Scroll Top

Il distacco – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.26

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Il distacco – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.26
Domenica 26 novembre  2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

PRIMA LETTURA (Ez 34,11-12.15-17)

Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a domenica 26 novembre 2023. Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal trentaquattresimo capitolo del libro di Ezechiele, versetti 11 e seguenti.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Iniziamo oggi con il capitolo ottavo.

CAPITOLO 8

Tratta del gran bene che si ha nel distaccarsi, interiormente, ed esternamente, da ogni cosa creata.

1 — Parliamo ora del distacco che dobbiamo avere. Praticato con perfezione, per noi è tutto.

Dico che per noi è tutto, perché aderendo soltanto al Creatore e nulla importandoci delle creature, Dio ci infonde tanta virtù, che se noi nella misura delle nostre forze, facciamo il possibile per acquistare la perfezione, non dobbiamo più combattere che assai leggermente, perché il Signore stende la sua mano in nostra difesa contro il demonio e contro il mondo. Credete forse, sorelle, che sia cosa da nulla consacrarsi interamente e senza riserva a Colui che è tutto? Egli è la fonte di ogni bene, e noi dobbiamo ringraziarlo senza fine per averci raccolte in questa casa, nell’unico intento di essere tutte sue.

Veramente non saprei proprio perché v’intrattenga su questo argomento, nel quale ognuna di voi mi può fare da maestra. Di questa virtù così importante, confesso candidamente di non avere la perfezione che vorrei e che sento mi converrebbe. Altrettanto si dica di tutte le altre di cui finora ho parlato, essendo più facile scrivere che metter mano all’opera. L’indovinassi almeno scrivendo!… Per poter parlare di certe cose, bisogna conoscerle per esperienza! E io, se ne parlo, dev’essere perché finora ho fatto tutto il contrario di quel che dico.

Allora, vediamo questo paragrafo primo: parla del distacco, che è tutto. Distacco che vuol dire: aderire soltanto al Signore e non fare caso alle creature; questo è il distacco. Il distacco vuol dire consacrarsi interamente, senza riserva, a Dio. 

Quindi, il distacco — lo ripeto — non è diventare orsi, non è diventare anaffettivi, non è diventare freddi, non è diventare acidi; il distacco non è trattare male gli altri. Non è questo il distacco. 

Il distacco è aderire a Dio, senza avere una sorta di debito verso le creature, che significa: senza che faccia fatica a vivere la mia vita se non ho il consenso, la stima, l’approvazione degli altri; oppure: che faccia tutto, nella mia vita, per avere il consenso, la stima, l’approvazione degli altri. Il distacco va a colpire queste cose, non il voler bene alle persone.

Il distacco comporta che io mi consacri interamente a Dio, senza riserve. E, guardate, questo vale per un religioso, per un sacerdote, per una suora, ma vale anche per un papà e una mamma. Tutti ci dobbiamo consacrare a Dio interamente, senza riserve. E tutti dobbiamo aderire a Dio, senza far caso a quello che pensano e dicono e fanno le creature. Questo vale per tutti.

Quindi non può mancare il ringraziarlo senza fine, per che cosa? Lei dice: “perché ci ha raccolte in questa casa”, io aggiungo: perché ci ha dato questa vita, perché siamo dove siamo, con le persone che siamo. 

Paragrafo secondo:

2 — Quanto all’esterno, qui siamo staccate da tutto: lo si vede. E io vi prego, sorelle, di considerare, per amore di Dio, il gran bene che Egli ci ha fatto nel chiamarci in questa casa. Ognuna di voi lo consideri in sé stessa. Qui non ve ne può essere più di dodici: eppure piacque a Dio che voi ne foste una.

Quante anime migliori di me prenderebbero volentieri il mio posto! Ma il Signore lo ha riservato a me che ero ben lungi dal meritarlo! Siate benedetto, o mio Dio! Le creature tutte vi lodino per me, poiché io non so ringraziarvi degnamente, non solo per avermi chiamata allo stato religioso — che è già un gran favore — ma neppure per i molti altri benefici che mi avete fatto. Essendo stata tanto cattiva, Voi vi siete fidato di me. Dov’ero prima, in mezzo a tante anime sante, le mie imperfezioni potevano star nascoste sino al termine della mia vita; perciò Voi mi avete condotta in questa casa, dove essendo così in poche, è impossibile che le mie mancanze passino inosservate, obbligandomi in tal modo, lontana da ogni occasione pericolosa, a star più attenta su di me. Ormai per me non vi sono più scuse, e sento il bisogno, Signore, che la vostra misericordia mi perdoni di tutto.

Il Signore chiama ciascuno di noi in modo singolare. Riserva un posto in quel luogo, in quello stato di vita, per ciascuno di noi; magari ci sono persone che lo meritavano di più, ma il Signore l’ha pensato per noi e lo ha dato a noi. Lo meritiamo? No, non lo meritiamo, però ciò non toglie che questo posto è nostro. 

Ho meritato di essere sacerdote? C’erano giovani migliori di me che potevano svolgere questo ministero? Certo, assolutamente, però, il Signore ha chiamato me. Qui ha chiamato me. E allora? E allora: sia Benedetto Dio!

Le creature tutte vi lodino per me…

È bello che gli altri lodino Dio a motivo nostro. Ed è anche bello che impariamo a stare attenti a noi stessi e a non avere più scuse; con molta franchezza.

3 — Ciò che molto vi raccomando, figliuole, è che se alcuna non si sente capace di osservare quel che si fa in questa casa, lo dica apertamente. Non mancano monasteri in cui servire Iddio in altro modo: ci vada, ma non turbi le poche monache che il Signore ha qui raccolte. Altrove le sarà permesso di consolarsi con i parenti, mentre qui, se viene ammesso qualcuno è solo per consolazione dei medesimi. La religiosa che per sua personale soddisfazione desidera d’intrattenersi con i parenti ed essi non sono dediti alla vita interiore, si ritenga per imperfetta, si persuada che non è staccata, che è ammalata nell’anima, che ha bisogno del medico, che non avrà mai pace perfetta e tanto meno libertà di spirito. Se non rinunzia a questo attacco e non guarisce, le dico che non è fatta per questa casa.

4 — Secondo me, il miglior rimedio per tali anime è che non vedano più parenti fino a quando non ne siano staccate. Domandino a Dio questa grazia con incessanti preghiere; e solo tornino a vederli quando ne sopporteranno le visite come una croce, perché allora non ne avranno alcun male e saranno di profitto agli stessi parenti.

Ecco, queste sui parenti sono indicazioni molto precise per le monache, però è anche vero che insegnano un po’ di sano distacco anche a noi. Va bene il legame di sangue — i cugini, gli zii, quello che è — però impariamo ad avere interiormente anche un sano distacco verso le persone, a non essere stravolti affettivamente. Quindi, anche saper dire dei no; alle volte bisogna saper dire di no. 

E poi l’altra cosa; lei dice: se qualcuno non si sente capace di osservare quel che si fa in questa casa, lo dica. Ecco, purtroppo questo non accade, accade raramente. Dillo chiaramente: ciò che si fa lì, io non riesco a farlo, io non riesco a viverlo, basta! E lei dice: guarda che ci sono tanti altri monasteri… non mancano monasteri dove si può servire Dio in un altro modo, cioè ci sono altri luoghi dove servire Dio — ci vada, ma senza creare turbamento qui — vai altrove, vai in altri monasteri, vai in altri luoghi. Ma non gettare scompiglio qui, perché tu qui non riesci a vivere. Non so se mi spiego: altrove potrai fare quello che desideri.

È importante, dobbiamo imparare a parlare con molta chiarezza, e a dire: io in questa casa non ci riesco a stare bene; va bene, vai altrove!

Ecco, penso che di indicazioni anche oggi ne abbiamo avute.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

Post Correlati