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Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe, parte 19

Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe” di mercoledì 19 ottobre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

VANGELO (Lc 12, 39-48)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

Audio della meditazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 19 ottobre 2022.

Oggi ricordiamo in modo particolare San Paolo della Croce, sacerdote.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo dodicesimo del Vangelo di san Luca, versetti 39-48.

Solo un piccolo dettaglio che, quando capita, vi segnalo. Pietro domanda: “Signore, questa parabola la dici per noi o per tutti?” E Gesù non risponde direttamente: la risposta a questa domanda sarà verso la fine quando dirà: “Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà…”. Questo per dirci che ci sono domande che non sono veramente importanti. 

La prima frase nella riflessione di Gesù era molto importante e invitava a stare sempre pronti e a vigilare… che cosa conta sapere se la parabola sia ‘per noi o per tutti’? Che domanda è? La risposta diretta a questa domanda che cosa cambierebbe circa il contenuto? Non cambierebbe niente! C’è un contenuto che supera una domanda del genere che, invece, avrebbe dovuto riguardare il contenuto della riflessione di Gesù: l’invito a vegliare, alla prudenza, all’essere sempre pronti all’arrivo del Figlio dell’Uomo.

Noi, in realtà, perdiamo spesso i contenuti concentrandoci a fare domande inutili su dettagli; questo significa che non abbiamo capito nulla. E Gesù dà una risposta che nulla ha a che fare con la domanda di Pietro che, anzi, viene superata con un contenuto ancora più profondo.

Ci sono domande che devono restare domande e questo richiede una grande ascesi, una grande presenza a se stessi, un grande discernimento; poi ci sono domande cui, magari, si deve rispondere in modo indiretto. Non per il fatto che uno formula una domanda si deve per forza rispondere, perché la domanda potrebbe essere fuori luogo: hai chiesto una cosa fuori luogo, una cosa che non ti compete sapere, una cosa inutile…

Quando frequentavo le medie erano frequenti le domande legate alla pigrizia mentale e la mia professoressa di matematica, bravissima, un giorno disse: “Bene, ragazzi, adesso è giunto il tempo di fare un passo in più, quindi, prima di farmi una domanda, pensateci bene: se sarà una domanda inutile, la riposta che avrete sarà il compito di svolgere dieci problemi in più per la lezione successiva”. Abbiamo iniziato a fare meno domande e a fare domande pertinenti: abbiamo cominciato a fare i conti in tasca distinguendo tra domande alle quali solo la professoressa era in grado di rispondere e domande inutili legate al fatto che non fossimo stati attenti, che non avessimo cercato bene la riposta sul libro… perché dieci problemi o dieci esercizi in più non sono poca cosa. Le domande continuavano a esserci, ma erano assolutamente pertinenti.

Proseguiamo con la lettura del nostro libro sul beato Alano; ogni tanto menziono don Roberto Paola che è un po’ l’autore di tutta la ripresa del beato Alano, di tutta la tematica del Salterio e mi sembra giusto farlo, anche se dall’inizio ho indicato tutte le mie fonti tributandogli tutto l’onore e la riconoscenza possibili per tutto il lavoro che ha svolto che è stato veramente enorme, immane, oltre che stupendo, rigoroso ed encomiabile. Ecco: ogni tanto torno a nominarlo e lo nominerò soprattutto tra qualche giorno quando mi dedicherò a un intervento ben preciso a proposito di un suo lavoro fondato su ricerche rigorose e puntualissime, un lavoro scientifico, intellettualmente onesto e fondato su fonti indiscutibili. A leggere lavori così, mi vien da dire che al mondo ci sono sacerdoti veramente bravissimi che fanno veramente tanto bene alle anime e sicuramente don Roberto Paola è uno di questi: ringraziamo dunque il Signore e preghiamo la Vergine Maria per lui.

Siamo arrivati al capitolo undicesimo.

Rivelazione sul Vessillo della salvezza o della dannazione.

Era questo il particolare modo del Novello Sposo di recitare l’Angelica Salutazione: 

Ave Maria, o Misericordiosissima, per noi divenuta Vergine Madre di Dio, piena di Grazia, il Signore è con te, Benedetta tu tra le donne, e Benedetto il Frutto del Seno tuo Gesù Cristo: uomo vero e vero Dio, nato per i peccatori, che ha patito, è risuscitato ed è onorato nei Sacramenti, il quale, o Vergine, hai concepito per mezzo dello Spirito Santo, quando a Gabriele hai risposto questa parola molto umile: Ecco l’Ancella del Signore, avvenga a me secondo la tua parola. Amen.”

Bellissima: un’Ave Maria un po’ diversa da quella a cui noi siamo abituati.

Talvolta apparendo a lui, la Beata Vergine Maria raccomanda che la detta formula a lei è molto gradita: poiché in essa sono contenute pressoché le altrettante pregiate ed eccellenti perfezioni della Madre di Dio, quante sono le parole riportate. Infine la Santa termina con queste parole, dicendo: “Dolce Sposo, adesso ti spiegherò il segreto della divina Provvidenza.

Attenzionedrizziamo bene le orecchie perché adesso la Vergine consegna il segreto della Divina Provvidenza: qual è? Ascoltiamo le però le stesse parole della Vergine Maria.

Sappi, e con sicurezza comprendi, ciò che tu, agli altri, devi anche manifestare senza indugio:

e anche io vi comunico senza indugio l’ordine della Vergine Maria…

ciò che è segno probabile e vicino alla dannazione eterna: avere in orrore, provar noia e trascurare la Salutazione Angelica, capace di rinnovare tutto il mondo. 

Non so se abbiamo capito bene… Che cosa è ‘segno probabile e vicino alla dannazione eterna’ secondo la Vergine Maria? 

avere in orrore, provar noia e trascurare la Salutazione Angelica, capace di rinnovare tutto il mondo”. 

Quindi capite che il Salterio è un esame di coscienza, ma lo è anche la recita dell’Angelus che, sapete, dovremmo avere l’abitudine di recitare alle ore 8, 12 e 20.

Ricordate? Angelus Domini nuntiavit Mariae

Io mi sono messo le sveglie a quelle ore e, quando suonano, mi parte non la musica degli uccellini, ma l’Angelus recitato da Padre Pio e scaricato da YouTube come altre preghiere da lui recitate, ad esempio la preghiera alla Vergine Maria al termine della adorazione. Dura in tutto sei minuti. In un giorno cosa sono sei minuti?

“…la Salutazione Angelica, capace di rinnovare tutto il mondo”… E noi che siamo qui che parliamo del futuro, le guerre, le tragedie…abbiamo passato due anni in cui abbiamo parlato solo di tragedie e catastrofi! Ma perché, invece di fare tutti questi discorsi noi non usiamo il tempo per recitare il Salterio di Gesù e Maria? Perché, invece di prendere in mano WhatsApp e i vari social perdendo il tempo a mandare messaggini qui e là, non prendiamo in mano il Rosario per recitare il Salterio di Gesù e di Maria? Almeno uno al giorno!

segno probabile e vicino alla dannazione eterna: avere in orrore, provar noia e trascurare la Salutazione Angelica, capace di rinnovare tutto il mondo”.

Ci sono persone che hanno in odio il Rosario! Come è possibile? Sembra una cosa impossibile che un cristiano cattolico abbia in odio il Rosario, ma la Vergine Maria dice che hanno in orrore il Santo Rosario: non lo possono vedere o sentire, stanno male… non hanno con sé la Corona che dovremmo tutti avere con noi per recitare il Rosario quando abbiamo un po’ di tempo.

Un amico sacerdote mi diceva che quando tira fuori la Corona del Santo Rosario e inizia a recitarlo, torna a sentire i gusti e i sapori del tempo passato, quando aveva la santa abitudine di recitarlo andando a scuola, andando in bicicletta… il sapore antico, i gusti spirituali belli che ritornano. Cerchiamo di non avere neanche noia… e neppure di trascurare, come quando diciamo: “Adesso l’Angelus no…” Perché no? Vi ho spiegato come nasce l’Angelus e come esso sia un atto di grande riconoscenza alla Vergine Maria per averci liberato da… in un certo periodo! Non fatemi domande se no vi assegno dieci esercizi di matematica da fare… sono tutte cose già dette! Adesso poi abbiamo —anzi hanno, io non ho fatto un bel niente — rifatto il sito dove trovate un motore di ricerca stupendo nel quale inserire la parola chiave e vi viene fuori il mondo, quindi non ci sono più scusanti…

avere in orrore, provar noia e trascurare

Prima si parte con il trascurare, poi viene la noia e poi l’orrore, dunque non dobbiamo iniziare dal trascurare il Santo Rosario. Ci sono persone che hanno in odio il nome ‘Maria’, pensate voi… potrei raccontarvi una storia su questo, ma non posso… forse un giorno ve la racconterà un altro… Non so come si possa arrivare ad avere in odio il nome ‘Maria’, al punto di volerlo strappare dal proprio nome… terribile.

Prosegue la Vergine Maria:

Per chi poi ha questa devozione, essa sarà il segno grandissimo della disposizione e della designazione alla gloria. 

Per questo, chi mi si rivolge con questa Salutazione, mi si rivolga sempre: fino a che non giunga presso di me in Paradiso.

Come vi dicevo, sarebbe bello avere con noi il Rosario e chiedere alla Vergine Maria una grazia: “Vergine Maria, concedimi la grazia di morire avendo almeno qualche minuto, sufficiente per poter mettere la mano nella mia borsa per prendere il Rosario e morire avendolo tra le mani recitandolo!” Io credo che questa grazia valga la vita: che grazia immensa morire con la Corona in mano e recitando il Rosario! 

Per questo motivo io tengo la Corona del Rosario in una tasca in cui la troverei anche se fossi cieco, anche se stessi per perdere conoscenza.

E ancora: visto che è il segno grandissimo della disposizione e della designazione alla gloria, teniamo questa Corona e diffondiamola! Cercate di diffondere il libro, il sito di don Roberto Paola, queste meditazioni: non è bello promuovere se stessi, ma, credete, magari qualcuno non ha mai sentito queste cose e si rammarica di non averle sapute prima. 

Adesso iniziamo il capitolo dodicesimo.

Rivelazione di Gesù, sulla inesprimibile Passione di Gesù Cristo.

Il Salterio della SS. Trinità, conforta meravigliosamente la coscienza smarrita: 

questa è una cosa che basta farla e la si prova…

dirige chi è nell’errore, e conferma colui che si perfeziona, mediante i Meriti di Nostro Signore Gesù Cristo e della Beatissima Vergine Maria, poiché questi Meriti adornano le coscienze dei fedeli con i fiori delle virtù, e le fecondano con i frutti dei doni dello Spirito Santo. Onde narro un soavissimo e mirabile esempio, rivelato ai nostri tempi.

Ricordiamo di diffondere il Salterio di Gesù e Maria; tra l’altro ho visto che sul sito di don Roberto Paola, ad un prezzo veramente minimo, si può acquistare il Salterio di Gesù e Maria già fatto e pronto con le centocinquanta Ave Maria.

Il Salterio della SS. Trinità, conforta meravigliosamente la coscienza smarrita…

Chi di noi, a volte, non si sente un po’ smarrito? Invece di andare dall’amica del Cotton Club o dall’amico del girone del calcio, perché non prendiamo in mano il Salterio, il quale “dirige chi è nell’errore, e conferma colui che si perfeziona”. Se sei nell’errore, ti strappa via dall’errore; se sei sul cammino della santità, ti… abbiamo già visto i meravigliosi frutti del Salterio…

Inoltre le coscienze dei fedeli vengono adornate con i fiori delle virtù e vengono fecondate con i frutti dei doni dello Spirito Santo.

Siamo un momento di fatica, di dolore? Siamo in un letto di sofferenza? Dobbiamo subire un intervento chirurgico? Siamo disperati per un lutto gravissimo? Per una malattia? Prendiamo il Salterio e iniziamo a invocare la Vergine Maria e il nostro Padre del Cielo, la Santissima Trinità e lì avvengono i miracoli?

Adesso sentiamo il mirabile esempio.

Un tale, mentre una volta pregava molto devotamente il Salterio di Gesù e di Maria, fu rapito in spirito, non col corpo, né con l’immaginazione, ma con un vero miracolo e con il permesso di Dio. In questa estasi sentiva di essere stato totalmente assorbito da Cristo e quasi mutato in esso, sentendo sulla testa la Corona di Spine, nelle mani e nei piedi avvertendo sensibilmente le Stimmate del Signore Gesù. Il proprio volere e sapere gli era stato sottratto e gli veniva dato il volere ed il sapere di Cristo: come, subito dopo questa cosa, vedeva di essere ormai in Cielo e tuttavia osservava anche se stesso mentre pregava sulla terra. Cosa che è straordinaria per un uomo, ma non per Colui, che, solo, compie grandi meraviglie.

Pensate che cosa è successo al beato Alano (io sono convinto che stia parlando di se stesso) mentre stava pregando il Salterio con molta devozione, che vuol dire con molto raccoglimento, con amore, con molta riconoscenza…

A casa mi è stata portata una statua di una Madonnina come per dire: “Guardi, Padre, che cose terribili!”: le sono state spezzate le mani, non le ha più e ha uno sfregio sulla testa… una Madonnina bellissima, con un viso dolcissimo… la tengo sempre davanti a me quando studio, quando faccio le meditazioni e, come tutte le Madonnine, ha una Corona che pende sul braccio, però le mancano le mani. Appena l’ho vista, ho pensato che avrei dovuto farla subito riparare e che non avrei potuto avere una Madonnina con il capo sfregiato e con le mani spezzate e poi portate via. Poi, con il passare dei giorni, guardandola, mi sono detto: “Questa Madonnina è arrivata qui per dirmi qualcosa…” Io credo che mi voglia dire questo: “Giorgio, non ho più le mani. Allora userò le tue mani per pregare il Salterio. Dammi le tue mani: tutte le volte che mi guarderai, dovrai pensare che io sono lì per dirti: ‘Dammi le tue mani perché io, con te, possa pregare il Salterio’”, come ha fatto la Vergine Maria a Lourdes con Bernadette che pregava il Rosario. 

Questo è quello che dice anche la visione del beato Alano: ‘assorbito da Cristo’, mutato in Lui. Certo, è una piccola cosa, non così elevata, ma l’idea che mi è venuta in mente mi ha ricordato la visione del beato Alano; io non ho avuto alcuna visione, è una mia fantasia che mi piace perché mi fa pensare al poter prestare le mie mani alla Vergine Maria e quando guardo questa statua, oltre a provare tantissima voglia di accarezzarla, penso a non perdere neanche un minuto di tempo per recitare il Salterio di Gesù e di Maria. 

“E lo sfregio sul capo?” Direte voi… “Quello potrebbe farlo riparare!” Se le mani mozzate mi ricordano che devo sempre pregare il Salterio di Gesù e Maria prestando le mie mani, lo sfregio sul capo mi invita ad accarezzarle il capo come riparazione di questo sfregio.

Se io vedessi la mia mamma ferita alla testa, che cosa farei? Correrei subito e medicherei quella ferita, accarezzerei quel capo…

Abbiamo tanti modi per riparare il male che viene fatto a Dio e alla Vergine. Pensate che bello poter morire sperando che la Vergine Maria venga ad accarezzarmi il capo e a dirci: “Non temere, non aver paura: ci sono io… ancora poco e saremo insieme per sempre!”.

Mi fermo qui perché poi c’è un passo dove il beato Alano scrive che all’uomo che ha vissuto questa esperienza (che poi è lui stesso)

 il Signore Gesù, in Spirito, così diceva…

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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