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Il pericolo di uccidere la coscienza per paura della Verità

Guido Reni - La strage degli innocenti - particolare

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di lunedì 28 dicembre 2015, Festa dei Santi Innocenti.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Il pericolo di uccidere la coscienza per paura della Verità

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Da pochissimi giorni è terminato il giorno Natale e abbiamo già fatto memoria, il giorno successivo, di Santo Stefano, primo Martire, e adesso, terzo giorno, facciamo memoria dei Santi Innocenti Martiri. Il Natale di Gesù è un Natale che non è tanto fatto di fiori, luci e panettoni, ma è un Natale di Sangue: la venuta al mondo del Signore Gesù comporta una scelta, una decisione, se testimoniare o no Gesù, in ogni occasione della nostra vita.

La prima Lettera di San Giovanni Apostolo di oggi, dei Santi Innocenti Martiri, viene a smascherare tante delle idee, delle frasi, che noi portiamo nel cuore.

Quante volte si sente dire: «Ma io che peccati ho? Che peccati ho fatto? Non uccido, non rubo…non faccio peccati», e  questo viene a sostenere la pratica tristissima di una confessione sempre più rara, una o due volte all’anno.

Questa è una cosa assurda, perché «Dire che noi non abbiamo peccato», dice San Giovanni, «vuol dire, dire a Gesù Cristo: “Tu sei un bugiardo”».

Non lo diciamo con la lingua, ma San Giovanni scrive che, tra dirlo con la lingua e dirlo con la vita, è più grave dirlo con la vita.

Ci sono delle bestemmie che sono esistenziali, la nostra vita è un insulto alla Parola di Dio, a Gesù.

Noi siamo chiamati a vedere la nostra esistenza, in rapporto al Vangelo, alla vita di Gesù, ai Dieci Comandamenti, e fare un esame di coscienza vero, serrato, ogni giorno, per capire quali sono i nostri “no”, quali sono le nostre offese, le nostre ribellioni, le nostre superbie, le nostre presunzioni, le nostre disobbedienze nei confronti di Dio.

Allora, per il fatto di avere una coscienza spesse volte troppo superficiale, viviamo nelle tenebre; crediamo di essere in comunione con Dio, per qualche devozione che facciamo, per qualche preghiera che facciamo, per un po’ di vita cristiana che conduciamo, ma in realtà questa comunione non c’è.

Non c’è, perché non usciamo dalle tenebre, perché non confessiamo veramente i nostri peccati, perché non ci purifichiamo dall’iniquità.

San Giovanni ci chiede, innanzitutto, di fare un esame di coscienza vero, di imparare a fare l’esame di coscienza, cioè di prendere i Dieci Comandamenti e confrontarci con questi davanti al Signore, e poi dice: «Se avete peccato, chiedete perdono a Dio».

L’assurdità di questo tempo storico, nel quale viviamo, è che noi andiamo a dire i peccati in televisione, ma non li diciamo in confessionale. Noi raccontiamo la nostra vita a chiunque, ma in confessionale abbiamo vergogna.

Nessuna vergogna a dire le assurdità che abbiamo combinato nella vita davanti alla TV, ma dirle a un sacerdote in confessionale è un problema.

Capite che questa è una follia!

È una follia non usare il Sacramento della Confessione e abbiamo mille ragioni per non farlo, mille ragioni non ragionevoli; invece, noi non dovremmo mai guardare a chi sta dall’altra parte, non dovremmo pensare: «Cosa penserà di me? Ho paura, ho vergogna e poi come faccio? E poi di qui e poi di là…»

Noi dovremmo pensare che dall’altra parte ci sta Gesù, che ci sta veramente Gesù che ci ascolta e che ci perdona, e perdona tutto.

Anche se magari noi diciamo: «Ma io faccio sempre gli stessi peccati…», bene, come ogni giorno puliamo sempre la stessa polvere sui mobili, e come ogni tot giorni laviamo le camicie e le magliette, così puliamo gli stessi peccati.

Certo, perché sono tipici del nostro cammino, che, per uno ha una fatica, per un altro ne ha un’altra.

Noi diciamo anche spesso: «Io faccio i peccati perché sono umano. Sono umano… faccio i peccati. Sono fragile, sono debole… faccio i peccati».

Papa Benedetto XVI scrisse che non c’è niente di umano a fare i peccati, ogni peccato è un atto di disumanità; non fa i peccati chi è umano, fa i peccati chi è disumano, fa i peccati chi non ha una maturità umana e cristiana, non chi è umano.

Non è vero che io faccio i peccati perché sono un uomo, no, io faccio i peccati perché non sono pienamente uomo ancora, perché sono immaturo, perché non ho ancora raggiunto la mia pienezza in Cristo, la mia vera maturità in Cristo; quindi, abito ancora in una regione di non chiarezza, di non “sì”, di tenebra, di assenza di luce.

Per questo noi dovremmo andare con frequenza a confessare i nostri peccati, a chiedere perdono a Dio dei nostri peccati, per questo dovremmo chiedere al Signore la grazia di incontrare un sacerdote con il quale potere aprire il nostro cuore, poter parlare, poter narrare quello che abbiamo dentro, qualcuno che ci aiuti ad incontrare veramente Gesù e che ci liberi dal peccato.

Purtroppo, oggi di peccato non si parla più, perché sembra passato di moda, oramai…

Cos’è il peccato? Non c’è più il peccato, oggi siamo tutti nell’amore, nella pace, nel “vogliamoci bene” …

Peccato? Tanto…

Gesù è morto invano, concretamente, era un illuso che è morto invano, si è fissato sul peccato, ha versato il Suo Sangue, La Madonna ha sbagliato tutto anche Lei…vabbè, pazienza, anche il Signore sbaglia.

O forse siamo noi, che, per paura di quel Cristo in croce, della gravità e serietà della Sua morte, cerchiamo di vanificarla dicendo: «No, il peccato non è peccato…per fare i peccati bisogna ammazzare qualcuno e poi e poi …»

I peccati invece sono tutti dei piccoli “no”, che noi diciamo a Dio, e ne diciamo tanti sapete? Ne diciamo tanti e ci costruiamo dentro tanto una mentalità anticristica, e oggi di “Erode” ce ne sono tantissimi.

Chi sono gli “Erode” di oggi?

Sono coloro che uccidono l’innocenza e la verità nelle anime delle persone, questi sono gli “Erode”!

Sono coloro che, per paura della verità che il fedele si porta nel cuore, perché la nostra coscienza è illuminata dalla voce di Dio, la uccidono, dicendo: «Ma no, ma sono sciocchezze», prendendo in giro, perseguitando, trattando male, quando invece, dentro, la nostra coscienza sta facendo nascere la verità, sta facendo nascere quella che è la sequela di Cristo.

Allora noi dobbiamo pregare tanto, dobbiamo, come ho detto prima, supplicare il Signore che mandi sacerdoti santi, sacerdoti che stanno sulla via della verità, che amano la verità, che insegnano la verità, non se stessi, non le proprie idee, cioè noi abbiamo bisogno di incontrare qualcuno che ci conduca a Gesù, che ci faccia conoscere chi è veramente Gesù.

Ecco, ci sono gli esempi, come Padre Pio da Pietrelcina, come San Giovanni Maria Vianney, questi sacerdoti che hanno condotto tantissime persone alla verità di Cristo.

Ancora oggi ci sono tanti Cristiani perseguitati, uccisi, martoriati, non solo nell’Estremo Oriente, ma anche qui da noi ci sono Cristiani, a cui magari non viene tagliata la testa, però sono perseguitati lo stesso, perché seguono fedelmente Gesù, perché vogliono essere fedeli a Gesù, perché vogliono vivere secondo l’insegnamento di Gesù e vengono perseguitati, in tanti modi.

Allora quest’oggi preghiamo per tutti coloro che soffrono a causa di Cristo, perché non perdano la perseveranza, come abbiamo letto ieri nel Vangelo, perché perseverino fino alla fine, perché non si lascino arrestare dalla persecuzione, dalla derisione, dallo scherno, dall’esilio, ma, contemplando il Cristo in croce, vadano avanti a darGli testimonianza in questo mondo.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

Santi Innocenti

Prima lettura

1Gv 1,5-2,2 – Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato.

Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

Salmo responsoriale

Sal 123

Chi dona la sua vita risorge nel Signore.

Se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.

Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.

Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.

Canto al Vangelo

Alleluia, alleluia.
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore;
ti acclama la candida schiera dei martiri.
Alleluia.

Vangelo

Mt 2,13-18 – Erode mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme.

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi.
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».

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