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Martedì fra l’ottava di Pasqua

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: «Martedì fra l’ottava di Pasqua»
Martedì 11 aprile 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 20, 11-18)

In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 11 aprile 2023.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo ventesimo di San Giovanni, versetti 11-18.

Continuiamo la nostra preparazione alla domenica della Divina Misericordia. Oggi siamo arrivati al quinto giorno della nostra novena. Leggiamo cosa disse Gesù a Santa Faustina:

“Portami oggi le anime dei fratelli separati, immergendole nell’oceano della mia Misericordia: nell’amara mia Passione, essi mi laceravano il Corpo e il Cuore, cioè la mia Chiesa. Allorché faranno ritorno alla sua unità, si rimargineranno le mie ferite e avrò sollievo nella mia Passione.

Ecco, quindi, quest’oggi preghiamo e ricordiamo in modo particolare tutti i fratelli che sono separati, come chiede Gesù, quindi una preghiera grande per l’unità della Chiesa.

Continuiamo la nostra preparazione all’Atto di Offerta quale Vittime di Olocausto all’Amore Misericordioso di Dio, che reciteremo domenica alle 15 al santuario di Maria Rosa Mistica. Continuiamo e concludiamo la lettura del testo Consigli e ricordi di Celina, la quale scrive.

Se la nostra cara Maestra avesse creduto di attirare su di noi un sovrappiù di sofferenza, non avrebbe sollecitato la nostra donazione all’Amore; al contrario, ci precisava che questo gesto era nettamente differente dall’offerta come vittima alla Giustizia divina: «Non c’è nulla da temere dall’offerta all’Amore Misericordioso – diceva lei con forza – perché da questo Amore non ci si può attendere che misericordia». Nondimeno aggiungeva che questa offerta richiedeva buona volontà e generosità. «Buona volontà e generosità» sostenute dalla grazia appropriata al momento presente. L’atto di donazione all’Amore ha per effetto di rinforzare considerevolmente questa grazia e il soccorso divino è tanto più immediato ed efficace, quanto più totale è stata l’offerta.

Quindi Santa Teresina ci ricorda che non abbiamo nulla da temere, nulla di cui preoccuparci dall’ Offerta all’Amore Misericordioso, perché dall’Amore Misericordioso non si potrà avere che misericordia. Ciononostante, questo non vuol dire che questo Atto sia banale o di poco conto. Abbiamo già visto che Santa Teresina ha detto che neanche immaginiamo il valore di questo Atto di Offerta. E richiede una grande buona volontà e grande generosità. Bisogna proprio volerlo ed essere generosi perché, come abbiamo visto, è un atto col quale noi riceviamo l’amore non corrisposto di Dio da parte degli uomini e con il quale, appunto, vogliamo anche riparare — altra cosa importante — vogliamo amare meglio Dio al posto di quelli che non lo amano.

Ecco, quindi, mi sembra che abbiamo proprio detto tutto quello che c’era da dire su questo Atto di Offerta da parte della spiegazione che dà Santa Teresina.

Adesso andiamo avanti, e così faremo anche nei prossimi giorni, a leggere il testo così, commentandolo passo passo, ci sarà la possibilità per tutti di arrivare a quel giorno avendolo già non solo letto, ma anche un pochino di più compreso.

Vorrei consolarti per l’ingratitudine dei cattivi e supplicarti di togliermi la libertà di dispiacerti; se per debolezza qualche volta cado, all’istante il tuo Sguardo Divino purifichi la mia anima consumando tutte le mie imperfezioni, come il fuoco che trasforma tutto in se stesso. 

Altra caratteristica di chi fa questo Atto di Offerta è quella di voler consolare Dio per l’ingratitudine dei cattivi: l’ingratitudine è sempre segno di cattiveria. Un cuore buono, un cuore umano, un cuore umile, un cuore delicato e attento, non può essere ingrato. É impossibile. L’ingrato per eccellenza — potremmo dire il principe degli ingrati — tra coloro che hanno seguito Gesù, lo sappiamo bene è Giuda. Giuda rappresenta molto bene l’immagine dell’ingrato. Nonostante tutti i doni ricevuti dal Signore a partire dall’elezione: essere stato scelto, chiamato; aver vissuto accanto a lui; essere stato presente all’ultima cena; aver assistito ai miracoli e alla predicazione… Ma siccome Gesù non è quello che Giuda voleva che fosse, siccome Gesù non corrisponde all’egoismo di Giuda, siccome Gesù non esaudisce i desideri più profondi di Giuda, siccome Giuda è divorato dall’invidia, dalla gelosia, dal risentimento, ecco che al momento solenne della lavanda dei piedi, quando addirittura il Signore gli lava i piedi mettendosi in ginocchio davanti a lui, nonostante questo, nel cuore di Giuda non accade nulla.

É veramente il mistero di iniquità in atto nel cuore di un uomo. Questo non è un cuore buono, lo si capisce benissimo proprio da queste manifestazioni. Pensate al delicatissimo cuore di Gesù come è rimasto sofferente, amareggiato, di fronte a questa ingratitudine, di fronte a tutte le ingratitudini. Infatti, se notate, nelle apparizioni dei mistici, delle mistiche — pensate a Padre Pio, ma non solo — quando Gesù si lamenta,  Lui si lamenta sempre dell’ingratitudine, sempre; soprattutto di quella dei suoi eletti, cioè di quella delle anime consacrate. Sempre!

La stessa cosa fa parte del messaggio di Maria Rosa Mistica che, appunto, andremo domenica a visitare, a ringraziare e a pregare. È sempre questo il punto: l’ingratitudine, che vuol dire la mancanza della memoria del cuore, e il non rendersi conto, consapevoli, di qualcosa di grande che si è ricevuto. Teresina percepisce talmente forte questo tema dell’ingratitudine, come giustamente deve essere percepito, che chiede a Gesù la grazia di toglierle la libertà di dispiacergli. Cioè addirittura, se fosse mai possibile, lei dice: “Rinuncio alla mia libertà”.

Ovviamente non è possibile rinunciare alla propria libertà. Noi siamo creati liberi e moriremo liberi. Solo il peccato ci rende schiavi, cioè solo il peccato ci toglie la libertà, non Gesù. Gesù non toglie la libertà a nessuno; neanche quando noi ci facciamo schiavi d’amore, secondo l’atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria del Montfort, neppure allora rinunciamo alla nostra libertà. Dio non ci strapperà mai, non annullerà mai la libertà. È il demonio che fa questo. “Chi commette il peccato è schiavo del peccato”, dice Gesù. Chi ama Dio conosce la libertà in sommo grado. 

Lei prosegue: “Se per debolezza qualche volta cado, all’istante il tuo Sguardo Divino purifichi la mia anima, consumando tutte le mie imperfezioni come il fuoco che trasforma tutto in se stesso”.

Quindi, sarà possibile cadere per debolezza! Però la debolezza e l’imperfezione non sono il peccato, neanche il peccato veniale. Le debolezze, le imperfezioni sono proprio le caratteristiche della nostra natura umana. S. Teresina è attenta addirittura alle cadute per debolezza, alle cadute per imperfezioni, quelle di cui Santa Teresa d’Avila dice: “Beh quelle, capite, le imperfezioni le perderemo in cielo, insomma…”.

A maggior ragione noi dobbiamo sottoporre allo sguardo divino la nostra anima, a questo fuoco consumatore la nostra anima, con grande frequenza nel Sacramento della Confessione, per questo motivo, perché tutto questo male, tutta questa schiavitù, tutta questa ribellione, tutta questa offesa a Dio, venga consumata e bruciata il più frequentemente possibile.

Ecco allora anche oggi chiediamo al Signore, attraverso la Vergine Maria, questa grazia grande, bella, di crescere e di prepararci a questo Atto di Offerta che faremo domenica, di crescere in questa confidenza, in questo gettarci — come diceva Teresina — con grande confidenza, con totale fiducia, nell’Amore Misericordioso di Dio, che vuol dire riconoscere umilmente il proprio nulla, dice Teresina, e poi gettarci nella misericordia.

E il primo modo di gettarci nella misericordia è quello di andarci a confessare e poi stare davanti all’Eucarestia: sono i due troni della misericordia, come ci insegna Gesù attraverso Santa Faustina Kowalska. 

 Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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