Lettura commentata del classico di spiritualità: “L’imitazione di Cristo”.
Lezione di lunedì 13 aprile 2020
Relatore: p. Giorgio Maria Faré
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“L’IMITAZIONE DI CRISTO” Lezione 27
Buonasera a tutti, eccoci ritrovati per la nostra catechesi del lunedì, siamo arrivati al Libro I, capitolo XXV del testo “L’Imitazione di Cristo”, paragrafo IV.
“Quando uno sarà giunto a non cercare il proprio conforto in alcuna creatura, allora egli comincerà a gustare perfettamente Dio; allora accetterà di buon grado ogni cosa che possa succedere; allora non si rallegrerà, o rattristerà, per il molto o il poco che possieda. Si rimetterà del tutto e con piena fiducia in Dio: in Dio, che per lui sarà tutto, in ogni circostanza; in Dio, agli occhi del quale nulla muove o va interamente perduto; in Dio, e per il quale ogni cosa vive, servendo senza esitazione al suo comando. Abbi sempre presente che tutto finisce e che il tempo perduto non ritorna.”
Il nostro conforto, il conforto in quanto tale, deve essere riposto in Dio, ci dice il testo, perché riposa nella costanza, nell’ordine, nella certezza. Dio è la certezza somma che noi abbiamo. Le creature, questa è un’esperienza che tutti noi abbiamo fatto e facciamo costantemente, noi per primi, sappiamo quanto siamo incostanti, quanto siamo mutevoli, quanto siamo disordinati, poco rigorosi, sappiamo come tra le nostre mani non può riposare la certezza di nessuno, perché noi siamo troppo suscettibili a tanti sentimenti, a tante realtà diverse, quindi il conforto più profondo, più vero, lo può dare solo Dio, e lo possiamo dare noi nella misura in cui noi partecipiamo dello stile di Dio, del modo di essere di Dio, che impariamo a sviluppare più noi siamo in unione con Lui. Nella misura in cui il nostro conforto dimorerà in Dio, conforto vuol dire consolazione, vuol dire speranza, allora accetterà di buon grado ogni cosa che possa succedere.
“allora non si rallegrerà, o rattristerà, per il molto o il poco che possieda. Si rimetterà del tutto e con piena fiducia in Dio: in Dio, che per lui sarà tutto, in ogni circostanza; in Dio, agli occhi del quale nulla muove o va interamente perduto”
Questo è un tempo opportuno dove sperimentare queste espressioni. Se il nostro conforto abita in Dio, non abita di conseguenza nell’andare a fare la gita fuori porta di Pasquetta, piuttosto che fare il pranzo in famiglia il giorno di Pasqua con gli amici e tutti i parenti, perché non è possibile. Il nostro conforto abita in Dio non in queste cose, e quindi il cristiano è colui che sa stare anche sotto la pressione forte della penitenza, della sofferenza, della privazione, della rinuncia, dell’attesa, questo è il cristiano.
Oggi Dio cosa ci chiede?
I contagi sono cominciati a diminuire quando le regole sono diventate ferree, e si sono cominciati a liberare i posti in terapia intensiva.
Credo, penso, intuisco che quello che oggi ci chiede Dio è di stare al nostro posto e di essere un esempio per gli altri, l’esempio di coloro che rispettano le regole. Oggi essere cristiani vuol dire contraddistinguersi da questo punto di vista e dare una testimonianza bella dell’essere rispettosi dell’ordine ricevuto.
Prepariamoci per quando torneremo alla Messa, che probabilmente torneremo con le mascherine, torneremo tenendo le distanze.
Chi le farà rispettare?
E andare a fare la Comunione come faremo?
Tutte le polemiche che vengono fatte contro il Governo e i Vescovi, quanto sono irreali! C’è gente che proprio le fa per il gusto di andare contro. E’ di una tristezza incredibile!
E all’uscita della Messa come faremo?
Dobbiamo mettere i poliziotti in Chiesa per far uscire la gente in modo ordinato e a distanza?
Chi si mette a scaglionare entrate, uscite e la processione per andare a fare la Comunione?
Si dovrà prendere un servizio d’ordine ad ogni Messa.
E i ritardatari? Dove li mettiamo se tutti hanno già preso un posto distanziato da almeno un metro?
Queste cose le hanno pensate i fautori della polemica e dell’andare contro ad oltranza?
C’è proprio il gusto dell’andare contro, della polemica, del fare questi discorsi apocalittici e tirare in piedi la mistica di qui e la mistica di là.
Che cosa dà di buono tutto questo dire?
Che cosa dà di buono tutto questo scrivere?
Niente. E’ una dissipazione continua. Non c’è spiritualità in questo modo di procedere, non c’è spiritualità in questa fede, perché la spiritualità comporta silenzio, obbedienza, saper fare anche un passo indietro, comporta l’uso dell’intelligenza.
Se la mia fiducia, se il mio conforto, se la mia gioia riposa in altro che non è Dio, allora è chiaro che poi faccio le scelte più stupide della terra.
Quando torneremo ci saranno delle regole da rispettare.
“Abbi sempre presente che tutto finisce e che il tempo perduto non ritorna.”
Cercate di averlo sempre presente.
Quando uno apprezza il pane? Quando non ce l’ha più.
Hai usato bene quel tempo là?
Se l’hai usato male è un tempo perduto che non ritorna più.
“Non giungerai a possedere forza spirituale, se non avrai sollecitudine e diligenza.”
Dobbiamo essere precisi, rigorosi, alleniamoci in casa, per allenarsi poi fuori.
“Se comincerai ad essere spiritualmente malato. Se invece ti darai tutto al fervore, troverai una grande pace, e sentirai più lieve la fatica, per la grazia di Dio e per la forza dell’amore. Tutto può, l’uomo fervido e diligente.”
Nel momento in cui io vivo con devozione e amore il mio rapporto con Dio, tutto diventa facile, tutto diventa bello, e anche la fatica diventa più lieve.
“Impresa più grande delle sudate fatiche corporali è quella di vincere i vizi e di resistere alle passioni.”
Adesso le nostre passioni, i nostri vizi quali sono?
Fare i furbi. Prendere il mio cane e fare 12 km per fargli fare la pipì ad esempio, anziché entro i 200 metri.
Anche un bambino con il suo genitore dovrebbe uscire, almeno come il cane. Non si vede più un bambino in giro. Anche i bambini hanno dei diritti.
La fede è obbedienza, la fede è rinnegamento, la fede è rinuncia a se stessi.
“E colui che non sa evitare le piccole mancanze, cade, a poco a poco, in mancanze maggiori.”
Quando io comincio col poco poi…arrivo sempre a qualcosa di più grande.
“Sarai sempre felice, la sera, se avrai spesa la giornata fruttuosamente.”
Alla sera noi saremo contentissimi se avremo vissuto una giornata bella, vera, densa, fruttuosa, dove anche stando in casa possiamo imparare tante cose, potremo dedicarci a leggere dei bei testi, a leggere dei bei libri.
“Vigila su te stesso, scuoti e ammonisci te stesso; checché facciano gli altri, non dimenticare te stesso. Il tuo progresso spirituale sarà pari alla violenza che avrai fatto a te stesso. Amen.”
Queste tre righe dovremmo scrivercele. Partiamo da qui a fare tutte le nostre riflessioni. Guarda a quello che devi fare tu, guarda i tuoi errori.
Quanto più noi ci saremmo fatti violenza, rinnegandoci, tanto più noi saremo cresciuti, avremo fatto un progresso spirituale. Speriamo che da questa esperienza noi usciremo tutti migliori.
Perché non fare in questi giorni un pò più di silenzio con questi benedetti whatsapp e messaggini?
Un inoltro continuo di video, foto, messaggi. Abbiamo fatto un anno di catechesi sul silenzio! Impariamo ad essere sobri. Abbiamo sempre qualcosa da dire, ed essere noi gli interpreti di Dio. Impariamo ad essere un pò essenziali. Usiamo i messaggi quando servono, per cose necessarie, urgenti, importanti.
Adesso c’è il mito del consolare i sacerdoti perché sono soli e tristi!
Non siamo soli, non siamo tristi! State tranquilli.
Siamo esseri umani come voi! Se abbiamo bisogno lo chiediamo, lo diciamo. Non mettiamoci a fare le Veroniche fuori posto, non mettiamoci ad essere invadenti, non mettiamoci a fare la parte di quelli che vedono ciò che tu non vuoi dire!
Impariamo ad essere anche un pò educati, un pò nobili, un pò rispettosi.
Adesso è la Settimana Santa, abbiamo tanto desiderio della Chiesa e del Tabernacolo, stiamo davanti al Crocifisso in silenzio, prendiamo il cellulare e mandiamolo in pensione.
Questo è il regalo più grande che potete fare ad un sacerdote, lasciarlo in pace, in silenzio, perché si possa preparare anche lui alla Pasqua.
Lasciamo un pò di silenzio, stiamo un pò in silenzio, viviamo bene questi giorni. E se dobbiamo scrivere, se dobbiamo telefonare, ci sia una ragione per farlo, non per scambiare due chiacchiere, non va bene questa cosa, noi non sappiamo l’altro quale bisogno ha o quale situazione vive, alle volte è opportuno farsi presente, altre volte è opportuno stare tranquilli. Impariamo ad essere un pò decorosi.
Dalla prossima volta inizieremo il Libro II.
DOMANDE:
1. Ci dia un suggerimento per come vivere il Giovedì, il Venerdì e il Sabato Santo, un consiglio su qualche lettura e pratica devozione le.
Le pratiche sono quelle che già sappiamo, in questi hanno ve ne ho raccontate migliaia, ne avete a bizzeffe, solo da perdervi. Le letture, prendete le letture della Messa di quel giorno, della celebrazione di quel giorno. Abbiamo la televisione, dove possiamo seguire le celebrazioni, poi abbiamo la preghiera del Rosario, la Meditazione, abbiamo talmente tante cose da poter fare che non basta una giornata.
2. Caro Padre le chiedevo se secondo lei questo periodo rappresenta uno spartiacque per tutti, non solo dal punto di vista religioso ma anche nei rapporti umani e soprattutto nelle amicizie.
Bisognerebbe specificare cosa vuol dire spartiacque, in che senso una persona intende spartiacque? Voi dovete pensare che chi legge le domande non è nella vostra testa.
C’è un prima e un dopo, io lo intendo così, quello che succederà dopo non è più quello che era prima. Le nostre abitudini non so se e quando torneranno normali, come quelle che avevamo prima, sicuramente ci vorrà tantissimo tempo, sicuramente dovremo andare in giro molto tempo con le mascherine, dovremo tenere la distanza sociale per molto tempo, non potremo entrare tutti assieme nei supermercati per un bel pò di tempo. E’ uno spartiacque, perché solo le realtà vere sopravviveranno a questo momento, le amicizie futili, inutili, non vere, sono già morte, defunte. Un silenzio protratto dentro ad una amicizia per un mese e mezzo non ha giustificazioni a meno che uno non sia in coma, è semplicemente la manifestazione di una fine, che forse non si aveva il coraggio di vedere prima e adesso appare in tutta la sua verità. E’ una sorta di purificazione, da tante relazioni inutili.
Vi auguro una bella Settimana Santa, vi auguro di viverla bene. Ricordiamoci Giovedì di pregare per i sacerdoti, di stringerci accanto a loro e di chiedere al Signore la Grazia della Santificazione del Clero. Auguri a tutti di una Buona e Santa Pasqua, che il Signore ci conceda di vederci lunedì prossimo.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli, Amen.
Vi benedica Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen
Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.
Guarda il video della catechesi su Youtube
Testo commentato durante il ciclo di catechesi:
“L’imitazione di Cristo”
Traduzione a cura di Ugo Nicolini
Edizioni San Paolo
In osservanza a quanto disposto dalla Regione Lombardia e dall’Arcidiocesi di Milano la partecipazione pubblica alle catechesi di p. Giorgio Maria Faré è sospesa.
Le catechesi possono essere seguite SOLO in diretta streaming sul profilo Facebook di p. Giorgio Maria Faré, il lunedì a partire dalle ore 21 e possono essere riascoltate su questo sito a partire dai giorni successivi.
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