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Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe, parte 18

Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe” di martedì 18 ottobre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 10, 1-9)

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 18 ottobre 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo decimo del Vangelo di san Luca, versetti 1-9.

Proseguiamo la lettura delle brevissime rivelazioni della Vergine Maria al beato Alano.

Vediamo la decima rivelazione:

X. “L’Avvocata nostra, ama più di quanto qualcuno possa mai amare alcun altro”.

XI. “Una sola Ave detta, è preziosa più di qualunque cosa sotto il Cielo, ovvero più di qualunque dono temporale del corpo, dell’anima e della vita”.

Pensate: questa è la Vergine che ci dice queste cose attraverso il beato Alano. Chissà se noi riteniamo che un’Ave Maria vale più di qualunque cosa sotto il cielo… alle volte, da come noi trattiamo così superficialmente il Santo Rosario e da come diciamo distrattamente l’Ave Maria, non sembrerebbe.

XII. “Il culto dimostrato ai Santi è come argento, fatto a me è come oro, a Cristo è come ornato di gemme, alla SS. Trinità è come lo splendore delle stelle”.

XIII. “Come nel mondo il sole ha più valore di tutte le stelle, così io soccorro i miei piccoli servi, più dei Santi”.

XIV. “I servigi fatti ai Santi sono quasi niente, se non sono animati, dopo Cristo, dai miei meriti e dalla mia luce”.

XV. “I veri miei Salmodianti morranno fortificati dai Sacramenti: né prima perderanno la parola o l’uso della ragione”.

Questa è una grazia che dobbiamo tanto chiedere alla Vergine Maria attraverso l’uso del Salterio: morire conservando la parola e l’uso della ragione.

XVI. “Il servizio dimostrato a me, procura gioia a tutti i Santi”.

XVII. “I nomi di Gesù e di Maria sono due fornaci di carità, da cui sono arsi e travolti i demoni: e le menti dei devoti sono purificate da essi, la devozione è infiammata, la carne è castigata”.

Vedete quali grazie riceviamo recitando il Salterio di Gesù e Maria: veniamo in contatto con le due fornaci di carità che sono Gesù e Maria che purificano le nostre menti e danno una forza speciale alla nostra devozione e ci aiutano a tenere in ordine la carne, che vuol dire ‘tutto ciò che sa di mondo’.

XVIII. “Come per la generazione del Figlio di Dio e la riparazione del mondo Dio scelse la Salutazione, così, coloro che si dedicano con zelo a generare e rinnovare gli altri, occorre che mi salutino con l’Ave”.

XIX. “Come Dio, attraverso di me, proprio come attraverso la Via, giunge agli uomini, così è necessario che anche questi, subito dopo Cristo, giungano attraverso di me, alle virtù e alle grazie”.

XX. “Sappi, che Dio Padre mi ha preso come Sposa, il Figlio come Madre, lo Spirito Santo come amica, la SS. Trinità come Triclinio, e così amo essere venerata”.

XXI. “I veri miei Salmodianti superano la maggior parte nella gloria: in genere sono posti nella prima gerarchia, detta Epifania”.

Chissà quante anime ci precedono nei Cieli e, siccome sono state salmodianti perché hanno recitato il Salterio, adesso si trovano nella schiera dell’Epifania!

XXII. “Nel mondo glorioso c’è l’unità spirituale dei Santi, e si vedrà ogni cosa in qualunque cosa del tutto; ma in me quest’unità è massima. E qualsiasi Sposo e Sposa sono uniti spiritualmente nella castissima gioia dell’Amore di Dio”.

XXIII. “Ogni giorno libero alcuni dal Purgatorio”.

XXIV. “Se gli uomini sapessero e meditassero sulla visione beatifica, arriverebbero in brevissimo tempo alla più alta carità, fede, speranza e timor di Dio”.

Ecco perché tanto spesso vi parlo della vita eterna: abbiamo bisogno di riflettere, meditare e concentrare le nostre energie intellettuali e affettive proprio su questa visione beatifica, sulla vita beata. Questo ci aiuta tanto a vivere la vita di tutti i giorni in modo più sereno, più calmo, più affidato in modo che la carità abbia più spazio. Ci sono alcune volte penso che capiterà anche a voi, in cui facciamo o diciamo qualcosa e poi ci domandiamo se sia stato proprio necessario fare o dire la tal cosa, ci diciamo che forse sarebbe stato meglio lasciar perdere pensando alla vita eterna.

XXV. “O mio Sposo, voglio che tu pensi che Cristo è tutto in te, la sua testa nella tua testa, il piede nel piede e così anche le altre membra. Poiché non posso vederti in tal modo, in verità ti abbraccerò teneramente, e tu vincerai tutte le avversità”.

XXVI. “La Messa è la memoria della Passione del Figlio mio, e vorrebbe ancor soffrire per coloro che ascoltano la Messa, altrettante volte, quante volte potesse: però supplisce col suo merito infinito”.

La Vergine Maria ci ricorda che cosa è la Messa: ‘la memoria della Passione del Figlio mio’.

XXVII. “La Beata Maria, tutte le volte che vede, che il novello Sposo si è rivestito di Cristo, gode nel chiamarlo in modo dolcissimo e con rispetto con il nome di Sposo. Ed allora egli sente nelle sue membra una meravigliosa potenza”.

La Vergine Maria sta parlando del beato Alano…

XXVIII. “Coloro che celebrano la Messa devono avere tanta carità, da voler essere crocifissi per quelli per cui offrono il Sacrificio”.

Ecco perché vi dico di pregare tanto per la santificazione dei sacerdoti e perché vi ripeto tante volte di stare lontani dalle polemiche di tutti i generi e tipi: stiamo lontani dalle controversie, dall’insultare le persone, dall’emettere sentenze sulla vite degli altri, dall’accusare le persone. Noi non sappiamo nulla della vita degli altri. 

Mi ha sempre colpito e mi è sempre piaciuto il modo di ragionare di san Francesco di Sales che, nel suo testo Filotea, dice che se tu vedi un uomo rubare, tu non puoi dire che è un ladro; se vedi un uomo ubriaco, tu non puoi dire che è un alcolizzato perché tu non sai se è la prima volta che succede, non sai perché succede… tu non sai niente! Tu sai solo che hai visto un uomo che ha rubato o che ha bevuto, ma non puoi esprimere alcun giudizio: solo Dio può farlo perché vede il cuore, tu non lo vedi!

Al contrario, a noi non basta vedere un uomo che ruba per dire che è un ladro: a noi basta il sospetto per dirlo! 

Mi ha colpito una confidenza che ho ricevuto da un giovane confratello sacerdote che, poverino, era veramente amareggiato: è, tra l’altro, un caro sacerdote che conosco bene ed è tanto innamorato del Signore e Maria Vergine. Quando ci vediamo porta sempre la sua veste nera da sacerdote, ma è accaduto che qualche volta sia uscito con i suoi ragazzi dell’ oratorio — forse per una passeggiata, un gelato, una pizza, una uscita in piscina per l’oratorio feriale — e, siccome in alcune occasioni non ha messo la veste e nemmeno il colletto per essere più comodo… è successo che alcuni l’hanno visto e hanno cominciato a mettere in giro la voce che questo sacerdote fosse in crisi sacerdotale, che non aveva più il desiderio di essere un sacerdote e che, forse, aveva una amica! 

Io dico: ci rendiamo conto? Perché lui è uscito in borghese per andare in piscina, per andare a mangiare un gelato con i suoi ragazzi dell’oratorio? Siamo impazziti? Tra l’altro ci sono sacerdoti che vanno dal Papp vestiti in borghese e con le scarpe da ginnastica e nessuno dice niente… e lui avrebbe dovuto andare in piscina con la talare? Ma dove abbiamo il cervello? Con la talare e centocinquanta bottoni?

E lui si è fatto lo scrupolo di aver mancato davanti al Signore… Io gli ho detto: “Guarda caro, carissimo, la cattiveria e l’ignoranza delle persone non hanno confine: tu hai fatto benissimo a fare quello che hai fatto e io so per certo che tu ami la tua talare più di qualsiasi altra cosa e che ami tanto il Signore. Tu guarda gli occhi dei tuoi ragazzi che ti amano tantissimo e ti vogliono un bene dell’anima… guarda questo!”

Dentro di noi ci sono una cattiveria, una gelosia, una malizia e una perversità che cercano di sporcare qualsiasi cosa … poi uno ci rimane male e si chiede: “Perché? Devo cambiare?” Se noi dobbiamo stare a guardare quello che la gente ci dice, non viviamo più… Gli ho detto: “Se ti dovessi raccontare tutto quello che la gente ha detto di me, tu non hai idea… non basterebbe un libro!” E noi ci dovremmo far condizionare da quello che “la gente ci vedono e ci dicono”? Evidentemente non hanno mai letto Filotea di san Francesco di Sales che si legge nella seconda elementare della fede…

Stiamo attenti perché noi non possiamo dire niente di nessuno: non possiamo! Quando seguivo i carcerati e i tossicodipendenti… una cosa incredibile: i peggiori, i più duri di cuore con i quali avevo a che fare erano quelli che andavano sempre in chiesa. Perché diciamo tre Rosari, andiamo in chiesa tutti i giorni dovremmo sentirci migliori degli altri? E poi potrebbe anche essere che Tizio sia migliore, Più coerente, più vero, più giusto, più amante del Signore di Caio ma questo dovrebbe fare aumentare l’umiltà, non la cattiveria! Questo dovrebbe spingere le persone a essere ancora più comprensive, più capaci di capire quanto sia difficile il cammino della fede, quanto sia importante avere vicino qualcuno nel cammino delle fede… e noi? Noi apriamo la finestra e buttiamo giù; noi siamo sulla nostra scialuppa e prendiamo la gente, la buttiamo nel mare senza sapere niente semplicemente perché non è come noi che stiamo lì a sindacare sulla vita degli altri con il bilancino per misurare quanto, come e perché è Santa! Non è un compito nostro, non è dovere nostro giudicare. 

Diceva Santa Teresina: “Sono certa di entrare in Paradiso!” Uh…che superbia! Come poteva saperlo? E lei: “Me lo ha detto Gesù: 2Non giudicate e non sarete giudicati’. Siccome io non giudico nessuno entrerò diretta in Paradiso!” Noi potremmo dire la stessa cosa? Anche noi abbiamo questa certezza morale perché non abbiamo mai giudicato nessuno?

Ricordo che una volta dissero al Vescovo di Cracovia, Karol Wojtyla, poi Papa Giovanni Paolo II: “Guardi, sua Eminenza, c’è quel sacerdote pessimo che bisogna rimuovere immediatamente dalla sua parrocchia… una figura terribile, un contro-esempio costante!” E lui chiese che cosa di così tremendo avesse fatto. “ È un ubriacone, beve fino a vomitare, sta malissimo, una cosa indecente… la sera si mette a bere, bere, bere fino a morire: che esempio dà? Un uomo di Dio che si vede sempre con la bottiglia in mano…” Sapete che cosa ha fatto il futuro Papa? Tutti i farisei cortigiani che erano tanto impegnati nella diffamazione si aspettavano chissà quale provvedimento — loro dalla cui pelle un poco scavata sarebbero usciti vermi lunghissimi, quelli della putrefazione che hanno denti che mordono — Invece lui di sera si è vestito, è uscito ed è andato alla casa di quel sacerdote che gli ha aperto ubriaco fradicio senza riconoscerlo. Il futuro Papa, quando è entrato, si è tolto il soprabito ed è apparsa la sua veste rossa: il sacerdote era molto turbato, preoccupato e chiedeva il motivo di quella inattesa visita pensando il peggio… e sapete che cosa ha detto Wojtyla? “Sono venuto perché ho bisogno di confessarmi.” Si è messo in ginocchio pregando il sacerdote di sedersi e di mettersi la stola per confessare il suo vescovo. Avete capito? Si è confessato dal suo prete che tutti indicavano come un ubriacone! Immaginate quel sacerdote! Dopo essere stato assolto, Wojtyla si è alzato, ha preso il soprabito, lo ha ringraziato, salutato ed è andato. Da quella sera quel sacerdote non ha più toccato una goccia di vino: questo vuol dire essere discepolo di Gesù.

Noi abbiamo le chiese stracolme di ipocriti e farisei che si mettono a spaccare la vita delle persone con il loro chiacchiericcio, i loro pettegolezzi, con l’essere ‘leoni da tastiera’ scrivendo commenti su tutti i social del mondo per denigrare Tizio e Caio, per attaccare questo e quell’altro e poi facciamo la Comunione tutti i giorni? Prendiamo in mano il Salterio di Gesù e Maria? Abbiamo solo da vergognarci…come possiamo pensare che le nostre preghiere possano essere ascoltate dal Cielo quando, non tanto per peccati inerenti alla vita morale quanto piuttosto per peccati gravissimi contro la carità, la nostra vita smentisce le nostre preghiere, taglia le ali alle nostre preghiere che dovrebbero raggiungere il Cielo? 

XXIX. “Molto spesso, in un certo qual modo concepisco e partorisco Cristo, a motivo delle virtù operate dai miei servi, e abbraccio Lui e questi”.

XXX. “E’ un atto assai devoto, salire con la mente per le verità di fede, la scala verso Dio, e immaginare esse ad una ad una, come se la realtà significata fosse veramente visibile”.

XXXI. “E’ spirituale il matrimonio tra gli angeli e gli uomini: perciò si deve tributare loro, una gran riverenza, sono infatti i Custodi di ciascuno, ed Io sono la Custode universale di tutti; e i miei occhi, così come gli occhi di Dio, sono sopra i buoni e sopra i cattivi”.

È molto importante questo rapporto con gli Angeli custodi; un sacerdote mi ha confermato di aver ricevuto una grazia particolare che attendeva da sei mesi nel giorno della loro festa.

XXXII. “Dio è lo Sposo amorevolissimo di tutti i devoti e di ciascuno. Il matrimonio poi avviene, considerando nulla se stessi e massimamente sempre Dio: e restituendo se stesso a Dio, fino al punto di esistere, comprendere, volere, agire, soffrire, potere, e ogni altra cosa”.

Pensate che bello mettere Dio al di sopra di ogni cosa: questo è il matrimonio spirituale… non dovete pensare a chissà che cosa! Il mio Sposo al di sopra di tutti, di tutti, al di là di tutto e al di là di tutti!

XXXIII. “O novello Sposo, eri un gran peccatore, io ho pregato per te con il desiderio di affrontare per te, se fosse stato possibile, tutte le pene, perché ti salvassi. Perché i peccatori convertiti, sono la mia gloria”.

Solo una vera mamma può dire una cosa del genere… solo una vera mamma può volere la salvezza del proprio figlio fino a questo punto!

Ecco, scusatemi se mi sono un po’ dilungato, però queste rivelazioni mi sono sembrate davvero importanti.

Tra l’altro ho scordato che oggi è San Luca Evangelista: facciamo tanti auguri a coloro che portano il bellissimo nome Luca; affido tutti i ‘Luca’ che conosciamo alle nostre preghiere e in special modo alla Vergine Maria. Attraverso il Salterio di Gesù e di Maria che teniamo in mano chiediamo la grazia di farci trasformare e incendiare da questi due fuochi. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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