Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: «Sacratissimo Cuore di Gesù, 4ª e ultima parte»
Venerdì 16 giugno 2023 – Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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VANGELO (Mt 11, 25-30)
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a venerdì 16 giugno 2023. Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù.
Oggi ricordiamo anche la canonizzazione di Padre Pio da Pietrelcina.
Due date molto belle, importanti, e oggi vogliamo proprio vivere bene questa giornata in onore del Sacratissimo Cuore di Gesù. È veramente importante che sia così, dobbiamo essergli grati per tutto. Non solo per quello che riceviamo da Lui, che è tantissimo, ma soprattutto per quanto ci ama e, purtroppo, noi ne siamo poco consapevoli.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo undicesimo del Vangelo di San Matteo, versetti 25-30.
È proprio Gesù che ce lo dice:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro… imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita».
Quanto abbiamo bisogno di ristoro, tutti! Di riposo, di liberazione, di pace, di serenità. Ecco il Signore ci dice: «Venite a me, venite al mio cuore».
Continuiamo il triduo di preparazione che abbiamo fatto e oggi lo concludiamo con la solennità del Sacratissimo Cuore, concentrandoci sulla “Terza grande rivelazione”.
Scrive Santa Margherita Maria Alacoque:
LA TERZA GRANDE RIVELAZIONE
Una volta mentre ero davanti al SS.mo Sacramento, (era un giorno dell’ottava del «Corpus Domini») — vedete, accade sempre davanti al Santissimo Sacramento — ricevetti dal mio Dio grazie straordinarie del suo Amore; mi sentii spinta dal desiderio di ricambiarlo e di rendergli amore per amore.
Ecco, questo è quello che dovremmo fare noi, amore per amore: “amor con amor si paga”; amore per amore.
Egli mi rivolse queste parole: «Tu non puoi mostrarmi amore più grande che facendo ciò che tante volte ti ho domandato». Allora scoprendo il suo Divin Cuore mi disse:
Ma voi vi immaginate la scena? Voi vi immaginate questa situazione? Lei che è davanti al Santissimo Sacramento, appare Gesù e le dice: «Non puoi mostrare amore più grande che facendo ciò che tante volte ti ho domandato». E quindi le scopre il Cuore.
Ma io vi domando: in questo mondo dove la nudità — e anche tutta la sfera della genitalità — è così banalizzata, così usata male, così offesa, così volgarizzata, così esposta al pubblico, quando mai ci è capitato che qualcuno per dirci qualcosa, per comunicarci qualcosa, scoprisse il suo cuore per noi? Guardate che è un gesto fortissimo! Noi ormai siamo abituati a leggere queste cose, ma non dovremmo mai abituarci a leggere queste cose. Vedere il Signore che scopre il Suo Cuore davanti a noi, che mostra il Suo petto… guardate è un gesto potentissimo! Tanto potente che, probabilmente, non l’abbiamo mai visto in vita nostra, e mai nessuno l’ha fatto per noi. Siamo abituati alla nudità senza proprio ritegno, senza pudore, ma non siamo abituati a gesti così dignitosi, così intimi, così profondi, così belli, e anche così simbolici.
Ed ecco cosa le dice scoprendo il Suo Divin Cuore, e non solo lo mostra, ma adesso lo indica:
«Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini…
Io credo che, veramente, se non fosse per una grazia particolare del Signore, nel vedere una scena del genere uno muore, muore! Muore di stupore, muore di bellezza, muore di incanto, muore… muore! Perché poi il cuore lo vedi pulsare! Non vedi un disegno come siamo abituati noi a vedere, vedi quel cuore che pulsa, vedi quel cuore incendiato dalle fiamme della carità divina, capite?
«Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e che nulla ha risparmiato fino ad esaurirsi e a consumarsi per testimoniare loro il suo Amore.
Il Cuore di Gesù non ci ha amati un pochino, non ci ha amati fino a un certo limite, il Cuore di Gesù ci ha amati esaurendosi, consumandosi per testimoniare il Suo amore per noi. Sono parole di Gesù che, applicate al figlio di Dio, son potenti! Gesù ci sta dicendo: “Il mio cuore si è esaurito, il mio cuore si è consumato nell’atto supremo della testimonianza del mio amore per te”. Pensiamo all’Eucarestia, pensiamo alla Croce… che cosa di più ancora? Non c’è niente di più!
Adesso sentiamo bene cosa dice:
In segno di riconoscenza, però…
Già questo “però” ci fa tremare. Perché ovviamente Lui si aspetta una riconoscenza. Se uno mi ama fino ad esaurirsi, a consumarsi, capite che il minimo che si aspetta è la riconoscenza.
In segno di riconoscenza, però, non ricevo dalla maggior parte di essi che ingratitudini — terribile questa cosa — per le loro tante irriverenze, — sta parlando dell’Eucarestia ovviamente — i loro sacrilegi — state attenti — e per le freddezze e i disprezzi che essi mi usano in questo Sacramento d’Amore.
Vedete? L’Eucarestia! Sta parlando dell’Eucarestia. Parlare del Cuore di Cristo, parlare dell’amore di Gesù, vuol dire parlare dell’Eucarestia, vuol dire parlare del Suo “Cuore Eucaristico”, di cui abbiamo parlato tantissimo negli anni scorsi. Poi, più avanti in questo mese di giugno, celebreremo la festa del “Cuore Eucaristico di Gesù”.
Quindi capite quando Lui dice all’inizio:
«Tu non puoi mostrarmi amore più grande che facendo ciò che tante volte ti ho domandato»
Lui adesso sta proprio spiegando, sta mettendo le basi che reggono tutto il tema della riparazione, tutto il tema della consolazione, tutto il tema della sofferenza vicaria, tutte cose quasi praticamente sparite oggi, però sono queste! Sparite da coloro che non sono piccoli! Ricordate il Vangelo che abbiamo appena letto?
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli…»
Ecco, tutti coloro che “non sono piccoli” non capiscono queste cose. È come parlare russo con un cinese. Solo i piccoli riescono a comprendere queste cose. I sapienti e i dotti di questo mondo, ovviamente, non ne capiscono niente, anzi le disprezzano.
Quindi Gesù dice: “Dalla maggior parte degli uomini come riconoscenza io cosa ricevo? Ingratitudine! Attraverso le loro irriverenze”. Cioè, attraverso la mancanza di riverenza verso l’Eucarestia.
Questo comportarsi in chiesa come se fossi a casa mia, come se fossi a teatro, al cinema. Questo passare davanti al tabernacolo, davanti all’Eucarestia esposta, senza nessun atto di vera devozione eucaristica. Genuflessioni: sparite. Essere in ginocchio: sparito. Sì, c’è ancora qualcosa, ma…
Poi uno dice: “Eh ma non è che l’amore per il Signore si deve per forza manifestare stando in ginocchio o facendo la genuflessione!”. No, ma tu conosci un altro corpo, tu hai un altro corpo, tu hai un’altra manifestazione della tua anima? Io non vedo le anime delle persone che camminano! Voi vedete le anime che camminano? No! Io vedo i corpi. Io vedo corpi che camminano, non le anime. Noi abbiamo un corpo per dire quello che abbiamo nel cuore. Se io faccio un sorriso dico qualcosa, se io faccio uno sguardo severo dico un’altra cosa. Se io piango dico una cosa, se io rido dico un’altra cosa. Se io mi siedo sto dicendo qualcosa, se io mi alzo sto dicendo qualcosa. Noi abbiamo un corpo che parla per la nostra anima. Quindi finiamola con questi riduzionismi per cui: “Ah no vabbè, ma tanto…”.
Vallo a dire a una ragazza, a un ragazzo innamorato che viene lì e ti fa una dichiarazione d’amore e tu ti metti a ridergli in faccia! Ma poi gli dici: “No, ma guarda che non è importante perché tanto il mio corpo… non contano queste cose, conta quello che ho dentro io”. No, un momento!
Sono fidanzato, arriva la mia fidanzata e mi trova abbracciato ad un’altra e io le dico: “No, ma stai tranquilla, non conta niente, questo è solo il mio corpo! Non è importante se abbraccio Tizio, Caio o Sempronio o se bacio Tizio, Caio e Sempronio. Non è importante! Quello che conta è quello che ho nell’anima, e tu sai che nella mia anima io ti amo tantissimo”. Questa qui mi guarda e mi dice: “Ah sì! Bene, vallo a raccontare ad un’altra, ti saluto”. Giustamente, capite? Giustamente! Perché vuol dire che siamo un po’ schizofrenici se portiamo avanti queste idee.
Quindi, ingratitudine per le irriverenze, i sacrilegi… e qui ci sarebbe da aprire un mondo… Le Comunioni fatte non in grazia di Dio, in stato di peccato grave, senza nessuna preparazione; l’Eucaristia ricevuta in modo indegno, in modo distratto… ce ne sono talmente tante, guardate… Frammenti dispersi, particole cadute per terra, particole profanate, particole rubate. Di tutto! Di tutto!
freddezze e disprezzi…
Anche il modo in cui uno va a ricevere l’Eucarestia… Se andasse a ricevere il biscotto della fortuna o un bacio Perugina, lo gestirebbe in un modo molto più attento, molto più trepidante, molto più caloroso. Poi ricevono la Comunione e cosa fanno? Tornano al posto masticandola come se fosse un chewing gum. Perché è grossa la particola… È spessa… Come se avessi mangiato un filone di pane, capito? Quindi prendono una particola, ricevono una particola — si è meglio dire “prendono” perché c’è poco del “ricevere” in quel gesto — se ne tornano al posto masticandola come un chewing gum e poi si siedono. E poi si prendono in mano il loro bel libro dei canti e si fanno una bella cantata. Manca solo che digerisco e siamo a posto. Tra quello e la sagra della salamella non c’è molta differenza…
Chissà se San Domenico Savio, se San Giovanni Maria Vianney, se San Pio da Pietrelcina — del quale oggi festeggiamo l’anniversario di canonizzazione — se Santa Teresa d’Avila… Boh! Se io penso agli scritti di Santa Teresa d’Avila, a cosa scrive sull’Eucarestia, cosa scrive lei della sua esperienza mistica del giorno della Domenica delle Palme… Dico solo questo! Solo questo! L’esperienza mistica che ebbe Santa Teresa d’Avila nel giorno della Domenica delle Palme inerente al Sangue di Cristo. Io dico solo questo! A buon intenditor, poche parole.
Tutto questo cosa c’entra? In che rapporto sta con quello che facciamo poi noi? Non sta! Non sta! Perché i santi hanno avuto un altro tipo di rapporto col Signore e con l’Eucarestia. Andate a leggere cosa scrive Santa Teresa d’Avila su come bisognerebbe comportarsi davanti ai tabernacoli! «Freddezze e disprezzi». Si! Si vede freddezza, si vede freddezza!
Che belli, che sono i bambini quando… mi ricordo quando facevo il catechista di prima, seconda e terza elementare, bellissimi! Gli anni più belli! E vedere questi bambini che una volta che gli spiegavi bene che cos’era l’Eucarestia, che cosa c’era nel tabernacolo, vedere come entravano in silenzio, raccolti, facevano tutti bene il segno di croce con l’acqua benedetta, poi andavano nelle loro panche, facevano la genuflessione e poi si mettevano in ginocchio con le manine congiunte, lì tutti raccolti a salutare il loro Gesù, bellissimo! Uno sta lì, si siede, li guarda e dice: “Dai, Gesù, oggi mi concedo cinque minuti di Paradiso anch’io! Mi siedo e sto lì a guardare, la mia preghiera oggi è guardare questi bambini che pregano, che Ti pregano in questo modo, bellissimo!”. Poi magari arrivavano le bambine con il fiorellino che avevano raccolto per Gesù. Oppure i bambini, un po’più “rustici”, non avevano in mano il fiorellino, ma magari qualcuno arrivava con la macchinina e diceva: “Eh, questa è la mia macchina preferita e ho pensato di venire da Gesù a regalargliela”. Ma delle cose…
E i «disprezzi»! Perché c’è un comportamento che dice anche disprezzo.
Ma ciò che più mi amareggia è che ci siano anche dei cuori a me consacrati che mi trattano così»
Ecco, questa cosa credo che possa reggerla solo Gesù. Non a caso quando Padre Pio si offre vittima per la santificazione dei sacerdoti riceve le stigmate, non a caso! Ecco che dei cuori consacrati, religiosi, sacerdoti o religiose, che si comportino così con l’Eucarestia, vabbè… mi verrebbe da dire che è una porta che è meglio non aprire. Perché la gravità è talmente incalcolabile che non c’è niente da dire. C’è solo da piangere, c’è solo da pregare e c’è solo da riparare. E amare noi “al quadrato”.
Adesso sentiamo:
Per questo ti chiedo che il primo venerdì dopo l’ottava del “Corpus Domini” sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore — ecco, esattamente oggi: la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù — ricevendo in quel giorno la santa comunione — quindi andando a messa — e facendo un’ammenda d’onore per riparare tutti gli oltraggi ricevuti durante il periodo in cui è stato esposto sugli altari.
Vi rendete conto? È incredibile… Il Signore chiede che noi facciamo la comunione oggi e l’ammenda d’onore. Adesso non sto qui a leggervela perché il tempo è tiranno, comunque la troverete sicuramente sul sito, la pubblicheranno anche sul canale Telegram; quindi, state tranquilli che trovate l’ammenda d’onore. Vi consiglio da oggi di recitarla tutti i venerdì, quando andate a messa. Fate la comunione e nel tempo di ringraziamento consiglio a tutti di recitarla ogni venerdì, non semplicemente il giorno del Sacratissimo Cuore di Gesù, perché se Gesù desidera quel giorno, evidentemente è una preghiera che ci tiene che venga recitata spesso. Siccome il venerdì è il giorno un po’consacrato alla Passione di Gesù (i Primi Nove venerdì del mese, il primo venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, torna sempre il venerdì come giorno consacrato al Cuore di Gesù), quindi il venerdì non ci costa recitare l’ammenda d’onore, no? — «per riparare tutti gli oltraggi ricevuti durante l’esposizione Eucaristica». Ecco, durante l’esposizione Eucaristica!
Io ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per effondere con abbondanza le ricchezze del suo divino Amore su coloro che gli renderanno questo onore e procureranno che gli sia reso da altri».
Ditemi se non è bellissimo! E poi non solo, aggiungo: ditemi se non ci è richiesto di corrispondere nel modo più ampio possibile a questa richiesta di Gesù. Tra l’altro, ricordiamoci che se quest’ammenda d’onore è recitata pubblicamente ottiene indulgenza plenaria. Mettetevi insieme a qualcuno, trovatevi tre o quattro amici o amiche, andate in chiesa e recitatela insieme; non urlandola, ma a voce un po’ che si senta. Oggi si può ottenere indulgenza plenaria, quindi ne vale proprio la pena.
Tra l’altro, già che ci sono, vi dico che celebreremo la festa del Cuore Eucaristico di Gesù giovedì 22 giugno, così già lo sapete. E quindi recitiamo questa bellissima preghiera insieme. E cerchiamo oggi, attraverso il salterio di Gesù di Maria, attraverso qualche sacrificio, qualche penitenza, di rendere omaggio a questo Cuore che si è esaurito, consumato per noi, come dice Gesù.
E allora come vi ho promesso ieri, oggi vi voglio fare un regalo, perché siete bravi. Questo regalo è una preghiera. È una preghiera che non ho scritto io, mi sarebbe piaciuto scriverla io, ma non l’ho scritta io. L’ha scritta un giovane tanto innamorato del Sacro Cuore di Gesù e di Gesù. È una preghiera brevissima, scritta in ebraico — quindi proprio con le espressioni di Gesù e la lingua di Gesù — che prende delle espressioni dal Cantico dei Cantici, dal Salmo 118, dal Salmo 94 e da altri salmi. Quindi sono tutte parole della Scrittura. Sapete, ci sono giovani che sono anche amanti della cultura, dello studio, a questo mondo esistono veramente persone belle, molto belle, ve l’ho sempre detto. E quindi vi leggo questa preghiera. Ve la leggo corretta, cioè ve la leggo con tutti gli accenti e tutto quanto. Non è necessario scriversela nell’alfabeto ebraico, potete scrivere esattamente come io ve la leggo e farla diventare la vostra preghiera del cuore. Prima ve la leggo in ebraico e dopo ve la traduco. Quindi vedete, dalla Scrittura si possono tirare fuori delle cose bellissime, veramente. Allora:
Libì, dodì, malkì,
Elì Elì Adonì,
Lekà Anì
Sentite che dolcezza che c’è in queste parole. Ti innamorano solo a sentire l’armonia del loro suono. È talmente bella che ti vien voglia di continuare a recitarla; poi potete insegnarla anche ai vostri bambini, ai vostri ragazzi, perché è brevissima.
Sentite la traduzione:
Cuore mio, mio amato, mio re,
mio Dio mio Dio Signore mio,
sono Tuo
Bellissima! Oggi proprio dovremmo ripeterla fino ad esaurirci, come dice Gesù, — vedete che Gesù usa queste espressioni bellissime, radicali — dovremmo ripeterla fino ad esaurirci, questa preghiera del cuore.
Pensate anche al giorno della nostra morte, morire pronunciando queste parole — a parte che non le capisce nessuno, pensano che stiamo delirando, vabbè, fa niente — morire con queste parole sulla bocca, nel cuore; e poi è bello, perché se voi recitate questa preghiera non la capisce nessuno, se non quelli che ascoltano le omelie di padre Giorgio, ma sennò non la capisce nessuno. Uno dice: “Cosa sta dicendo questo qui? Libì, dodì, malkì, Elì Elì Adonì, lekà Anì… cosa sta dicendo? È impazzito!”. No, invece è una preghiera fatta con parole ebraiche prese direttamente dalla Scrittura. Questa è solo Scrittura, qui c’è dentro solo ed unicamente la Scrittura, non c’è niente che non sia della Scrittura. Bellissima. Ma poi sentite la dolcezza di queste parole, anche uno che non sa la traduzione rimane catturato. E poi può diventare un po’ la nostra preghiera “segreta”. Sapete che tra due amanti ci sono sempre delle espressioni un po’ intime, un po’ segrete, tipiche di loro due, che nessun altro deve sapere o conoscere, perché dicono proprio il loro amore, il loro passato, il loro presente, la loro storia d’amore. Quindi ci sono dei modi, dei vezzeggiativi che si usano tra innamorati. Ecco, questa potrebbe proprio diventare la nostra preghiera del cuore e io ve lo auguro di tutto cuore. E questo è il mio piccolo regalo, io l’ho gradito molto quando mi è stato fatto, e credo che anche voi lo gradirete tanto.
E concludo con la grande Promessa che abbiamo già visto, ma ve la leggo:
«Io ti prometto, nell’eccesso della misericordia del mio Cuore, che il mio amore onnipotente concederà la grazia della penitenza finale — guardate che è un dono incredibile! — a tutti coloro che si comunicheranno il primo venerdì del mese, per nove mesi di seguito. Essi non morranno nella mia disgrazia, né senza avere ricevuto i Santi Sacramenti e, in quegli ultimi momenti, il mio Cuore darà loro un sicuro asilo»
Guardate, io ho avuto tante esperienze di questa verità. Le persone devote al Sacro Cuore di Gesù, che avevano fatto i Primi nove venerdì del mese, tutte quelle che io ho conosciuto, sono tutte morte con il conforto dei sacramenti. L’ho potuto vedere con i miei occhi. Veramente, hanno tutte avuto la grazia di morire con il conforto della Confessione, dell’Unzione degli Infermi e della Comunione, tutte, tutte. Guardate che Gesù mantiene le sue promesse!
E prima della benedizione, mi permetto di chiedervi anche io un regalo. Ecco, vi chiedo oggi alle 9:00 una preghiera particolare, specialissima, perché questa mattina dalle ore 9:00 alle 10:30 sosterrò la mia difesa dottorale. Concluderò questo mio percorso durato tre anni — molto impegnativo, molto intenso, molto duro — e sarà la conclusione di tutto il mio iter di studio, di tutta la mia carriera accademica, diciamo così, di studente. Dopo questo non c’è più niente, basta, finita! Sono sicuro che non avrò più altri esami! Ecco, vi chiedo una preghiera specialissima.
Non ho scelto io questa data, come vi ho detto un po’ di tempo fa, mi ero completamente dimenticato che a giugno c’era anche la solennità del Sacro Cuore di Gesù, me l’ero già segnato ma non l’avevo in testa. La data è stata scelta dai professori, sono stati loro a dire: “Abbiamo scelto il 16 di giugno!”. E quando ho scoperto che era il Sacratissimo Cuore di Gesù, potete immaginarvi cosa ho pensato e provato dentro di me! Io sono felicissimo che la data della mia difesa dottorale corrisponda esattamente con questa solennità. Per me già questo è un dono immenso. Ecco, io vi chiedo una preghiera speciale in questa ora e mezza, dalle 9:00 alle 10:30, perché il Sacro Cuore di Gesù mi sia di aiuto, di conforto, di incoraggiamento, di sostegno, di luce. E poi anche per i professori. È un impegno per me dover fare questa difesa; si chiama “difesa”, non si chiama “discussione”, si chiama difesa perché dovrò difendermi. Cioè la logica è che si viene attaccati — ma è così che funziona — nel senso che tu devi difendere la tua tesi dottorale per mostrare che ha una robustezza, per mostrare che ha una sensatezza. Quindi i professori saranno lì per dire: “Vediamo se è proprio vero che è così interessante, che è così robusta, che sta in piedi, che è fatta bene”. Quindi per provarlo come si fa? Si attacca! Non c’è altro modo. Ecco solo che sarò lì io, povero asino, con tutti questi professoroni che attaccheranno da ogni parte!
Però sono molto fiducioso, non ho paura, credetemi, non ho paura, vado molto sereno a compiere quest’ultimo passo, poi adesso che è il Sacro Cuore di Gesù, non potrei aver paura di sicuro. Ecco, però una preghiera la chiedo, perché comunque è un momento delicato, che richiede tanta concentrazione e tanta attenzione, tanta presenza a sé stessi, che richiede anche di capire bene le domande — perché capite non è facile anche questo — e di riuscire ad organizzare in pochi secondi una risposta articolata, altrettanto difficile.
E poi una preghiera anche per i professori, perché comunque ritengo che essere lì per un’ora e mezza e dover interrogare qualcuno, non è facile neanche questo, non è facile.
Ecco, quindi, io l’affido a voi, sono sicuro che mi sarete vicini e, come vi ho promesso, appena avrò un attimo di tempo quando sarà concluso il tutto — sapete, poi ci sono i saluti, le foto — appena possibile manderò un vocale, perché non credo che riuscirò a scrivere, manderò un vocale, magari anche brevissimo, ma comunque lo mando, su Telegram, per dirvi un po’ com’è andata. Ecco, quindi credo che proprio entro mezzogiorno riuscirò a mandarvelo.
Davvero, vi ringrazio e… pregate per me.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.