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I due tipi di amore – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.13

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: I due tipi di amore – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.13
Lunedì 13 novembre  2023

Continua la lettura e il commento del “Cammino di perfezione” di S. Teresa di Gesù Cap 4° § 10, 11, 12

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 17, 1-6)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 13 novembre 2023. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal diciassettesimo capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 1-6.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al capitolo quarto, paragrafo decimo.

10 — Ritorno all’amore che dobbiamo portarci scambievolmente. Indugiarmi nel raccomandarlo mi sembra fuor di luogo. Dov’è gente così barbara che non si amerebbe, trattando e vivendo sempre insieme, senza poter parlare, ricrearsi o aver relazioni con altri? Quanto più voi che sapete pure come Dio ami ciascuna in particolare e come ciascuna gli risponda in amore, giacché per amor suo avete tutto abbandonato? Inoltre, spero nella misericordia di Dio che mai in questa casa venga meno la virtù. E siccome la virtù si attira amore di per sé stessa, non credo necessario indugiarmi più a lungo.

Due cose. 

La prima: «per amor suo avete tutto abbandonato»; tutto quello che nella nostra vita abbiamo abbandonato, lo abbiamo fatto per amor di Dio o per quale altra ragione? Per esempio: quello che abbiamo abbandonato nella nostra vita — di bene e di male — per il meglio, per cercare il più perfetto, come dice lei, queste scelte le ho fatte per paura dell’inferno? Paura dei castighi di Dio? Paura del giudizio altrui? Le ho fatte per un dovere morale? Le ho fatte per un mio benessere spirituale, perché mi fa star bene, mi fa sentir bene? 

Perché abbiamo abbandonato tutto? Guardate che questa domanda è fondamentale. Riguardiamo la nostra vita, riguardiamola proprio tutta e riguardiamola bene. Chiediamoci: “Perché ho abbandonato tutto?” La risposta dovrebbe essere: “Ho abbandonato tutto solo per amor di Dio”. 

Allora va bene, allora è giusto e allora saremo anche felici di averlo fatto, estremamente felici. È questo il modo giusto di abbandonare tutto, tutto quello che c’è da abbandonare va abbandonato così: per amore di Gesù. E allora cosa succede? Succede che non saremo mai risentiti, inaciditi, arrabbiati; un po’ come il fratello del figliol prodigo: ecco, non saremo così. Non faremo le nostre rivendicazioni a Dio, non ci comporteremo come colui che avrebbe voluto, ma non ha potuto.

La seconda: «mai in questa casa venga meno la virtù». Che in ogni famiglia, in ognuna delle vostre famiglie — questo è il mio augurio per voi oggi — non venga mai meno la virtù. Che sia una continua lotta per l’affermazione, per l’accrescimento della virtù.

11 — Ma come dev’essere questo amore reciproco? Cos’è l’amore virtuoso che io vorrei vedere tra voi? A quali segni potremo riconoscere di avere questa virtù sì eccellente, che con tanta premura il Signore ha raccomandato a tutti, specialmente ai suoi apostoli? Vorrei rispondervi brevemente conforme alla mia poca capacità, ma se trovate tutto e meglio spiegato in altri libri, non badate alle mie parole, perché forse non so neppur io quello che dico.

Adesso stiamo molto attenti…

12 — L’amore di cui intendo parlare, è di due sorta: uno tutto spirituale, scevro d’ogni sensibilità o tenerezza naturale che ne appanni il candore; l’altro, anch’esso spirituale, ma frammisto a sensibilità e a debolezza, amor buono e lecito, come quello tra parenti ed amici, di cui ho già detto qualche cosa.

Quindi, come deve essere questo amore reciproco? Che cos’è questo amore virtuoso? Lei dice che l’amore è di due specie, uno tutto spirituale, scevro da ogni sensibilità o tenerezza naturale, perché questo appanna il candore dell’amore, e l’altro, invece, frammisto a sensibilità e a debolezza, che è buono, è lecito anche questo, però non è il primo.

13 — Voglio ora intrattenervi su quell’amore spirituale in cui la passione non ha parte. Se vi entra la passione l’armonia dell’anima ne rimane sconcertata. Perciò nelle nostre relazioni con le persone virtuose, specialmente con i confessori, dobbiamo agire con discrezione e prudenza.

Quindi Santa Teresa ci sta dicendo, ci ripete, che nell’amore spirituale la passione non ha parte perché, se entra la passione, l’armonia viene disturbata, “sconcertata”, lei dice. Quindi con le persone virtuose e con i confessori, ci vuole discrezione e prudenza. Nella nota cinque leggiamo:

5 È questa una materia così delicata che spesso non si sa cosa fare, specialmente quando si tratta di confessori. Le anime di orazione, riconoscendolo per un santo che intende il loro modo di procedere, gli si affezionano, e il demonio suscita in esse una quantità di scrupoli, turbandole profondamente. Questo egli vuole. E se il confessore le porta ad alta perfezione egli le stringe in tal modo da indurle ad abbandonarlo per prenderne un altro, salvo poi a trovarsi anche con questo nelle medesime tentazioni, e così via.

Allora innanzitutto lei ci dice che è una materia delicata; stiamo parlando di qualcosa di molto delicato. Quindi, queste cose non si possono poi trattare per messaggio, per WhatsApp o per e-mail, perché son cose molto, molto delicate. Noi abbiamo l’abitudine di trattare tutto, qualunque domanda, per e-mail o per WhatsApp o per altre vie. Ma non si può trattare tutto per messaggino, non è possibile.

Soprattutto, lei dice, quando si tratta di confessori, “le anime di orazione quando lo riconoscono per un santo, si affezionano, e allora il demonio suscita gli scrupoli, perché si sono affezionate”. Cioè, la monaca sente questa affezione verso il sacerdote santo e si affeziona, e quindi rimane turbata e gli vengono gli scrupoli; ed è il demonio, in questo caso, che li fa venire. Vedete quanto è complessa la via spirituale? Perché, alle volte possono essere tentazioni, possono essere opere del demonio, alle volte, invece, è tutto il contrario! Quindi ci vuole una guida, perché sennò si fan pasticci: da soli per la via della vita spirituale non si può camminare.

Il demonio vuole turbare, e cosa fa? Le spinge ad abbandonarlo. Poiché questo confessore le porta ad alta perfezione gli dice: “No, no, no, questa roba qui non va bene, quindi abbandonalo”. Tu dici “Sì certo”, lo fai e poi dopo ti troverai una situazione uguale.

Mi viene in mente quando Cleonice disse a Padre Pio che era andata a confessarsi da un sacerdote che le aveva detto: «Non devi andarti a confessare da Padre Pio!»”. E lei aveva risposto: “Perché no?” — “Perché Padre Pio non va bene per te”. E gli aveva fatto tutta una serie di commenti negativi su Padre Pio. E allora lei ha riferito tutto a Padre Pio, e padre Pio le ha detto: “Senti, continua a confessarti da me. Io, a chi ti porto? A chi ti conduco? — “A Gesù” — “Chi ti faccio amare?” — “Gesù” — “Chi ti faccio conoscere? — “Gesù” — “E allora stai in pace”.

Padre Pio non portava a sé, portava a Gesù. Certo, si affezionavano a Padre Pio, eh, vedevano Padre Pio! Beh, voglio dire: è chiaro, no? Tantissime anime si sono affezionate fortemente a Padre Pio come a un padre; infatti, Padre Pio veniva chiamato “il padre”, bella questa espressione. Non lo chiamavano “Padre Pio”, lo chiamavano “il padre”. “Il padre non c’è, il padre arriva”; il padre. Non serviva più neanche chiamarlo Padre Pio. Quando dicevano: dov’è il padre? Tutti sapevano di chi stavano parlando: di Padre Pio. Perché Padre Pio era veramente un padre, e un padre si ama, punto, senza scrupoli, senza paura, si ama: nel modo più bello possibile, nel modo più libero possibile, non da uomo ragno, da donna ragno, come abbiamo visto ieri, certamente mettendo al centro Gesù; ma il padre, cioè Padre Pio, il santo, al centro ti fa mettere Gesù, poche storie.

Ecco, oggi ci fermiamo qui e domani andremo avanti. Credo che ne abbiamo già da riflettere.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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