Omelia
Pubblichiamo l’audio di un’omelia di venerdì 28 settembre 2018 – Terzo giorno del Triduo di preparazione alla solennità di S.Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo.
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
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Approfondimenti
Dalle “Lettere a Celina” di S.Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo
Il carattere distintivo del suo cuore è la semplicità, la sua vocazione è quella di essere una «goccia di rugiada » nascosta nella corolla del « Giglio delle convalli ».
J. M. J. T.
Dal Carmelo, 25 aprile 1893
Gesù
Mia cara Celina,
Ho voglia di dirti un pensiero che m’è venuto questa mattina, o piuttosto di metterti a parte dei desideri di Gesù sulla tua anima .
Quando penso a te presso l’unico Amico delle nostre anime, è sempre la semplicità che si presenta a me come il carattere distintivo del tuo cuore… Celina! …semplice fiorellino Celina, non invidiare i fiori dei giardini.
Gesù non ci ha detto: « lo sono il fiore dei giardini, la rosa coltivata », ma: « lo sono il fiore dei campi e il giglio delle con valli ».165Ebbene! stamattina, accanto al tabernacolo, ho pensato che la mia Celina, il fiorellino di Gesù, doveva essere e restare sempre una goccia di rugiada nascosta nella divina corolla del bel Giglio delle vallate…
Una goccia di rugiada: che cosa vi è di più semplice e di più puro? Non sono le nuvole che l’hanno formata, perché la rugiada discende sui fiori quando l’ azzurro del cielo è stellato. Essa non è paragonabile alla pioggia e la vince per la sua bellezza e freschezza. La rugiada non esiste che la notte. Appena il sole diffonde i suoi caldi raggi, fa distillare quelle perle meravigliose che brillano ai margini dei fili d’erba del prato e la rugiada si muta in un vapore leggero. Celina è una goccia di rugiada che non è stata formata dalle nubi, ma è scesa dal cielo luminoso, la sua patria. Durante la notte della vita, la sua missione è quella di nascondersi nel cuore del Fiore dei campi. Nessuno sguardo umano deve scoprirla; il solo calice che la possiede conoscerà la piccola goccia e tutta la sua freschezza.
Fortunata gocciolina di rugiada, conosciuta solo da Gesù, non fermarti a considerare il corso fragoroso dei fiumi che costituiscono l’ammirazione delle creature, non invidiare neppure il limpido ruscello che serpeggia nel prato. Senza dubbio, il suo mormorio è tanto soave, ma può giungere agli orecchi delle creature, e poi il calice del Fiore dei campi non lo potrebbe contenere. Non può essere solo per Gesù.
Per appartenere a lui, bisogna essere piccoli, piccoli come una goccia di rugiada! Oh! come sono poche le anime che aspirano ad essere piccole così. « Ma, esse dicono, il fiume e il ruscello non sono più utili della goccia di rugiada? Che fa questa? Non è buona a nulla, fuorché a rinfrescare per qualche istante un fiore campestre che oggi è e domani sarà bell’e sparito ».166
Sicuramente, queste persone hanno ragione, la goccia di rugiada non è buona ad altro che a questo, ma dimostrano di non conoscere il Fiore campestre che ha voluto abitare sulla nostra terra d’esilio e restarvi durante la breve notte della vita. Se lo conoscessero, capirebbero il rimprovero che Gesù ha fatto un giorno a Marta.167 Il nostro Diletto non ha bisogno dei nostri pensieri originali, delle nostre opere strepitose; se vuole pensieri sublimi, non ci sono i suoi angeli, le sue legioni di spiriti celesti, la cui scienza sorpassa infinitamente quella dei più grandi geni della nostra miserabile terra?
Non è dunque l’ingegno e i talenti che Gesù è venuto a cercare quaggiù. Non si è fatto Fiore dei campi se non per dimostrare a noi quanto predilige la semplicità. Il Giglio delle convalli non brama altro che una gocciolina di rugiada… Ed è per questo che n’ha creata una che si chiama Celina! …Durante la notte della vita, essa dovrà rimanere nascosta ad ogni sguardo umano, ma quando le ombre cominceranno a declinare,168 quando il Fiore dei campi sarà divenuto il Sole di giustizia,169quando verrà per compiere la sua corsa di gigante,170 potrà forse dimenticarsi della sua gocciolina di rugiada? …Oh no! appena apparirà nella sua gloria, anche la compagna del suo esilio apparirà con lui. Il divino Sole fermerà su di lei uno dei suoi raggi d’amore e subito si manifesterà allo sguardo abbagliato degli angeli e dei santi la povera gocciolina di rugiada, che brillerà come un diamante prezioso il quale, riflettendo il Sole di giustizia, sarà diventato simile a lui. L’ Astro divino volgendosi verso la sua goccia di rugiada, l’attirerà a se. Essa salirà come un vapore leggero ed andrà a stabilirsi per l’eternità nel braciere ardente dell’Amore increato e sarà unita a lui per sempre. Allo stesso modo che, sulla terra, fu la compagna fedele del suo esilio, dei suoi disprezzi, così in cielo dividerà eternamente la gloria del suo regno.
In quale stupore cadranno allora coloro che, in questo mondo, avevano considerato come inutile la gocciolina di rugiada! Certamente, avranno una scusa: non era stato loro rivelato il dono di Dio; non avevano accostato il loro cuore a quello del Fiore dei campi, e non avevano inteso le parole travolgenti: « Dammi da bere ».171 Gesù non chiama tutte le anime ad essere delle goccie di rugiada. Vuole che vi siano dei liquori preziosi che le creature apprezzano, capaci di sollevarle nelle loro necessità, ma per se, egli si riserva una goccia di rugiada. Ecco tutta la sua ambizione.
Che privilegio essere chiamata ad una missione cosi alta! …Ma per corrispondervi, come bisogna restare semplice… Gesù sa bene che sulla terra, è difficile conservarsi puri; per questo vuole che le sue goccie di rugiada s’ignorino esse stesse. Egli si compiace a contemplarle, ma le guarda lui solo, ed esse, non conoscendo il proprio valore, si ritengono al di sotto delle altre creature… Ecco ciò che desidera il Giglio delle valli. La gocciolina di rugiada, Celina, ha compreso… Questo è il fine per il quale Gesù l’ha creata, ma non deve dimenticare la sua povera sorellina. Bisogna che le ottenga la grazia di realizzare quello che Gesù le fa comprendere, affinché un giorno, il medesimo raggio d’amore faccia distillare le due goccioline di rugiada. Cosi, dopo essere state una cosa sola sulla terra, potranno rimanere unite per tutta l’eternità in seno al Sole divino.
Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo
Note
165 Cant. 2, 1.
166 Reminescenza di Mt. 6. 30.
167 Cfr. Lc. 10, 42.
168 Cant. 4, 6.
169 Mal. 3, 50.
170 Sal. 18, 6.
171 Gv. 4,7.
Letture del giorno
Venerdì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
PRIMA LETTURA (Qo 3,1-11)
Ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.
Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato.
Un tempo per uccidere e un tempo per curare,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per conservare e un tempo per buttar via.
Un tempo per strappare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica?
Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini perché vi si affatichino. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza però che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine.
SALMO RESPONSORIALE (Sal 143)
Rit. Benedetto il Signore, mia roccia.
Benedetto il Signore, mia roccia,
mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido.
Signore, che cos’è l’uomo perché tu l’abbia a cuore?
Il figlio dell’uomo, perché te ne dia pensiero?
L’uomo è come un soffio,
i suoi giorni come ombra che passa.
Canto al Vangelo (Mt 10,45)
Alleluia, alleluia.
Il Figlio dell’uomo è venuto per servire
e dare la propria vita in riscatto per molti.
Alleluia.
VANGELO (Lc 9,18-22)
Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».