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Ascoltare gli inviti del Signore

Parabola del banchetto nuziale

Omelia sulle letture del giorno

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di martedì 3 novembre 2015.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Approfondimenti

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Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Ascoltare gli inviti del Signore

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Ascoltando e meditando questo bellissimo testo del Vangelo di San Luca, che abbiamo adesso ascoltato, tratto dal capitolo XIV, mi è riecheggiato nella mente, e mi riecheggia tuttora, uno scritto di Santa Teresa di Gesù: il Castello interiore. In questo scritto molto importante e molto famoso di Santa Teresa di Gesù, nelle Seconde Mansioni (ci sono varie Mansioni nel Castello, se non l’avete mai letto, leggetelo perché è un bel libro, un bel testo di meditazione e di approfondimento su sé stessi e su Dio), lei fa proprio un’analisi di questi inviti da parte del Signore, perché è un po’ difficile per noi capire.

Non credo che noi abbiamo cinque paia di buoi, oppure che dobbiamo andare a vedere il campo che abbiamo appena comprato, perché non credo che ci capiti questa mattina di avere comprato un campo o di avere i buoi a casa da provare, magari abbiamo la moglie, però forse non ci siamo sposati oggi o ieri.

Quindi ad ascoltare questo Vangelo uno dice: «Vabbè, ma io qui dentro non ci sono, allora non è per me», invece sì, è per te, è per tutti noi.

  1. Teresa dice che, coloro che hanno incominciato a fare orazione, quindi coloro che hanno incominciato a fare una vera meditazione, una vera preghiera, a stare alla presenza di Dio, è importante che non rimangano nelle Prime Mansioni, quelle che Lei tratta prima, dove ci sono tutti gli animaletti, i serpenti e quelle bestie che distraggono, che trattengono dall’entrata nel castello.

Dice che è importante non rimanere fuori ma, allo stesso tempo, queste persone non sanno come uscire da quelle difficoltà, come liberarsi da quegli animali che ci sono lì. Non vogliono rimanere fuori dal castello, vogliono entrare, ma non sanno come si fa.

  1. Teresa dice che la prima cosa importante da fare è fuggire le occasioni del peccato.

Vedete che nei Santi torna sempre questo tema: le occasioni del peccato.

«Le occasioni del peccato», lei dice, «sono assai pericolose e, per la Misericordia di Dio, a queste persone riesce di sottrarsi a queste bestie velenose e di incominciare ad entrare nel castello», vuol dire che cominciano a sottrarsi alle occasioni di male, non al male stesso, ma alla possibilità di fare il male, cioè sanno che, facendo quella cosa, non fanno direttamente il male, ma si mettono nell’occasione di farlo.

Lei dice: «Queste persone, essendosi avvicinate all’appartamento di Sua Maestà (che è il centro del castello), sentono (ecco il Vangelo di oggi) gli inviti di Dio e capiscono di avere, nel centro del castello, cioè nella loro anima, un buon amico, una buona compagnia, un buon vicinante». Di fatto, sentono gli inviti, ma rimangono ancora ingolfate. In che cosa? (Ecco il Vangelo di oggi…) «Negli affari, nei passatempi, nei piaceri, nelle distrazioni mondane», dice Santa Teresa, «tutte cose, che sono bestie tanto velenose, pericolose e insidiose, in mezzo alla quali è molto difficile non inciampare e non cadere», cioè cadiamo e ricadiamo nei soliti nostri peccati.

«Eppure (sentite che speranza che ci dà…), questo nostro Signore vede tanto volentieri», lei scrive, «che noi Lo amiamo», cioè Gesù è contento di vedere che noi Gli vogliamo bene, anche se ancora siamo ingolfati; Lui vede la nostra intenzione di amarLo e che noi cerchiamo la Sua compagnia, perché, nonostante le catene, i peccati, le cadute, le ricadute, Lui vede che noi vogliamo stare con Lui e apprezza tantissimo questa cosa.

Infatti, Lei dice: «Il Signore non lascia di quando in quando di chiamarci perché andiamo da Lui. È così dolce la Sua voce che la povera anima, vedendo di non sapere fare subito quello che Lui le chiede, si sente tutta distruggere dentro».

È un tormento per l’anima, perché lei vorrebbe, ma non riesce, e sente la voce di Dio che la chiama, una voce dolcissima, che la chiama a stare con Lui, che la chiama a vivere per Lui, che la chiama a godere di Lui, che la chiama a darsi totalmente a Lui, ma Lei fa una fatica terribile e non ce la fa.

Ma queste voci di inviti, che fa Dio, dove sono?

In che modo Dio ci chiama e ci invita?

Questo credo che sia una cosa importantissima…

«Queste voci, questi inviti, non si odono come quelli di cui scriverò più avanti (che sono le visioni, le locuzioni interiori e tutte queste cose), ma si odono nelle parole di certe buone persone».

È per questo che è importante avere accanto persone buone, persone che amano Dio, persone che seguono la Legge di Dio, perché attraverso loro il Signore ci parla.

Anche nelle prediche: pensate a Sant’Agostino con Sant’Ambrogio… solo le prediche di Ambrogio riuscirono a convertire Agostino.

Santa Teresa lo dirà in altri punti: «Quanto sono importanti le omelie! Un’omelia detta da un sacerdote pieno di zelo per il Signore può convertire le anime, perché il Signore usa quelle parole per toccare il cuore delle persone», e noi dovremmo scalare i monti e fare migliaia di chilometri pur di avere accanto un sacerdote, che nelle omelie ci parla bene di Dio, perché nelle prediche, se fatte bene, il Signore raggiunge le anime.

«Anche nelle buone letture, quindi nei libri di meditazione», dice lei, «nelle prove, nelle malattie e in certe verità che Egli fa conoscere nei momenti che si consacrano all’adorazione e sia pure svogliatamente».

Quando noi preghiamo il Signore ci dà delle luci incredibili, ci fa capire cose che non abbiamo mai capito prima, ci fa intuire cose che in vent’anni non abbiamo mai intuito; quelle sono delle verità che non si dimenticano più e sono verità che nascono dalla consacrazione di quel tempo all’orazione.

Anche se tu preghi svogliatamente… Tante volte si dice: «No, non ho voglia di pregare e non prego, perché a cosa serve pregare se non ho voglia?»

Serve, eccome se serve, lo dice Santa Teresa. Anche se tu lo hai fatto svogliatamente, da Lui sono molto stimati questi momenti. Non conta quello che pensi tu, ma conta quello che pensa Dio; Dio lo stima moltissimo, questo tempo dato a Lui, e può farti delle grazie incredibili.

Lei dice: «Guardatevi bene dal non fare il conto che ne merita questa grazia, né desolatevi per non sapergli subito rispondere», tenetela in importanza, ma non disperatevi se subito non riuscite ad essere quello che dovreste essere, «perché Sua Maestà sa aspettare anche per molti giorni e molti anni, quando vede perseveranza e buoni desideri, ma state attenti, perché la lotta dei demoni è molto varia e terribile e l’anima ne ha una pena assai più grande che nelle Mansioni precedenti».

In che cosa consiste questa lotta?

Consiste in questo… «I demoni mettono innanzi a noi tutti i beni e i piaceri del mondo, che sono le serpi di cui parlo, li fanno apparire quasi eterni, mostrano la stima in cui sono tenuti, suggeriscono il ricordo dei parenti e degli amici e, siccome in questa mansione si desidera fare un po’ di penitenza, la mostrano come contraria alla salute e mille altre difficoltà».

Ecco il campo, ecco i buoi, ecco questo e quello… per cui diciamo: «Scusami non posso… Scusami non vengo… Scusami non ce la faccio…»

I demoni ci mettono davanti tutte queste cose, soprattutto, a me verrebbe da dire, il ricordo dei parenti e degli amici, questo languore interiore, questa tenerezza interiore, questo dispiacere interiore, questa nostalgia interiore terribile e poi ci fanno apparire questi beni del mondo come qualcosa di eterno, come se tu fossi lì dentro per sempre.

Il Signore ad un’altra Mistica disse: «Ricordati i trenta denari di Giuda sono i piaceri del mondo con i quali tu, quando li scegli, mi vendi ai miei nemici».

Quindi dobbiamo domandare al Signore la grazia di saper godere di questa dolcezza della Sua voce, di sapere avere tanta fiducia in Lui e tanta speranza, di sapere che il Signore ci attende, ci accompagna, di sapere che il Signore ci spinge a seguirlo con verità.

Non lasciamoci prendere da inutili nostalgie, da questi languori interiori, da queste false tenerezze, da questa pseudo dolcezza, da questo: «Oh soffro… Oh mi dispiace…»

Tutto ciò che ci separa da Dio, tutto ciò che ci impedisce di stare con Dio, non viene da Dio ma dal diavolo, sono le serpi, anche se sono tramutate, vestite da angeli di luce. Noi dobbiamo rinnegarle!

Prima c’è Dio e lo stare con Dio, poi c’è tutto il resto, così anche noi un giorno, anzi mi verrebbe da dire ogni giorno, possiamo entrare nel Suo Regno, e avere nell’anima quella pace interiore che ti fa dire: «Sì, io oggi ho scelto di dire “Sì” agli inviti del Signore».

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Prima lettura

Rm 12,5-16 – Siamo membra gli uni degli altri.

Fratelli, noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri.
Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi insegna si dedichi all’insegnamento; chi esorta si dedichi all’esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.
La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile.

Salmo responsoriale

Sal 130

Custodiscimi, Signore, nella pace.

Signore, non si esalta il mio cuore
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me.

Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.

Israele attenda il Signore,
da ora e per sempre.

Canto al Vangelo

Mt 11,28

Alleluia, alleluia.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore.
Alleluia.

Vangelo

Lc 14,15-24 – Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia.

In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».

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