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Il manoscritto del Purgatorio, parte 31

Il manoscritto del Purgatorio

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di giovedì 29 dicembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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PRIMA LETTURA (1 Gv 2, 3-11)

Figlioli miei, da questo sappiamo di avere conosciuto Gesù: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: “Lo conosco”, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di rimanere in lui, deve anch’egli comportarsi come lui si è comportato.
Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico, che avete ricevuto da principio. Il comandamento antico è la Parola che avete udito. Eppure vi scrivo un comandamento nuovo, e ciò è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera.
Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione di inciampo. Ma chi odia suo fratello, è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 29 dicembre 2022.

Festeggiamo oggi san Tommaso Becket, vescovo e martire: vi consiglio di andare a leggere la vita di san Tommaso Becket e di meditarla bene.

Abbiamo ascoltato la Prima Lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal secondo capitolo della Prima Lettera di san Giovanni Apostolo, versetti 3-11.

Proseguiamo la nostra meditazione sul Manoscritto del Purgatorio. 

La suora dal Purgatorio dice così:

Non dovete mai scusarvi. Cosa può cagionarvi l’esser creduta colpevole quando non lo siete? E se riconoscete d’aver mancato, umiliatevi e tacete. Non scusatevi neppure mentalmente.

Milioni, milioni, milioni e milioni di anni luce lontani dal nostro modo di essere. Noi solitamente ci scusiamo, ci giustifichiamo quando siamo colpevoli: “No, ma io qui… no, ma io là… no, però intendevo… aspetta che ti spiego… no… però la mia intenzione era buona…”. E mille polemiche, e mille questioni: “No, però tu hai fatto, no, però tu hai detto…”. 

Se poi, per caso, veniamo accusati di qualcosa di cui non siamo colpevoli, responsabili o magari non lo siamo totalmente… apriti Cielo! Guai, guai che qualcuno ci venga ad accusare di aver fatto qualcosa che, in realtà, non abbiamo mai fatto: succede un pandemonio! 

Altro che umiliarsi, tacere e non scusarci neppure mentalmente: figuriamoci, viene fuori la guerra, la guerra! Questo che cosa vuol dire, però? Perché vedete, qualsiasi cosa che succede nella nostra vita, nel bene e nel male, dobbiamo sempre chiederci di che cosa sia segno perché non dobbiamo mai essere così ciechi da pensare che un evento, una situazione che accade nella nostra vita non sia il sintomo di qualcos’altro, di qualcosa di più profondo; quando avviene qualcosa nella nostra esistenza, quello è sempre un sintomo (la parola “sintomo” mi piace di più di “segno”) di qualcos’altro che noi, di solito, fatichiamo un po’ a vedere, perché ci sono malattie che si nascondono molto bene. In questo caso è sintomo di che cosa? Questo essere polemici, aggressivi; questo rispondere male, questo offenderci, questo risentirci, questo scusarci è segno di che cosa?

 Prima di tutto di una radicale e profonda mancanza di umiltà; inoltre questo modo di reagire ci dice che a noi non interessa il Giudizio di Dio, ma il giudizio degli uomini: è questo il punto veramente importante perché, se per me è fondamentale il giudizio degli uomini, è evidente che, se mi credono colpevole e non lo sono, è un problema. 

Per questa suora che sta in Purgatorio il giudizio degli uomini vale niente, perciò chiede: “A voi che cosa interessa se vi ritengono colpevoli? Voi non lo siete… state in pace! Se voi non siete colpevoli davanti a Dio, che cosa vi interessa quello pensano gli uomini?”. Certo, perché lei era nella vita eterna, e nella vita eterna le anime hanno capito bene che il giudizio degli uomini vale niente, vale zero perché vale solo quello di Dio! Ma… ma… visto che per noi fondamentalmente conta il giudizio degli uomini, se mi credono colpevole, è un problema!

Se poi, lei dice, sei veramente colpevole, riconosci di avere mancato, umiliati e stai zitto. Però noi non lo facciamo: è difficile che uno dica: “Hai ragione, ho sbagliato.” Piuttosto diciamo: “Sì, però…; sì, ma là…; no, ma vedi…; no, ma non volevo…; no, ma la mia intenzione era…”. Lei dice: “Riconosci il tuo sbaglio, riconosci il tuo peccato e stai zitto… basta! Hai peccato, hai sbagliato… basta! Umiliati, stai zitto” e addirittura aggiunge: “Non scusarti neanche mentalmente! Riconosci il tuo male, fine! Non darti delle giustificazioni personali”.

Quindi stiamo attenti a queste cose: questa è una grande penitenza, questo è un grande sacrificio. Invece di pensare a non mangiare il panettone o la colomba, pensiamo a queste cose! In questi casi impariamo a fare silenzio, a riconoscere i nostri peccati.

Stamane avete detto al vostro Padre di provar gran ripugnanza ad ascoltarmi, che preferireste molto più essere come tutte le altre. Nel corso dell’anno gli avete scritto la stessa cosa. Sovente lo avete detto alla Madre Superiora. Perché affannarvi tanto? Non è forse il buon Dio che permette tutto questo? Voi non c’entrate per nulla.

Se noi avessimo fede in Dio, noi diremmo: “Tutto è disposto dalla Misericordia di Dio: perché mi capita questo? Perché succede quest’altro?”. Ehhh… perché c’è un progetto; forse perché è sintomo di qualcosa d’altro; forse perché Dio ti vuole dire qualcosa. “Eh, ma che cosa mi vuole dire Dio?” Beh, magari, se ascoltassi…se tu facessi un po’ di piazza pulita dentro di te…se tu cominciassi veramente a metterti in una prospettiva nuova dicendo: “Signore, aspetta che metto un po’ da parte tutte le mie congetture, i miei sistemi mentali, le mie idee, le mie ideologie, le mie stupidaggini per mettermi veramente in discussione e per mettermi veramente in ascolto. Vuoi mai che il Signore non voglia veramente dirmi qualcosa?”. Invece, noi che cosa facciamo? Anche di fronte a certe grazie da parte di Dio ci lamentiamo, le ci fanno disgusto, le reputiamo come delle cose che non ci piacciono. Ci sono delle cose che non ci piacciono! Anche quelle che ci vengono da Dio, non ci piacciono tutte: ci sono cose che non ci vanno bene, non ci stanno bene, che non vogliamo perché non sono grazie come le vogliamo noi. Noi abbiamo in testa le grazie che Dio ci deve dare, quelle che noi vogliamo veramente. 

Profittate di queste grazie e non lamentatevene più. Non avete ancor udito tutto quel che udirete, né visto tutto quel che vedrete. Ditelo al vostro Padre. Ditegli anche ch’io non sono il diavolo. Egli neppur lo pensa. Siete voi che avete sempre questi timori. Calmatevi e profittate molto del Ritiro. Bisogna che cominciando da questo momento mutiate tenor di vita. Non più altre riflessioni, altri ritorni su voi stessa. Questo è amor proprio e nulla più. Dischiudete piuttosto il cuore alla grazia, unitevi a Gesù e non sciupate più il tempo sì prezioso nell’indagare perché questo, perché quello? 

Vedete? Lei dice di smettere di domandarsi: “Sarà il demonio, o non sarà il demonio? E questo che cosa vuol dire? Perché mi capita questo? E questo che cosa mi rimanda?”. Vivi questo momento di grazia; vivi questo momento presente… non indagare! Per che cosa? Non sciupare il tempo: dischiudi il cuore alla grazia. Guarda i frutti! 

Come, fai a sapere se una cosa è buona o cattiva? Guarda i frutti! Tutto quello che abbiamo letto, secondo voi, avrebbe potuto venire dal diavolo? No! Ma allora basta! “Ma perché a me?” Ma che cosa ti interessa? Guarda i frutti: il diavolo non può fare frutti di bene; non può dare frutti di conversione, frutti di cambiamento di vita. Se ti viene un dubbio sulla tua vita, sulle tue scelte, guarda i frutti: “Ho fatto una meditazione sul Vangelo e non so se sia giusta, mi viene il dubbio che…”. Guarda i frutti! Lo dice Gesù: “Dai frutti riconoscerete la bontà dell’albero”. I frutti sono buoni? Allora quella cosa veniva da Dio! I frutti sono cattivi? Non veniva da Dio, fine! Frutti buoni sono conversione, cambiamento di vita, aumento di preghiera, aumento di Sacramenti, aumento di intimità con Dio, aumento del silenzio, aumento della penitenza e qui il diavolo non può esserci! 

Il buon Dio vi riserba grandi grazie, come anche a colui che, nella sua bontà, Egli v’invia per dirvi quel che desidera da voi. Adorate i suoi disegni senza cercar di penetrarli. Il vostro Padre dirà non poche cose per voi nelle sue prediche, senza neppur pensarci. Gesù permetterà questo; approfittate con molta riconoscenza di codesto santo Ritiro, decisivo per voi.

Solo le azioni fatte con un grande amore, sotto lo sguardo di Dio, per compiere la sua santa volontà, avranno in Cielo ricompensa immediata, senza passare per il Purgatorio! Quale accecamento a tal riguardo nel mondo!

Le azioni fatte con grande amore, sotto lo sguardo di Dio per compiere la sua volontà: solo queste avranno una ricompensa immediata in cielo, quelle che noi facciamo per compiere la volontà di Dio sotto il suo sguardo con un grande amore.

Ecco, oggi mi fermo: ieri sono stato un po’ lungo e oggi recupero con un po’ di brevità. 

Via auguro una santa giornata e prepariamoci bene al primo giorno dell’anno.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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