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Beata Conchita Cabrera De Armida: Sacerdoti di Cristo, XXII parte

B. Conchita Cabrera De Armida

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di mercoledì 11 agosto 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Beata Conchita Cabrera De Armida: Sacerdoti di Cristo, XXII parte

Eccoci giunti a mercoledì 11 agosto 2021. 

Oggi ricordiamo Santa Chiara, vergine. 

Auguri a tutte coloro che portano questo bellissimo nome. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo XVIII di San Matteo, versetti 15-20.

Il Signore ci chiede di avere tanta carità nel correggere, quindi una correzione che non deve mai puntare a voler umiliare qualcuno. La correzione serve per migliorare, non per umiliare. 

Continuiamo la lettura del libro “Sacerdoti di Cristo” della Beata Conchita Cabrera de Armida. 

Siamo arrivati al tema della vanità nella predicazione e Gesù ci sta dicendo come bisogna predicare, come va fatta l’omelia. 

Dice il Signore:

“Deve cercare non di abbagliare, ma di convertire, e solo chi è santo santifica.”

Questo non dimentichiamolo mai, “solo chi è santo santifica”.

E non deve stupire, deve convertire.

“È necessario che per questo ministero, il sacerdote sia uomo di preghiera, perché per dare alle anime bisogna ricevere dall’alto, e non si riceve se non si prega e se non ci si mortifica.” 

Ricordate l’esempio che vi feci già diverse volte del pompiere. Se io non ho l’acqua, anche se sono un bravissimo pompiere non posso andare a spegnere il fuoco. L’acqua è tutto ciò che arriva dalla preghiera. 

“Il sacerdote non deve nemmeno trattare con superficialità ciò che è sacro, salendo sul pulpito senza aver prima studiato e senza essersi preparato, perché le anime percepiranno il soprannaturale dalle sue labbra, ed egli depositerà il germe delle sante realtà nei cuori.”

Trattare con superficialità il sacro. Questo rischiamo di farlo quando sembra che ci muoviamo in Chiesa come se fossimo i padroni, quando sembra che la Chiesa sia casa nostra, quando saliamo sul presbiterio come stessimo salendo le scale del pianerottolo, quando apriamo il Tabernacolo come quando apriamo il frigorifero o l’armadio della dispensa.

Ecco, questo non va bene. Se viviamo così e trattiamo con superficialità tutto ciò che è sacro, ovviamente non stiamo svolgendo correttamente il nostro compito, non stiamo rispondendo come si deve a ciò che il Signore ci chiede.

“Le anime percepiranno il soprannaturale dalle sue labbra, ed egli depositerà il germe delle sante realtà nei cuori”, certo se io ce l’ho.

Che non ci sia mai un’omelia nella quale non si nomini Maria: esaltino le sue eccelse prerogative, parlino delle sue virtù e stimolino le anime ad imitarle; facciano conoscere, meditare e amare le sofferenze della sua solitudine così poco considerate e conosciute dalle anime.”

Questa è una cosa molto rara, che in un’omelia ci sia sempre il nome di Maria. Non ci viene così spontaneo e invece è importante. È importante parlare delle sue virtù, anche solo un accenno, far capire che parlare di Gesù deve necessariamente portare a parlare di Maria e soprattutto della sua solitudine. La solitudine di colei che tanto ha amato suo Figlio e quanto poco si è vista e si vede riamare dagli uomini.

Che facciano ardere i cuori per colui che è Amore e così poco conosciuto e ancor meno predicato: lo Spirito Santo; che parlino dei suoi Doni, dei suoi Frutti, della sua grandezza, della sua azione così intima nelle anime. 

Che predichino Me, il Verbo fatto carne, crocifisso; le bellezze del dolore, le ricchezze del patire, la necessità della sofferenza che purifica, redime e salva; l’inutilità dei patimenti, se non sono uniti ai miei.”

Quindi ricordare Maria, lo Spirito Santo, poco conosciuto, ancor meno predicato e Gesù il Verbo fatto carne e crocifisso. Bisogna proprio farsi un ordine di cose e sapere che tutto quello che diciamo, se non è illuminato dallo Spirito Santo, non serve a niente. Solo lo Spirito Santo ci dà la luce necessaria per poter fare, per poter dire, per poter essere. Solo la Vergine Maria custodisce questa grazia. 

“La mia dottrina è vastissima, i Vangeli sono ricchissimi e inesauribili. Perché allora cercare argomenti estranei alla mia gloria?”

Parliamo di politica, del sociale, di tante cose, ma quando parliamo di Dio? Quando la nostra omelia è veramente centrata sulla gloria di Dio, sul Vngelo, sulla dottrina, sui santi? Quando?

Il pulpito, le prediche sono poco valorizzati nella mia Chiesa, quando invece sono una risorsa potentissima, sulla quale i sacerdoti possono contare per la salvezza e la perfezione delle anime.” 

Quanto è importante un’omelia. Un’omelia può cambiare la vita. Ascoltare una meditazione ti può aprire un mondo, può essere veramente motivo di grazia.

Quanti sacerdoti si fanno pregare per una predica! Su questo punto la tiepidezza è grande; lo zelo per la mia gloria molto limitato e la preparazione, in molti dei miei sacerdoti, certamente mediocre.” 

Ma è il nostro compito, predicare, confessare! Non c’è bisogno di essere pregati. Se è da fare si fa. Ma siamo tiepidi…

E poi la preparazione: altrimenti di cosa vado a parlare?

Se i sacerdoti mi amassero, arderebbero di zelo per la mia gloria e non si concederebbero riposo per procurarmela in tutti i modi, rinunciando a se stessi. 

Che questa celeste scintilla divampi e accenda il fuoco santo nelle anime sacerdotali, che scompaia dai cuori l’inerzia, l’egoismo, l’apatia, la pigrizia e il tedio. Scuotendo il letargo che invade tanti, si lancino senza altro interesse se non quello di darmi anime, e in esse consolazione; si mettano a lavorare per puro amore nella mia Vigna: Io nella mia grande liberalità saprò ricompensarli.”

Oggi ci fermiamo qua, perché dobbiamo iniziare un paragrafo nuovo, molto importante, che riguarda il vizio della pigrizia, un vizio assai diffuso. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

 

VANGELO (Mt 18, 15-20)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

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