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Ciclo di catechesi – “La Santissima Eucarestia nel Magistero della Chiesa e nei Santi” – Lezione 4

Catechesi Eucarestia 2016-17

Catechesi di lunedì 26 settembre 2016

Ciclo di catechesi “La Santissima Eucarestia nel Magistero della Chiesa e nei Santi”

Relatore: p. Giorgio Maria Faré

Ascolta la registrazione della catechesi:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Le catechesi di p. Giorgio Maria Faré si tengono ogni lunedì alle 21 presso il Convento dei Padri Carmelitani Scalzi di Monza, con ingresso dal parcheggio di Via Boito 2.

Scarica il testo della catechesi [udesign_icon_font name=”fa fa-file-text” size=”1em”] 

LA SANTISSIMA EUCARESTIA NEL MAGISTERO DELLA CHIESA E NEI SANTI – LEZIONE 4

Questa sera inizieremo un testo molto importante, si tratta di questa Istruzione famosa, chiamata:
“Memoriale Domini”
Datata 29 Maggio 1969 e abbinata alla lettera pastorale.
Questo testo è molto importante e ci aiuterà a capire le linee guida, i fondamenti e la storia di quello che è accaduto circa la Comunione in mano. Vi ho già detto che la Comunione sulla mano nasce come atto di disobbedienza alla Chiesa. Ha un origine infausta questa pratica. Siccome vi ho detto che non siamo qui ad ascoltare il mio pensiero ma le fonti, allora è arrivato il momento di affrontare questo testo importantissimo, che leggeremo insieme, così almeno sapete di cosa stiamo parlando. È un testo post conciliare, quindi viene dopo il Vaticano II, sotto il Papato di Paolo VI. Vediamo cosa è successo e cosa dice questa Istruzione in merito all’Eucarestia.
Abbiamo letto il Concilio di Trento che cosa ha detto, che viene prima del Vaticano II, e adesso vediamo questa Istruzione che rimane ancora valida oggi. È un punto di riferimento molto importante e soprattutto serve a voi per capire da dove è saltata fuori questa situazione della Comunione in mano, per capire come stavano le cose, cioè quale era esattamente il pensiero, non solo del Papa ma di tutta la Chiesa, di tutti i Vescovi della Chiesa, in modo tale che chi va a fare la Comunione sulle mani, da domani, avrà coscienza di quello che sta facendo, sapendo come è nata questa pratica.
C’è anche un altro testo molto bello, che vi consiglio di prendere perché ci servirà appena finiremo la lettura di questa Istruzione della Lettera Pastorale, è un testo scritto da un Vescovo argentino che analizza in modo molto puntuale e ci spiega esattamente cosa è scritto qui, e come va inteso.
Il testo è:
“Comunione sulla mano, documenti e storia, di S.E.R. Juan Rodolfo Laise – ed. Cantagalli”
Diamo lettura ora dell’Istruzione e piano piano la commenteremo.
“Istruzione Memoriale Domini”
“La presente Istruzione, inviata alle conferenze episcopali perché ne facessero oggetto di attento e approfondito esame, viene pubblicata affinché siano noti a tutti in modo più lampante il fondamento e le circostanze di cui risplende il modo di procedere della sede apostolica.”
Qui noi abbiamo una gemma, una luce forte, che è stata mandata a tutti i Vescovi, a tutte le conferenze episcopali del mondo, perché lo studiassero e per vedere in maniera chiara il fondamento e le circostanze, attraverso le quali la sede apostolica si muove, per parlare del Cuore della Chiesa che è l’Eucarestia.
“Celebrando il memoriale del Signore, la Chiesa attesta con il rito stesso la sua fede in Cristo e lo adora: egli infatti è presente nel sacrificio e vien dato in cibo a coloro che partecipano alla mensa eucaristica. Sta quindi molto a cuore alla Chiesa che l’Eucaristia si celebri e che ad essa si partecipi nel modo più degno e più fruttuoso, in assoluta fedeltà alla tradizione, quale si è affermata, con la ricca varietà della sua espressione, nella pratica vissuta della Chiesa, ed è giunta nel suo progressivo sviluppo fino a noi.”
Noi attraverso la S.Messa, Adoriamo Cristo e diciamo la nostra fede in Gesù.
● Perché?
Perché Gesù è presente nel Sacrificio che viene celebrato nella S.Messa, la S.Messa viene ricordata come “Sacrificio”, è il termine che identifica in modo più preciso che cos’è la S.Messa.
Il Sacrificio della Croce ripresentato in modalità incruenta del Sacramento.
“Egli infatti è presente nel sacrificio e vien dato in cibo a coloro che partecipano alla mensa eucaristica. Sta quindi molto a cuore alla Chiesa che l’Eucaristia si celebri e che ad essa si partecipi nel modo più degno e più fruttuoso”
La stessa cosa che abbiamo visto del Concilio di Trento la volta scorsa, “in modo degno”, non ci si accosta all’Eucarestia se non si è degni, cioè se si è in peccato mortale non si fa la Comunione.
“Fruttuoso”
Perché deve portare frutto.
“In assoluta fedeltà alla tradizione”
Cioè, non è che io oggi faccio una Messa che rompe con ciò che ha preceduto, se no c’è un problema. La fedeltà alla tradizione è fondamentale perché permette di proseguire, di portare avanti, ciò che ci è stato dato, trasmesso.
“Che ci sia stata in passato varietà nel modo di celebrare e di ricevere l’Eucaristia è un fatto storicamente documentato; ma anche attualmente, per un beninteso adattamento del rito alle esigenze spirituali e psicologiche degli uomini del nostro tempo, sono stati introdotti , nella celebrazione dell’unica e medesima Eucaristia, non pochi ritocchi rituali, anche di un certo rilievo; e ritoccata è stata pure la disciplina che regola le modalità della Comunione dei fedeli, con la reintroduzione, in determinate circostanze, della Comunione sotto le due specie; era questo in passato il modo comune di far la Comunione, anche nel rito latino, ma era andato a poco a poco in disuso, tanto che il Concilio di Trento, resosi conto del nuovo orientamento pratico ormai generalizzato, lo sanzionò, sostenendolo con ragioni teologiche e dimostrandone l’opportunità in quella particolare contingenza storica.”
Lo abbiamo visto la volta scorsa, c’è stato uno sviluppo, c’è stata una modifica, dei ritocchi, dei cambiamenti, adesso ci spiegheranno meglio.
“L’antica disciplina ora ripresa è servita senza dubbio a porre in maggior risalto il segno del convito eucaristico e la dimensione piena del mandato di Cristo; ma questa stessa più completa partecipazione alla celebrazione eucaristica, attuata nel segno della Comunione Sacramentale, ha fatto nascere qua e là, in questi ultimi anni, un altro desiderio: quello di ritornare all’uso primitivo di deporre il Pane Eucaristico nella mano del fedele, perché se lo porti lui stesso alla bocca, e si comunichi così direttamente. Anzi, in alcuni luoghi e in certe comunità, questo rito è stato già introdotto senza la previa approvazione della Sede Apostolica, e talvolta senza che i fedeli vi fossero stati opportunamente preparati.”
Qua abbiamo già un’affermazione grave che vi potete segnare. Questo testo dovrebbe essere conosciuto da tutti i sacerdoti, tutti abbiamo studiato le stesse cose.
Il testo dice:
“Che c’è un desiderio, un pensiero, di ritornare all’uso primitivo. Un desiderio nato qua e là”
Un uso primitivo di mettere l’Eucarestia nella mano del fedele, però questo desiderio, non è stato solo un desiderio, ma questo rito, prima ancora che fosse discusso e approvato, poi vedremo, lo avevano già introdotto.
● Chi?
Vescovi e preti, in disobbedienza, in rottura con quanto la Chiesa stava facendo, perché mentre si scrive questo testo, la legge e la norma della Chiesa è ancora quella di dare la Comunione in bocca e in ginocchio, perché ancora c’era questa pratica.
Quindi mentre la Chiesa dice:
“Ma, abbiamo sentito che qualcuno desidera, allo stesso tempo deve registrare che qualcuno non solo desidera ma l’ha già fatto.”
Il nostro Papa Francesco dice che soprattutto legato al tema della Messa, non ci devono essere rotture e contrapposizioni, perché il Sacramento dell’unità non può diventare Sacramento di divisione. E la Scrittura dice che il divisore ha un nome ben preciso, si chiama diavolo. E Papa Francesco dice che tutto ciò che sa di divisione viene dal demonio.
● Da dove è venuta questa disobbedienza? Da Dio? Dallo Spirito Santo? Da Gesù Cristo? Dalla Madonna?
Ma Dio non opera divisione, Dio opera unità.
● Da dove è venuto questo primo passo di sganciamento dalla Autorità della Chiesa?
● Da dove è venuto questo primo passo di rottura con la tradizione della Chiesa?
● Chi ha permesso e autorizzato questo abuso?
Non certo Dio.
Il documento ci dice che questo desiderio in realtà non era già più un desiderio, e in alcuni casi era già diventato atto pratico.
Ricordiamoci sempre che nella disobbedienza c’è sempre il diavolo. Sempre. Lui è la radice di ogni disobbedienza, partendo da Adamo ed Eva, che li fece disobbedire al comando di Dio, quindi stiamo bene attenti quando facciamo le cose, stiamo bene attenti a chiederci il senso dei gesti che compiamo. Dobbiamo chiedere da dove nascono le cose, perché se no anche noi ci incanaliamo dietro quella strada lì.
Sapere bene che quel gesto, quel rito, quella forma, ha avuto come concepimento la disobbedienza e l’abuso.
“E’ vero che in antico era abitualmente consentito ai fedeli di ricevere in mano il cibo eucaristico e di portarselo direttamente alla bocca; ed è vero che nei primi tempi i fedeli potevano anche prelevare il Santissimo dal luogo della celebrazione, soprattutto per servirsene come viatico, qualora avessero dovuto correre dei rischi per l’aperta professione della loro fede.”
In casi di martirio loro avevano accesso immediato all’Eucarestia, perché magari dovevano morire martiri o erano fortemente perseguitati, siccome avevano tanta fede in Gesù Eucarestia, c’era questa possibilità di un accesso immediato.
“Però le prescrizioni della Chiesa e gli scritti dei padri documentano con ricchezza grande di testi quale venerazione e quale attento rispetto si avesse per la Santa Eucaristia. «Nessuno si ciba di quella carne, senza aver fatto prima un atto di adorazione», dice Agostino; e per il momento della Comunione, si fa a ogni fedele questa raccomandazione: «… prendi quel cibo, e bada che nulla ne vado perduto». «E’ il corpo di Cristo».”
● 1. È vero che loro lo prendevano in mano, ma quanti di noi nel ricevere l’Eucarestia, fanno prima un atto di Adorazione, come dice S.Agostino?
Un atto di Adorazione, non una preghiera, un atto di Adorazione.
Se noi vogliamo imitare qualcuno, non lo imitiamo a metà, o imitiamo tutto o non imitiamo niente.
Non vado a dire ai fedeli:
“Ma all’inizio della Chiesa i cristiani lo prendevano in mano.”
Sei un impostore se dici così le cose. L’impostore è colui che nasconde la verità. È colui che non dice tutta la Verità. La Verità va detta tutta fino in fondo. È vero che all’inizio della Chiesa si prendeva in mano la Comunione, ma è anche altrettanto vero che già con S.Agostino si dice:
“Che prima di accostarti devi fare un atto di Adorazione”
● Noi lo facciamo?
Se non lo facciamo ci siamo già scostati dall’inizio del tempo del cristianesimo. Agostino dice:
“Nessuno si cibi di quella Carne, che è il Corpo di Cristo, senza prima aver fatto un atto di Adorazione, «… prendi quel cibo, e bada che nulla ne vado perduto». «E’ il corpo di Cristo».”
Io credo che Agostino, oggi come oggi, il suo corpo si rivolta nella tomba. Se venisse alle nostre Messe, ad Agostino gli verrebbero le convulsioni. Gli Atti di Adorazione sono praticamente nulli, non ci sono più, non si fa più neanche la genuflessione, si fa l’inchino come prima di ballare alla damigella che si ha davanti, al balletto da bambino facevo l’inchino, al Corpo di Cristo si fa un’altra cosa.
Il problema è che:
“prendi quel cibo e bada che nulla ne vada perduto”.
Io quando la gente viene a ricevere la Comunione sulla mano, vedo tutto all’infuori che uno bada che quel pezzo di Pane, quei frammenti vadano perduti. Nel Concilio di Trento abbiamo letto che in ogni singolo frammento ci sta dentro tutto il Cristo, Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Vengono con le mani nelle forme più strane ma nessuno si guarda le mani, nessuno ha un’attenzione per la paura che un frammento vada perduto.
● E i frammenti che cascano dove vanno a finire?
Siccome non c’è più neanche l’uso del piattino che è obbligatorio dice Redemptionis Sacramentum, al punto 93.
● Cosa è rimasto alla fine di tutta questa cosa originaria?
Niente. Semplicemente una grande superficialità, un grande menefreghismo e una grande non fede.
Tutto questo dice che non c’è fede. Non si crede che veramente quello è il Corpo di Cristo, ma un simbolo, un qualcosa che rimanda, ma non che è.
La frase di S.Agostino continua dicendo:
“Peccheremmo se non adorassimo”
Mi accosto all’Eucarestia già in stato di peccato. Tutte cose che dovete sapere, perché dovete saper rispondere.
“Inoltre la cura e il ministero del Corpo e del Sangue di Cristo venivano affidati in modo tutto particolare ai sacri Ministri o a persone appositamente scelte e designate: «Quando colui che presiede ha terminato le preghiere, e il popolo ha fatto la sua acclamazione, coloro che noi chiamiamo diaconi distribuiscono a ognuno dei presenti il pane, il vino e l’acqua su cui è stata pronunciata lo preghiera di azione di grazie, e ne recano agli assenti».6 Fu così che il compito di recare la Santa Eucaristia agli assenti venne ben presto affidato ai Sacri Ministri soltanto, allo scopo di meglio assicurare da una parte la debita riverenza verso il corpo di Cristo, e di provvedere dall’altra più responsabilmente alla necessità dei fedeli.”
● Quand’è che l’hanno scritta questa lettera?
29 Maggio 1969.
Sembra una pergamena del mesolitico, scritta dall’uomo di Neanderthal, sotto al T Rex, perché è talmente aliena dalla vita di tutti i giorni nostri che uno dice:
“Ma dove è finito tutto questo? Come abbiamo fatto a finire come siamo adesso?”
Stiamo parlando di Papa Paolo VI, stiamo parlando del fatto che molti di voi erano già al mondo.
È importante in questo anno capire come abbiamo fatto a ridurci così.
● Dove è finito Gesù Cristo? Che fine gli abbiamo fatto fare?
Queste cose dobbiamo chiedercele prima di presentarci al Giudizio di Dio. È opportuno chiedercele e verificarci, e convertirci se lo riterremo opportuno.
“La cura e il ministero del Corpo e del Sangue di Cristo venivano affidati in modo tutto particolare ai sacri Ministri”
Stiamo parlando del post Concilio Vaticano II, non abbiamo obbedito neanche a quello, né prima né dopo. In conclusione capiamo che qui abbiamo obbedito solo a noi stessi, ai nostri gusti, ai nostri capricci e alle nostre stravaganze, non c’è obbedienza da nessuna parte.
“O a persone appositamente scelte e designate”
Non erano i laici, erano i diaconi, che erano anche loro ministri ordinati, non erano i sacerdoti ma erano i diaconi, il primo gradino dell’Ordine. Il Corpo di Cristo, lo toccava e lo amministrava il Vescovo,il sacerdote e il diacono. Basta.
Adesso è tutto il contrario, adesso è un problema trovare un prete che ti da la Comunione perché quello si va a sedere e vengono giù i ministri straordinari, “straordinari”, che non si capisce come mai si chiamano straordinari se lo fanno in modo ordinario, ma anche questo è un altro problema, un’altra degenerazione che vedremo in questo anno, leggendo Redemptionis Sacramentum.
I Diaconi sono straordinari e sono diventati ordinari, e i preti che sono ministri ordinari, diventano straordinari e vanno al posto a sedersi.
Tutta una realtà rovesciata. Tutto al contrario.
“Fu così che il compito di recare la Santa Eucaristia agli assenti venne ben presto affidato ai Sacri Ministri soltanto”
Quelli che portavano l’Eucarestia per esempio agli ammalati o ai cristiani carcerati, erano loro. Non si capisce cos’è successo a questi sacri Ministri, perché non hanno più tempo di fare niente.
● Ma cosa è successo?
Qui che non avevano internet, l’IPad, l’IPhone, il Mac, che non avevano la macchina che andavano a cavallo, che facevano tutto a piedi, che non avevano niente, arrivavano ovunque, noi che invece abbiamo tutto, non abbiamo più tempo di fare niente, non abbiamo più le risorse per portare l’Eucarestia a quella povera signora ammalata. E’strano.
● Perché dobbiamo chiederci: al posto di fare quel servizio che è tipicamente sacerdotale, tu cosa stai facendo di altro tipicamente sacerdotale?
● Quale altra cosa più importante hai da fare che portare la Comunione agli ammalati, che sia altrettanto sacerdotale?
Le cose sacerdotali non sono tante:
celebrare la Messa, predicare, confessare e amministrare la Comunione.
Questi sono i nostri impegni che noi prendiamo il giorno dell’ordinazione. Evidentemente saremo tutti in confessionale a confessare. Poi però non si capisce perché non si trova un prete per le confessioni…
“Con l’andare del tempo, e con il progressivo approfondimento della verità del mistero eucaristico, della sua efficacia e della presenza in esso del Cristo, unitamente al senso accentuato di riverenza verso questo Santissimo Sacramento e ai sentimenti di umiltà con cui ci si deve accostare a riceverlo”
“Sentimenti di umiltà.”
Sentimenti di umiltà. Alcuni che vengono a fare la Comunione hanno delle creste che sono alte così, una cosa incredibile. L’Eucarestia è diventata un diritto. Abbiamo fatto del Corpo di Cristo un oggetto, una merce di scambio. Un diritto. Lo si vede anche dal modo in cui uno ti rapisce l’Eucarestia.
A me è successo più di una volta, di porgere l’Ostia, di dire: “Il Corpo di Cristo” e me l’hanno portata via dalle dita, come se fosse il biscotto della felicità.
Ma che fretta hai addosso?
Ma chi è che deve scappare?
Per poi andare al banco, sedersi e guardare per aria.
E poi tutta la fretta di uscire dalla Chiesa, terminata la Messa.
● Ma per andare dove?
Non faccio in tempo ad entrare in Sacrestia che già vedo le orde barbariche che escono, come se in Chiesa fosse esploso un incendio, una bomba, un attacco terroristico. Non fai in tempo a dare la benedizione che sono già fuori, fuori sul piazzale a chiacchierare.
● Perché non siete rimasti in Chiesa a parlare col Signore?
Questo dice la non fede. Non c’è fede. Quel pezzo di Pane, transustanziato e diventato il Corpo di Cristo, per noi non è vero, è un pane benedetto, ma non è il Corpo di Gesù. Noi ci prendiamo in giro e prendiamo in giro Dio con una vita cristiana falsa, che non rende ragione di ciò che dice.
“Con l’andare del tempo si venne introducendo la consuetudine che fosse il ministro stesso a deporre la particola del pane consacrato sulla lingua dei comunicandi. Questo modo di distribuire al Comunione, tenuta presente nel suo complesso la situazione attuale della Chiesa, si deve senz’altro conservare, non solo perché poggia su di una tradizione plurisecolare, ma specialmente perché esprime e significa il riverente rispetto dei fedeli verso la Santa Eucaristia. Non ne è per nulla sminuita la dignità della persona dei comunicandi; tutto anzi rientra in quel doveroso clima di preparazione, necessario perché sia più fruttuosa la Comunione al Corpo del Signore.7 Questo rispetto significa che non si tratta di «un cibo e di una bevanda comune»,8 ma della Comunione al Corpo e al Sangue del Signore; in forza di essa «il popolo di Dio partecipa ai beni del Sacrificio pasquale, riconferma il nuovo patto sancito una volta per sempre da Dio con gli uomini nel Sangue di Cristo, e nella fede e nella speranza prefigura e anticipa il convito escatologico nel regno del Padre».9”
Più chiaro di così.
“Si venne introducendo la consuetudine che fosse il ministro stesso a deporre la particola del Pane Consacrato sulla lingua dei comunicandi.”
È vero che è appartenuto all’inizio della Chiesa il fatto di metterlo sulle mani, ma è altrettanto vero che sempre all’inizio della Chiesa si è introdotta questa pratica, cioè che fosse di fatto il sacerdote a metterlo, il Corpo di Cristo, sulla lingua del comunicando.
“Questo modo di distribuire la Comunione, si deve senz’altro conservare”
Adesso, invece, siamo caduti nella dittatura, tutti devono prendere la Comunione in mano. Se voi andate a vedere le Prime Comunioni vengono date tutte in mano, chiedere che al proprio bambino gli venga data la Comunione in bocca è un’ardua impresa. Ti fanno l’interrogatorio:
“Perché? Come mai? Ma di quale gruppo fai parte? Ma chi ti segue? Perché deve prenderla in bocca? Perché devi fare diverso dagli altri?”
Veramente la Chiesa ha sempre detto che questo è il modo di ricevere l’Eucarestia, e questo testo, “Memoriale Domini”, dice che deve essere conservato.
E’ nato come un abuso e si nutre di abusi. Tipicamente satanico per chi vuol vedere.
“Specialmente perché esprime e significa il riverente rispetto dei fedeli verso la Santa Eucaristia”
IL RIVERENTE RISPETTO
Il fatto che un altro ci deponga la particola in bocca, dice che quel Pane non è più pane, che è un Cibo nuovo e diverso. Esprime tutta la mia riverenza, anche col corpo.
“Non ne è per nulla sminuita la dignità della persona dei comunicandi; tutto anzi rientra in quel doveroso clima di preparazione, necessario perché sia più fruttuosa la Comunione al Corpo del Signore.7 Questo rispetto significa che non si tratta di «un cibo e di una bevanda comune»”
È per questo che la ricevo dalle mani di un ministro.
È per questo che la ricevo direttamente in bocca.
“Inoltre con questa forma ormai tradizionale è meglio assicurata una distribuzione rispettosa, conveniente e dignitosa insieme della Comunione; si evita il pericolo di profanare le specie eucaristiche, nelle quali «è presente in modo unico, sostanzialmente e ininterrottamente, il Cristo tutto e intero; Dio e uomo»;10 e si ha modo di osservare con esattezza la raccomandazione sempre fatta dalla Chiesa sul riguardo dovuto ai frammenti del pane consacrato: «Se tu ti lasci sfuggire qualche frammento è come se perdessi una delle tue stesse membra».11”
“Con questa forma della Comunione in bocca, plurisecolare, è meglio assicurata una distribuzione rispettosa, conveniente e dignitosa, si evita il pericolo di profanare le specie.”
Sia perché può cadere per terra, sia perché i frammenti possono esserci e cadono per terra, e ce ne sono tanti, sia perché può essere portata via. La Comunione va assunta davanti al ministro, non a lato, se la prendi in mano.
“Se tu ti lasci sfuggire qualche frammento è come se perdessi una delle tue stesse membra”
● Ma chi ci crede?
Speriamo qualcuno ci creda, ma sono pochi.
“Ecco perché quando alcune Conferenze Episcopali e anche singoli Vescovi chiesero che fosse loro consentito di introdurre nei rispettivi territori l’uso di deporre il Pane Consacrato nelle mani dei fedeli, il Sommo Pontefice stabilì che venissero consultati tutti e singoli i Vescovi della Chiesa latina, perché esprimessero il loro parere sull’opportunità di introdurre quest’uso.”
Adesso vedete cosa è successo. Questa è storia.
Adesso vedete l’abominio.
Nasce prima come disobbedienza e poi ce n’è un’altra ancora più grave.
Siccome alcuni hanno chiesto la Comunione in mano, il Papa dice, voglio consultare tutti i Vescovi del mondo, perché è una cosa troppo grave, troppo seria, è il Corpo di Cristo, li voglio interpellare tutti.
Adesso vediamo cosa dice la storia.
“Un cambiamento in cosa di tanta importanza, basata su una tradizione antichissima e veneranda, non tocca solo la disciplina; potrebbe dimostrarsi fondato il timore di eventuali pericoli derivanti da questo nuovo modo di distribuire la Comunione; il pericolo per esempio di un diminuito rispetto verso il Santissimo Sacramento dell’altare, o quello di una sua profanazione, o anche di un’alterazione della dottrina eucaristica.”
Se oggi chiedi a un bambino, dov’è Gesù nell’Eucarestia, in Chiesa?
Guarda il soffitto e il lampadario.
Alla Prima Comunione quando ho chiesto:
“Dov’è Gesù?”
“Boh.”
“Cos’è il Tabernacolo?”
“Boh.”
“E tu quando entri in Chiesa dove vai a cercare Gesù?”
E guardavano il soffitto.
No, Gesù non è il soffitto. Non è lì. Ma la colpa non è dei bambini, la colpa è che tutto quello che qui è stato scritto, come eventuale pericolo, si è tutto profeticamente realizzato, tutte le tre cose che abbiamo letto, tutte realizzare.
“Ecco dunque le tre domande poste ai Vescovi”
Ecco le 3 domande famose poste ai Vescovi di tutto il mondo. Domande e risposte, con numeri, che adesso leggiamo.
PRIMA DOMANDA:
“Ecco dunque le tre domande poste ai Vescovi, e le relative risposte da essi pervenute fino al 12 marzo scorso:
Si ritiene opportuno accogliere la petizione che, oltre al modo tradizionale di ricevere la Comunione, sia pure consentito di riceverla in mano?”
ATTENZIONE, questa domanda è posta a TUTTA LA CHIESA. Non è il Papa che decide lui che cosa è meglio o cosa è peggio, no. Il Papa dice:
“Io sono il Papa, ma voglio interpellare tutti i Vescovi.”
Qua è tutta la Chiesa docente che tutta insieme esprime un giudizio.
Rileggiamo la prima domanda:
● PRIMA DOMANDA:
“Si ritiene opportuno accogliere la petizione che, oltre al modo tradizionale di ricevere la Comunione, sia pure consentito di riceverla in mano?
Sì: 567. No: 1233. Sì con riserva: 315. Schede nulle: 20.”
1233 NO. CONTRO 567 SÌ.
I numeri parlano chiaro.
● SECONDA DOMANDA:
“Si è favorevoli a eventuali esperimenti di questo nuovo rito in piccole comunità, con l’assenso dell’ordinario del luogo?
Sì: 751. No: 1215. Schede nulle: 70.”
1215 NO. Un bel po’ di più dei sì.
● TERZA DOMANDA:
“Si pensa che i fedeli, dopo una ben condotta catechesi preparatoria, accetteranno volentieri questo nuovo rito?
Sì: 835. No: 1185. Schede nulle: 128.”
1185 NO.
● Cos’è successo? Noi oggi cosa stiamo vivendo?
Queste sono le domande che devono interpellare la nostra coscienza credente. Questi sono i problemi della vita.
Tutta la Chiesa docente ha detto 3 NO alla Comunione in mano dal Papa a tutti i Vescovi del mondo, hanno detto ampiamente NO.
● E perché oggi c’è?
● E perché oggi è la pratica più diffusa? Perché addirittura è praticamente imposta ai bambini? Come mai?
Queste sono le domande che i fedeli laici devono porsi. Tutti possono leggere questi documenti, sono documenti storici, dobbiamo chiederci cosa è successo.
Stiamo parlando del Corpo di Cristo.
Si è detto NO all’inizio e lo hanno fatto lo stesso, poi hanno interpellato tutti i Vescovi della Chiesa, 3 NO, e le cose vanno avanti lo stesso.
● Il nostro compito quale sarà?
Sarà cercare di capire tutta questa follia e cercare di capire noi dove dobbiamo metterci, perché nella nostra vita dobbiamo fare una scelta, o di qua o di là, e di questa scelta dovremo rendere conto a Dio, perché adesso sarà una scelta consapevole. Adesso ciascuno di noi sa benissimo come sono andate le cose. Ciascuno di noi adesso, quando si avvicina all’Eucarestia, non potrà più dire:
“Ma io non lo sapevo me lo ha detto il parroco”
No. Adesso sa qual’è stato il pensiero della Chiesa. Sa dove tutta la Chiesa si è collocata e quindi sta a lui scegliere in coscienza, questa volta in modo responsabile. Di quella scelta dovremmo rendere conto.
“Dalle risposte date risulta chiaramente il pensiero della grande maggioranza dei Vescovi: la disciplina attuale non deve subire mutamenti; anzi un eventuale cambiamento si risolverebbe in un grave disappunto per la sensibilità dell’orientamento spirituale dei Vescovi e di moltissimi fedeli.”
Avendolo fatto è successa questa cosa. Lo vedrete, è una disobbedienza in fila all’altra. È tutta una disobbedienza.
È NATA COME UNA DISOBBEDIENZA E SI NUTRE DI DISOBBEDIENZA E DI RIBELLIONE.
In continuo, senza un grammo di sosta.
“Tenuti quindi presenti i rilievi e le osservazioni di coloro che «lo Spirito Santo ha posto a reggere come Vescovi le varie Chiese»,12 per l’importanza della cosa e il peso degli argomenti addotti, il Sommo Pontefice non ha ritenuto opportuno cambiare il modo tradizionale con cui viene amministrata ai fedeli la santa Comunione.”
Ci fa piacere leggere una storia mai verificatasi. Il Sommo Pontefice ritiene che…ma come sempre succede, un conto sono le parole e un conto sono i fatti. Al Papa l’obbedienza non è stata data, e tranquillamente è stata propinata ai fedeli.
Per questo che vi dico sempre:
“Avete una testa, usatela per favore, non accettate supinamente una cosa che vi viene detta, senza usare il cervello.”
● Vi viene detta un’idea?
Andate a verificare questa idea.
● Quell’idea è vera perché ve la dico io o io ve la dico perché è vera?
Questo è un problema. È da qua che si capisce l’onestà delle persone. Bisogna verificare le cose che ci vengono dette. Andate a cercare, non accontentatevi delle frasette che vi vengono dette. Verificate e poi agite di conseguenza.
“Pertanto la Sede Apostolica esorta caldamente Vescovi, Sacerdoti e fedeli a osservare con amorosa fedeltà la disciplina in vigore, ora ancora una volta confermata; tengano tutti presente il giudizio espresso dalla maggior parte dell’episcopato cattolico, la formula attualmente in uso nel rito liturgico, il bene comune della Chiesa”.
Quindi ci stanno dicendo:
“Andate avanti a ricevere la Comunione in bocca”
Questa puntata drammatica termina qua, avete modo a casa di rileggere bene tutto, di meditare il testo, la volta prossima proseguiremo e lo finiremo, leggeremo anche la Lettera Pastorale che lo accompagna e poi inizieremo quel bel libro che vi ho detto la volta scorsa, “Comunione sulla mano”, perché ci permetterà di analizzare in modo ancora più puntuale questo testo. Adesso abbiamo dato una lettura svelta, veloce, ma con quel testo fatto con quel Santo Vescovo, noi avremo modo di approfondire ulteriormente, perché non voglio che nella vostra testa rimangano dubbi.
*********
DOMANDE:

1. Allora non è vero che Dio guarda solo il cuore, perché se il testo dice: “esprime e significa il riverente rispetto dei fedeli verso l’Eucarestia”.
Dio guarda il cuore dell’uomo ma il cuore dell’uomo si esprime attraverso dei gesti. Dio guarda il cuore ma siccome il corpo è la manifestazione dell’anima, quello che io ho nel cuore deve anche uscire nel corpo. Se a me interessa un discorso, sto zitto e ascolto, il mio corpo sta zitto, fermo, ascolta. Nel testo, è vero che Dio guarda al cuore, ma il mio corpo si esprime. Il Signore ci ha dato un corpo perché il corpo esprima l’anima e l’anima si esprime così, e si esprime così sempre, non quando è solo facile farlo, è un pò più difficile fare la stessa cosa anche in altri contesti, ma se quella cosa è vera, la faccio sempre.
Ora devi decidere, come dice S.Giovanni, se fare come i capi, che per paura dei farisei, erano discepoli di Gesù di nascosto, perché avevano paura di essere cacciati dalla Sinagoga, perché dice Giovanni:
“Avevano più a cuore la gloria degli uomini che la Gloria di Dio”
Oppure se hai più a cuore la Gloria di Dio e sei pronto a rischiare tutto per Dio. La vita è fatta di scelte.

2. Io la scelta l’ho fatta e sono tranquillo ma ai miei nipoti quando ha fatto la Prima Comunione gli hanno insegnato diversamente. Qui il diavolo sta vincendo in maniera tremenda. Ma questi Vescovi che dovrebbero intervenire cosa fanno?
Purtroppo quando un gesto, una realtà nasce dalla disobbedienza di tanti anni fa, come vi ho detto, questo stile ribelle e disobbediente va avanti e tutto quello che qui c’è scritto, la mancanza di riverenza, la grave sofferenza che viene a crearsi nel sensibilità dei fedeli, dei Vescovi e dei Sacerdoti, come c’è scritto nel testo, e tutto il turbamento che si crea nell’anima, loro hanno detto, prima di dire sì, dato che temiamo che si verifichino queste cose, vogliamo fare un’indagine, per vedere cosa succede, hanno fatto l’indagine, hanno fatto le verifiche, il Papa si è pronunciato, ma come vedremo è successo qualcosa per cui dalla legge, dalla decisione della Chiesa di dire: “NO”, poi è diventato “Sì”, e poi è diventato quasi un obbligo, una dittatura, perché lì in mezzo è accaduto qualcosa, c’è stato qualcosa che non è stato gestito nel modo corretto, in modo saggio, e lo vedremo, e questo ha generato quello che adesso viviamo, che lei racconta.

3. I sostenitori della Comunione in mano, perché sostengono con forza questa cosa? A me è stato detto che bisogna prendere la Comunione in mano come gli ebrei quando uscirono dall’Egitto, mangiarono l’agnello tutti pronti a partire.
Le varie ragioni possono essere diverse, ce ne sono tante, alcune anche simpatiche, pittoresche, questa è molto pittoresca. Vedremo come ci si è mossi su questa linea che però tutte queste ragioni non sono state sufficienti per far dire a Paolo VI e a tutti i Vescovi del mondo: “SI”.
4. Come mai in quel periodo lì si parla che la prendevano in mano.
All’inizio loro avevano questa pratica legata anche al fatto, a questo accesso più immediato al luogo dove si contenevano le specie Eucaristiche, per il discorso dei Cristiani perseguitati, c’era un problema grosso di poter portare il Pane Eucaristico a coloro che poi andavano a morire, e poi perché questa coscienza che è maturata lungo il tempo di fare attenzione che ci fosse il rispetto sempre maggiore dell’Eucaristia, ha avuto bisogno di tempo. Chi cristallizza un periodo storico, senza tenerlo in collegamento con tutto l’arco temporale, non fa un atto corretto, non fa una corretta ermeneutica, perché la storia va considerata dentro il suo arco temporale. Chi già prende quelle scuse per dire che si rifanno a San Cirillo, bisogna anche dire che prima ci deve essere l’atto di adorazione, poi devi prendere Origene che dice che guai se cade un frammento, perché sei reo del Corpo e Sangue di Cristo, e tutte queste cose non vengono menzionate, perché da questo modo di riferirsi alla storia si capisce che dietro ci sta una ideologia, non ci sta una ricerca di Verità, e per difendere la mia ideologia. Nel giro di poco si sono accorti che non era proprio prudente, che non dava sufficiente rispetto e venerazione al Corpo di Cristo, e quindi è variato quasi subito.

5. Sul discorso dei frammenti mi è stato detto che se il frammento non è visibile, non è Sacramento.
Questa cosa qui ha già la risposta nei Canoni, la tua risposta dovrebbe essere: “Anatema sit”, sia scomunicato chi ha detto questa cosa, dice il Concilio di Trento, perché non è vero, nel senso che un granello di polvere che adesso c’è qui, io non lo vedo, perché non ho il microscopio elettronico nel cervello, ci sono ma non li vedi di fatto, ma i frammenti di Ostia si vedono eccome! E’ visibile ma se cade per terra lei non lo vede perché il pavimento ha un colore diverso. Ma quanti ne cascano di frammenti, più di una volta mi succede di trovare nel piattino tre o quattro frammenti sopra.
E quando la Particola cade per terra, quanti frammenti si staccano dalla Particola?
Andate a vedere su YouTube il video: “Gesù sul pavimento”, vi fanno vedere perfettamente che cosa succede alle Ostie.
Sia Gloria la Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
Vi benedica Dio Onnipotente Padre, Figlio e Spirito Santo.

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