamo organizzarci per riparare. Vi ricordate quando vi spiegavo, soprattutto gli anni scorsi, della pratica dei primi nove venerdì, dei primi sei giovedì, dei primi cinque sabati, l’importanza dell’offrire i sacrifici, di quella bellissima preghiera di Fatima: “Mio Dio io credo, adoro, spero e vi amo e vi chiedo perdono…”?

E noi ci organizziamo per questo? 

Noi dobbiamo elemosinare preghiere. 

Spesso vi scrivo e vi chiedo di ricordare una preghiera, un’intenzione. Non vi dico l’intenzione perché ritengo che siano cose molto riservate, che riguardano solo il Signore, non conta che si sappia, conta che lo sappia Dio. Io dò un nome a questa intenzione e lo dò in modo biblico: “Sofonia 3, Luca 1,37… ”. Poi ci sono quelli che fanno il toto-intenzione: “Ah il Padre qui voleva dire questo… ” Ecco, non fatelo perché quello che volevo dire lo so io, non può sapere nessun altro cosa c’è dietro a queste citazioni, e scelgo certi passi perché hanno in qualche modo un certo richiamo all’intenzione. 

Questa è l’elemosina di cui noi abbiamo bisogno e vi ringrazio di cuore perché ogni volta vedo che c’è sempre una risposta enorme a queste intenzioni, c’è un esercito di persone che dicono che ci sono, che pregano, che ricordano, e questo è fondamentale, è importantissimo perché la vita eterna è quella che conta di più per noi, e se c’è lo Spirito Santo ci sono le conversioni.

“Qui negli Stati Uniti, le conversioni che abbiamo in un anno sono meno di tre per ogni Sacerdote. Ma chi, tra di noi, non sa di molti che hanno lasciato il solo Ovile, il solo Pastore per un voto non mantenuto, per la brama di un secondo o di un terzo matrimonio, per orgogliosa presunzione o per uno qualunque di quei sette becchini dell’anima comunemente chiamati i sette peccati capitali? Abbiamo centri catechistici, ma li adoperiamo per insegnare ai laici a essere Apostoli e a vivere appieno le responsabilità del sacramento della Cresima? Ogni parrocchia dovrebbe essere un vivaio di anime che non appartengono ancora all’ovile; ogni Sacerdote un Pastore alla ricerca della pecorella smarrita; ogni Messa una proclamazione che la redenzione deve essere estesa a tutto il mondo”

Ecco perché vi dico: “Fate girare”, ma non le mie riflessioni, non mi interessa, certo io sto facendo adesso le mie, parlo di me e non posso parlare di un’altra persona, e vi dico di farle girare, ma fate girare qualunque cosa, tutto ciò che voi trovate bello. Tempo fa ho trovato quella bellissima catechesi, conferenza, intervento del dott. Fermi, il figlio spirituale di Padre Pio, che dice delle cose veramente bellissime, parla soprattuto ai preti e seminaristi ma non solo a loro, anche ai laici. Quando trovo qualcosa lo pubblico sui social, Ci saranno altri Sacerdoti bravissimi che fanno delle riflessioni bellissime, si vede proprio che amano il Signore, alle volte mai sentite, mai conosciute, cose belle che il Signore ci dà la possibilità di conoscere. Bisogna condividerle, bisogna farle conoscere, affinché tante altre persone vengano a conoscenza di questi luoghi, di queste piattaforme, di questi interventi. Una meditazione può comportare un cambio di vita. Sant’Agostino si converte ascoltando Sant’Ambrogio, quindi una meditazione fatta in un certo modo, con certe parole per quell’anima lì, in quel momento della sua vita, può decidere la sua vita eterna, può dire: “Basta, io oggi mi vado a confessare”. Quella è un’anima convertita, una persona che ritorna al Signore seriamente. Noi dobbiamo fare di tutto perché questo accada, e se il mezzo di oggi è condividere, condividiamo, se il mezzo che abbiamo oggi è inviare, inviamo, se è testimoniare, testimoniamo, se è scrivere, scriviamo. Dobbiamo fare così, in questa maniera noi diventiamo Apostoli, in questa maniera noi cerchiamo le pecorelle smarrite, noi non possiamo conoscere quello che succede nell’anima di una persona.

Mi fermo qui, anche perché non voglio rubarvi troppo tempo. 

Tema. Cuore Eucaristico di Gesù, voglio essere compreso ed amato solo da te.

Magari credessimo in questa frase.

Fioretto: Usate pazienza e calma nelle parole e nel contegno, anche se incompreso, accusato a torto o insultato.

Difficilissimo, ci vuole lo Spirito Santo e la Vergine Maria.

Ossequio: Privatevi di qualche cosa superflua per soccorrere i poveri o i bisognosi delle missioni.

Aggiungo: anche della porta accanto.

Giaculatoria: Cuore Eucaristico, – sei tutto mio, gradito rendimi – solo al mio Dio.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

 

XIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

SECONDA LETTURA (2 Cor 8,7.9.13-15)

Fratelli, come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest’opera generosa.
Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: “Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno”.

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