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”C’è forse qualcosa d’impossibile per il Signore?” (Gn 18,14)

Sara ride

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: ”C’è forse qualcosa d’impossibile per il Signore?” (Gn 18,14)
Sabato 1° luglio 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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PRIMA LETTURA (Gn 18, 1-15)

In quel tempo, il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno.
Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».
Intanto Sara stava ad ascoltare all’ingresso della tenda, dietro di lui. Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne. Allora Sara rise dentro di sé e disse: «Avvizzita come sono, dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!».
Ma il Signore disse ad Abramo: «Perché Sara ha riso dicendo: “Potrò davvero partorire, mentre sono vecchia”? C’è forse qualche cosa d’impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te tra un anno e Sara avrà un figlio».
Allora Sara negò: «Non ho riso!», perché aveva paura; ma egli disse: «Sì, hai proprio riso».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 1 luglio 2023. Inizia quest’oggi il mese di luglio tutto dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù, come quello di giugno è stato dedicato al Sacratissimo cuore di Gesù. 

In questo mese siamo chiamati a mettere al centro della nostra meditazione il sacrificio di Gesù sulla Croce che si è consumato fino all’ultima goccia di sangue. Gesù si è svenato, si è dissanguato per noi. E questo non può lasciarci indifferenti. 

Fino a ieri con il mese di giugno tutto dedicato al Sacratissimo Cuore, adesso il mese dedicato al Preziosissimo Sangue: in due mesi mettiamo insieme la Santissima Eucarestia. Perché abbiamo già visto l’anno scorso tutta la questione dei miracoli eucaristici che ci hanno fatto comprendere e concludere che nell’Eucaristia c’è il Cuore di Cristo. Vi ricordate i miracoli eucaristici che abbiamo visto? Quello di Buenos Aires, eccetera eccetera. Tutti gli esami fatti dei miracoli eucaristici che cosa hanno evidenziato? Hanno sempre evidenziato che ci troviamo di fronte a un tessuto cardiaco. Non semplicemente di carne umana, no: un tessuto cardiaco umano; in particolar modo — non è neanche sufficiente dire cardiaco — ma quella parte del cuore che si chiama miocardio. Ricordate? Miocardio, mio cuore. 

A chi magari non ha ascoltato quelle meditazioni, perché è da poco che segue, consiglio di andare a riprenderle perché sono importanti, non per quello che ho detto io, ma per quello che vi ho letto. Vi ricordate il testo che ho commentato per tanto tempo: Un cardiologo visita Gesù? Ho fatto un ciclo di meditazioni lungo su questo libro. Ecco io vi consiglio di leggere quel libro di meditarlo. Io ho fatto queste meditazioni che magari possono essere utili per avere qualche spunto in più, ma potete farcela anche da soli a leggere il testo. Non c’è nessun problema. E lì si vede benissimo, le ricerche scientifiche sono chiarissime, inconfutabili! Soprattutto quella del Miracolo Eucaristico di Buenos Aires, grandissimo Miracolo Eucaristico. Ed è inconfutabile, con tutte le cose che abbiamo visto, tutte le analisi. Nell’Eucarestia abbiamo il miocardio.

Ecco perché vi ho detto l’importanza di riscoprire la devozione del Cuore Eucaristico di Gesù che in questo mese abbiamo celebrato. Fondamentale! Chi non ne ha mai sentito parlare, chi non lo conosce, vada a riprendere sul sito veritatemincaritate.com tutte le catechesi che vi ho fatto sul Cuore Eucaristico di Gesù.

E adesso quindi abbiamo il Preziosissimo Sangue. E quindi siamo nuovamente chiamati a riflettere, ancora una volta, con grande riconoscenza e gioia, sul Cuore Eucaristico di Gesù, sull’Eucarestia. E questo è per noi un onore. 

Quest’oggi è anche il primo sabato del mese, quindi, è importantissimo fare la pratica dei Primi Cinque Sabati del mese chiesta dalla Vergine Maria a Fatima. E io la Consiglio sempre a tutti. Ottiene tantissime grazie, tra l’altro. 

Se andate sul sito veritatemincaritate.com, scendete fino alla scritta “Vuoi scaricare i libri e i PDF di p. Giorgio Maria Faré?”; cliccate sul tasto “clicca qui” e verrete portati a una pagina con tutti i miei PDF; lì trovate questo PDF verde con su i Sacri Cuori di Gesù e di Maria, dove ho messo insieme tutte le fonti certe sicure per fare bene i Primi Cinque Sabati, i Primi Nove Venerdì e i Primi Sei Giovedì, dei quali non ne parla quasi nessuno, per quello che vedo io. 

Spero tanto di sbagliarmi, perché sono un essere umano e vedo parzialmente, ma per quello che ho potuto cercare non ho trovato per ora un grande parlare, un grande annunciare, un grande diffondere quanto chiesto da Gesù alla beata Alexandrina Maria da Costa, per i Primi Sei giovedì del mese. Spiace… spiace perché sono cose che il Signore chiede. Il cielo si muove, ma noi forse abbiamo altri interessi e quindi non ne parliamo, non le conosciamo, neanche le prendiamo in considerazione. Non so, forse abbiamo cose più importanti da fare, cose più importanti da leggere e da meditare, cose più importanti da annunciare. Va bene, quindi ci sono i grandi teologi che fanno queste cose, io invece mi limito a queste cose più piccoline che per me sono fondamentali. E se il Signore mi farà la grazia di non impazzire, le annuncerò fino all’ultimo giorno della mia vita, le proclamerò fino al giorno della mia morte. Perché in queste cose io credo tantissimo.

Poi vi raccomando l’Atto di Consacrazione al Preziosissimo Sangue di Gesù, perché un tempo il 1 luglio era la solennità del Preziosissimo Sangue di Gesù. Quindi vi raccomando, soprattutto oggi, ma in generale ogni giorno in questo mese, questo bellissimo Atto di Consacrazione al Preziosissimo Sangue di Gesù di San Gaspare del Bufalo e anche le litanie del Preziosissimo Sangue che sono bellissime, bellissime! Impariamo proprio a invocare il Preziosissimo Sangue su di noi, sulla nostra famiglia, sulla chiesa sul mondo sulle persone care.

Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal capitolo diciottesimo di Genesi, versetti 1-15.

Quando leggo questo testo provo sempre una profonda commozione. È un testo, questo di Genesi, bellissimo! 

C’è questa frase che risuona come una sentenza eterna:

C’è forse qualche cosa d’impossibile per il Signore?

Non si può neanche rispondere a questa frase tanto è densa, tanto è vera, tanto è disarmante. 

Andiamo con ordine. 

Arrivano tre uomini, che ovviamente vengono dal cielo, e avviene questo incontro. Abramo dà loro un’ accoglienza molto bella alle Querce di Mamre. Non mi soffermo su tutta questa preparazione, questa accoglienza, questo mangiare. Ci sarebbe anche qui da dire, ma voglio concentrarmi su altro; sulla seconda parte del testo:

«Dov’è Sara, tua moglie?»

Il Signore sapeva bene dov’era Sara! Questa domanda credo che vi faccia risuonare nella mente, nella memoria un’altra domanda molto simile rivolta a un’altra persona, vi ricordate:

«Dove sei?»

“Dove sei Adamo?”. Dio sa dov’è Adamo, lo sa benissimo! È Adamo che non sa più dov’è. E qui è la stessa cosa: “Dov’è Sarà? Perché sta nascosta dietro la tenda?”. Il Signore sapeva benissimo che Sara si nascondeva dietro una tenda. Capite, perché noi, quando ci nascondiamo, scegliamo sempre o una foglia di fico — che copre molto, no? — oppure una tenda… anche qui… grande nascondimento! Grande copertura…! Poi davanti a Dio… una foglia di fico e una tenda… vabbè. Questo per dire quanto siamo intelligenti, quanto noi siamo brillanti nelle nostre furberie, quanto noi siamo miseria. Soprattutto quanto poi siamo bugiardi. Ecco, lì proprio raggiungiamo il vertice.

Quando poi siamo bugiardi, quando poi ci nascondiamo con malizia, quando non riconosciamo la realtà e la neghiamo, addirittura arriviamo a negare la realtà davanti a Dio. Questo è il vertice della follia: negare la realtà davanti a Dio. Va bene… ma si può arrivare fin qui! Si può arrivare fin qui… Quando si vive in un certo modo si può arrivare fino a negare la realtà davanti agli occhi di Dio, pensando che noi possiamo ingannare Dio. Come se il Signore si lasciasse ingannare da noi. Invece di entrare in questo processo di verità bellissimo, in questo dinamismo di verità dove il Signore ci viene a cercare, a chiamare e vorrebbe farci crescere, no! Noi ci nascondiamo con malizia e in più mentiamo, bugiardi davanti a Dio! Incredibile!

«Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda»

E non esce. Non esce! Invece di sentirsi dire questa promessa lei resta là. Eh, ma certo, perché nel cuore già c’erano cose che non andavano. Allora il Signore dice ad Abramo:

 «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».

Intanto Sara stava ad ascoltare all’ingresso della tenda, dietro di lui.

Come se Dio non si accorgesse di Sara, non sapesse… 

E adesso il lettore scopre che Abramo e Sara sono vecchi, molto vecchi. Addirittura, Sara — possiamo usare i termini che conosciamo bene — era ampiamente in menopausa, quindi era esclusa la possibilità di generare nuovamente una vita. E anche Abramo era vecchio. 

Sara è molto chiara:

«Avvizzita come sono, dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!».

È proprio un’esclamazione. È tutto impossibile. Vive nell’impossibilità totale di poter generare vita, tutto dice no. Tutto dice che non si può. E Sarà che cosa fa? Tra le tante cose possibili che poteva fare — che erano quelle di fare una domanda, di chiedere, di uscire da questa benedetta tenda e di smetterla di fare la fuggitiva nascosta — tra tutte le scelte possibili — oltre a quella dello struzzo che ha ampiamente scelto di nascondere la testa sotto la sabbia — Sara ride. Sapete, quel riso proprio brutto; il riso di chi ti prende in giro, il riso di chi non ti crede, il riso di chi compatisce: questo è il riso di Sara! Allora il Signore dice ad Abramo.

Perché Sara ha riso?

Notate che:

Sara rise dentro di sé

e il Signore dice ad Abramo: «Perché ha riso?» 

Se Sara stava ascoltando tutto, a questo punto, avesse mai avuto un dubbio che questi personaggi fossero degli uomini stranieri,  adesso che le hanno letto nel cuore, beh, qualcosa le si doveva accendere nel cervello! Ti verrà pure un dubbio, se uno che neanche ti ha vista sa addirittura quello che hai pensato!

Perché Sara ha riso?

Vedete come ritorna questo tema del ridere? Questo tema del ridere di Sara come antagonista della fede. Un ridere che si oppone alla fede; un ridere alternativo alla fede; un ridere che è il segno supremo del dubbio, di più: del non credere! Ma il Signore non si limita a chiedere “perché ha riso?”, ma dice anche che cosa ha pensato. E Sara rimane imperterrita, nascosta.

Perché Sara ha riso dicendo

Ma Sara non l’aveva detto, l’aveva pensato:

“Potrò davvero partorire, mentre sono vecchia”?

L’ha proprio svergognata, ha proprio manifestato tutto. Il Signore ha portato alla luce tutto. Perché lei si è nascosta! E il Signore non vive nel nascondimento, il Signore vede il nascondimento, lo smaschera ma non vive dentro lì.

“Potrò davvero partorire, mentre sono vecchia”?

Ecco, in questa domanda di Sara ci stanno tutte le nostre domande! Tutte! Tutte le nostre domande, che sono espressione della nostra mancanza di fede; e, lasciatemelo dire, quando noi manchiamo di fede, diventiamo cattivi. È una certezza, questa. E diventiamo cattivi soprattutto contro coloro che in quel momento ci manifestano il volto di Dio. Quando noi manchiamo di fede diventiamo cattivi e spietati verso coloro che sono lì ad assicurarci una promessa. Quale?

C’è forse qualche cosa d’impossibile per il Signore?

 Peccato che tra di noi questa domanda non si sente mai. Mai! Non si sente mai questa domanda. Domanda così biblica… eppure non si sente.

«C’è forse qualcosa di impossibile per il Signore?» Si! La risposta di Sara è: “Sì, ci sono tante cose impossibili per il Signore”. Lei considera la propria vecchiaia. La domanda che sta sotto è: “Come è possibile che il Signore possa operare questo miracolo?”. Capite a che punto arriva?

Svisceriamo la questione: siccome il mio piccolo cervello da gallina striminzita non riesce a pensare all’orizzonte, non riesce a pensare all’universo, allora l’universo non esiste. Capite? È questo che sta dietro, è questa la radice del dubbio. Siccome a me non è dato di sapere come, allora non è possibile neanche che accada. Perché una cosa possa accadere, e perché io ci creda, devo prima sapere come accade, come è possibile che accada. Allora, se io so come accade, io do l’autorizzazione di poterci credere, altrimenti, se non so come accade — perché è impossibile, perché il mio cervello non riesce a capirlo — allora non può succedere! Ecco dove si instaura la non fede! L’infedele è colui che non ha fede! È colui che è senza fede, questo è! E quindi noi qui possiamo metterci tutto quello che vogliamo. In questa domanda ci sta dentro tutto! E noi ci giochiamo così tutta la nostra vita, concretissima, umanissima, di tutti i giorni, materiale, quella che conduciamo tutti i giorni, come ci svegliamo; tutta si gioca a questo livello: a livello della fede.

Vi ricordate che due settimane fa, un po’ di più forse, vi ho chiesto di accompagnarmi in quel momento importante della mia vita che era la mia difesa per il dottorato; questo momento importante che è durato un’ora e mezza. Quindi una prova grande, un’ora e mezza di interrogazione è pesante, con tre docenti. Poi certo, come in tutte le cose, c’è sempre qualcuno che poi magari dice: “Eh ma sì, vabbè, ma cosa vuoi che sia, una passeggiata!” Ecco allora fallo tu! Fallo tu! Perché chi ha già fatto questa esperienza non dirà mai una cosa del genere! Come chi ha fatto la maturità non potrà mai dire a un maturando: “Eh ma cosa vuoi che sia la maturità, una scemata!”, evidentemente perché non l’hai fatta! O perché l’hai fatta male. Vi ricordate che io vi dissi: “Vi chiedo una preghiera, di affidarci al Sacro Cuore” — perché era il giorno del Sacratissimo Cuore — e vi dissi: “Sono molto tranquillo”. Me lo ricordo bene, dissi: “Vado a fare questo passo sereno perché c’è il Sacro Cuore di Gesù”.

È vero che la mattina quando sono arrivato fuori dall’università alle sette e venti circa, in quel momento è arrivata la mia professoressa, la mia moderatrice, la mia direttrice di tesi e ci siamo visti sulle scale e lei mi disse: “Allora padre Giorgio, come va? Sei agitato?” Le ho risposto: “Guardi, professoressa, adesso comincio a sentire un po’di pizzicore”. Sapete quando l’acqua gasata un po’ comincia a fare le bollicine? Ecco! E le ho detto: “Mah, adesso sì, stamattina sì. Anche stanotte ho sentito un po’di quella effervescenza interiore che ti fa un po’dire: «Mhmm! Sta per succedere qualcosa di un po’grosso». Però,  guardi, sono tranquillo. Sì, ecco, certo, sento un po’ questa cosa, però, insomma, c’è il Sacro Cuore”.

Poi è arrivato il censore. Sapete il censore, così chiamato nella difesa, è l’avvocato del diavolo. Perché si chiama “difesa” non si chiama “discussione”. Capite che già la parola dice… Non è come la tesi di laurea che si chiama: la discussione della tesi. Qui si chiama difesa perché tu ti devi difendere dall’attacco dei docenti, i quali attaccano la tua tesi mettendo a nudo tutte le debolezze, le fragilità della tesi e chiedendoti di rendere ragione della tesi che tu hai voluto portare. Perché ogni dottorato deve portare un qualcosa di originale, quindi loro poi attaccano questa cosa. Quindi è arrivato il censore, ci siamo conosciuti, è venuto, si è presentato, mi ha un po’ detto alcune paroline e poi il tempo ha cominciato a correre velocissimo fino ad arrivare al momento in cui tutto è iniziato.

Ebbene, non credo di avervi ancora parlato dopo quella data, ho mandato un vocale su Telegram per ringraziarvi, però durante la meditazione non ho più ripreso questo tema, anche perché ci sto ancora meditando io. E posso dirvi che veramente al Sacro Cuore di Gesù niente è impossibile. Non sapevo come, l’ho scoperto lì come; non sapevo in che modo il Sacro Cuore di Gesù si sarebbe fatto presente. E lì l’ho scoperto, lì l’ho capito. E sono rimasto esterrefatto, da come è andata, dall’esito, dai loro giudizi. E quando le persone venivano a complimentarsi alla fine di tutto, io a tutti dicevo questa frase: “Guardate, non è merito mio”. Ma ne sono convinto esattamente come Sara, che poi aspetta e arriverà suo figlio Isacco. E io dicevo: “Guardate, sì, lo so che avete sentito la mia bocca parlare, ma non è merito mio. Tutto ha fatto il Signore, veramente tutto ha fatto il Signore”.

Non so come ho fatto a rispondere a quelle domande! Tra le quali ce n’è stata una, la prima, difficilissima, difficilissima! Eppure, guardate, quando mi ha fatto quella domanda… — ve lo racconto perché voglio lasciare questa testimonianza affinché sia di consolazione e d’incoraggiamento per altri — dopo un bel po’che faceva appunti sulla mia tesi, dice: “Bene, adesso è il tempo delle domande”. Io ho detto: “Aiuto, chissà adesso!”; Era l’ultima mezz’ora e lui mi ha fatto la prima domanda veramente difficile! Per dirvi la difficoltà: mi ricordo il volto della mia professoressa, della mia moderatrice, quando lui ha fatto la domanda, la stava formulando, ormai si capiva dove andava a parare, l’ha fatta, poi l’ha ripetuta, la mia professoressa ha guardato lui ha guardato me, ha guardato lui, ha guardato me, guardato lui guardato me, è sbiancata! Proprio sbiancata, come per dire: “E adesso cosa fai? E adesso cosa diciamo? Adesso cosa dici? Come esci da questa situazione?”.

 Due cose sono successe. La prima: mi è venuta nel cuore una pace, mi è scesa nell’anima una pace, una serenità che io non avevo fino a quel momento. Per la tensione che mi era venuta, non avevo questa pace interiore, ma in quel momento mi è proprio scesa una pace incredibile. E la seconda cosa che è successa è che, appena lui ha finito la domanda, è come se davanti agli occhi, non so come spiegarvi, come se nella mente mi si fosse fatto tutto chiarissimo. Era come se stessi leggendo un foglio! Non so spiegarvelo in un altro modo, ma è successo così. È come se in quel momento stessi raccontando del giorno prima che mi son mangiato pane e nutella, la cosa più semplice del mondo. Così! Come se io avessi raccontato dell’ultimo cornetto che ho mangiato. Tanto che ho perso il senso del tempo e il censore è intervenuto dicendo: “Sì, sì, basta, basta, basta così va bene, basta, basta, basta”. E mi ha fermato. Io ho pensato: “Oh cielo, ma cosa è successo?”. E da lì è stato tutto in discesa. La seconda domanda, non difficilissima come la prima ma comunque abbastanza insidiosa, non complessa come la prima domanda, ma comunque non facile. E anche lì: luce! Vedevo luce. Non so come dire, vedevo proprio tutto chiaro, tutta la risposta mi veniva fuori così, con una chiarezza, con un’immediatezza  come se la sapessi da sempre! E la terza domanda, ecco, questa è stata molto facile, molto bella, una bellissima domanda sul carcere, molto intima, ma da un punto di vista teoretico molto semplice, non paragonabile alle prime due. E poi è finito tutto. Veramente la prima parola da dire era: “C’è forse qualcosa di impossibile per il Signore?”.

Nei giorni prima mi chiedevo: “Ma chissà! Chissà il Sacro Cuore in che modo può intervenire, perché io non conosco in anticipo le domande!” Quindi dicevo: “Bah, sono proprio curioso! Magari mi farà delle domande facili che io conosco”. Invece no, io le domande non le conoscevo, non erano facili.

Ogni volta che Dio interviene, interviene in un modo diverso, non solo nella vita di ciascuno di noi — la mia è diversa dalla tua — ma nella nostra stessa vita, ogni volta in un modo diverso. Una volta fa aprire il mar Rosso, una volta fa venire le quaglie, una volta fa venire la manna, una volta fa venire l’acqua dalla roccia, ogni volta in modo diverso. Ma tutte le volte ci è chiesta fede. E ricordiamoci: per il fatto che non sappiamo come, questo non vuol dire che non accada. È questa la fede! Tu non sai come, tu non sai quando esattamente, ma succede, devi solo credere che nulla è impossibile per il Signore, nulla!

Allora Lui fa la promessa:

«Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».

Ecco, allora Sara negò:

«Non ho riso!»  

Incredibile!

perché aveva paura

Vedete, ricordiamoci che la paura fa parte della fede. Non è che avere fede vuol dire non avere paura, sentire la paura fa parte della fede. Se non senti paura che fede stai vivendo? Certo che uno sente il timore! Però si fida. Nonostante la paura, in virtù proprio della paura, si fida.  Dice: “Io ho paura e per questo mi fido”. Ma nel caso di Sara la paura diventa dubbio e diventa menzogna. Sara avrebbe dovuto dire: “Sì, ho riso!” Invece Sara nega: «Non ho riso»:

ma egli disse: «Sì, hai proprio riso».

Il Signore non si fa prendere in giro da nessuno e infatti lei avrà un figlio che si chiamerà Isacco. Voi direte: “Vabbè, cosa c’entra?” E no, centra! Isacco in ebraico si può tradurre con: “egli ride”. E quindi capite immediatamente il riferimento. Poi può essere tradotto anche come: “colui che ride”, oppure: “Dio sorride”. Quando io studiavo ebraico mi ricordo che il nostro professore ce lo tradusse dicendo che Isacco vuol dire “il sorriso di Dio”. Mi è piaciuta questa sua traduzione, non l’ho mai dimenticata. Allora Isacco, con il suo nome, sarà per sempre per Sara il simbolo del sorriso di Dio: Dio ti ha sorriso con la vita quando tu hai riso con il dubbio terribile che porta alla morte. Quel figlio sarà costantemente un simbolo per te, che ti ricorderà che non hai avuto fede, che tu non hai creduto e che tu hai riso di Dio. Il suo nome, tutte le volte che lo chiamerai ti dirà che tu hai riso di Dio. E questo nome ti ricorderà che Dio in Isacco sta sorridendo, perché?

Perché nulla è impossibile a Dio!

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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