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Il manoscritto del Purgatorio, parte 37

Il manoscritto del Purgatorio

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di mercoledì 4 gennaio 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 1, 35-42)

In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”. E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”. Gli risposero: “Rabbì – che, tradotto, significa maestro -, dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia” – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa” – che significa Pietro.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 4 gennaio 2023.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo primo del Vangelo di san Giovanni, versetti 35-42.

Siccome anche noi vogliamo imparare a fissare sempre meglio il nostro sguardo su Gesù senza farci distrarre da questo mondo, andiamo avanti con la meditazione sul Manoscritto del Purgatorio. Sentiamo che cosa scrive.

Lasciate che tutto passi intorno a voi, senza che ne scapiti la vostra tranquillità. Nulla vi arresti. La vostra sola gioia, l’unico vostro riposo deve trovarsi in Gesù; operate per Lui solo, il suo amore vi dia coraggio; mai potrete far troppo per un Dio sì amabile! Più vi distaccherete da tutto ciò che vi circonda, più Gesù vi colmerà delle sue grazie d’elezione, delle sue carezze divine. 

Mi fermo qui, il testo è un po’ più lungo.

Lasciamo che tutto passi, lasciamo andare tutto, non fermiamo la nostra attenzione, il nostro cuore, la nostra preoccupazione, la nostra intelligenza su niente: lasciamo andare tutto! Pensiamo a quando saremo morti… ogni tanto, quando mi capita di poter andare al cimitero, passeggiando, potrei dire “pellegrinando” da una tomba all’altra, guardando i nomi, i volti, le date, tra le tante cose penso: “Vedi? Se tu adesso parli male di loro, se li insulti, nessuno ti risponde; se tu adesso li lodi, nessuno ti risponde. Loro ormai sono altrove e le mie parole su di loro non hanno nessun effetto, nessuna importanza: a loro non interessa che cosa io possa dire o fare contro di loro!”. 

E allora perché non fare così anche noi? Perché non lasciar correre? Perché non dire: “Ma sì, ma tanto…”. 

L’anima del Purgatorio dice: “Nulla vi arresti; nulla intacchi la vostra tranquillità perché l’unico riposo è in Gesù”. 

Gesù, mia sola gioia; Gesù, mio solo riposo… basta! Non la stima delle creature, il consenso, l’approvazione, la lode, no… Gesù! Non il lavoro, il successo, il piacere, le belle cose, no… la nostra gioia è solo Gesù! Non c’è un’altra gioia, non dovrebbe esserci altra gioia se non Gesù! 

Perché fare le cose? Per Gesù! Quante volte si vedono compiere opere, le più diverse, per se stessi, per il proprio compiacimento, per il proprio gusto, per il proprio piacere, per la propria soddisfazione, per se stessi, oppure per ottenere il plauso degli altri; invece noi dovremmo operare solo per Lui e questo amore che abbiamo per Lui ci darà il coraggio di fare tutto quello che dobbiamo fare, soprattutto ci darà il coraggio di vincere le nostre paure astruse che, in realtà, ci bloccano, ci cristallizzano, ci vincono, ci fanno essere dei codardi alla Ponzio Pilato, per esempio. 

Più vi distaccherete da tutto ciò che vi circonda… distaccarci da tutto ciò che ci circonda, liberi… è difficile perché tutto ciò che ci circonda, il mondo, le cose…, tutto cerca di attirarci a sé, di inghiottirci, di seppellirci, di soffocarci come le spine di un rovo, ma più ci allontaneremo da tutto questo è più Gesù ci colmerà delle sue carezze.

Sovente proverete una grande indifferenza per cose che, un tempo, vi avrebbero impressionato; anche questa è una misericordia di Colui che vi ama e che desidera vedervi in quel distacco ch’Egli attende dalle anime che vuole esclusivamente sue. 

Più staremo con Gesù e più Gesù muterà i nostri gusti: ciò che prima ci sembrava insopprimibile, non rimandabile, essenziale a un certo punto non ci interessa più, anzi arriverà persino il momento in cui non ci interessa più! Indifferenti… questo è un atto della Misericordia di Dio che agisce nella nostra anima e per l’amore che portiamo a Gesù ci fa percepire la vera realtà, il vero spessore delle cose che è niente! Paragonato a Gesù è niente! Quando Gesù ci vuole tutti per sé, è questo ciò a cui ci fa giungere, è questa la libertà che è fondamentale avere. 

Ecco, sentite:

Gesù permette che codeste anime privilegiate provino un certo qual disgusto per tutto ciò che non è Lui. Egli fa loro trovar spiacevole quanto non riguarda Lui direttamente, perché vuole con questo farle giungere a vuotare il loro cuore da tutto l’umano che vi si trova al fine di colmarlo delle sue grazie e di farvi traboccare il suo amore.

Un certo disgusto… ma molto probabilmente anche più di un certo disgusto: provare fastidio, trovare spiacevole tutto quello che non riguarda Gesù! Perché? Qual è lo scopo? Lo scopo è quello di svuotarci, liberarci da tutto ciò che è mondano. Quindi non spaventiamoci se, a un certo punto, l’andare in discoteca, il fare le serate, l’uscire, il tornare tardi la sera, il bere esagerando e tante altre cose non solo ci risultano indifferenti, ma addirittura ci danno fastidio… non le vogliamo più: questo è Gesù che è all’opera, sta operando dentro di noi.

Poi ci sono i casi di quelli che fanno tutto il contrario: paradossalmente stanno nella casa di Dio con il cuore nel mondo per cui questa indifferenza, questo disgusto non li provano per le cose del mondo ma per Dio e per le cose di Dio: questa è la manifestazione suprema della insipienza, l’assenza della Sapienza Divina: quando io sono nella casa di Dio e provo attrazione, desiderio, gusto, voglia per tutto ciò che sta fuori dalla casa di Dio e non trovo soddisfazione.

Quando noi siamo dentro a questo processo, a questa operazione, a questo dinamismo operati da Gesù che progressivamente cambia il nostro cuore, il nostro gusto, la nostra testa e progressivamente vuole svuotarci per colmarci del suo Amore, noi stiamo bene dove siamo. Tre metri per due (tanto per dire)… l’importante è che ci sia Gesù! 

Chi invece non sta bene, colui al quale Gesù non basta, ha sempre bisogno di novità, ha sempre voglia di fare altro, ha sempre voglia di essere altrove, non è mai lì! “Facciamo questo, andiamo di qui, di là, di su, di giù… usciamo, entriamo, camminiamo, saltiamo, andiamo…”. La pace, il gusto di poter stare alla presenza di Gesù, di poter godere della compagnia di Gesù, di poter riposare sul petto di Gesù… non ci sono! Non ci sono! 

Fuori piove? Grandina, fa freddo, c’è neve, ci sono i lupi? Bisogna uscire! E li vedi quei ragazzi (in verità non sono ragazzi) che sono lì con la sigaretta in mano: la mano con in mano la sigaretta è diventata una sorta di zanna di mammut, assiderata per il freddo e se non stanno attenti si bruciano le dita perché non possono tenere il guanto… E tu passi e li vedi gelati, chiusi, rattrappiti nelle loro giacche… a me danno proprio il “sapore di strada” che, guardate, se c’è una cosa che proprio mi disgusta, mi ghiaccia, mi dà una repulsione interiore terribile è proprio la strada, la strada. E vederli lì gelati, stare in piedi come dei mamelucchi, con la sigaretta, tutti chiusi nei loro giubbotti a fare niente, a chiacchierare, a perdere il tempo, a bere, a stare lì così a gelare… 

E in chiesa, se non abbiamo una temperatura stile tropici: “Ah, non posso andare perché se no mi viene il raffreddore, perché se no sto male, mi viene freddo, non è possibile!”. Poi sto le ore in piedi fuori dalla chiesa a chiacchierare. Per andare al mercato a prendere due mandarini e un pezzo di formaggio… quattro ore! Che cosa hai fatto in quattro ore? “Eh, no, sai… ho trovato Titti, Pippi, Sissi, Ninni, Chicchi…”. Ho capito, ma poi non c’è il tempo per pregare, non c’è tempo per fare le cose…

Questo non riguarda Gesù, questo dovrebbe risultarci molto spiacevole, invece per noi è molto gustoso. Perché? Perché il nostro cuore non è vuoto, è pieno di mondo: è vuoto, sì, ma di Dio e questo è il problema! Invece noi dovremmo dire: “Perché devo uscire?” “No, ma vado a fare due passi!” Ma dove? Ma dove? Ma stiamo un po’ con il Signore, stiamo qui con Gesù! Abbiamo tutto! È così bello, guardate… ma così bello! 

Bisogna dire che a Roma piove in un modo un po’ strano… in tutti i posti dove sono stato non ho mai visto piovere così… a Roma piove in un modo strano … a Roma non piove come a Milano… a Roma piove una pioggia tutta fitta, fitta, fitta e quando sono alla mia finestra o quando dalla cappella del Collegio vedo gente entrare e uscire (dalla mia finestra vedo gli “adoratori della palla” che giocano a calcio sotto queste piogge torrenziali incredibili), dico: “Ma abbiamo già tutto qui!”. Poi certo, per amor del Cielo, uno vuole andare a fare una passeggiata in montagna, una nuotata al mare… ci sta… però abbiamo già tutto qui! Dove andiamo? A cercare che cosa? A cercare che cosa che qui siamo davanti al Signore, al caldo che ti dà quel senso di casa, in silenzio, non c’è nessuno che ci disturba e siamo qui con il Signore… secondo me, è già un frammento di Paradiso, ma magari sono io che sono strano…

I giorni di Comunione, in cui si celebra una prima Messa, potreste far colazione un po’ prima delle otto. 

Sentite che cosa dice per la colazione; prima che io legga, vi prego di pensare a quanto tempo noi dedichiamo alla colazione… provate a cronometrarlo: l’anima del Purgatorio dice:

Non vi occorrono più di tre minuti.

Ho letto giusto: Non vi occorrono più di tre minuti. Sapete quanti sono tre minuti? Tre minuti! Per fare colazione non vi occorrono più di tre minuti. Noi? Per amor del Cielo! Il piattino, il tovagliolino, la forchettina, il coltello, il cucchiaio e il cucchiaino… e poi sovrapiatto e sottopiatto… e poi il bicchiere e poi la tazza, la spremuta, la centrifuga, il dolce, la torta e non so che cosa… e poi questo, quello e quell’altro. Quindi prima metti giù tutto, poi usa tutto, poi prendi tutto, tira su tutto, pulisci tutto, lava tutto, asciuga tutto e metti via tutto! Io ho fatto in tempo a fare un’omelia, una meditazione! Tre minuti? Forse dovremmo andare a rivedere un po’ le nostre cose! Tre minuti e se lo dice vuol dire che si fa, che si può fare!

Vi dico questo perché il buon Dio vorrebbe che prolungaste il ringraziamento il più possibile. Facendo così, avrete un quarto d’ora di più. Il primo quarto d’ora sarà per voi come di solito. Quante cose avete da dire a Gesù, non è vero? Il secondo quarto d’ora sarà per Lui. 

Quindi è mezz’ora. Mezz’ora di ringraziamento.

Potreste ancora continuare così anche durante le Ore Minori e una gran parte della Santa Messa. Chiedetene il permesso alla Madre Superiora. Vedete quante grazie!

Io mi permetto di fare una piccola correzione a quest’anima del Purgatorio, a questa suora, e dico che la colazione si può fare tranquillamente dopo, non prima, e si può fare tranquillamente tutto il ringraziamento di cui lei parla anche se la si fa dopo, perché, anche se ci impieghiamo tre minuti, tre minuti sono tre minuti quindi ci sta dentro tutto. 

E poi usare il tempo del ringraziamento a metà: per te e per Gesù, per parlare e per ascoltare… e poi farlo anche per l’Ufficio, anche questo è bello, no?

Per uno speciale favore di Gesù, le Sacre Specie rimangono a lungo in voi dopo la santa Comunione; profittate, dunque, con riconoscenza di quei felici istanti, in cui, cuore a cuore con Colui che i Cieli non riescono a contenere, tutto potete ottenere. Quale amore d’un Dio per la sua povera creatura d’abbassarsi fino ad intrattenersi con essa, come un amico con l’amico! Allora si deve adorare, ringraziare, chiedere e riparare in modo particolare per tutte le ingiurie che Gesù riceve dal mondo in questi tristi tempi! — siamo nel 1800! — È tanto offeso il buon Gesù! Oh! amatelo molto! Voi sapete ch’Egli vi ama: ne avete delle prove!

Io penso che dovremmo fare un ringraziamento congruo e quando usciamo di chiesa non chiacchierare, non guardare per prima cosa il cellulare per vedere chi mi ha scritto, chi ma ha messaggiato e chi mi ha “WhatsAppato” e chi mi ha mandato non so che cosa. Stiamo raccolti! Tanto il mondo gira lo stesso e quando moriremo, vedremo una cosa interessante: che il mondo non si è neanche accorto che siamo morti! Sembravamo così essenziali, ma il mondo gira lo stesso, state tranquilli! “No, ma magari hanno bisogno di me…”. Ma no, ma no, ma no!”

Tempo fa, qualche settimana fa devo aver fatto un’omelia dove ho parlato dell’ importanza di stare zitti, di non metterci a fare le prediche agli altri e mi è piaciuto leggere i commenti di qualcuno che scriveva: “Eh, ma no Padre, bisogna dare testimonianza, su, dai, non esageriamo! Non è che dobbiamo stare lì zitti come i pesci!” (a parte che i delfini e le balene parlano tantissimo, hanno i loro linguaggi…) “Eh, noi dobbiamo testimoniare, se no, chi testimonia più Gesù?” 

Vedete come siamo parolai, come siamo pieni di noi stessi? Eccolo qui! Gesù dice: “Il tuo parlare sia sì, sì, no, no: il resto viene dal maligno”. Tutto questo parlare che noi diciamo e facciamo quante anime ha convertito? Quante anime ha portato a Gesù? Quante anime ha portato alla verità? Invece di dedicare tanto tempo alle chiacchiere — perché poi sono chiacchiere, noi le chiamiamo “testimonianza”, “annuncio del Vangelo”, ma poi sarebbe bello andare a misurare il peso specifico di queste parole che spesse volte sono semplicemente chiacchiere, chiacchiere vestite di panni di religiosità affettata, tra l’altro — quanto tempo dedichiamo alla testimonianza data con la vita? Sapete: con la lingua siamo tutti capaci di dirci amici di Gesù, testimoni di Gesù, annunciatori del Vangelo, sì, sì… tutti capacissimi! Ma chissà la nostra vita che cosa annuncia? 

A me non annuncia molto vedere una che, dopo la Comunione, sta in chiesa cinque minuti e poi sta venticinque minuti a chiacchierare con l’amica del Cotton Club sul sagrato della chiesa! A me questo non annuncia molto, anche se poi questa persona mi viene a fare tanti discorsi su non so che cosa… questo comportamento non mi dà un grande annuncio perché questa persona avrebbe dovuto stare venticinque minuti in chiesa con Gesù e cinque minuti a chiacchierare con l’amica del Cotton Club sul sagrato: non come stai facendo… non funziona così! Che poi quelli trascorsi sul sagrato non sono quasi mai venticinque minuti, ma sono molti di più!

Usiamo il tempo del ringraziamento per stare con Gesù, per essere riconoscenti, per stare cuore a cuore! A far che cosa? Ad adorare, a chiedere, a riparare tutte le ingiurie che Gesù riceve; ad amarLo, a riempirLo d’amore!

Ecco, allora vi auguro proprio che questa sia una giornata densissima di amore per il Signore durante la quale possiate mettere in pratica queste bellissime parole della suora del Purgatorio.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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