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Il manoscritto del Purgatorio, parte 19

Il manoscritto del Purgatorio

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di venerdì 16 dicembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 5, 33-36)

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 16 dicembre 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo quinto del Vangelo di san Luca, versetti 33-36.

Oggi dobbiamo anche dire che inizia la Novena di Natale: viviamola bene e usiamola per preparare il nostro cuore attraverso la Confessione, la preghiera del Salterio di Gesù e Maria, la Meditazione, il silenzio, l’Ora Santa in modo da arrivare a Natale preparati e con il cuore sgombro all’incontro bellissimo con Gesù Bambino.

Oggi è anche il Tredicesimo Venerdì dei Quindici Venerdì di don Tomaselli: oggi siamo chiamati a riparare le ingiustizie. 

Possiamo ora proseguire la nostra meditazione sul testo del Manoscritto del Purgatorio.

Attendo da lungo tempo un po’ più d’amore in tutto quel che fate. Quanto più un’anima ama Gesù, tanto più le sue preghiere e le sue azioni son meritorie al suo cospetto. In Cielo, ricompensato sarà solo l’amore. Tutto ciò che verrà fatto per un fine diverso sarà nullo e, per conseguenza, perduto. Amate dunque Gesù, com’Egli desidera. 

Ecco quanto è importante fare le cose per amore: noi possiamo fare tante cose, le possiamo fare anche bene, ma non è detto che le facciamo per amore. Sono tanti i motivi per cui facciamo qualcosa, diciamo parole o stiamo in silenzio, ma non è detto che lo facciamo per amore e con amore. C’è diversità tra una mamma che fa la mamma con amore e una che lo fa per dovere, che non ha voglia e la fa perché deve. C’è diversità tra un sacerdote che lo fa con e per amore e un altro che lo fa perché, ormai, quello è il suo dovere, il suo stato di vita e non può fare diversamente. Lo si capisce subito e possiamo dire la medesima cosa di un dottore, di un infermiere, di tutti. Chi studia per amore è diverso da chi studia per il voto. Impariamo dunque ad avvolgere tutto con l’amore.

Non guardate mai indietro per esaminare troppo (meticolosamente) la vostra condotta. Rimettetela interamente nelle mani del buon Dio e andate sempre avanti.

Noi abbiamo spesso la brutta abitudine di guardare indietro: “Io ho fatto, ho detto; nella mia vita sono stato…”. Sei stato quello che sei stato: adesso andiamo avanti! Se hai fatto cose sbagliate, chiedi perdono al Signore: non perderti in inutili analisi, rimetti tutto nelle mani di Dio e, se hai sbagliato facendo peccati gravi, ripara facendo azioni contrarie, semplice!

La vostra vita deve compendiarsi in due parole: sacrificio, amore! Sacrificio dalla mattina alla sera, ma anche, al tempo stesso, amore!

Vediamo quanto la nostra vita sia veramente un sacrificio… vediamo dove e in che cosa siamo sacrificati: certo, alcuni di noi conducono una vita veramente sacrificata e allora offriamo con amore questo sacrificio, facciamo del sacrificio uno stile di vita, impariamo a sacrificarci.

Se sapeste cos’è il buon Dio! Non v’è sacrificio che non vorreste compiere, non sofferenza che non vorreste sopportare per vederlo un minuto solamente, e allora vi trovereste tanto soddisfatta, tanto consolata, quando anche non Lo doveste vedere mai più! Che sarà, dunque, per tutta un’eternità?

Se noi vivessimo pensando alla vita eterna… “tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto”. Quando so veramente Chi mi attende, va bene tutto, pur di raggiungerlo.

Per voi non esiste via di mezzo. Alcune anime, appigliandosi a un partito di mezzo, si salveranno; ma voi, o sarete una grande Santa, o una grande peccatrice; scegliete. Vi ricordate che un giorno, nel corso di uno dei vostri primi Ritiri, molto tempo fa, rimaneste fortemente colpita di questo passo: vi sono delle anime per le quali non c’è via di mezzo? O saranno degli Angeli o dei demoni. Applicatelo a voi stessa. 

Dovremmo sempre vivere pensando esattamente così: o con Dio, o contro Dio. Cerchiamo quindi di fare della nostra vita un assoluto.

Adesso vediamo alcune osservazioni interessanti su san Michele. La suora dal Purgatorio risponde a questa domanda:

– Qual è il miglior modo di glorificare San Michele?

 Il modo più efficace di glorificarlo in Cielo e sulla terra è di raccomandare il più possibile la devozione alle anime del Purgatorio e di far conoscere il grande ufficio ch’egli esercita presso le anime purganti. È lui incaricato da Dio di condurle al luogo di espiazione e d’introdurle, dopo l’espiazione, nell’eterna dimora. Ogniqualvolta un’anima viene ad accrescere il numero degli eletti, il buon Dio è da lei glorificato e codesta gloria ricade, in certo qual modo, sul glorioso ministro del Cielo. È un onore per lui il presentare al Signore delle anime che si accingono a cantare le sue misericordie e ad unire la loro riconoscenza a quella degli eletti per tutta un’eternità. Non sono capace di farvi comprendere tutto l’amore che il celeste Arcangelo ha per il suo divin Signore, né quello che, a sua volta, ha Dio per san Michele, come altresì l’amore, la grande pietà che il Santo Arcangelo ha verso di noi. Egli c’incoraggia nelle sofferenze, parlandoci del Cielo. Dite al Padre (sta riferendosi a un sacerdote) che, se vuol far cosa grata a san Michele, raccomandi la devozione alle anime del Purgatorio. Nel mondo non ci si pensa. Alla morte dei propri parenti e degli amici, si fanno alcune preghiere, si piange alcuni giorni, ed è bell’e finita! Le anime vengono abbandonate; è vero che esse lo meritano, perché sulla terra non hanno pregato per i defunti, ed il divin Giudice non ci dà nell’altro mondo che quanto avremo fatto in questo. Le persone che hanno dimenticato le anime purganti vengono a loro volta dimenticate, ed è giusto, ma se si avesse loro suggerito di pregare per i defunti, se si fosse loro fatto conoscere un po’ cos’è il Purgatorio, forse avrebbero agito diversamente.

Speriamo che queste catechesi servano a far nascere una grande devozione per le anime del Purgatorio; a far recitare il Salterio e a offrire dei sacrifici per loro. Questo è più sufficiente e così rendiamo onore anche a san Michele.

Quando il buon Dio lo permette, possiamo comunicare direttamente con l’Arcangelo nel modo in cui gli spiriti e le anime comunicano tra loro.

– Come vien festeggiato san Michele in Purgatorio?

Il giorno della sua festa, san Michele è venuto in Purgatorio ed è ritornato in Cielo con molte anime, la maggior parte delle quali gli erano state devote durante la loro vita.

– Qual gloria riceve san Michele dalla sua festa in terra?

Quando sulla terra si festeggia un Santo, questi ne riceve in Cielo una gloria accidentale. Anche se non lo si festeggiasse, in memoria di qualche atto eroico da lui compiuto in vita o della gloria procurata al buon Dio in qualche occasione, in memoria di questo, egli riceve ugualmente in Cielo una ricompensa speciale in quella evenienza; tale ricompensa consiste in un aumento di gloria accidentale, unita a quella che gli procura la memoria che si fa di lui sulla terra. La gloria accidentale che riceve l’Arcangelo è superiore a quella degli altri Santi, poiché la gloria, di cui vi parlo, è proporzionata alla grandezza del merito di colui che la riceve, come anche al valore dell’atto che ha meritato detta ricompensa.

Ci fa bene sentire questi “negozi” da Paradiso, questo modo di trattare in Paradiso.

Quanto ai gradi del Purgatorio, posso parlarvene perché vi son passata. Nel grande Purgatorio vi sono diversi gradi. Nel più basso e più tormentoso, che è un inferno momentaneo, si trovano i peccatori che hanno commesso delitti enormi durante la vita e che la morte ha sorpreso in quello stato, senza dar loro che il tempo di appena ravvedersi. Essi sono stati salvati come per miracolo, sovente per le preghiere di parenti pii o di altre persone. Talvolta non hanno potuto neppur confessarsi e il mondo li crede perduti, ma il buon Dio, la cui misericordia è infinita, ha dato loro, al momento della morte, la contrizione necessaria per esser salvi, in vista di una o di alcune azioni da essi compiute durante la vita. Per tali anime, il Purgatorio è terribile. È l’inferno, con la differenza che in inferno si maledice il buon Dio, mentre nel Purgatorio Lo si benedice e Lo si ringrazia di averci salvato. Di poi vengono le anime che, senza aver commesso grandi colpe come le prime, sono state indifferenti per il buon Dio; durante la vita non hanno punto soddisfatto al precetto pasquale e, convertite parimenti in punto di morte, sovente non avendo neppure potuto comunicarsi, sono nel Purgatorio in isconto della loro lunga indifferenza, sofferenti pene inaudite, abbandonate, senza preci… o, se se ne fanno per loro, esse non possono trarne profitto.

Due situazioni terribili, non per il Purgatorio, ma per anime a cui in vita non è interessato nulla del Buon Dio; anime quasi totalmente aliene da Dio… cerchiamo di non ridurre la nostra vita al rispetto del precetto pasquale e cerchiamo di stare lontani dai peccati gravi.

Infine poi, vi sono ancora in detto Purgatorio, Religiosi e Religiose tiepide, dimentiche dei propri doveri, indifferenti per Gesù; sacerdoti, che, non avendo esercitato il loro ministero con la riverenza dovuta alla Maestà Sovrana, non hanno fatto amare abbastanza il buon Dio dalle anime, loro affidate. Io ho appartenuto a codesto grado.

Attenzione alla tiepidezza, ai nostri doveri, alle indifferenze, alla tiepidezza, alla riverenza dovuta a Dio, al far amare Dio alle anime. Capite quanto sono importanti la preghiera, il vivere al cospetto di Dio, il tenerci lontano dalla tiepidezza: dovremmo ardere d’amore per il Signore.

Nel secondo Purgatorio si trovano le anime di coloro che muoiono colpevoli di peccati veniali non espiati prima della morte, ovvero di peccati mortali rimessi, ma di cui non hanno pienamente soddisfatto la giustizia divina. Vi sono anche in detto Purgatorio diversi gradi secondo i meriti delle persone. Così il Purgatorio delle persone consacrate o che hanno ricevuto più grazie è più lungo e più penoso di quello della comune delle anime.

Perché mi devo confessare spesso? Vedete quanto è importante non tenere nella coscienza i peccati veniali e fare penitenze e sacrifici?

Infine il Purgatorio di desiderio, che vien chiamato Vestibolo. Ben poche persone lo evitano; per evitarlo, bisogna aver desiderato ardentemente il Cielo e la visione del buon Dio, e questo è raro, più raro che non si creda, poiché molte persone, anche pie, hanno paura del buon Dio e non desiderano con abbastanza ardore il Cielo. Detto Purgatorio ha il suo martirio ben doloroso al par degli altri; esser privi della visione del buon Gesù, qual sofferenza!

Uno dice: “ a io che peccati ho fatto? Perché mi devo confessare? Non ho ammazzato nessuno…”. Vi rendete conto di quanto siamo insipienti? “Ma io non so che cosa dire!”. Come? Noi desideriamo con ardore il Cielo? Abbiamo paura di Dio… certo, non lo consideriamo come Padre! Ma come si fa ad avere paura del papà e della mamma? Sono mostri? Sono le persone che più ti amano su questa terra!

 E come si fa ad avere paura di Dio? Dovremmo avere paura del peccato; di offendere Dio; di noi stessi perché non siamo molto affidabili, non di Dio che è sempre presente, ci ama sempre, ci riempie di grazie, ha dato Suo Figlio per noi, ci ha donato l’Eucarestia… come si fa ad avere paura di Dio? Paura di suoi castighi? Quando sento questo, dico… che scoperta! Chi ci ama, ci castiga… lo sappiamo tutti perché è la nostra esperienza: chi ti ama ti castiga. Lo fa anche la gattina con i suoi piccoli quando dà una zampata per far capire che la tal cosa non si fa! Immaginiamoci il Buon Dio che è creatore di tutto e di tutti se ogni tanto non ha mille ragioni per darci un colpetto per dirci: “Attenzione…” oppure “In questo non ti lodo!”.

Preoccupati della paura di Dio che è assolutamente irreale, visto che non abbiamo alcuna esperienza diretta di Dio, non desideriamo il Cielo, non ci diciamo: “Beh, tra un po’, spero proprio tanto di andare in Cielo”. Davanti al Tabernacolo non diciamo: “Gesù, quando mi porti in Cielo? Quando ti potrò vedere? Quando potremo stare un po’ insieme?”.

Ecco allora in questa Novena di Natale avviamoci al Cielo; del resto, Gesù Bambino è proprio il nostro Cielo. Prepariamo bene questo Natale!

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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