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Maria adora Gesù, don Clemente Barbieri

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 13 maggio 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

MARIA ADORA GESÙ – DON CLEMENTE BARBIERI

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

Eccoci felicemente giunti a giovedì 13 maggio 2021, oggi ricordiamo l’Apparizione della Vergine Maria a Fatima. Abbiamo letto il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal cap. XVI, vv. 16-20 di San Giovanni.

Noi gemiamo, piangiamo, attendiamo il ritorno di Gesù. Attendiamo di poter incontrare Gesù, di poterlo rivedere perché questa terra, che è comunque un luogo donato da Dio, è segnata dagli esiti del peccato originale, da quella ferita, e noi abbiamo bisogno di questo incontro, senza veli, senza filtri, senza mediazioni con Dio.

Oggi ricordiamo l’apparizione della Madonna a Fatima, il 13 maggio 1917, in cui la Madonna chiede la preghiera del Rosario per avere la pace; chiede di accettare le sofferenze e offrirle per riparare i peccati fatti a Dio e per la conversione dei peccatori; dice che il nostro conforto è la grazia di Dio e poi parla dell’esistenza del Purgatorio, dicendo ai pastorelli che una loro conoscente, una certa Amalia, resterà in Purgatorio fino alla fine del mondo. Oggi vogliamo in modo particolare rendere grazie alla Vergine Maria per tutta la cura che si prende di noi sempre.

Siamo arrivati al giorno 13° del nostro libro: “Maggio Eucaristico” del sacerdote don Barbieri:

XIII GIORNO – Maria adora Gesù

“Consacrato il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue di Gesù Cristo, dall’alto dell’altare il sacerdote genuflette, adora e solleva l’Ostia santa e il Calice benedetto perché alla lor volta i fedeli abbiano ad adorarlo, essendo veramente degno e giusto e salutare profondere adorazione a questo nostro Sovrano d’amore.”

Diciamolo e ripetiamolo per tutti coloro che non si genuflettono davanti all’Eucarestia. Questa è una orrenda moda che si è fatta strada da sola, nel senso che non c’è nessun documento, nessuna indicazione magisteriale, che dica di fare un inchino storto di testa quando si passa davanti al Tabernacolo, oppure di fare quelle genuflessioni da dame di Versailles, dove si piega un pochino il ginocchio. Siamo tutti diventati malati di protesi al ginocchio. In realtà io penso che sia venuta meno e forse sta venendo meno sempre di più, questa consapevolezza, questa coscienza della Presenza Vera, Reale e Sostanziale di Gesù nell’Eucarestia. Se non abbiamo problemi reali alle ginocchia reimpariamo a fare la genuflessione, la Gesù-flessione, col ginocchio destro che tocca il pavimento, genuflessione alla quale San Vincenzo de Paoli era legatissimo.

“Ma il mio parroco mi ha detto che non bisogna fare la genuflessione, io devo obbedire”. No! Io devo obbedire a Dio e a tutti coloro che mediano la voce di Dio, non a coloro che impongono le loro ideologie infondate, assolutamente non teologiche, senza alcun aggancio né agiografico, né patristico, né magisteriale, ma solo il proprio cervello. Oggi ci sono in giro tantissime, innumerevoli schiere di cavallette di nome “Donna Prassede che – dice il Manzoni – scambiavano la loro testa con il cielo”. Oggi ne abbiamo legioni di questi tali che portano avanti il loro pensiero. Ma il pensiero tuo non salva il mondo! Io devo fondare la mia coscienza sui santi, sui Padri, sulla Scrittura, sul Magistero, su fonti autorevoli.

“Poi, compiuta l’adorazione sua e dei fedeli, il sacerdote compone in su la mensa dell’altare, fra la candidezza dei lini immacolati, Gesù realmente presente col suo sacratissimo Corpo e col suo preziosissimo Sangue nel mirabile Sacramento dell’Eucaristia; e proseguendo ad adorare in un col popolo, effonde l’anima sua nella supplicazione, invocandone la misericordia ed auspicandone i celesti benefici di grazia e di salute. Così Maria allora che nella santa notte di Natale ebbe dato alla luce il suo divin Figliuolo; in quella spelonca, che fu la prima chiesa che lo vide discendere dal cielo, su quella mangiatoia, la quale fu il primo altare che dopo il purissimo seno di lei lo accolse, lo compose tra povere immacolate fasce, per sprofondarsi poi subito davanti a lui in quella che fu la prima e più santa e più fervorosa e più degna adorazione della terra; a lui che su la terra e fra gli uomini discendeva a portare la pace. Però da Maria noi dobbiamo apprendere come si adora Gesù. Egli è il Sovrano eterno; devono quindi a lui essere resi devotissimi omaggi nell’umiliazione nostra più profonda. Egli è il nostro divin Redentore, e a lui devono ascendere le più commosse azioni di grazie. Egli è il nostro celeste Amore, e in lui dobbiamo rifugiarci, nella sua infinita misericordia sperando. Egli è la nostra vita, e a lui ci dobbiamo rimettere, della sua inesauribile grazia chiedendo di essere vivificati. E poi che tutto questo noi veniamo compiendo e chiedendo con l’adorazione, sia nostra cura di far sì che sempre più devota e sempre meglio accetta possa riuscire. E perché tale essa sia e a tanto possa rispondere, il secondare l’esempio della Vergine benedetta e l’associarci a lei nella adorazione sarà il mezzo più sicuro di che ci potremo avvalere.”

Questa Adorazione deve essere fatta con tutto ciò che noi abbiamo, e possiamo fare, essere, offrire, trovare in noi ed esternamente a noi.

“Se dunque Gesù è con noi; se egli cotanto ama di essere con noi, alla nostra volta noi dobbiamo rispondere al suo amore così grande per noi coll’andare a lui e col fare nostra delizia di rimanere con lui. E poi che egli è sul presepio dell’altare, intorno a questo presepio stringiamoci, in unione con Maria santissima, ad adorare. Ma ben prepariamo le anime nostre per andare a lui; ma ben disponiamoci con la più fervida divozione a degnamente rimanere con lui; ma ben sappiamo a lui rendere vivissime azioni di grazia per tanta sua degnazione per noi.”

Dobbiamo saper ringraziare Gesù, saper stare con Lui, desiderare la Sua Presenza.

“Amiamolo quindi Gesù, con tutte le forze dell’anima nostra”

Una domanda che potremmo farci e che potremmo fare anche alle persone che stanno con noi: “Ma tu ami Gesù?”

“Adoriamolo nel più profondo annichilamento di noi stessi; e con la più sentita contrizione dei nostri peccati facciamo di poter avanzare a lui con le mani ricolme di merito, perché la nostra adorazione possa riuscire a lui accetta e possa dalla sua infinita misericordia essere esaudita.”

Impariamo a confessarci bene, e a confessarci spesso, perché più siamo frequenti e costanti nella confessione e più si raffina la nostra anima.

Adesso volevo leggervi questo bel testo scritto da Padre Laurenti “Le meraviglie del Santissimo Sacramento”:

Esempio. — La sentinella del Tabernacolo. — Nel 1848 un nuovo reggimento aveva presa stanza in Orléans. Il parroco della Cattedrale aveva osservato che ogni giorno, dall’una pomeridiana alle tre, un soldato entrava in chiesa e se ne stava ritto come una colonna davanti l’altare del santissimo Sacramento. Fatto desideroso di conoscere chi fosse e che facesse, ricorse al capitano del reggimento. E il capitano andò un giorno col parroco in chiesa ad osservare. Ed ecco: suona l’una pomeridiana, si apre la chiesa, ed entra il solito milite. Prega in ginocchio, dinanzi al SS. Sacramento; poi, alzato in piedi, sta ritto al suo solito posto. Il parroco allora si avanza; e il capitano, sorpreso al vedere il soldato, esclama: — Ah! è il mio soldato di confidenza! Lo chiamò in sacrestia e gli chiese: — Che fai tu qui in chiesa? — Capitano, rispose il soldato con bella franchezza, faccio due ore di sentinella al buon Dio. Vi sono sentinelle dappertutto: a Parigi il signor Presidente ne ha quattro; il mio generale ne ha due; una il colonnello; una il prefetto. Ora il buon Dio è più grande di tutti questi signori, eppure non ha mai una sentinella! Ho risoluto far io stesso da guardia d’onore a lui, ogni giorno; e vi assicuro, capitano, che il tempo che passo qui non mi par lungo, perché amo il mio Dio, come lo amate voi, mio capitano! Che confusione e che lezione per noi!”

Impariamo anche noi a fare un po’ di guardia, di veglia al Signore, a stare con Gesù a fargli compagnia, a ringraziarlo, a dirgli quanto lo amiamo. Se anche non abbiamo la testa, andiamo comunque da Lui, dobbiamo andare con il cuore. Diciamogli che vogliamo stare con Lui. Dobbiamo imparare a adorare Gesù come Maria ha adorato Gesù, è Lei che ce lo insegna in questo 13 maggio.

Vi auguro di cuore una santa giornata e quest’oggi cerchiamo di andare a fare una visita a Gesù e di stare un pochino con Lui.

E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen. Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

Giovedì della VI settimana di Pasqua

VANGELO (Gv 16,16-20)
Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

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