Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di mercoledì 1° giugno 2022
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
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La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 1
Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a mercoledì 1° giugno 2022.
Oggi festeggiamo San Giustino Martire.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XVII di San Giovanni, versetti 11-19.
Proprio perché vogliamo essere consacrati nella verità, vogliamo essere custoditi dal maligno ed essere capaci di sopportare l’odio del mondo che per primo ha subito Gesù, ecco che iniziamo questo mese che, come tutti sappiamo, è interamente dedicato al Sacro Cuore di Gesù.
Abbiamo fatto un mese mariano tutto dedicato alla Vergine Maria, abbiamo meditato ogni giorno le Litanie Lauretane e adesso, invece, in questo mese, ci dedicheremo al Sacratissimo Cuore di Gesù, in particolar modo, come vi dicevo, alla Santissima Eucarestia.
In questo mese ci concentreremo sul Cuore Eucaristico di Gesù; già da tanto tempo abbiamo imparato a conoscere questa bellissima devozione.
Come promesso, iniziamo gli Esercizi Spirituali di questo mese.
Quale opera affronteremo?
Affronteremo l’opera: LA SS. EUCARISTIA, VOL. IV, “LA PERFEZIONE RELIGIOSA ALLA LUCE DELL’EUCARISTIA”, scritto da San Pietro Giuliano Eymard, Fondatore della Congregazione del SS.mo Sacramento.
Abbiamo già avuto modo di gustare gli scritti di San Pietro Giuliano Eymard, il suo amore meraviglioso verso la Santissima Eucarestia, e adesso saremo condotti in questi Esercizi Spirituali, li faremo proprio con lui.
Questi Esercizi Spirituali sono dedicati, in modo speciale, a chi ha fatto una scelta di Consacrazione religiosa al Signore; quindi, a chi si è dato totalmente a Dio, con il voto di povertà, castità e obbedienza, ma voi vedrete che, in realtà, questi Esercizi Spirituali vanno bene per tutti.
Io cercherò, laddove sarà necessario, di fare quelle declinazioni, quegli esempi, che possono aiutare a vedere, per ciascuno di voi, l’utilità e l’importanza di quello che leggeremo, ma non ci sarà bisogno, vedrete, perché capirete benissimo da soli quanto vi sarà utile viverli.
Non credo che riusciremo a fare tutto il libro, perché dovrei andare troppo veloce, e questo non va bene. Questo è un testo veramente densissimo, chiarissimo, ma densissimo, e non posso andare veloce, perché sarebbe veramente un peccato.
Quindi arriveremo dove arriveremo, e credo che sarà comunque sufficiente il lavoro che faremo.
PRIMO GIORNO
Meditazione Prima.
Scopo degli Esercizi: Purificarsi.
“Lo scopo più importante, lo scopo essenziale di questi esercizi è di esaminare lo stato della nostra coscienza per purificarla; studiare i motivi, le occasioni, la frequenza delle nostre cadute per portarvi rimedio”.
Ecco, vedete la chiarezza bellissima, stupenda, dei Santi? Loro sono chiarissimi! Lo scopo degli Esercizi Spirituali qual è? Lo scopo di un ritiro qual è? Quello di esaminare lo stato della tua coscienza per purificarla: studiare i motivi, le occasioni e la frequenza delle nostre cadute.
Faccio un esempio.
Uno dice: «Sono caduto nel peccato di gola».
Perché?
Perché sei caduto nel peccato di gola?
Oppure uno dice: «Sono caduto nel peccato, nel vizio capitale della lussuria (nelle varie declinazioni che può avere, perché il vizio capitale della lussuria ha tantissime declinazioni)».
Perché l’hai fatto?
Questa è la prima domanda che dobbiamo porre a noi stessi, sempre.
La risposta non è mai: «Perché sono lussurioso, perché è la carne, perché è la tentazione, perché è il demonio, perché…»
No, no, no, no, no… c’è sempre un motivo per cui compi un peccato, un motivo ben preciso, e va cercato.
Le occasioni: quali sono le occasioni che ti fanno cadere in questo peccato?
Per esempio: magari di notte non mi alzerei ad aprire il frigo e a mangiare; magari non mi metterei a mangiare a mezzanotte, perché prima sono stato al telefono, perché prima sono uscito con gli amici, perché prima…
Capite?
Le occasioni: non mi metterei ad avere in casa litri di birra, se so che tendo ad abusarne; e via di seguito…
La frequenza, importantissima: quante volte è successo questo peccato? Una volta al giorno? Una volta alla settimana? Una volta al mese? Una volta all’anno? Dieci volte al giorno?
È fondamentale, quando noi facciamo un esame di coscienza, porci queste domande.
Perché?
«Perché dobbiamo porre queste domande?», dice San Pietro Giuliano.
Perché solo così tu puoi rimediare.
Tu ti puoi convertire “veramente”, solo se sai i motivi, le occasioni e la frequenza dei tuoi peccati, solo così.
Allora, prosegue e scrive:
“I. – Siamo noi in istato di grazia? Vi siamo abitualmente? Siamo vivi? Tutto è qui”.
Noi dobbiamo chiedercelo sempre: «Io sono in grazia di Dio? Io vivo abitualmente in grazia di Dio? Io sono vivo o sono morto?»
Sapete che il peccato mortale uccide la grazia santificante in me e, quando compio il peccato mortale, io sono morto.
Infatti, il Sacramento della Confessione è il Sacramento dei “morti”, mentre l’Eucarestia è il Sacramento dei “vivi”. Capite?
“Cercare a qual grado siamo della vita o della morte: se commettiamo, e in che cosa, perché, come, peccati mortali, peccati veniali, e su che cosa cadono più frequenti le nostre imperfezioni.
Potremmo essere in uno stato di coscienza mortalmente colpevole: è cosa possibile. Spero che non sia così; ma noi siamo esposti a cadere in tal brutto stato finché saremo su questa terra”.
Cioè, chiunque di noi può cadere nel peccato mortale, chiunque di noi può essere in uno stato di coscienza mortalmente colpevole, è cosa possibile sempre, dobbiamo stare molto attenti.
Ecco perché vi dico, vi ridico, vi ripeto, vi straripeto sempre le solite cose: «Confessione frequente, Confessione frequente, Confessione frequente».
Non mi stancherò mai di dirvelo: «È fondamentale confessarsi frequentemente!»
Quindi, è fondamentale fare l’esame di coscienza quotidiano, e segnarselo sul proprio quadernino, in modo da non dimenticare, in modo da aver davanti un po’ la parabola del nostro cammino spirituale.
Se un anno fa, due anni fa, tre anni fa, facevamo le stesse cose che facciamo adesso, non è un bel segno.
“Avremo sempre la triplice concupiscenza che ci combatterà accanitamente per farci cadere”.
La carne, il mondo e il demonio, ricordate no?
“Sentiremo sino all’ultimo nostro respiro la guerra dei due uomini in noi. Giammai l’uomo carnale accetterà il dominio dell’uomo spirituale, e questo, se non si sostiene con la guerra, sarà necessariamente soggiogato dall’altro”.
È una guerra che viviamo in noi.
“Checché noi vogliamo, questa guerra durerà quanto noi. Essa è tanto più penosa in quanto si fa in noi e da noi; la trasciniamo da per tutto e siamo in continuo pericolo di soccombervi”.
Certo che è penosa, perché ce la portiamo dentro, capite?
Non è una guerra che facciamo fuori, ce la portiamo dappertutto, dalla mattina alla sera, alla notte, sempre.
È sempre in guerra la nostra persona.
“Oh, come comprendo che S. Paolo esclamasse: «Chi mi libererà dal corpo che mi dà tal morte?» (Rom., 7, 24)”.
Certo.
“Da un altro lato non abbiamo noi il demonio che ci tenta, ci persegue senza tregua, con tanto maggior odio quanto più apparteniamo a Dio?”
Il Vangelo di oggi! Il Vangelo di oggi.
Lo abbiamo ascoltato oggi nel Vangelo.
Il demonio ci tenta, ci perseguita e ci odia, tanto più noi stiamo dalla parte del Signore.
“Si capisce: i ladri non aggrediscono i mendichi, e nella guerra si mira ai capi. Per la nostra vocazione noi siamo più vicini a Gesù…”
Perché lui fonda la Congregazione dei Sacramentini, tutti dedicati all’adorazione eucaristica, ma io credo che ognuno di noi abbia una vocazione eucaristica.
Io penso che ciascuno di noi, all’interno del suo stile di vita, debba avere una vocazione eucaristica, è chiamato dal Cuore Eucaristico di Gesù a adorarLo, ad amarLo, a servirLo, a glorificarLo, a tenerGli compagnia. Per questo ho voluto leggervi questi Esercizi Spirituali.
“… viviamo con Lui come suoi intimi…”
Certo. Se noi impariamo ogni giorno ad andare a fare la visita al tabernacolo, altro che essere intimi!
“… non potendo toccare il Padrone, satana volge contro di noi la sua rabbia, e vuole almeno che lo serviamo male, se non può totalmente rapirci a Lui”.
Capite?
Il demonio, siccome non può più toccare Gesù, perché ormai Gesù è nella gloria del Cielo (e quindi tutto quello che il demonio poteva fare quando Gesù era sulla terra l’ha fatto, fino a crocifiggerLo, però poi basta), allora cosa fa?
Se la prende con tutti coloro che sono i più intimi amici di Gesù, con coloro che hanno questa vocazione di stare vicini a Gesù, e cosa fa?
Se non può portarli via da Gesù, fa in modo che questi amici di Gesù arrivino ad un momento in cui Lo serviranno male, fa in modo che Lo servano sempre meno bene, fino ad arrivare a servirLo male. Capite?
Questo è il suo scopo.
“Perciò avviene — attenti… ecco perché dico che le abbiamo tutti — che nella vocazione eucaristica si hanno talvolta tentazioni che prima non si conoscevano; tentazioni più lunghe, più terribili, più abbominevoli, fino ai piedi del SS. Sacramento!”
Noi potremmo stare un mese a parlare solo di questo, sapete?
Perché questa è vita, è vita vera, è vita vissuta!
Quante persone ci sono, che mi dicono: «Padre, io, un tempo, non ero così tormentato… io, un tempo, non avevo questi pensieri, non avevo le bestemmie che mi entrano nella testa mentre sono a Messa, durante la Consacrazione, mentre prego, mentre sono con la Vergine Maria; non avevo le tentazioni più strane… poi durano tanto, e poi sono tormentato anche di notte. Poi, Padre, non sto bene… ma prima non mi succedevano queste cose. Cosa vuol dire? Vuol dire che sono lontano da Dio?»
No, tutto il contrario!
Tutto il contrario: “fino ai piedi del SS. Sacramento”, ti verranno anche davanti a Gesù Eucarestia, ottimo segno.
Chi asseconda la propria vocazione eucaristica, deve prepararsi a combattere.
Questo, purtroppo, come vi ho già detto diverse volte, succede dove?
Succede a partire dalle nostre famiglie.
Tra l’altro, il demonio non brilla di fantasia, è sempre la solita cosa, cioè il demonio ripete sempre il solito schema, non brilla assolutamente di fantasia.
Se noi adesso dovessimo metterci qui in cento, e dovessimo dire quali sono le nostre fatiche, voi cosa vedreste?
Vedreste che tutti diciamo le stesse cose, perché tutti diremmo che cosa il demonio ci fa.
Il demonio fa sempre le stesse cose, non cambia mai, da sempre. È ripetitivo… è ripetitivo.
Allora, quali sono le cose (che adesso vi dico)?
Voi direte: «Ma come fa Padre Giorgio a sapere che a me succedono queste cose?»
Perché succedono a tutti; non perché sono un profeta, ma perché succedono a tutti.
Io sono sicuro che adesso, quando dirò queste cose, praticamente tutti diranno: «Ah… sì, a me succede esattamente la stessa cosa!»
Ecco, sì, peccato che succede proprio esattamente a tutti, perché il demonio è così, il demonio non ha fantasia.
Ecco un tipico caso, che succede in famiglia.
Può essere la moglie verso il marito, o il marito verso la moglie; i figli verso i genitori, o i genitori verso i figli; dipende da chi, di questi, è l’amico intimo di Gesù.
Quelli che non sono amici intimi di Gesù, quelli che vanno in chiesa, sì, sì (perché quelli che non vanno in chiesa, di solito, non fanno tutte queste storie), quelli che vanno in chiesa, quelli che “si dicono” amici di Gesù (ma non lo sono), quelli che fanno finta di essere amici di Gesù (ma sono amici del mondo, mascherati da amici di Gesù), cominciano a dire: «Ma perché vai a Messa tutti i giorni? Cosa vai a fare a Messa tutti i giorni? Perché preghi così tanto? C’è bisogno di pregare così tanto? Ma tu preghi sempre? Perché ti confessi tutte le settimane? Ma che peccati fai, da dover andare tutte le settimane a confessarti? Che cos’è che devi dire al Prete tutte le settimane? Eh… ma quanto tempo stai via per confessarti? Tutte le settimane, tutta questa roba da dire? Cos’è che combini?»
Se adesso voi foste qui, in una sala di riunione di catechesi, vi direi: «Tutti coloro che nella vita hanno sperimentato queste domande, questi attacchi, alzino le mani!»
Io credo che il 99,9 periodico percento di voi, alzerebbe la mano.
È così… perché questo è l’odio del mondo, è l’odio di satana, che ci viene addosso.
E quindi: «Ma tu, perché non vai a fare il Prete? Tu sei sposato con me, o vuoi fare il Prete o la suora?»
Poi, cosa c’entri fare il Prete o la suora non si sa, ma qui vedete proprio l’ignoranza, l’ignoranza di chi non è amico di Gesù.
L’ottusità viene fuori tutta qui, no?
«Eh… ma tu dovresti andare a fare il Prete o la suora, non dovresti vivere qui in famiglia!»
Perché? Chi lo ha detto?
La Vergine Maria e San Giuseppe, erano una suora o un Prete?
E quindi? Che ragionamenti sono?
Loro, non vivevano costantemente alla presenza di Dio?
Chi non è Prete, chi non è suora, è forse dispensato dal pregare, è dispensato dall’andare alla Messa, è dispensato dall’andare a confessarsi, è dispensato dall’avere un’amicizia con Gesù?
Ma che ragionamenti sono?
Poi, arriva l’idolo degli idoli, il vitellone d’oro…
Ve l’ho già detto, mai nella vita avrei pensato che il mio Sacerdozio si sarebbe concentrato, praticamente, interamente su un Comandamento, mai!
A dire la verità, sì… prima di diventare Prete, dicevo: «Vedrai che il Comandamento sul quale dovrò insistere un po’, per tanti anni o per tutta la mia vita sacerdotale, sarà il VI, il classico Comandamento sulla purezza».
Mi dicevo: «Vabbè, Giorgio, preparati… (perché, sapete, insomma, non è proprio così simpatico dover trattare queste cose)».
Invece no, mi sbagliavo. Non avevo capito niente, assolutamente… assolutamente. Non è questo il Comandamento.
Il Comandamento, sul quale ho dovuto impiegare e devo impiegare costantemente una quantità enorme di forze e di energie, è il III Comandamento… il III Comandamento.
E qui, allora, cosa succede?
Partono i ricatti, qui partono i ricatti.
Questo, proprio, vi dice dove siamo…
«Il nostro matrimonio è in crisi, tu stai mettendo il nostro matrimonio in crisi».
Domanda: «Perché?»
Risposta: «Perché tu ti stai intestardendo a non voler venire alla domenica a mangiare la pizza. Perché tu ti stai intestardendo a dire: “Io vengo alla Messa, alla Celebrazione liturgica della Prima Comunione o della Cresima del nostro nipotino o dell’amico di non so chi, ma poi non vengo a fare il catering o il mega pranzo, perché è domenica, e non voglio far lavorare nessuno, visto che lo potremmo fare tranquillamente in famiglia”».
Come tante famiglie fanno!
Questa cosa non sta nei sogni dei miei mondi incantati, no, questa cosa è reale: conosco tante famiglie che hanno preso questa decisione, e sono bellissime, felicissime, gioiosissime, normalissime.
Non c’è nessuno che ha visioni mistiche, sono persone assolutamente normali, che hanno fatto in questo modo i Battesimi, hanno fatto le Prime Confessioni, le Prime Comunioni e anche la Cresima dei loro figli. Hanno fatto delle feste in famiglia, bellissime, bellissime… senza spendere centinaia e centinaia, o migliaia, di euro. Hanno fatto delle feste in famiglia stupende, bellissime, meravigliose, fatte molto bene.
Già vi ho detto che ciascuno portava qualcosina, qualche dolcino, la tortina, le frittelline, le frittelle di San Martino (buonissime, si fanno al sud); qualcuno preparava gli snack, i tramezzini, le patatine, o portava la pizza fatta dalla zia, super brava pizzaiola; poi c’era chi faceva le brioches farcite, poi c’era chi… c’era talmente tanta roba che poi, ovviamente, la mangiavamo noi Frati, perché avanzava e quindi arrivava in convento (vabbè, questi sono dettagli).
Erano felicissimi anche i bambini, contentissimi. Poi giocavano, poi stavano insieme, senza mancare al III Comandamento. Capite?
Invece, c’è chi dice: «Tu stai mettendo in crisi la nostra famiglia, il nostro matrimonio…»
Uno dovrebbe rispondere: «Fammi capire, ma il nostro matrimonio è fondato sulla pizza? È su questo che è fondato il nostro matrimonio? Il nostro matrimonio è fondato sulla soppressata? Su cosa è fondato il nostro matrimonio? Sul tramezzino? Sul sorbetto alla mela verde?»
Ma stiamo scherzando?!
Se il nostro matrimonio va in crisi per la pizza, beh allora vuol dire che non è stata proprio una felice idea sposarci!
Noi stiamo insieme in base a quanta pizza mangiamo insieme alla domenica?
Se è così, forse è meglio fermarsi un secondo e fare due conti eh…
Questo dovrebbe essere il ricatto?
Ma che ricatto d’Egitto!
Questa è una grazia!
È una grazia che mi fa fermare e dire: «Scusa un momento, diamoci una registrata, perché io non posso fondare la mia vita sulla pizza!»
L’osservanza dei Comandamenti fa venire fuori le contraddizioni e le ipocrisie di chi ci sta intorno, e di noi stessi medesimi… è così.
Io vi capisco, sapete, io vi capisco, perché, se c’è un Comandamento che mi genera la tentazione, credetemi, è proprio il III Comandamento.
Quando io andavo a fare due passi alla domenica, mi venivano tutte le voglie possibili ed immaginabili… poi immaginatevi per il gelato, di cui sono golosissimo…
Quando andavo a fare le passeggiate in primavera, con le gelaterie che cominciavano ad aprire ed erano tutti fuori in coda, o d’estate, già a giugno, ma soprattutto ad agosto, quando fa quel caldo proprio torrido e alla sera è bello passeggiare e mangiarsi un bel gelato o una granita siciliana (più al sud, perché al nord non è così buona)… io niente… io niente, neanche un bicchiere di acqua fresca, perché era domenica.
Si sente la tentazione, io la sentivo, mentre altri, che avevo attorno a me, dicevano: «No, a me non fa né caldo, né freddo».
«Bene, beato te! A me invece costa tanto, perché fa molto caldo e la sento… la sento… però è il giorno del Signore».
Quando guardavo le gelataie, dicevo: «Sarebbe bello, però, che anche loro fossero a casa loro con i loro figli. Sarebbe bello che fossero qui a passeggiare insieme a noi, a giocare con i loro bambini, a stare insieme al loro marito, e non lì dentro, in quel bugigattolo lì, fino alle 2 di notte, per stare lì a dare i gelati a noi… perché io prendo il gelato e me ne vado, ma lei rimane lì».
«Eh no, ma sai, è per l’economia… poi, se non lo fa lei, lo fa un altro».
Ma cosa vuol dire? Che ragionamento è: «Se non lo fa lei, lo fa un altro»?
Anche durante il Processo di Norimberga qualcuno diceva: «Se non avessi sparato io, avrebbero sparato altri», ma cosa vuol dire? Che ragionamenti sono? Questa è logica?
Comincia a non sparare tu!
Come vedete, abbiamo letto solo trenta righe di questo testo e sono già trenta minuti che sto parlando, vedete quanto è denso?
Parlare dell’Eucarestia, ci fa sviscerare la vita nel profondo.
“Così voi stessi e il demonio che agisce contro di voi: ecco di che essere tentati, in che cadere.
La vostra immaginazione non vi segue con le sue reminiscenze? e l’uomo naturale, venduto all’iniquità? Ma voi direte: Io ho la fede! È possibile, ma l’uomo naturale non l’ha; il vostro cuore carnale non ama Dio, non ama che se stesso. Credete voi che il vostro corpo ami la mortificazione?”
No, no, no, no… assolutamente, assolutamente.
“E’ un animale che vede la via fiancheggiata di ciò che brama — appunto, i miei gelati — vi si getta continuamente; malgrado i colpi vi ritorna sempre. Il vostro corpo è «l’animale immondo che si diletta a voltolarsi nel fango: Sus lota in volutabro luti; il cane che ritorna al suo vomito: Canis reversus ad suum vomitum» (II Petr., 2,22). Oh, che pena! avere un siffatto corpo di bestia con un’anima d’angelo fatta per Dio! Ma è la nostra condizione: siamo tutti figli di Adamo peccatore”.
Questo per dire che cosa?
Per dire che tutti sperimentiamo l’istintività, tutti sperimentiamo una tensione, una propensione, che va educata, che va corretta, che va anche mortificata, perché no?
Certo, va anche mortificata.
Credo vi ricordiate quando vi raccontavo che, da piccolino, sudato, dopo aver corso un pomeriggio intero, mentre tutti andavano a bere alla fontana, mia nonna mi diceva: «No, tu stai qui seduto. Andrai a bere quando avrai smesso di sudare».
Guardate, io non so cos’è il Purgatorio, perché non ci sono mai stato, ma vi posso garantire che me lo ricordo ancora adesso: ero là che saltavo da seduto e dicevo: «Ma quando smetterò di sudare? Quando smetterò di sudare? Sto morendo di sete!»
Poi, a vedere tutti i miei compagni che bevevano… ma guardate, quanto benedico quella donna, voi non lo immaginate!
Lei incominciava a insegnarmi, già da piccolo, che cosa vuol dire non agire secondo gli istinti, ma sapersi dominare. Quanto è importante!
“Il mondo, altra occasione di peccato. L’abbiamo lasciato, è vero: ma lo vediamo ancora troppo, pur non vedendolo; non il mondo dello scandalo; ma, comunque sia, il mondo ha sempre i pericoli del mondo. E se gli angeli si facessero visibili, vi dico che ci sarebbero un soggetto di tentazione! Che brutta cosa! Viene dalla nostra perversa natura, che tutto corrompe”.
La nostra natura tende un po’ a corrompere, a mettere il male dove non c’è, a vedere il male un po’ ovunque, a sporcare un po’ tutto.
La nostra natura è fatta così; purtroppo, il peccato originale è stato un colpo grosso.
Quindi, dobbiamo stare attenti anche ai pericoli che il mondo ci offre, stare attenti a come stiamo nel mondo, c’è sempre un modo migliore per essere presenti a questo mondo.
“Oh! non osiamo crederlo, ci spaventerebbe troppo, quanto sia facile il peccato, anche con le creature più innocenti”.
Verissimo.
“Eh! gli angeli non hanno peccato nel Cielo, alla presenza di Dio, e Adamo nel paradiso terrestre?”
Certo, Lucifero che cosa ha fatto?
Ed era alla presenza di Dio, non c’era il mondo. Capite?
Eppure…
Era là nel Paradiso, eppure…
E Adamo, che viveva nell’Eden?
Non c’era il problema della televisione, di internet… eppure…
“Comprendo allora i santi che fuggivano nel deserto, e quelli che vanno a rinchiudersi in una Trappa per sfuggire ai pericoli del mondo!
La nostra vocazione non vi ci chiama: almeno durante gli Esercizi chiudiamoci in una Trappa!”
Ecco, noi non siamo chiamati a vivere nella Trappa, come i Trappisti, né a chiuderci in un monastero, va bene, però lui dice: «In questo mese, impariamo a chiuderci un po’ in una sorta di Trappa, cioè impariamo in questo mese a stare un po’ tranquilli, un po’ isolati, un po’ nella solitudine».
“E ancora, tutto non è finito colla fuga. La tendenza al male ci segue da per tutto.
Se andassi a rinchiudermi nella Certosa? Voi vi portereste voi stesso, e il demonio vi seguirebbe anche là. Non avreste sempre la vostra immaginazione e il vostro corpo?”
Eh, sì…
“Vedete S. Girolamo, dopo venti anni passati nella grotta sì santa di Betlemme, trasportato ancora dalla sua immaginazione in mezzo alle danze di Roma!”
Vi ricordate, eh?
Dopo vent’anni di eremitaggio eh… dopo vent’anni lui ancora pensava ai festini a Roma… incredibile!
Attenti, attenti bene, perché adesso lui aggiunge un dettaglio, che vi fa capire che tutto questo è per tutti voi, non è solamente per chi vive in un monastero, ma è per tutti.
State attenti a questa cosa che dice, che sembra quasi che sia una contraddizione di quanto io vi ho detto fino ad oggi di Padre Avrillon, di Don Alberione.
Guardate che non è una contraddizione, ma è un completamento: prima ci deve essere quello che adesso vi dico, e poi allora quell’altro.
“Non la solitudine fa i santi, ma la volontà: il demonio abita gli eremi come le grandi città”.
Cosa vuol dire?
Vuol dire che io devo assolutamente cercare di custodire i momenti di silenzio e di solitudine (primo aspetto), ma senza l’illusione che sia sufficiente la solitudine; ecco, è questo il dettaglio importante.
La solitudine è fondamentale, ma non è sufficiente.
Perché ci sia la santità, ci vuole la volontà, ovviamente, ma la solitudine è fondamentale, affinché la volontà si irrobustisca, sia illuminata e ci dia la forza di immergerci sempre di più dentro l’amore di Dio.
“Che fare allora?”
Ecco, domani vedremo che cosa bisogna fare. Ci fermiamo qui.
Vedete che bello? A me sembra molto bello questo testo, credo che ne avremo tutti un gran vantaggio.
Che fare allora?
Domani vi dirò che fare…
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen.
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
VANGELO (Gv 17, 11-19)
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».