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Scelte ardite – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.9

L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati - San Manuel Gonzales Garcia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Scelte ardite – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.9
Giovedì 28 marzo 2024 – Giovedì Santo

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 13, 1-15)

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 28 marzo 2024. Oggi è Giovedì Santo.

Ricordo che c’è l’indulgenza plenaria per la recita pubblica, fatta con fede, del Tantum Ergo, che si canterà al momento della reposizione, quando si porterà la pisside all’altare della reposizione lasciando vuoto il Tabernacolo.

Poi ricordo, che chi partecipa alla Santa Messa in Cena Domini, non recita il vespero ma solo la compieta. Inoltre, ricordo che oggi c’è il triduo di ringraziamento a San Giuseppe, che è da recitarsi tutto intero per tre giorni consecutivi, ed è usuale farlo dal 28 al 30 marzo, cioè alla fine del mese a lui dedicato.

Penso proprio di avervi detto tutto. Io mi auguro che tutti voi possiate partecipare, dove vi trovate, a questa bellissima Santa Messa del Giovedì Santo; e, di tradizione, questa sera ovunque solitamente si fa l’Ora Santa, l’ora di adorazione all’altare della reposizione. Quindi gli appuntamenti di oggi sono due: la Messa in Cena Domini e poi l’adorazione — alla sera, dopo cena — all’altare della reposizione. Con oggi termina la Quaresima e inizia questo tempo del Triduo Santo.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal tredicesimo capitolo del Vangelo di san Giovanni, versetti 1-15.

Continuiamo la nostra meditazione del libro di San Manuel González, che mi sembra vada proprio bene per questi giorni così importanti, così densi. Siamo arrivati a pagina venti del libro, leggiamo:

La desolazione delle chiese vuote, come ebbe a constatare a Palomares del Rio, dove nessuno si fermava a visitare e a pregare anche brevemente davanti al Tabernacolo, lo rattristava immensamente. Non riusciva a comprendere perché le anime non approfittassero di quel tesoro di grazie che Dio aveva messo tanto vicino agli uomini. Questa dunque fu la missione di san Manuel all’interno della Chiesa: attingere dall’Eucaristia e diventare a sua volta Eucaristia per risvegliare il mondo e far riconoscere la presenza di Cristo nei Tabernacoli e portare consolazioni per due grandi sconsolati: il Tabernacolo e il popolo. «Il Tabernacolo desolato perché è rimasto senza popolo. E il popolo desolato perché è rimasto senza Tabernacolo conosciuto, amato e frequentato».

Ecco, siamo sempre a questo tema della desolazione delle chiese vuote, perché nessuno va a visitare e a pregare. Anche per poco, basta una visita di qualche minuto, basta una piccola visita e dire a Gesù: “Eccomi qui, sono qui e ti amo. Sono qui anche solo poco, per farti un saluto”. 

Poi san Manuel scrive: “c’e un tesoro di grazie nel Tabernacolo; perché le anime non ne approfittano?”. Forse, possiamo dire, perché le anime non ci credono veramente; le persone non credono forse veramente che lì ci sia Gesù Sacramentato. Quindi la missione di S. Manuel è far riconoscere la presenza di Gesù nei Tabernacoli, e riportare il popolo al tabernacolo. Proseguiamo:

I suoi lunghi momenti trascorsi in silenzio ad adorare Cristo presente nell’ostia consacrata diventavano per lui come dei colloqui tra l’amato e l’amante. Scriveva nel giugno 1937:

«Padre nostro, che la suprema ragione di quanto faccia o patisca, senta o consenta, dia o riceva, sia questa’, perché il Cuore di tuo Figlio mi ama e perché amo il Cuore del tuo Figlio».

Ogni azione, pensiero, desiderio dell’anima erano rivolti ad amare il Cuore di Cristo con un’intensità che lo condusse a non risparmiarsi nessun sacrificio. Per questo, la celebrazione della messa era il momento principale della sua giornata e intorno a essa ruotava tutto il suo mondo. Non era concepibile ai suoi occhi il sacerdote che non viveva intensamente una spiritualità eucaristica. Così, tra le molte cose che zelò durante il suo episcopato ci fu l’attenzione privilegiata per la formazione del clero. Senza un’adeguata preparazione e una solida vita interiore, per don Manuel sarebbe stato impossibile plasmare dei sacerdoti secondo il Cuore di Cristo. Da qui l’insistenza per il buon andamento e il funzionamento dei seminari. Don Manuel, anche sotto tale aspetto seguì attentamente le numerose istruzioni impartite da San Pio X al clero per la loro formazione. Don Manuel ebbe anche modo di incontrare di persona papa Sarto il 27 novembre 1912, accompagnando l’arcivescovo di Siviglia a Roma, il quale doveva ricevere la berretta cardinalizia; il nostro ebbe la gioia di poter incontrare il santo Papa e l’occasione di spiegargli la sua opera eucaristica e quanto stava facendo per le chiese abbandonate della Spagna.

Don Manuel trascorre lunghi momenti, in silenzio, davanti al Tabernacolo, e qui avvengono questi colloqui d’amore. Quindi, la suprema ragione di tutto ciò che fa, che patisce, che sente, che consente, tutto sia — dice san Manuel — “perché il cuore di Gesù mi ama e perché io lo amo”. Tutto era rivolto ad amare il cuore di Gesù, e questo lo portava a fare qualunque sacrificio. 

Capite quanto è importante la pratica dei Primi Nove venerdì del mese? Capite quanto è importante la pratica dei Quindici venerdì del mese, di don Tomaselli? Capite quanto è importante la devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù e al suo Cuore eucaristico? E tutte le catechesi che abbiamo fatto sul suo Cuore eucaristico? Capite? È questo!  Perché, se mettiamo al centro questo, mettiamo al centro tutto.

«La celebrazione della messa era il momento principale della sua giornata e intorno a essa ruotava tutto il suo mondo»; non era il peso della giornata, non era il “di più” della giornata, non era un intralcio della giornata, non era: “Vabbè, dobbiamo fare anche questo”, no.

Per don Manuel, il sacerdote doveva vivere intensamente una spiritualità eucaristica; per forza! Ecco tutto quello che abbiamo spiegato sul Cuore eucaristico di Gesù; ed ecco tutte le catechesi passate sull’Eucarestia. Vi ricordate i lunghi e i numerosi cicli di catechesi sull’Eucarestia vista da tanti punti di vista diversi: le Passiflore Eucaristiche; il mese di giugno dedicato al sacerdozio con Monsignor Fulton Sheen; i 60 giorni dedicati al tema dell’Eucarestia. Insomma, ne abbiamo fatti talmente tanti che adesso non me li ricordo neanche tutti. Vi ricordate: Un cardiologo visita Gesù, quel libro bellissimo sui miracoli eucaristici? Insomma, ne abbiamo fatte tante, tanto materiale; abbiamo fatto tanta strada insieme. Sicuramente sull’Eucarestia avete tantissimo materiale che potete sempre andare a riprendere.

E questa convinzione di san Manuel, lo porta ad un’attenzione privilegiata per la formazione del clero. Ci vuole una adeguata preparazione e una solida vita interiore per chi sarebbe diventato sacerdote. Segue le indicazioni San Pio X — questo papa tutto eucaristico — per la formazione, e poi lo incontra. 

L’altro grande amore di don Manuel fu la Vergine Maria, da lui venerata e amata fin da piccolo come la Madre affettuosa a cui ricorrere. Nel settembre 1938 scriveva: «Madre Immacolata, mettimi dentro al Tabernacolo e al Cuore di tuo Figlio e non lasciarmi uscire». — potrebbe essere la nostra preghiera — Su di Lei contava per realizzare quella immedesimazione in Cristo senza mai essere separato da Lui.

E io aggiungerei: e dobbiamo contare anche su San Giuseppe. Impariamo, dopo questo mese dedicato a lui, ad avere una devozione tenerissima verso San Giuseppe. Perché veramente è di grandissimo aiuto, insieme alla Vergine Maria, per condurci a Gesù, per insegnarci ad amare Gesù Eucarestia.

Nel settembre 1902 iniziò la sua attività di predicatore e per questo girò per alcune parrocchie dell’Andalusia. In particolare, venne chiamato a Villalba del Alcor per la festa della Vergine del Carmelo e due anni dopo, a Huelva per la novena del Sacro Cuore. Il 1° marzo 1905, l’arcivescovo Spinola y Maestre lo nominò vicario economo della parrocchia di San Pietro in Huelva, il suo primo incarico di responsabilità dopo l’ordinazione sacerdotale.

«A Huelva — scrive il Gori — trovò una situazione religiosa tristemente difficile. Il clima politico e sociale era teso e non di rado avvenivano aggressioni nei confronti dei sacerdoti. Gli anarchici fomentavano la rivolta e instillavano nella popolazione l’odio verso la Chiesa e i suoi rappresentanti. Le idee radicali caratterizzavano il dibattito politico e tendevano a far approvare delle leggi che istituissero il divorzio, il matrimonio civile, i funerali laici. Ogni parvenza di religione cattolica doveva essere annientata».

I politici di area repubblicana e liberale cercavano di portare avanti una campagna di diffamazione e di discredito nei confronti della Chiesa per diminuirne la presa sulla gente. Anche i protestanti, dalla roccaforte britannica di Gibilterra, attaccavano con la propaganda la Chiesa per sottrarle quanti più fedeli fosse possibile. Don Manuel iniziò il suo apostolato senza indugi: volle che la chiesa rimanesse aperta tutto il giorno, perché chi voleva potesse entrarvi. Impostò tutta la sua giornata al servizio della parrocchia. — Sentite: — Nei giorni feriali celebra va la messa alle 6.30 — non alle 9.00 — e la domenica alle 5.30. 

Che uno dice: “Ma scusami, ma se durante la settimana celebri la messa alle 6:30, alla domenica falla almeno alle 7:00, cioè, è il giorno in cui dormono tutti”. No, la domenica l’anticipa di un’ora; interessante eh!

Grande pedagogia dei santi: nei giorni feriali, messa alle 6:30, la domenica alle 5:30… grande pedagogia dei santi.

Cominciò a rimanere nel confessionale in attesa di qualche penitente e nel frattempo recitava l’Ufficio divino e adorava il Santissimo Sacramento. 

Vedete: non è che uno va in confessionale solo quando arriva il penitente! Non funzionava così, non c’era l’appuntamento, non c’erano gli orari. Lui stava in confessionale; andava in confessionale che non c’era nessuno, e restava lì senza che ci fosse nessuno. E lì cosa faceva? (“Cosa faccio in confessionale se non c’è nessuno?” — Tu comincia a starci) Recitava l’ufficio divino: pregava. Invece di stare in camera, in casa, a guardare la televisione, giocare al computer, guardare Facebook, non so che cosa, lui prendeva, scendeva in confessionale e stava lì a recitare l’ufficio. E poi: adorava il Santissimo Sacramento.

Non si risparmiò veglie di preghiera e di adorazione pur di far breccia nel cuore di tante persone — quindi vuol dire che faceva le veglie anche di notte — Implorò l’aiuto della Vergine Maria, di san Giuseppe e fece atti di riparazione al Sacro Cuore di Gesù. Tante suppliche ottennero la benedizione che smosse le anime a ritornare in chiesa.

Avete visto? Avete visto come si fa a riempire le chiese? Si fa con la santità; si fa con la “messa eroica” — potremmo dire così — celebrata presto, poi rimanendo in confessionale a recitare l’ufficio, ad adorare il Santissimo, a fare le veglie di preghiera notturne, a fare le adorazioni, poi a supplicare la Vergine Maria e San Giuseppe — come vi ho detto prima — e poi il Sacro Cuore di Gesù, sempre questo; alla fine succede qualcosa.

Ecco, ci fermiamo qui. Domani vedremo un episodio di irriverenza ed ignoranza che lo colpì profondamente. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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