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La priorità di Gesù

Marta e Maria

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di domenica 17 luglio 2016 (S. Messa del giorno).

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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La priorità di Gesù

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Questo brano del Vangelo è assai famoso, è un brano del Vangelo molto chiaro, che ci richiama a delle verità fondamentali della nostra fede, del nostro essere discepoli di Gesù. Quello che fa Marta non è male, non è male occuparsi dei servizi, bisogna farlo, perché se no come si fa?

Bisogna occuparsi anche di cose molto concrete, molto pratiche, e il Signore non dice che Marta sta facendo qualcosa di male, ma il Vangelo dice: «Marta era distolta dall’ascoltare la Parola di Gesù, per i molti servizi».

Quindi, tutte le volte che ciò che noi facciamo ci distoglie, ci porta via, dall’ascoltare Gesù, questo non è la parte migliore.

Bisogna vedere se noi vogliamo la parte migliore…

Siamo tante persone diverse, tante vite diverse, tante sensibilità diverse, e non dobbiamo dare per scontato che tutti vogliano la medesima cosa, non è detto che tutti vogliano la parte migliore; ci sono persone che non cercano il meglio, cercano il bene, e altre cercano il mediocre.

Questo Vangelo è solo per chi cerca il meglio, per gli altri va bene così, così come si sono sistemati; per chi, invece, vuole il meglio, questo Vangelo ci dice che il meglio consiste nell’ascoltare Gesù, nella priorità di Gesù.

Infatti, il Concilio Ecumenico Vaticano II dice proprio questo, afferma la priorità della contemplazione sull’azione, ma non perché una è più bella, brava, buona, importante dell’altra, ma perché è proprio una importanza legata alla natura della cosa.

Perché io possa fare bene, è necessario che io prima ascolti bene; perché io possa essere un vero discepolo di Gesù, è necessario che prima io sia un vero uditore della Parola di Cristo, è una questione di priorità; perché io possa insegnare matematica, prima devo studiare matematica.

Non è che sia un male insegnare matematica, rispetto allo studiare matematica, ma se tu vuoi insegnare matematica, prima devi studiare matematica.

Se tu pensi di dare degli esercizi da fare, prima devi essere tu ad averli fatti.

Un professore di matematica non può insegnare matematica senza avere mai risolto un problema di trigonometria, non è possibile. Prima deve averlo fatto lui.

Così vale per la vita di fede.

Prima tu devi ascoltare, prima tu devi metterti in intimità con Gesù, quindi, dopo, tutti i servizi che farai saranno orientati a Gesù, orientati da Gesù, conducenti a Gesù.

Tutto ciò che ci distoglie, non è il meglio, la parte migliore, lo dice Gesù.

Ciò che ci distoglie da quello che fa, invece, Maria, non è il meglio.

Poi c’è un altro dettaglio legato all’esperienza di Marta, che purtroppo si realizza anche nella nostra vita.

Chi di noi è tanto preso dai servizi, di solito è molto distratto da sé stesso, guarda gli altri e li giudica.

È un po’ una logica mondana: io faccio tanto, mi guardo intorno, guardo quelli che non fanno tanto come me, come io credo che debbano fare, e comincio a puntare il dito e dico: «Perché tu non fai? Perché quello là non fa? Perché questo qui non fa?», come fa Marta, che subito va da Gesù e gli dice: «Signore, non Ti importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola?»

Lei non ti ha lasciata sola, non è che Maria ha lasciato sola Marta…

Qua dentro ci sta un ragionamento un po’ sottile: chi l’ha detto che è Marta ad essere lasciata sola da Maria e non il contrario?

Perché lo stesso ragionamento lo può fare Maria, anche Maria poteva dire: «Signore, non Ti importa nulla che Marta mi lasci qui da sola con Te e non venga qui anche lei ad ascoltarTi?»

Anche Maria era lì da sola. Come Marta era da sola a servire, Maria era da sola ad ascoltare, ma quando uno sceglie il meglio, e la sua vita si riempie, ha la gioia nel cuore, non ha tempo, voglia e spazio di guardare gli altri, di giudicarli.

Non è un atto morale semplicemente il non giudicare gli altri, viene da una vita di senso.

Se la mia vita ha senso, io non ho voglia di mettermi a guardare perché gli altri lo fanno o non lo fanno. Io lo faccio e basta.

In realtà, il servire fine a sé stesso non riempie la vita, infatti Marta si mette a guardare Maria, si sente sola e pensa: «Perché non mi aiuta?». Le dà fastidio, giudica, perché il servire per il servire non ci fa contenti, non ci riempie l’anima.

Quando abbiamo fatto tante cose, ma non le abbiamo fatte scegliendo la parte migliore, siamo vuoti, siamo sterili, siamo nervosi, siamo brontoloni, diciamo: «Ecco, io sono stanco… qui faccio solamente io, qui faccio tutto io, io qui e io là…»

Questa modalità non emerge quando voi trovate anime che mettono invece l’ascolto al primo posto, perché sono contente di essere lì ad ascoltare e non giudicano gli altri.

Gesù risponde: «Tu ti affanni e ti agiti per molte cose».

Questo è brutto. È brutto avere una vita affannata e agitata. Sembra che abbiamo una tarantola che ci cammina addosso.

Ma perché dobbiamo agitarci?

La vita è già breve, è già carica di sofferenze, ma cosa ci agitiamo a fare? Cosa ci affanniamo a fare? A cosa serve? A cosa serve affannarci?

Dopo che ci siamo affannati, cosa è cambiato?

Non cambia niente.

Dopo che ci siamo agitati, cosa è cambiato?

Niente.

Sapete, noi abbiamo un po’ dentro un piccolo peccato originale di presunzione (l’abbiamo tutti, io per primo), che è questo, pensare che come faccio io le cose non le fa bene nessun altro, come sono bravo io non è bravo nessuno, e senza di me il mondo non gira più.

Guardate che non è vero… il mondo gira lo stesso!

Se io muoio oggi, tranquilli che voi stasera mangiate la pastasciutta come sempre, non cambia niente.

Dobbiamo imparare a relativizzare la nostra presenza su questa terra. Anche se è importante quello che faccio, non c’è bisogno che io mi agiti, perché tanto la vita va avanti lo stesso. È molto più importante, invece, che io dedichi il mio tempo, le mie energie, per stare col Signore, perché io lì colloco la mia vita sullo spazio dell’eternità.

Questo ha un grande valore, perché io comincio a respirare l’aria che mi attende per l’eternità, comincio a sviluppare uno sguardo eterno; non vivo nell’eternità, ma divento sempre più un esperto di eternità, e questo fa molto bene a tutti.

Infatti, Gesù dice: «Questa parte a lei non viene tolta», cioè vuol dire: «Io non le dico: “Alzati e vai a servire”. Va molto bene che lei stia qui e si metta ad ascoltare la Mia Parola».

Cosa voleva dire “ascoltare la Sua Parola”?

Gesù non leggeva il Vangelo, ma voleva dire che Gesù parlava…

Questa donna, Maria, si metteva lì tranquilla ai piedi di Gesù e ascoltava, semplicemente ascoltava.

Quello che dovremmo fare anche noi, imparare a metterci ai piedi del Signore, davanti al Crocefisso, al tabernacolo, in casa, e metterci lì semplicemente ad ascoltare, a non avere sempre da fare.

Se notate, anche nelle nostre celebrazioni, magari paraliturgiche, o quando ci incontriamo a pregare, la cosa che non si fa quasi mai, se non pochissimo, è stare zitti.

Quando noi siamo davanti al Signore, dobbiamo sempre fare qualcosa, sempre.

Quando studiavo teologia, mi ricordo che, quando andavamo in cappella per fare l’adorazione, c’era questa cosa strana che sembrava che andassimo all’Università col trolley dei libri. Andavamo a fare l’orazione con i volumi, perché ci prendeva il panico:

«Adesso, cosa faccio in cappella?»

Allora si prendeva questo libro e quest’altro, poi ci si metteva a scrivere, poi a fare e a dire… uno ad un certo punto, dopo un po’ di anni, dice: «Ma tu, quando vai a trovare un amico ti porti il trolley dei libri, come se tu avessi il terrore che in quel momento succeda il vuoto?»

Ma Gesù è vivo!

È come se pensassimo che, se non abbiamo in mente cosa fare e cosa succede, non succederà nulla, perché fuori da noi non c’è niente, ma non è vero.

Provate ad andare a trovare il Signore senza niente.

Io consiglio sempre di portare semplicemente un pezzo di carta e una penna.

Uno magari dice: «Io non ho niente da scrivere».

Tu, forse, tu non hai niente da scrivere, ma il Signore parla.

Tu stai davanti al Signore, così… e basta.

Uno pensa: «Ma mi distraggo…»

La prima volta forse, la seconda, ma la terza no, la terza incomincia ad entrare dentro qualcosa di nuovo.

Bene, ti metti lì e ascolti.

Usiamo questo tempo di vacanza dell’estate per dedicare un po’ più di spazio all’ascolto, come faceva Maria.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

Prima lettura

Gn 18,1-10
Signore, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo.

In quei giorni, il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno.
Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».

Salmo responsoriale

Sal 14

Chi teme il Signore, abiterà nella sua tenda.

Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua.

Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.

Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.

Seconda lettura

Col 1,24-28
Il mistero nascosto da secoli, ora è manifestato ai santi.

Fratelli, sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi.
A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.

Canto al Vangelo (Lc 8,15)

Alleluia, alleluia.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono,
e producono frutto con perseveranza.
Alleluia.

Vangelo

Lc 10,38-42
Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

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