Omelia
Pubblichiamo l’audio di un’omelia nel primo giorno del triduo in preparazione alla memoria di S. Teresa di Gesù (mercoledì 11 ottobre 2017).
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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Approfondimenti
“1 – Come siam pronti ad offendervi, o Dio dell’anima mia! Ma come Voi lo siete di più a perdonarci! Signore, donde ci viene questo insensato ardire se non dal sapere che la vostra misericordia è grande e dal dimenticarci che equa è la vostra giustizia?
Dolori di morte mi circondarono. – Ahi, Ahi, Ahi, che gran male è il peccato che fu sufficiente a uccidere un Dio fra dolori sì orribili! Come ne siete circondato, Signore! Qual’è il luogo ove non ne abbiate? – Da ogni parte gli uomini vi coprono di ferite.
2 – Cristiani, è ora di difendere il vostro Re e di tenergli compagnia nella sua desolata solitudine. Come sono pochi i vassalli che gli sono rimasti fedeli! Come numerosi quelli che seguono Lucifero! E il peggio è che ne ha di quelli che, mentre in pubblico si mostrano suoi amici, in segreto lo vendono. – Non sa quasi più di chi fidarsi.
O Amico sincero, come vi paga male chi vi tradisce! O veri cristiani, venite a piangere col vostro Dio! Le lacrime di compassione da Lui versate non furono soltanto per Lazzaro ma per tutti coloro che avrebbero rifiutato di risorgere nonostante il suo richiamo. Ah, mio Bene! Voi avevate innanzi anche i peccati che io avrei commesso contro di Voi. Ma cessino ormai, cessino con i miei anche quelli degli altri! Fate che questi morti risorgano. La vostra voce sia così potente da ridar loro la vita anche se non la chiedono, onde abbandonino l’abisso dei loro piaceri.
3 – Neppur Lazzaro vi chiese di essere risuscitato. Eppure Voi lo risuscitaste per le preghiere di una peccatrice. Eccone qui un’altra, mio Dio, e assai più colpevole. Fate dunque risplendere la vostra misericordia: ve lo domando per coloro che non ve lo vogliono domandare, nonostante la mia grande miseria. Sapete bene, o mio Re, quanto io mi affligga nel vedere i peccatori dimenticarsi di quei terribili supplizi che dovranno soffrire in eterno, se a Voi non ritornano.
O voi che siete abituati ai piaceri, ai divertimenti, alle feste e a far in tutto la vostra volontà, abbiate pietà di voi stessi! Pensate alle furie infernali in balia delle quali dovrete stare per sempre, sì per sempre, per tutta l’eternità. Pensate e pensate ben che non avete di sicuro neppure un istante, e che chi vi prega è il Giudice stesso che vi dovrà condannare. Perché non volete vivere eternamente? Oh, durezza dei cuori umani! – Li intenerisca la vostra infinita misericordia, o mio Dio!”
(S. Teresa di Gesù, Esclamazioni dell’anima a Dio, n.10)
Letture del giorno
Mercoledì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
PRIMA LETTURA (Gio 4,1-11)Tu hai pietà per una pianta di ricino, e io non dovrei avere pietà di Nìnive, la grande città?
Giona provò grande dispiacere e fu sdegnato. Pregò il Signore: «Signore, non era forse questo che dicevo quand’ero nel mio paese? Per questo motivo mi affrettai a fuggire a Tarsis; perché so che tu sei un Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore e che ti ravvedi riguardo al male minacciato. Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me morire che vivere!». Ma il Signore gli rispose: «Ti sembra giusto essere sdegnato così?».Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di essa. Si fece lì una capanna e vi si sedette dentro, all’ombra, in attesa di vedere ciò che sarebbe avvenuto nella città. Allora il Signore Dio fece crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona, per fare ombra sulla sua testa e liberarlo dal suo male. Giona provò una grande gioia per quel ricino.Ma il giorno dopo, allo spuntare dell’alba, Dio mandò un verme a rodere la pianta e questa si seccò. Quando il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un vento d’oriente, afoso. Il sole colpì la testa di Giona, che si sentì venire meno e chiese di morire, dicendo: «Meglio per me morire che vivere».Dio disse a Giona: «Ti sembra giusto essere così sdegnato per questa pianta di ricino?». Egli rispose: «Sì, è giusto; ne sono sdegnato da morire!». Ma il Signore gli rispose: «Tu hai pietà per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita! E io non dovrei avere pietà di Nìnive, quella grande città, nella quale vi sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?».
SALMO RESPONSORIALE (Sal 85)
Rit: Signore, tu sei misericordioso e pietoso.
Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia.
Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghierae
sii attento alla voce delle mie suppliche.
Tutte le genti che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, Signore,
per dare gloria al tuo nome.
Grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio.
Canto al Vangelo (Rom 8,15)
Alleluia, alleluia.
Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Alleluia.
VANGELO (Lc 11,1-4)
Signore, insegnaci a pregare.
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:Padre,sia santificato il tuo nome,venga il tuo regno;dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,e perdona a noi i nostri peccati,anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,e non abbandonarci alla tentazione».