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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 23

Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 20 febbraio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Novena al Volto Santo

La devozione al Volto Santo di Gesù

L’Angelo invita Benedetta.

Benedetta partecipa alla processione fatta dagli Angeli alla nuova Chiesa di Làus.

Benedetta riceve la S. Comunione dalle mani degli Angeli.

L’Angelo rischiara a Benedetta la via del ritorno.

Scarica il testo della meditazione

Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 23

Eccoci giunti a domenica 20 febbraio 2022. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo VI di San Luca, versetti 27-38. 

Oggi dobbiamo dire che ci sono due eventi importanti da ricordare. Il primo: ricordiamo che il 20 febbraio del 1920 alle ore 22:30 morì Santa Giacinta Marto, una dei tre pastorelli di Fatima, la piccola Giacinta. Lei fu quella che anche fisicamente, probabilmente, soffrì più di tutti, e fu quella che ebbe fin da subito una grandissima disponibilità e adesione a quanto la Vergine Maria richiedeva attraverso le penitenze, le rinunce, la fedeltà assoluta alle parole della Vergine Maria, la fedeltà assoluta al silenzio, al segreto che la Vergine chiedeva,… insomma, una bambina veramente speciale. Quindi oggi è l’occasione magari per andarci a rileggere un po’ la bellissima apparizione di Fatima.

Inoltre inizia oggi la Novena in onore della festa del Volto Santo di Gesù, che sarà il martedì precedente il mercoledì delle Ceneri. Quindi se il mercoledì delle Ceneri è il 2 marzo, la festa del Santo Volto sarà il 1 marzo, il primo martedì del mese di marzo. Sul sito trovate alcune omelie che feci negli anni passati, in preparazione, in occasione della festa bellissima del Volto Santo, della medaglia del Volto Santo, perché la Madonna consegnò anche una medaglia a Madre Pierina de Micheli. Adesso non sto qui a ripetere tutte le cose già dette, quindi vi invito ad andare a riprendere queste meditazioni, queste omelie che feci più volte negli anni, proprio a spiegazione di questa bellissima festa del Volto Santo. È il cosiddetto “martedì grasso”, che è appunto un’espressione non proprio piacevole, non proprio bella, perché la nostra vita è un po’ così: è sempre un’alternanza tra il martedì grasso e mercoledì delle Ceneri. Funziona sempre così, noi facciamo il martedì grasso perché poi abbiamo il mercoledì delle Ceneri che è giorno di digiuno e di astinenza. Noi cosa facciamo? Diciamo: “Visto che domani c’è digiuno e astinenza, allora oggi… mangio senza un domani”. Questa logica è la nostra bellissima logica. Invece no, non deve essere questa la logica, così come la logica non è: “Faccio il digiuno per 40 giorni e poi arriva Pasqua e… avanti! Chi più ne ha più ne metta”. 

Non è così, penso a breve, non so quando ma penso a breve, affronterò proprio il tema del vizio capitale della gola, perché è un vizio capitale tutt’altro che banale, tutt’altro che superato, vedrete come invece non lo è per niente.

In questo Vangelo tratto dal capitolo VI di San Luca, versetti 27-38, Gesù ci richiama sulla qualità, sulla Verità, sull’identità, sulla sincerità di quello che noi chiamiamo amore. Quindi se l’amore non prende come modello l’amore del Padre, non è un vero amore. L’amore ama e basta, non sa fare altro che amare. È difficilissimo amare come Gesù ci chiede di amare, perché è un amore che non mette al centro me, ma mette al centro l’Amore stesso. E allora tutta la vita è come se fosse attratta, attirata dentro a questa libertà, perché amare vuol dire essere liberi. 

Continuiamo la nostra meditazione, abbiamo ancora nove giorni sul libro “Le meraviglie di Laus”, perché come io ho detto, con l’inizio della Quaresima inizieremo la meditazione di un nuovo libro che vi ho annunciato l’anno scorso, tanto era bello che non potevo non parlarvene l’anno scorso. Ve l’ho promesso l’anno scorso che l’avrei fatto se il buon Dio mi avesse concesso di arrivare alla Quaresima di quest’anno. Mancano nove giorni, è vero uno in nove giorni può morire, essere sepolto, metterci sopra i fiori, e fare in tempo anche a farli appassire, è vero, però se non dovesse essere così, ecco tratterò proprio questo bellissimo testo che ci accompagnerà ogni giorno, un testo molto impegnativo, ma sono sicuro che ne avrete soprattutto, spero, ne avremo un grandissimo vantaggio.

Vi dirò anche il motto di questa Quaresima 2022, una Quaresima che deve essere tutta speciale, avremo un motto e una bandiera, due espressioni latine bellissime che vi dirò.

La processione degli Angeli nel Santuario di Làus. 

Era per Benedetta una delizia di passare la maggior parte del giorno, spesso lunghe ore della notte, nella sua Cappella, come la chiamava. Sovente si nascondeva per eludere la vigilanza dei suoi direttori, e non riuscendoci, ella ritornava per pregare sulla soglia. Capitava allora qualche volta che il suo Angelo custode si faceva complice della sua pietà clandestina, aprendole la porta del luogo Santo, e mettendosi a pregare in sua compagnia.” 

Che bello.

Così pure, al tempo della persecuzione del demonio, di cui parleremo in seguito, – allorché Benedetta era portata dallo spirito infernale sul tetto della Chiesa di N.S. dell’Acero, posta sulla montagna omonima – l’Angelo l’aiutava a discendere, e se il tempo era cattivo, le apriva la porta della Cappella, mettendosi a recitare assieme il S. Rosario. Molte volte prese parte alle processioni, che gli angeli facevano nella Chiesa fatta edificare dalla loro Regina, e da Lei scelta come dimora prediletta.”

Praticamente trattava la Cappella come la sua casa, era più in Cappella che in casa, sentiva quella Cappella come casa sua, le era proprio confacente. Che bello!

Nel Natale del 1700, dopo la funzione di mezzanotte, Benedetta era rimasta sola nella Cappella; non andò molto che vide la Chiesa riempirsi di una moltitudine di Angeli, che arrivavano in perfetto ordine, e si disponevano per una processione. Li precedeva un magnifico stendardo, cosparso da ogni sorta di fiori. 

 

Metà di loro portavano una veste bianca, e metà una veste rossa; ciascuno teneva in mano una candela. Benedetta prese pure una candela dall’altare, e si pose a seguire il celeste corteo. Compirono tre giri all’interno della Chiesa, facendo sentire canti di una meravigliosa armonia. Cantarono il Gloria in excelsis e questa composizione per la circostanza: 

“Sia benedetto il Padre Celeste, che ha scelto questo luogo per la conversione dei peccatori. Che il signore benedica tutti quelli, che qui vengono ad adorarLo.” 

Benedetta non capiva il cantico del Gloria, e un Angelo ebbe la bontà di tradurglielo in Francese. La pia giovinetta lo ringraziò, e continuò a tener dietro alla processione, colle mani giunte, e ripetendo ad intervalli queste parole di compunzione: 

– Mio Dio, usatemi misericordia –; mentre un angelo le rispondeva: – Dio sarà con te misericordioso.- 

Hanno messo anche il disegno, una volta facevano delle cose bellissime. C’è un bellissimo disegno di questi angeli con lo stendardo, la processione con le candele e Benedetta in mezzo al loro, bellissimo. 

Dal di fuori intanto, si notava una grande luce nell’interno, e benchè la Chiesa fosse chiusa, ne uscivano da ogni parte soavissimi profumi.

Ma il più grande favore che Benedetta ricevette dai suoi fratelli celesti fu la S. Comunione ricevuta dalle loro mani. Il giorno 2 agosto 1700, Festa della Porziuncola, Benedetta, essendo in Chiesa vide due Angeli sull’altare. 

  • Oggi è grande festa – le dice uno di loro – Vorresti Comunicarti?- 
  • Come potrei Comunicare – rispose – Se non c’è alcun Sacerdote, al quale possa confessarmi?- 

– Non importa – risponde a sua volta il celeste messaggero – Non hai peccati, che ti impediscono di ricevere Gesù: io stesso ti comunicherò. Accendi le candele, avvicinati all’altare, inginocchiati, e tieni fra le mani la tovaglia. – 

Immediatamente il Tabernacolo si apre, e uno dei due Angeli estrae un’Ostia consacrata. Dopo aver recitato il Confiteor Benedetta riceve da un Angelo il Pane Vivo, mentre l’altro assiste colle mani giunte, e nell’attitudine del più profondo rispetto. L’Angelo, che fa da sacerdote, richiude il Tabernacolo e dice alla pastorella: 

– Spegni le candele, e ritirati nella tua cameretta a fare il ringraziamento. – 

Gli invitati del Cielo spariscono, e Benedetta si rinchiude nella sua cella per ringraziare Dio del doppio favore ricevuto. Gli angeli si prendono pure cura del suo corpo, vegliando sulla sua salute con una sollecitudine veramente fraterna.  

Quando nel suo zelo ardente, per la conversione dei peccatori, non cessa di macerarsi le membra con discipline e catene di ferro, le tolgono i strumenti di penitenza, e non li restituiscono che al comando di Maria, con cui si era lamentata la pia fanciulla: 

  • Perchè mi costano quattro bei franchi! – 

E qui c’è il disegno di Benedetta che riceve la comunione dalle mani degli Angeli. Cosa possiamo dire? Stupore, meraviglia. A quel tempo c’era l’abitudine di confessarsi prima di fare la Comunione e vedete che gli Angeli sono molto precisi, le dicono: “Non è necessario che ti confessi, perché non ci sono peccati”. Il punto non è confessarsi prima di fare la Comunione ma è che non ci siano peccati sulla coscienza, questo è il punto.

“Accendi le candele, avvicinati all’altare, inginocchiati, e tieni fra le mani la tovaglia”

Se vi ricordate, almeno alcuni di voi si ricorderanno, dove c’era la balaustra, c’era su una tovaglia e le mani si mettevano praticamente sotto la tovaglia, diciamo così, o comunque nei pressi della tovaglia, per questo dice:

“Tieni fra le mani la tovaglia”

E ci si inginocchiava. 

Poi la mandano a fare il ringraziamento. Loro se ne vanno e lei va nella sua cella. Gli Angeli hanno cura del suo corpo, certo, perché noi siamo dotati anche di corpo, e quindi le nascondono, le portano via gli strumenti di penitenza.

 Ma andiamo avanti ancora un pochino:

Gli angeli difendono Benedetta dal Demonio 

“E sopratutto durante le lotte che dovette sostenere col Demonio che gli Angeli si mostrarono premurosi con la loro sorella. La consolano quando Satana la conturba: l’incoraggiano quando la tenta di disperazione: la difendono se il maligno tenta di farla morire. Un giorno lottarono per parecchie ore attorno al corpo della paziente. 

Quand’ella non può più discendere da un pendio scosceso, o non può più uscire dal fondo di un precipizio, prega, chiama il suo Angelo, ed egli accorre per aiutarla a discendere o a salire, e rimetterla in strada. Se ha smarrito il cammino, e si trova un luogo selvaggio, e sconosciuto un Angelo viene a indicargli la via o anche ad aprirle il passaggio tra i cespugli spinosi, dove non potrebbe passare senza lasciare qualche brano della sua carne o qualche lembo del suo vestito. Se i suoi piedi, intirizziti dal freddo, sono lacerati dall’aguzza ghiaia del burrone, il compagno celeste è la per sostenerla. Se il ruscello straripato le sbarra il passaggio, l’aiuta ad attraversarlo. Se la notte è oscura, diventa luminoso per rischiarare il cammino, e non la lascia se non quando è da lei congedato: 

– Basta così, bell’Angelo, non ho più paura: addio.- 

Più d’una volta, egli s’arresta su di un punto culminante, da cui con un colpo d’occhio s’abbraccia tutta la valle del Làus, e lascia che la fanciulla se ne vada sola, mentre divenuto splendente come un faro, rischiara tutta la valle, sinché la pastorella sia rientrata in casa. Il 16 settembre 1707 essendo stata trasportata dal demonio sulla Roccia dell’Aquila, ed essendo la notte oscurissima, la povera pastorella non sapeva da che parte passare per ritornare. Subito un Angelo le compare al suo fianco con una grande torcia, che rischiarava non solamente la giovinetta, ma le montagne intorno, ed esalava un tal profumo da esilararla tutta. Sovente, ritornava dalla montagna stremata di forze e languente, gli angeli le apparivano sotto forma di uccelletti, che le formavano una corona attorno al capo, e la seguivano senza rompere l’ordine, essendo luminosi, ogni tanto Benedetta alzava la testa per guardarli. Un giorno li vedeva di color bianco, un altro giorno rossi, e talvolta i due colori si trovavano alternati nella corona. Il colore della verginità e del martirio non potevano convenir meglio intorno ad una vittima così pura e così provata. 

E i profumi, che quei misteriosi uccelli distillavano dalle loro ali, agitando l’aria, raffiguravano l’incenso dei sacrifizi e delle preghiere infuocate di quella vittima, che tutto otteneva dalla Divina Misericordia. 

Affinché poi Benedetta non dimenticasse che i suoi dolori avevano una mistica relazione colla Passione di Gesù gli uccelletti celesti cantavano, accompagnandola, le litanie della Passione.”

Pensate questi uccellini, cambiavano colore, cantavano, profumavano… incredibile.

 Altre volte le litanie del Nome di Gesù.”

Penso che le conosciate.

 E mentre cantavano, formavano due cori, come si usa nelle adunanze dei fedeli; uno pronunziava il versetto e l’altro la risposta. Quando il demonio portava la paziente sulle cime delle montagne per torturarla, un angelo stava a guardia della sua cameretta, perché era avvenuto che durante la sua assenza alcuni ladri si approfittarono per svaligiarla, e impossessarsi delle sue magre provvigioni. Al suo ritorno l’Angelo si interessava delle sue ferite e le indicava i rimedi per guarire.” 

Sembra un po’ la storia di Padre Pio o anche di Santa Gemma Galgani, questi angeli che continuamente si fanno presenti, bellissimo. Impariamo anche noi a invocare spesso l’Angelo Custode, a chiedergli proprio la grazia della santità, della fedeltà, della conformità alla volontà di Dio. Impariamo ad invocare sempre e spesso il nostro Angelo Custode. Domani vedremo: “La beata semplicità”.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

VANGELO (Lc 6, 27-38)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

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