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Transverberazione del cuore di S. Teresa di Gesù

Trasverberazione del cuore di S. Teresa di Gesù

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia nella memoria carmelitana della trasverberazione di S. Teresa di Gesù (26 agosto).

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Transverberazione del cuore di S. Teresa di Gesù

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Come abbiamo detto all’inizio di questa Celebrazione Eucaristica, oggi si ricorda la transverberazione del cuore di Santa Teresa di Gesù. Ieri, per curiosità, ho provato a cercare in Internet, battendo “transverberazione del cuore di Santa Teresa” o “transverberazione nei Santi”, per vedere se c’era qualche riflessione interessante, ma, il deserto dei Tartari, come se uno battesse, non lo so, la cosa più impossibile della terra. Si trovano solamente due generi di riflessioni: una, sulla scultura del Bernini, che è molto bella, ma è a seguito dell’evento mistico; due, delle cose abominevoli, che sono indicibili.

Fa riflettere che noi che ci impegniamo a pensare, a scrivere, a fare su tante sciocchezze, non ci concentriamo a riflettere su di un evento così incredibile, così grandissimo, così documentato, come la transverberazione del cuore e, se andiamo da un cristiano che va a Messa tutti giorni e diciamo: «Mi sa dire qualcosa sulla transverberazione del cuore?», non so cosa sentiremmo dirci.

Speriamo che non capiti la stessa cosa se dovessimo rivolgere la stessa domanda a dei Sacerdoti.

Allora, ho pensato di dire qualcosa.

Certo, il tempo dell’omelia è breve, ma almeno due parole per inquadrare, per capire di che cosa stiamo parlando e perché è importante questo evento.

Innanzitutto, questo fenomeno mistico molto eccelso, molto raro, lo troviamo al capitolo 29 della Vita autobiografica di Santa Teresa di Gesù.

Stiamo parlando di Santa Teresa di Gesù, quella d’Avila, non di Santa Teresa di Gesù Bambino.

Questo fenomeno, come ogni fenomeno, va inquadrato.

Quando capita? In che contesto capita?

Perché il contesto esistenziale del Santo è fondamentale per capire l’evento.

Santa Teresa, in questo capitolo, sta parlando delle visioni che riceve da Dio e del fatto che è Dio che decide come, quando e per quanto le visioni debbano accadere.

Nei fenomeni soprannaturali, di qualunque entità, ci dice Teresa che noi non possiamo decidere nulla e non possiamo sottrarci, perché questo è solo opera di Dio.

Nel narrare questi eventi mistici, prima della transverberazione, Teresa subisce delle persecuzioni terribili, senza numero, delle sofferenze grandissime, credettero addirittura che lei fosse indemoniata e tentarono di esorcizzarla.

Noi abbiamo questo vizio, crediamo indemoniati i Santi, e crediamo Santi i demoni, tanto per dire quanto siamo folli nei nostri giudizi.

I confessori arrivarono addirittura ad avere paura di lei, non la volevano più confessare…

Ciò nonostante, a Teresa non dispiaceva nel modo più assoluto di avere questi divini spettacoli, come li chiama lei, perché vedeva che cresceva nell’amore di Dio. Lei confidava a Gesù le sue pene e usciva dalla preghiera piena di consolazione e di nuove energie.

Quindi, vedete che rapporto intimo che aveva con Gesù…

Un confessore che l’aveva sempre difesa, vedendo che le visioni aumentavano (e non siamo ancora alla transverberazione) si convinse che fossero opera del demonio.

Quindi, cosa le impone?

Primo: quando appare Gesù, che secondo lui e loro era il diavolo, deve fare il segno della Croce, disprezzarLo e farGli le corna. Capite perché Teresa è una di quelle Sante, che ha patito di più i confessori insensati, insipienti, stolti, incapaci, che era meglio se fossero andati a fare i pizzicagnoli al posto di fare i preti?

Quando un’anima incontra un confessore del genere, viene distrutta!

Questa povera donna è costretta a fare le corna a Gesù Cristo!

Lei dice che fare le corna a Gesù fu la cosa più terribile e più pesante che lei dovette fare, e lei obbedì. Andava addirittura in giro con un oggettino di metallo con sopra già le corna fatte e, appena appariva Gesù, Glielo faceva vedere, poveretta, ma Gesù la rassicura e le dice di obbedire, però, quando le proibirono addirittura l’orazione (le proibirono addirittura di pregare), Gesù si mostrò disgustato e le disse di dire ai confessori che questa era una tirannia.

Che grave responsabilità pesa sulle nostre spalle di preti, che spesse volte diventiamo tiranni al posto di essere pastori, quando non riconosciamo l’opera di Dio.

Poi Gesù le prende la Corona del Rosario e gliela restituisce con i cinque grani fatti diventare cinque pietre grosse bellissime, nelle quali erano scolpite le cinque piaghe Sue, che vedeva solo lei, solo Teresa vedeva queste piaghe.

Gesù aumenta le visioni e insieme le chiede di obbedire.

Noi avremmo detto subito: «Oh… ma che contraddizioni! Perché? Per come? Ma se il Signore vuole, perché lo fa? Il Signore di qui e il Signore di là», perché noi dobbiamo sempre capire, valutare, indagare, scrutare, catalogare, inscatolare tutto; invece, queste sono le contraddizioni che Dio opera per cambiare la nostra testa.

Sono contraddizioni?

Non per Dio!

Qui ci sarebbe da capire il perché, ma il tempo fugge.

Ed è in questo contesto, di travaglio e di grandissima unione con Dio, proprio in questo contesto preciso, che avviene la transverberazione, e non una volta, ma cinque volte.

Quando, dopo morta, estrarranno il cuore di Teresa (che è conservato ad Alba de Tormes, ancora bello vivo e carnoso), si vedranno dentro cinque piaghe, proprio cinque staffilate, di cui una più profonda di tutte le altre, come lei aveva descritto.

Adesso vi leggo quello che dice, così capite subito cos’è la transverberazione: “Vedevo vicino a me, al lato sinistro, un angelo in forma corporea. È raro che veda gli angeli in questo modo. Parecchi me ne sono apparsi, ma li ho sempre visti nella maniera che ho detto parlando della visione più sopra. Questa volta piacque al Signore di farmelo vedere così. Non era grande ma piccolo e molto bello: all’ardore del volto pareva uno di quegli spiriti sublimi che sembra si consumino tutti in amore, e credo si chiamino Cherubini. Essi non mi dicono mai come si chiamano; ma vi è tanta differenza tra certi angeli e certi altri, e tra l’uno e l’altro di essi, che non saprei come esprimermi. Quel Cherubino teneva in mano un lungo dardo d’oro, sulla cui punta di ferro sembrava avere un po’ di fuoco. Pareva che me lo configgesse a più riprese nel cuore, cacciandomelo dentro fino alle viscere, che poi mi sembrava strappar fuori quando ritirava il dardo, lasciandomi avvolta in una fornace di amore. Lo spasimo della ferita era così vivo che mi faceva uscire nei gemiti di cui ho parlato più sopra, ma insieme pure tanto dolce da impedirmi di desiderarne la fine e di cercare altro diversivo fuori che in Dio. Benché non sia un dolore fisico ma spirituale, vi partecipa un poco anche il corpo, anzi molto. Allora tra l’anima e Dio passa come un soavissimo idillio. E io prego la divina bontà di farne parte a coloro che non mi credessero”.

Ecco, in questo giorno d’amore, in questo giorno di comunicazione divina tra Teresa e Gesù, chiediamo a Santa Teresa la grazia di avere il cuore un po’ ferito di amore per Cristo, di avere il cuore che un po’ geme per Gesù, di avere un cuore semplice, un cuore abbandonato, un cuore puro, un cuore umile, bello, un cuore che si effonde e si espande in ore e ore e ore davanti al tabernacolo, se non fisicamente, almeno spiritualmente col desiderio.

Che il Signore ci conceda la grazia di piagare anche il nostro cuore!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

PRIMA LETTURA (1Cor 1,17-25)

Noi annunciamo Cristo crocifisso: scandalo e stoltezza per gli uomini; ma per coloro che sono chiamati, potenza e sapienza di Dio.

Fratelli, Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.
La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti:
«Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l’intelligenza degli intelligenti».
Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione.
Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 32)

Rit: Dell’amore del Signore è piena la terra.

Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Il Signore annulla i disegni delle nazioni,
rende vani i progetti dei popoli.
Ma il disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.


Canto al Vangelo
(Lc 21,36)

Alleluia, alleluia.
Vegliate in ogni momento pregando,
perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo.
Alleluia.


VANGELO
(Mt 25,1-13)

Ecco lo sposo! Andategli incontro!

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:

«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

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