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Il manoscritto del Purgatorio, parte 32

Il manoscritto del Purgatorio

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di venerdì 30 dicembre 2022 – Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 2, 36-40)

[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 30 dicembre 2022.

Festeggiamo oggi la Sacra Famiglia di Gesù e di Maria.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo secondo di san Luca, versetti 36-40.

Oggi ricordiamo anche il quindicesimo Venerdì di don Tomaselli, si conclude così il nostro ciclo: oggi ci richiama alla preghiera per i moribondi. C’è tanto bisogno di pregare per i moribondi perché la morte è un passaggio per niente facile per chiunque di noi.

Continuiamo la nostra lettura del Manoscritto del Purgatorio.

Ecco il Ritiro finito per tutta la Comunità, ma per voi non bisogna che finisca. Continuatelo tutto l’anno e sempre nel vostro cuore; anche in mezzo alle vostre più grandi occupazioni, abbiate sempre un posticino consueto, ove vi raccoglierete cuore a cuore con Gesù, ed ivi, non perdeteLo mai di vista. L’anno passato siete stata troppo distratta; al presente, non dev’essere più così. Avete promesso al buon Dio, come altresì al vostro Padre, che avreste cominciato una vita nuova; bisogna a tutti i costi mantener la parola. Ciò vi costerà, ma forse che in appresso vi costerà meno? No! Ahimè! Tutto passa sì presto e noi unitamente, senza accorgercene! Già da lungo tempo Gesù vi sta dietro. Dopo tutte le grazie ch’egli vi largisce, non Gli negherete il totale abbandono di voi stessa nelle sue mani adorabili. Se volentieri Lo lasciaste agire, come presto sareste una santa… ed una gran santa Egli vuol che diveniate.

Ritorna il tema delle distrazioni, dell’essere distratti, non tanto dalle molte cose da fare perché il Buon Dio sa che abbiamo tante cose da fare, ognuno secondo il suo stato di vita, ma distratti dal fatto che non ci raccogliamo (questa è la distrazione); che non abbiamo l’atteggiamento di ritiro, di essere raccolti cuore a cuore con Gesù. È come se le cose, gli impegni ci venissero addosso come un’onda altissima che travolge tutto, scombina tutto: noi siamo sepolti da quest’onda, come quando veniamo colpiti da un’onda un po’ forte che ci butta a riva e non sappiamo più se siamo rivolti verso il cielo o la terra finché non apriamo gli occhi, quindi dobbiamo stare molto attenti. 

Nuovo anno… vita nuova? Beh, sarebbe bello! Non dico di avere tanti propositi, ma quei pochi che abbiamo, magari anche uno solo, portarlo fino in fondo; impegnarci almeno in un proposito… “Quest’anno mi impegnerò su questo, non posso impegnarmi su tutto e allora lavorerò su questo”. Certo, costa, ma costa anche il Purgatorio poi… 

Quante grazie abbiamo ricevuto da Dio in questo anno? Quante grazie abbiamo ricevuto da Dio nella nostra vita? Che cosa ci chiede Gesù? Gesù ci chiede di abbandonarci a Lui, ci chiede un abbandono radicale nelle Sue mani. E allora, perché non farlo? Perché non lasciarlo agire? Perché noi vogliamo avere in mano le redini della nostra vita; vogliamo essere noi a decidere tutto… invece dovremmo lasciarci condurre da Lui, dovremmo lasciarlo fare e noi lasciarci portare.

Il vostro Padre non vi ha forse detto ancora una volta, nel suo nome, i giorni scorsi, che per voi non c’è via di mezzo? Quante persone ve lo avevano già detto, e voi siete rimasta indifferente a simili cose che avrebbero dovuto esser sacre per voi. 

Proprio belle questo libretto sul Purgatorio, semplice e bello… 

Io credo che nella vita di ciascuno di noi ci siano delle esperienze, delle parole, delle indicazioni che abbiamo ricevuto che sono sacre, che noi capiamo essere sacre per noi, che sentiamo dentro come se venissero proprio dal Cielo, proprio per noi, da Dio, dal Signore attraverso una persona che magari neppure lo sa oppure attraverso un evento, una situazione, un fatto. L’anima del Purgatorio dice alla consorella che è rimasta indifferente, non ha considerato l’opportunità come avrebbe dovuto. Se qualche volta ci fermassimo a pensare alle nostre responsabilità rispetto a quello che Dio si aspetta da noi, eh, insomma… Non è di Dio che dobbiamo avere paura, ma di noi, di quanto siamo incostanti, di quanto siamo ipocriti, fallaci, inconsistenti, ingrati, superficiali, rozzi… rozzi… siamo proprio rozzi!

Questa volta, mi sembra che vi abbiate prestato maggior attenzione e che siate rimasta colpita di tale parola, nuovamente ripetuta. Rifletteteci sovente, è una cosa seria. Gesù, ve l’ho già detto, attende da voi solo un piccolo sforzo ed Egli farà il resto. Siate molto generosa. Cosa non otterreste dal buon Dio, se foste com’Egli vuol vedervi. Che unione intima Egli desidera contrarre con la vostra anima! Quali gioie vuole concederle! Se sapeste! Oh! com’è buono Gesù con voi! Rievocate sovente nel vostro cuore le grazie d’elezione ch’egli vi ha fatto.

Alle volte, magari, ci viene da dire: “Non ho voglia di pregare, non ho voglia di pregare il Santo Rosario, non ho voglia di andare a Messa”. Tu comincia a farlo, mettiti lì e vedrai che dopo due minuti sarai già trasportato: c’è qualcun altro che ti ha tolto la fatica e dato il gusto e la bellezza di quell’incontro! È Gesù! Gesù fa così: lascia la prova, attende che tu la superi e poi interviene Lui e fa tutto Lui. E Lui che cosa vuole da noi? Vuole una cosa sola: l’unione intima, l’unione divina di cui vi parlo spessissimo. Gesù si aspetta questo!

La Madre Superiora vi ha detto che per voi soprattutto ella aveva domandato il vostro Padre, di nuovo, quest’anno; voi non ci avete creduto abbastanza, ma è pur vero; ella ha seguito in questo l’ispirazione del buon Dio che ha voluto che voi lo conosceste meglio e che anch’egli vi conoscesse maggiormente. Approfittate di questa nuova grazia che non sarà l’ultima; mettete in pratica tutto quel che egli vi ha detto; voi siete libera di trattare con lui; apritegli sempre per bene il vostro animo; ch’egli vi possa leggere come in un libro. Se egli vi conoscesse come vi conosco io!

Chissà se abbiamo questo stile interiore di farci conoscere come un libro: è bellissima questa esperienza, veramente bella! Che ci sia qualcuno a questo mondo – la cosa consigliabile è che sia un sacerdote e che questo avvenga all’interno della direzione spirituale e della confessione – che possa dire di noi: “Ti conosco come un libro aperto! Sei per me come un libro aperto!” Questo nostro desiderio di non avere pagine buie, nascoste, oscure… no, dobbiamo essere quello che siamo, avere il gusto della semplicità e mettere in pratica i tanti buoni consigli che riceviamo. 

Non vi si comprende di primo acchito; occorre per questo un po’ più di tempo. Tutti i pensieri che avete avuto ieri a tal riguardo sono pensieri diabolici. Il demonio vorrebbe impedire il bene; ma lo si farà ugualmente, poiché non gli darete più ascolto. Custodite ben preziosamente le grandi grazie del Ritiro; mai esse vi abbandonino. Non abbiate paura di sacrificarvi dalla mattina alla sera per far la volontà del buon Dio. Egli vi ricompenserà largamente.

Quanti pensieri ci vengono nella testa — soprattutto alla sera, ma non solo — che sono opera del diavolo e noi perdiamo tempo a pensarli: pensieri di scoraggiamento, pensieri di sconforto, pensieri di disperazione… e noi ci perdiamo a pensare queste cose. Perché? Perché il demonio vuole impedire il bene: tutti i pensieri che impediscono il nostro bene, che impediscono il nostro miglioramento, il nostro andare avanti, il nostro impegno, la nostra dedizione non vengono da Dio e noi dovremmo rinnegarli tutti, tutti e tenerci vicino tutti i preziosi consigli che riceviamo. Anche i consigli che riceviamo da queste meditazioni che ascoltate, da quelle di altri sacerdoti, dai ritiri che fate: quante indicazioni utili e belle che riceviamo! Perché non segnarcele, appuntarcele, riprenderle durante la giornata e rimeditare?

Perché ho provato una commozione sì forte all’udir le prime parole del Reverendo Padre?

Era questo già un principio della grazia che dovevate ricevere durante questo Ritiro. V’è fra le anime una certa attrazione, di cui non ci si rende ben conto sulla terra. Il buon Dio ha fatto l’anima del vostro Padre e la vostra l’una per l’altra: di qui, quell’impressione involontaria da voi provata all’udirlo e che forse proverete ancora in avvenire. Pregate molto per il Padre che Gesù vi dona al fine d’aiutarvi ad innalzare la vostra anima fino a Lui. Egli ha bisogno di grazie più forti, più grandi che non tanti altri, per non scoraggiarsi mai. Sovente trascorre delle giornate molto laboriose, molto gravose per la natura. La sua vita è dura, penosa. Bisogna che lo aiutiate con le vostre preghiere. Fin qui lo avete fatto, ma non è ancora abbastanza. Bisogna che offriate secondo la sua intenzione il vostro lavoro, alcune delle vostre sofferenze esterne, qualche sacrificio; in una parola, unitelo a quel che fate, ed unitevi a quel ch’egli fa. Gesù ha grandi disegni su lui, come su voi; ecco perché ha permesso che vi rivolgeste a lui e che foste libera di aprirgli il vostro animo. Consideratelo come vostro padre; amatelo, siategli sottomessa come una vera figliola ed il buon Dio sarà contento. Non abbiatevela a male se vi dico tutte queste cose, invero finora le avete fatte tutte press’a poco; ma io dovevo pur dirvele e voi parimenti le direte al Reverendo Padre. Capite?

Ci sono le anime che si cercano, che si chiamano, che si incontrano, che si uniscono… è vero! Senza che noi ce ne accorgiamo, sentiamo un qualcosa, un’intesa, magari con un sacerdote, con un sacerdote che sentiamo predicare … “Ma non l’ho mai visto, non ci ho mai mangiato una pastasciutta buona insieme, ma come faccio a sentire questo? Questo affetto, questa sintonia, questa unità, questa unione, questo desiderio di conoscerlo, di parlarci, questo «sentirmi a mio agio»?”

Sono le anime che superano il tempo, lo spazio, la natura stessa, vanno oltre e si incontrano perché il Signore ha fatto le anime l’una per l’altra e sperimentiamo tutto questo al di là del movimento naturale delle cose, no? Ed è bello e dobbiamo ringraziare il Signore perché già sentire attrazione, già sentire che l’anima è attratta da… già questo ci dice che c’è una certa unità, una certa somiglianza…

Se ci sentiamo attratti da Padre Pio, è un buon segno! Se ci sentiamo attratti da san Giovanni Maria Vianney, è un buon segno e questo è bello perché c’è una somiglianza… certo, quelli sono dei giganti, però noi siamo dei piccoli gnomi che hanno il desiderio di stare sulle spalle di questi giganti e questa è una cosa bella.

E poi dobbiamo imparare a pregare per i nostri confessori, per i nostri Padri Spirituali perché i sacerdoti hanno tanto bisogno di preghiere per essere forti, per non scoraggiarsi mai, per affrontare giornate dense di molto lavoro e molto gravose per la natura, molto gravose… sapete, alle volte il sacerdote arriva alla sera e dice: “Non ce la faccio più!”, proprio fisicamente non ce la fa più, però deve andare avanti perché poi comunque ha tante cose da fare. 

Questo poveretto magari ha le benedizioni di Natale, le confessioni, la Messa, le omelie, lo studio, gli ammalati da curare e visitare, i bambini da preparare e poi, arrivato a casa a orari alle volte impossibili e anche ingiusti, si trova che deve ancora preparare, mangiare, pulire, rigovernare: la giornata è fatta di ventiquattro ore e uno veramente alle volte non ce la più! 

Ecco perché tante volte vi ho detto di cercare di essere attenti, intelligenti, caritatevoli: quando fai le lasagne, fanno un po’ di più, santa pazienza! Usiamo questo cervello che tante svolte sembra un criceto spelato, zoppo, anchilosato, vecchio e che non riesce neanche a fare due passi. Usa il cervello: fai un pezzo in più di questa lasagna, lo tagli, lo metti in un contenitore e glielo dai… stai tranquillo che sarà felicissimo. Se lo mette in freezer e tra due giorni, quando arriverà stanco morto chissà a che ora, se lo mangerà!

Alle dieci di sera chi ha voglia di metter su la pasta? Neanche morto! A chi viene il pensiero di farsi una bistecca? Al solo pensiero di preparare la padella viene male! “No, aspetta, mi faccio i pomodori gratinati…”. Non so più nemmeno come si scrive «pomodori gratinati», altro che farli! Ma dove? Ma quando? “Aspetta che mi faccio la polenta con gli spezzatini…” certo… in che film? La giornata è una, il tempo è quello: se uno è distrutto dall’apostolato, arriva a casa e che cosa si fa? Neanche il tè! Guarda la cucina e dice: “No, guarda, lascio stare e vado a letto direttamente… devo ancora finire il Breviario… ci manca solo che mi metta a cucinare!”

 Allora io dico: fai l’ossobuco? Fanne uno in più! Fai la polenta? Fanne tre mestoli in più! Poi il sacerdote mette tutto in un contenitore e se lo mette in freezer! “No, ma il cibo congelato non è più buono”. Tu pensa ai tuoi vizi e ai tuoi capricci: stai pur certo che per il Sacerdote quelle sono cose buonissime! “No, ma sa, dopo se si scongela…”. Tu non ti preoccupare, lascia fare! 

Hai fatto la torta? Tirane via un pezzo prima, cosa ti costa? Falla più grande! “Ma la teglia della torta è quella!”… Allora fanne due! Alle volte, quando sento certe risposte, mi viene il prurito alle mani! Ma scusa, è possibile avere un cervello così piccolo? “No, perché il diametro della tortiera è di 26 centimetri!” Fanne due, così hai raddoppiato il diametro: che problema c’è? Dove sta il problema?

 “Sa Padre, sono andato al Lago di Garda a fare le vacanze!” — “Che bello! Mi hai portato l’olio?” — “ Ah, perché, c’è l’olio?” Eh, ciao Pep! Guarda in alto che c’è l’asino che vola!

Piccole cose, piccole cose… usiamo la testa! Se tu vedi che questo povero sacerdote è lì che si spacca la schiena dalla mattina alla sera, ma vagli incontro… santa pazienza! 

Ecco, allora, impegniamoci ad avere un atteggiamento di grande carità e di grande attenzione su tutto: dai bisogni spirituali che sono tanti (impariamo a far celebrare le Messe per i nostri sacerdoti e per i nostri parroci, per i nostri Padri Spirituali; preghiamo il Salterio di Gesù e di Maria per loro; l’anima del Purgatorio dice: “Unite la vostra intenzione e il vostro fare a quello del vostro Padre, offrite, fate preghiere”); ai bisogni materiali, perché un sacerdote è fatto di carne e non dobbiamo dire solo: “È fragile come me!” perché non sta a noi giudicare. Un sacerdote si nutre come me, dorme come me, beve come me, capito? Allora, sveglia! Facciamo andare un po’ la testa in modo da non vedere scene di poveri sacerdoti di settanta/ottanta anni che sono con le borse della spesa e vanno al supermercato: sono cose brutte e ingiuste perché poi, al sabato pomeriggio o anche alla domenica, mentre tutti sono a far la spesa, loro sono in confessionale per tre o quattro ore. Poi li ritrovi il lunedì mattina che vanno fare la spesa carichi come somari… non è giusto, non è giusto! Che cosa ti costa mettere una busta in più? Sei lì che vai in palestra a farti bicipiti e tricipiti dalla mattina alla sera perché vuoi essere super mega gonfio: porta un po’ di borse della spesa, vedrai come si gonfiano i bicipiti e i tricipiti, vedrai come diventi bello! Ti viene la tartaruga Ninja che fa le capriole e scende giù con in mano gli strumenti delle arti marziali… sembra quasi di vederla … ti viene un “tartarugone” sull’addome che ti chiederanno: “Ma come hai fatto?” “Portando la spesa per il mio sacerdote: mi sacrificio per lui; faccio un po’ di sacrifici: vedi come sono bello? una meraviglia!”. 

E poi la grande sottomissione, la grande umiltà, la grande obbedienza, la grande fiducia, il grande affidamento: “Amatelo e consideratelo come vostro padre”. Non riempiamoci la bocca di “Padre, Padre, Padre”… e poi, magari, lo trattiamo come un cane! A che cosa serve continuare a dire “Padre”? Le parole hanno un valore: è Padre? E allora comportati come figlio, se no, non chiamarlo “Padre”. Che senso ha? 

Quante volte mi è capitato di vedere sacerdoti abbandonati nei ricoveri: ma questi poverini non hanno avuto nessun figlio spirituale? Non hanno confessato nessuno, non hanno seguito nessuno spiritualmente? Dove sono finiti tutti? Perché sono qui abbandonati? “Padre, Padre, Padre, Padre…” e poi spariscono tutti! E dove sono i “figli”? Guardate che davanti a Dio dobbiamo stare attenti a dire certe cose perché il Signore le pesa! “Padre, Padre, Padre” e poi a Natale non gli regali neanche un panettone, una confezione di Condorelli… niente! Ma dico: che padre è ? Non ti venuto di fargli neanche un pensiero? Allora non è tuo padre! A me viene in mente di fare il regalo di Natale a mio padre! Fosse anche una scatola di Mon Chéri, un pensiero… poi, se è tuo padre, non puoi regalargli una scatola di Mon Chéri! Sù… oh, povera Italia!

Grande amore per i nostri sacerdoti, grande preghiera, grande dedizione e grande sacrificio!

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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