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Il manoscritto del Purgatorio, parte 12

Il manoscritto del Purgatorio

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di venerdì 9 dicembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mt 11, 16-19)

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 9 dicembre 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo undicesimo del Vangelo di san Matteo, versetti 16-19.

In breve, per riassumere questo Vangelo potremmo dire: “Chi non si vuol convertire, troverà sempre mille scuse per non farlo; chi non vuol cambiare avrà sempre mille scuse per non farlo e sarà in grado di leggere al contrario tutto quello che accade, per cui il digiuno di Giovanni il Battista è segno del demonio, il mangiare di Gesù è segno di vizio. Non va mai bene niente perché l’unica cosa che va bene sono io!”

Proseguiamo con la nostra lettura del Manoscritto del Purgatorio. Leggiamo:

Voi non volete mai credere a quel che vi dico. Avete veduto stamani ciò che il buon Dio vuole da voi, poiché vi ha concesso quel che Gli avevate chiesto come segno… Ebbene, sì, il buon Gesù desidera che vi comportiate con Lui come con l’amico più affettuoso e più sincero, senza aver alcuna paura. È vero che la di Lui maestà sgomenta e che siete ben misera per osare aver relazioni così intime col vostro Gesù, ma non è forse Egli Padrone d’arricchire chi è povero? Chiedete dunque a questo buon Gesù che vi faccia diventar ricca di virtù come vuol vedervi, ma nel frattempo continuate ad agire conformemente alle ispirazioni che ricevete. Dilatate il vostro cuore, poiché soprattutto l’amore Gesù vuol vedere in esso. Quante grazie otterreste, se foste fedele!… Grazie, alle quali non avete mai pensato!

Un piccolo trattato di vita spirituale! 

Riprendiamo il discorso di alcuni giorni fa. 

Domanda retorica: come si fa ad avere paura di Gesù e anche dei castighi di Gesù che ci devono essere? Chi di noi nella vita ha vissuto l’esperienza di aver un amico sincero, vero e affettuoso non può dire che non ci sia stata mai volta che il nostro amico non ci abbia “pestato i piedi”. Ci sarà stata sicuramente almeno una volta nella quale ci ha detto: “No, questa cosa non va bene; questo non sei tu; questo non è rispettoso, su questo hai sbagliato; su questo hai fatto una grande sciocchezza.” Oppure, ci sarà stata almeno una volta in cui ci ha preso da parte dicendoci: “Ci sei con la testa o sei andato completamente ‘fuori’? Che cosa stai facendo? Dove stai andando? Perché fai queste cose?”. E magari ci avrà dato anche una bella lavata di capo, una bella sgridata o anche un castigo. Ad esempio: “Dovevamo uscire a cena, a mangiare un gelato, a fare una passeggiata… io non ci vengo più! Perché fino a quando tu tradirai ciò che sei e ciò che siamo, mettiamo i punti di sospensione: ne riparliamo quando tu sarai rinsavito.” 

Questo fa parte dell’amicizia; non stiamo parlando dell’iper-uranio. Stiamo parlando della amicizia che si ha sin da bambini quando si va a giocare a pallone. Se quella amicizia, anche tra bambini, è vera, prima o poi arriverà un momento in cui uno dirà: “Io con te non gioco più!” — “Perché?” — “Perché sei stato cattivo; perché hai fatto quella cosa brutta; perché ti sei comportato male. E fino a quando tu non capirai quello che hai fatto, non ti scuserai e non cambierai, io con te non gioco più… non mi va giocare con te. Con te io non esco a mangiare perché non mi siedo con te guardandoti negli occhi, vedendo quello che sto vedendo, perché è una contraddizione in termini: non si può fare, quindi non esco e non vengo neppure a mangiare un gelato! Non si può! Pasteggiare con chi? Con uno che si comporta così? No!”. 

Siccome penso che questo sia capitato a tutti quelli che hanno avuto o hanno una bella amicizia, vi dico: se Gesù è l’amico più affettuoso; se Gesù è l’affetto, l’amore, la sincerità, come è possibile che Gesù non assuma anche questi comportamenti di correzione? Che non significa odiare o non amare più. Dobbiamo stare attenti perché la nostra superbia e il nostro orgoglio ferito ci fanno fare queste riduzioni per cui, visto che l’amico ci ha detto queste cose, pensando di aver capito tutto, diciamo che non ci ama più, che non ci vuole più bene, che non vuole essere più nostro amico, che tutto è finito… non abbiamo capito niente di che cosa sia l’amicizia! L’amicizia non è lisciarsi il pelo a vicenda, non è limare gli angoli per andare tutti d’accordo e non avere mai un problema. L’amicizia non è il sancire un concordato: questa non è amicizia! 

Chi vuole epurare da Gesù l’aspetto della correzione, della purificazione e del castigo non ha Gesù come amico perché l’esperienza dell’amicizia vera mi insegna che amico vero è colui che mi sa anche sgridare, rimproverare e richiamare al vero: se il mio amico non fa questo, vuol dire che non mi ama, non è mio amico! 

E io devo avere paura dei castighi di Gesù? Ma questa è una cosa da pazzi! Avere paura dei castighi di Gesù? Ma che siano benedetti e lodati! Gesù mi castiga? Bene! Bene! Vuol dire che me lo sono meritato, nel senso che ne ho bisogno, che ho bisogno di questo castigo perché vuol dire che non la capisco in altro modo! Ma non è che Gesù non mi vuol bene perché mi castiga; non è che Gesù non mi vuole più bene perché mi rimprovera; non è che Gesù mi scarica dall’auto perché mi sta castigando… queste cose non si fanno neanche con i cani… magari poi lo facciamo con i bambini che buttiamo nella pattumiera, ma questo è un altro discorso… 

Noi non possiamo dire di amare qualcuno e buttarlo nel sacco della immondizia! “No, ma io sono fragile e debole…”. No, non c’entrano niente la fragilità e la debolezza con il fatto che prendiamo un figlio e lo buttiamo nel sacco della immondizia! Questo non è amore: non è un amore un po’ sì e un po’ no, un po’ a metà; non è una forma di amore “che deve maturare”! No! Non esiste nell’amore questa cosa, perché altrimenti cresciamo con l’idea che si possa dire di amare qualcuno e buttarlo poi nell’immondizia; che si possa dire di amare e fare la “punturina”! Per amore, eh! Non vorrai mica farlo soffrire… 

Ma le cose non stanno così e lo sanno tutti coloro che amano e non è necessario che io stia qui a dare chissà quali giustificazioni antropologica, teologica, filosofica: chi ama lo sa! Chi ama non farebbe mai del male a colui o colei che ama, mai: lo accompagnerebbe a morire, questo sì, nel senso di stargli accanto e non di essere lui a spegnerlo, perché non è come con il mio computer che faccio ‘click’, on/off chiudo e lo metto via. Nella vita non funziona così: non è come il mio telefono che decido di mettere a riposo e all’istante si spegne! Infatti io non amo il mio telefono, non amo il mio computer.

 Dentro a un rapporto di amore ci sono affetto e sincerità senza avere alcuna paura, dice l’anima del Purgatorio. Certo, perché non si può aver paura di chi si ama e di chi sa di essere amato: se ho paura, non ho mai fatto esperienza dell’amore. Può succedere. Non è un dramma: basta saperlo ed esserne coscienti. Essere cosciente del fatto che a cinquant’anni, quarant’anni, sessant’anni non sono mai stato amato davvero. È bene saperlo perché così non ci roviniamo la vita e non la roviniamo agli altri. Non pensiamo che uno non ci ama più per il solo fatto che ci sgridi. È un delirio: proprio perché ti amo ti rimprovero. Lo dice anche la Scrittura, ma, al di là della Scrittura, lo dicono la vita, la mia mamma e il mio papà, il professore che tanto mi stima… funziona così e non può funzionare in altro modo. 

Perciò, vi prego, smettiamo di portare avanti queste visioni di un Gesù da temere: il timor di Dio certo va bene, ma la paura vigliacca di colui che la fa sporca e per di più vuole avere ragione non buttiamola sulle spalle di Gesù perché Egli non offre nessun fianco per essere temuto in questo modo. Ha dato la vita per noi: quanta gente conoscete che è morta per voi? Quanta gente conoscete che ogni giorno vi dà il suo cuore per nutrirvi? Io nessuno, a parte Gesù! E io dovrei temere uno che mi dà il Suo Cuore? Sarebbe un sommo atto di cattiveria e mancanza di riconoscenza! 

Abbiamo dei problemi? Non riusciamo a vincere certi peccati? Non abbiamo le virtù? Chiediamole! Come si fa con un amico? Non si fa così? Con l’amico (o l’amica) più affettuoso e sincero, che vuole stare con noi non c’è neanche bisogno che io gli telefoni per chiedergli una cosa: la sa già! C’è poco da fare: la persona che ti ama veramente, ti conosce, sa già quello che hai nel tuo cuore! 

“Che regalo vuoi per Natale?”… che bello essere bambini: nessuno te lo chiede perché si crede che venga Gesù a darti i doni e solo Gesù Bambino non ti chiede che cosa tu voglia per Natale. Ecco perché è bello credere a Gesù Bambino che porta i doni: Lui sa ciò di cui tu hai bisogno e la letterina che Gli scrivi serve più a te che a Lui. A me Gesù Bambino non ha mai chiesto che cosa volessi per Natale e non ha mai sbagliato una volta!

E se ti manca una virtù, secondo voi Gesù non è cosciente del fatto che ti manca quella virtù? “E allora perché non me la dona?” Subito noi … arraffa-arraffa! “Perché non me le dà?”. Te lo dice la suora dal Purgatorio:

Quante grazie otterreste, se foste fedele!

Questo è il punto: Gesù è fedele nella sua amicizia, e tu? Gesù ti tratta da amico, ti dà il Suo Cuore: qual è la manifestazione del fatto che Gesù è IL tuo amico?

Quando ero piccolino (anche adesso in verità), ero golosissimo di un tipo di biscotto che fanno in Liguria: sono i biscotti del Lagaccio, hanno dentro le uvette e una forma particolare (li ho fatti assaggiare a qualcuno che ha detto che sono ‘pane secco’, ma per me sono buonissimi). Non c’era bisogno che chiedessi alla mia nonna di comprarmeli: ogni volta che arrivavo c’erano quei biscotti che io chiamavo ‘i biscotti con l’uva’. Non c’era bisogno che io le chiedessi di farmi le chiacchiere con la grappa: sapeva che mi piacevano e me le preparava anche ad agosto. Chi ti ama, sa di che cosa hai bisogno! 

La nonna veniva a trovarci il mercoledì e il giovedì e ricordo che tutte le volte che tornavo da scuola con quella tipica fame da studio un po’ chimica e un po’ isterica, desideroso di qualcosa di buono e non solo nutriente, mi chiedevo che cosa mi avesse preparato da mangiare. Possibile che azzeccasse tutte le volte quello che desideravo che lei mi cucinasse? Possibile che arrivavo desiderando di mangiare gli gnocchi con il sugo e, arrivato a casa, trovavo tre etti di gnocchi con il sugo… possibile? L’amore! L’amore è un maestro impareggiabile è il suggeritore impareggiabile, infatti lo Spirito Santo è l’Amore tra l’Amato e l’Amante… certo! 

E io trovavo sempre quello che mi piaceva! Adesso non funziona più così, anche perché non ci facciamo più condurre… una volta era bello farsi condurre ed era bello il lasciarsi portare, il lasciarci sorprendere. Oggi è difficile perché i ragazzi hanno questo, quest’altro, però dall’Amico sincero e affettuoso, se tu sei fedele – che è il modo migliore per testimoniargli la tua gratitudine – quante grazie otterreste!

Dilatate il vostro cuore, dice l’anima del Purgatorio. Facciamo spazio. Cerchiamo coltivare sogni grandi, grandiosi, desideri immensi, perché  se desideri poco, Gesù ti dà poco. DiGli il desiderio più grande che hai, diGlielo!

Io a Gesù dico tutti i miei desideri e purtroppo, alle volte, quando ci prego sopra, accade qualcosa che neanche avevo desiderato: era talmente grande che non ero riuscito neanche a desiderarlo … era così grande che mi sembrava impossibile ed è arrivato! Mi dico: “Pensa! Mi ha fatto un dono che è più grande del mio desiderio che, praticamente potrebbe essere infinito!” E Gesù è capace di farti un dono che è più grande del tuo desiderio perché Gesù è Gesù; è quell’amico discreto che ti fa trovare la sorpresa e Lui non c’è più perché si nasconde e ti guarda e ti spia un po’ da dietro con un bel sorriso per godere con te del tuo stupore, della tua gioia, del tuo essere contento. Che cosa c’è di più bello di vedere un amico sorpreso? Che ti dice: “Ma come hai fatto a fare questa cosa? Ma come ti è venuta in mente?”

Credo che queste siano le esperienze più belle della vita per cui diventa poi impossibile peccare: se siamo dentro a questo amore, a questa tensione d’amore, come si può peccare? Sì, talvolta fai le tue pasticciate e sei un po’ ribelle, ma non riesci più a fare i peccati gravi: ti senti talmente abbracciato che non ti viene, quindi ti sei spinto ad essere fedele e allora arrivano le grazie cui mai avevi pensato.

Quando soffrite qualche dolore, non dovete lamentarvene con tutti! 

Quello che facciamo noi: appena ci pungiamo con uno spillo… messaggi, WhatsApp, telefonate, videochiamate… in cinque minuti lo sa il mondo!

 Ciò non vi è di sollievo. Dovreste parlarne a Gesù per primo e, invece, sovente a Lui ne parlate per ultimo.

Ditemi se non è vero! Frase più vera non poteva essere scritta e questo vale anche per la gioia: quando ci capita qualcosa di bello, la prima cosa che facciamo è andare a dire tutto alle persone: lo andiamo a dire al nostro amico, a nostra madre, a nostro padre, a nostro fratello, alla nostra amorosa, alla nostra moglie, non a Gesù! Il primo non è mai Gesù, invece dovremmo dare un grande bacio a Gesù, ringraziarlo con una preghiera a poi andare a dirlo a chi vogliamo. E impariamo a tenere soprattutto la sofferenza nel cuore. Dobbiamo imparare a tenere dentro tutte queste cose e a darle solo a Lui.

Si, sono molto consolata e credo che il termine del mio esilio non sia lontano. Ah! se sapeste quanto desidero di vedere il buon Dio!… Ma bisogna che nessuno lo sappia, tranne… e, fra tutte codeste cose soprannaturali, dovete essere sì naturale, sì semplice che nessuno se ne accorga né possa capire di che cosa si tratti… 

Altro che i falsi mistici e i visionari e le visionarie di turno! 

Voi capite: cercate il nascondimento più che potete senza, per questo, tralasciare quanto dovete fare; tutto sia semplice! Il buon Dio vuol sapere Egli solo quel che avviene nel vostro interiore.

Impariamo a tenere la bocca chiusa, a stare zitti e a non metterci a fare le conferenze.

“Gesù mi ha detto, Gesù mi ha fatto; vedo la Vergine Maria; parlo con l’Angelo Custode; ho le locuzioni interiori…”. 

Silenzio! Le hai? Bene! Silenzio! Non cominciare a sbandierarle a destra e a manca. Vivete nel nascondimento! Fai quello che devi fare, ma per il resto solo a Dio appaia quello che avviene nel tuo cuore, come dice l’Arcangelo Raffaele a Tobia: “È cosa buona tenere nascosto il segreto del Re”.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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