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”Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro celeste“ (Mt 5, 48)

Gesù insegna

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: « ”Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro celeste“ (Mt 5, 48)»
Martedì 20 giugno 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 5, 43-48)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 20 giugno 2023. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal quinto capitolo del Vangelo di san Matteo, versetti 43-48.

Quest’oggi il Signore ci da un comando, un imperativo molto importante:

siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste

Un’espressione forte… ma per Gesù il modello da proporci è il Padre, il Padre che nel Figlio si è dato totalmente.

Noi siamo abituati a ragionare sempre sull’offerta che Gesù ha fatto di sé sulla croce; ed è vero! Gesù ha dato tutto sulla croce, fino all’ultima goccia di sangue. Ma, forse, non siamo altrettanto abituati a pensare a quello che ha fatto il Padre dandoci suo Figlio. Anche il Padre si è dato totalmente a noi nel suo figlio Gesù, nel suo unico figlio. Questo credo che lo possano capire molto bene i papà e le mamme che ci sono tra noi. Loro sanno bene l’importanza di un figlio. Un papà e una mamma darebbero la vita per loro figlio. Invece qui noi vediamo — cade sotto i nostri occhi — che il Figlio dà la vita per noi. Ed è vero. Ma non è l’unico, anche il Padre ha dato tutto sé stesso nel Figlio. Quindi abbiamo un duplice donarsi: il donarsi del Padre, che in Gesù si dà tutto, e il donarsi del Figlio, che sulla croce si dà tutto per noi. Allora, se ragioniamo su questo, capite che dobbiamo seguire questo imperativo di Gesù:

amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.

Mi ha sempre un po’ colpito questa espressione: «il suo sole». Gesù poteva dire: “fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni”, invece no, “fa sorgere il suo sole”. Beh, certo, noi ascoltando: “sorgere il sole, piovere”, subito pensiamo all’evento naturale del sole e della pioggia, che è vero, perché il Signore fa sorgere il sole su tutti e fa piovere su tutti, non è che scende in relazione alla nostra santità. Ma allo stesso tempo, quando leggo questo versetto, mi viene in mente anche un’altra cosa: che tutti i giorni il Signore permette che venga celebrato il sacrificio nella Santa Messa per tutti. Quando leggo “il suo sole” mi viene in mente “il suo figlio”: Gesù è il suo sole. Per un padre il figlio è tutto, è tutto! Così come il sole, che per ciascuno di noi è tutto, perché senza il sole moriremmo in un’era glaciale senza sosta. Non c’è vita senza il sole, senza il calore del sole, è fondamentale! E Lui lo fa sorgere ogni giorno per noi, ogni giorno questo sacrificio viene ripresentato. Certo, nella modalità incruenta del sacramento, però pur sempre sacrificio è. E allora anche noi dovremmo prendere spunto da qui. 

Gesù ci dice: “Guardate il vostro comportamento e valutate se c’è una diversità tra voi — e quindi tra il vostro modello che è la perfezione del Padre — e il comportamento degli altri. Noi dobbiamo rispecchiare il modello. Difficile? Sì! Nella misura in cui dimentichiamo il modello, che è la perfezione del Padre, che ha dato suo Figlio e che ci continua a dare ogni giorno il suo sole.

E allora in quei momenti nei quali facciamo più fatica a perdonare qualcuno, almeno iniziamo a pregare per questo qualcuno che ci ha fatto del male. Rivolgiamoci al Padre, meditiamo l’opera del Padre nel Figlio. Meditiamo che cosa Dio Padre ha permesso che accadesse al Figlio per noi. Perché questo donarsi totalmente nel Figlio non è fine a sé stesso, ma è per l’amore che ci porta. Poteva non amarci, e invece ci ha amato al punto da dare il suo Figlio unigenito. 

E questo sicuramente ci chiama a grande riflessione perché noi diciamo: “No, ma perdonare in questo caso è impossibile! No, questa me l’ha fatta troppo grossa. No, ma questa cosa è diversa!” E che cosa fai di straordinario? 

Guardate, non vuol dire che dobbiamo essere amici di tutti, — ve lo ripeto perché l’ho già detto in passato — non è questo. L’amicizia è una cosa, invece questo atteggiamento di carità verso gli altri e verso coloro che ci hanno fatto del male, questo atteggiamento di apertura, non vuol dire: “Vabbè dimentichiamo il passato”, no. Il punto non è dimenticare il passato, il punto è non farsi mangiare il cuore, nel presente, da risentimenti dall’odio, dal non perdono, da tutte queste cose. Perché, capite, quando accade un torto grave, molto grave, e soprattutto se chi lo compie non chiede subito scusa, è chiaro che si sviluppa un’ingiustizia profonda. Allora la tentazione è quella di farsi giustizia da sé! E come? Togliendo il saluto, non amando più le persone, non pregando più per queste persone e magari arrivando addirittura a maledirle, cosa che, vi ho già detto, non bisogna fare mai. 

Invece, impariamo a pregare per queste persone, sinceramente, a far celebrare qualche messa, a ricordarle nel salterio di Gesù e di Maria. Pregare perché ricevano luce, perché ricevano le grazie necessarie, perché il nostro cuore rimanga morbido, rimanga un cuore umano e non si lasci afferrare dalla cattiveria.

Quest’oggi, credo che, al di là delle parole, il Vangelo che abbiamo ascoltato sia veramente una indicazione di vita molto, molto, molto concreta. Sicuramente, ciascuno di noi ha qualche piccolo o grande nemico. Ecco, impariamo allora a collocarci in questa dimensione e, se è possibile, ricordiamoci sempre di andare a parlare con le persone. Non restiamo chiusi dentro i nostri bozzoli, che sono delle prigioni fatte delle nostre idee, di quello che io penso che tu pensi che gli altri pensano; fatto delle mie sicurezze e certezze: “No, sicuramente quella persona è così, quella persona ha fatto questo per questa ragione”. Usciamo da queste tombe faraoniche, usciamo! Usciamo e andiamo incontro all’altro. 

“No, ma non tocca a me fare il primo passo”. Lascia stare a chi tocca a chi non tocca. Offriamo al Signore questa cosa; quante volte Lui ha fatto il primo passo per noi… Nel momento opportuno avviciniamo, può essere fisicamente o con un messaggio; risolviamo tutti gli irrisolti che abbiamo fin dove è possibile farlo e nella misura in cui è possibile, e almeno, se non è più possibile farlo personalmente, allora facciamolo certamente nella preghiera, con le penitenze che possono essere: rinunciare a bere il caffè, rinunciare al dolce, prendere un pochino meno di vino — non è che bisogna fare chissà quali penitenze — tenere la bocca un po’ più chiusa, parlare un po’ di meno. Insomma, ciascuno di noi sa quali possono essere i “luoghi” che maggiormente ci stanno a cuore, ecco su quello fare delle piccole rinunce che aiutano a corroborare la nostra preghiera per coloro che non ci sono amici. Uno potrà dire: “Io non ho potuto, non sono riuscito, non è stato possibile avvicinare questa persona”, va bene, però pregare è possibile per tutti e allora facciamolo.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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