Omelia
Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di venerdì 2 settembre 2016.
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù
(di Santa Margherita Maria Alacoque)
Io (nome e cognome),
dono e consacro al Cuore adorabile di nostro Signore Gesù Cristo
la mia persona e la mia vita, (la mia famiglia/il mio matrimonio),
le mie azioni, pene e sofferenze,
per non voler più servirmi d’alcuna parte del mio essere,
che per onorarlo, amarlo e glorificarlo.
E’ questa la mia volontà irrevocabile:
essere tutto suo e fare ogni cosa per suo amore,
rinunciando di cuore a tutto ciò che potrebbe dispiacergli.
Ti scelgo, o Sacro Cuore, come unico oggetto del mio amore,
come custode della mia via, pegno della mia salvezza,
rimedio della mia fragilità e incostanza,
riparatore di tutte le colpe della mia vita e rifugio sicuro nell’ora della mia morte.
Sii, o Cuore di bontà, la mia giustificazione presso Dio, tuo Padre,
e allontana da me la sua giusta indignazione.
O Cuore amoroso, pongo tutta la mia fiducia in te,
perchè temo tutto dalla mia malizia e debolezza,
ma spero tutto dalla tua bontà.
Consuma, dunque, in me quanto può dispiacerti o resisterti;
il tuo puro amore s’imprima profondamente nel mio cuore,
in modo che non ti possa più scordare o essere da te separato.
Ti chiedo, per la tua bontà, che il mio nome sia scritto in te,
poichè voglio concretizzare tutta la mia felicità
e la mia gloria nel vivere e morire come tuo servo.
Amen.
Testo della meditazione
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“Metti la tua volontà tra le piaghe del mio cuore”
Sia lodato Gesù Cristo!
Sempre sia lodato!
Come dicevo all’inizio, e come dicevamo anche ieri quando abbiamo affrontato la figura meravigliosa di Santa Margherita Redi, anche oggi siamo chiamati a riflettere sul Sacro Cuore di Gesù, perché è il primo venerdì del mese e, come ogni primo venerdì del mese, corrispondiamo alla richiesta del Signore.
Colei che ha ricevuto questo mandato in modo particolare, fu Santa Margherita Maria Alacoque. Lei ricevette tre grandi rivelazioni da parte di Gesù; la parte più conosciuta è quella nella quale Gesù chiede che, per nove primi venerdì del mese, venga ricevuta la Santissima Eucarestia con l’intenzione proprio di riparare alle offese contro il Suo Sacratissimo Cuore; quindi, è richiesto di essere in grazia di Dio, ovviamente, per poter fare la Comunione.
Lui ha promesso (e questa fu la grande promessa) che, chi Gli farà questa grazia, questo onore, di riparare per i primi nove venerdì del mese, non morirà in Sua disgrazia, ma potrà ricevere i Sacramenti, e in quegli ultimi momenti della vita il Suo Cuore gli darà un sicuro asilo.
È proprio ciò di cui abbiamo maggiormente bisogno.
Oggi, come vi ho preannunciato ieri, volevo fare un approfondimento su una questione, che forse non è molto conosciuta e che riguarda questo colloquio tra Gesù e Santa Margherita Maria Alacoque.
Siccome Suor Margherita faceva un po’ fatica (anche i Santi hanno fatto le loro fatiche) a dover superare sé stessa, c’è stato un momento in particolare, nel quale la Santa non riuscì ad obbedire perfettamente a Gesù, ed è citato nel suo scritto autobiografico. Questo comportò per lei una severa penitenza da parte del Signore.
Lei faceva fatica, perché il Signore le chiedeva delle cose grandi e lei aveva un po’ timore, aveva paura di mettersi in mostra, quindi, diciamo che ha disobbedito.
Lei presenta al Signore la sua fatica di obbedire, la sua fatica di migliorarsi, la sua fatica (come abbiamo visto ieri per Santa Teresa Margherita Redi) di corrispondere, di vincere le sue debolezze; noi potremmo dire di vincere i nostri peccati, di avere tra le mani una volontà fiacca, una volontà che fa tante belle proposte, tanti bei proponimenti, che ha tanti begli ideali, ma che poi nel concreto non riesce a realizzarsi.
Allora Gesù le dà una via d’uscita e le dice così: “Metti la tua volontà nella Piaga del Mio Cuore e troverà la forza di superare sé stessa”.
Esattamente l’offerta, che ieri abbiamo visto, che ha fatto Santa Teresa Margherita Redi. Proprio la stessa, quando ieri vi dissi che anche lei chiese al confessore di poter fare questa offerta, di mettere la sua volontà nella Piaga del Costato di Cristo.
Cosa vuol dire mettere la volontà nella Piaga del Costato di Cristo?
Che significato ha?
Non vuol dire sicuramente e semplicemente fare la preghierina e dire: «Signore, io metto la mia volontà nella Piaga del Tuo Costato». E poi stare lì ad aspettare la magia che succeda qualcosa e la nostra volontà si trovi, tutto d’un colpo, cambiata.
Ovviamente non funziona così… noi lo potremmo fare cento volte in un giorno e non cambierebbe niente.
Non si tratta di una preghiera da fare, ma si tratta di una volontà che vuole, che vuole seriamente questo, si tratta di un impegno profondo dell’anima, che decide di prendere il Cuore di Cristo come il suo tutto.
Ecco cosa vuol dire nascondere la volontà dentro il Costato di Cristo!
Vuol dire che io voglio solo quello, non voglio altro, la mia volontà si orienta lì, e allora Gesù dice: «Se la tua volontà è lì, allora quel luogo, il Mio Cuore, sarà la sua forza».
Però, io devo volere solo quello, mi devo orientare solo lì.
Che cosa il Signore ci chiede di volere?
Il Signore, in queste tre rivelazioni a Santa Margherita Maria Alacoque, chiede concretamente due cose: la prima, di riparare a tutte le ingratitudini che Lui riceve, soprattutto dalle anime consacrate, e dice testualmente: “Mi fa soffrire, più di tutto ciò che ho patito nella Mia Passione, l’indifferenza e l’ingratitudine delle anime. Se solo Mi rendessero almeno un po’ di amore, stimerei poco ciò che ho fatto per loro e vorrei, se fosse possibile, fare ancora di più; invece, non ho dagli uomini che freddezza e ripulse alle infinite premure che mi prendo per far loro del bene”.
Quante ingratitudini… quante indifferenze…
Che cosa sono le indifferenze?
Io penso che le abbiamo provate tutti.
Proprio stamattina pensavo alle indifferenze… mi chiedevo: «Cos’è un’indifferenza?»
Tu fai una cosa bella, ti impegni per fare una cosa, ci metti dentro il cuore per fare questa cosa, non dico che dai la vita come ha fatto Gesù, ma ti impegni per fare una cosa bella, quindi ci metti ore di lavoro, studio, sacrificio, rinunce, ti impegni proprio nel fare questa cosa, e poi la doni a una persona per cui hai fatto quella cosa, e questa neanche dice una parola: né “Prego”, né “Grazie”, né “Bello”, né “Brutto”, né “Va bene”, niente, cioè come se tu non lo avessi fatto.
Questa è l’indifferenza!
Magari sono cose banali, come può essere un foglietto, come può essere qualunque cosa, ma, se io ci rimango male a vedere l’indifferenza su una stupidaggine, cosa sarà per il Cuore di Cristo, che è stato trafitto per noi, vedere che noi neanche ci poniamo il problema?
Il Vangelo di oggi è chiaro, no?
Questo per noi è il tempo del digiuno, perché adesso lo sposo è stato tolto; questo è il tempo di saper anche dire dei “no” a noi stessi.
Perché?
Per far maturare nel cuore questo sentimento di gratitudine e di attenzione a Gesù.
Quando si predica o quando si celebra la Messa, dato che si è di qui e si vedono in faccia le persone, ci sono delle volte, in cui tu vedi la gente che guarda per aria, che si guarda i piedi, che è distratta.
Si vede se una persona è distratta, quando magari si gira a guardare qualcuno che è entrato… ma cosa ti interessa?
Noi siamo qui perché? Per chi?
Per Gesù! Basta.
Allora, dovremmo proprio chiedere al Sacro Cuore di Gesù questa grazia di non passare oltre e di saper fare questi momenti di preghiera con Lui, il venerdì in modo particolare, di saper un po’ digiunare, di stare lontano da tante cose per concentrarci su Gesù.
Lui le chiede poi, il giovedì notte, di farGli compagnia nel Getsemani con l’Ora Santa, per rivivere, per condividere i momenti della Passione; come diceva Edith Stein, per “empatizzare”, per soffrire insieme al Signore.
Il Sacro Cuore di Gesù ci conceda la grazia di non passare mai accanto a Lui nell’indifferenza e nell’ingratitudine, di saper fare memoria dei Suoi doni, di saperGli dire “Grazie”, attraverso una vita santa.
Non con la lingua e basta: “Grazie”, “Grazie”, “Grazie”, non serve a niente.
Avere una vita senza peccato, questo è il modo migliore per dirGli “Grazie”, un “Grazie” fatto di vita, di sangue, di obbedienza alla Legge di Dio, di Comunioni belle, vere, sante, giuste, non sacrileghe.
Dobbiamo tirarci via dal cuore tutti i peccati mortali, e anche quelli veniali, per essere belli puliti, immacolati, per risplendere nel Cielo in mezzo a questa generazione adultera e perversa, come dice San Paolo.
Il Sacro Cuore di Gesù ci conceda questa grazia, di amarLo con tutto il nostro cuore!
Sia lodato Gesù Cristo!
Sempre sia Lodato!
Letture del giorno
PRIMA LETTURA (1Cor 4,1-5)
Il Signore manifesterà le intenzioni dei cuori.
Fratelli, ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele.
A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!
Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode.
SALMO RESPONSORIALE (Sal 36)
Rit: La salvezza dei giusti viene dal Signore.
Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore.
Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno.
Sta’ lontano dal male e fa’ il bene
e avrai sempre una casa.
Perché il Signore ama il diritto
e non abbandona i suoi fedeli.
La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati.
Canto al Vangelo (Gv 8,12)
Alleluia, alleluia.
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me avrà la luce della vita.
Alleluia.
VANGELO (Lc 5,33-39)
Quando lo sposo sarà loro tolto, allora in quei giorni digiuneranno.
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».