Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di mercoledì 9 marzo 2022
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
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“Condotta per passare santamente la Quaresima”, del p. Avrillon. Parte 9
Eccoci giunti a mercoledì 9 marzo 2022.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo XI di San Luca, versetti 29-32.
Andiamo dunque avanti con il nostro bellissimo libro del Padre Avrillon su come vivere la nostra Quaresima. Oggi è il “giorno di espiazione”, come vedete ogni giorno il Padre Avrillon dà un tema, questo di oggi è: giorno di espiazione. Ascoltiamo bene che cosa dice Padre Avrillon:
IL MERCOLEDÌ DOPO LA I DOMENICA.
Giorno di espiazione
“Riguardatevi oggi come una vittima di espiazione, prendetene la qualità nel risvegliarvi, e adempitene tutti i doveri nella giornata. Dite a Dio col reale Profeta: Signore, voi non domandate olocausti di animali; ecco che io mi sostituisco in luogo loro per far la vostra volontà in ogni cosa, come voi avete fatta quella del vostro Padre Celeste. Siate dunque attenti a non fare in quest’oggi cosa alcuna che non possiate offrire a Dio in espiazione de’ vostri peccati.”
Bella questa cosa, dovremmo fare così ogni giorno, tutto ciò che noi facciamo, dovrebbe essere fatta solo se è possibile offrirla a Dio in espiazione dei nostri peccati.
“Siate fedele a moltiplicare i vostri sacrifici, fate in maniera che il vostro cuore li accompagni, e domandate a voi stesso un conto esatto di questa pratica all’esame della sera”.
Speriamo.
Meditazione sull’espiazione tratta dal Vangelo.
“I Niniviti nel giorno del giudizio condanneranno questa generazione, perché fecero penitenza alla predicazione di Giona, nondimeno noi abbiamo un altro assai più eccellente predicatore di lui.”
Si riferisce al Vangelo che abbiamo appena ascoltato quest’oggi. Scrive Padre Avrillon:
“Osservate che Giona era uno straniero, un fuggitivo scampato dal naufragio, vomitato dal ventre di una balena e, senza giustificare la sua missione, gridava in tutte le strade dove egli passava ad alta voce: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». I Niniviti erano senza legge, senza religione, senza scritture e senza profeti”.
Lui dice: “Inquadriamo un attimo la situazione”.
Gli abitanti di Ninive vedono arrivare uno straniero. Immaginiamoci noi, uno straniero. Nei paesi ancora funziona questo sistema, appena vedono una faccia nuova, cioè vuol dire quello del paese accanto — non sto parlando di quello che viene dal Burundi, sto parlando di quello che abita a 5 km da casa loro, ma nell’altro paese — se vedono arrivare in chiesa uno del paese accanto, appena lo vedono dicono: “È arrivato uno straniero”. Che uno dice: “Guarda che veramente abito a 5 km di distanza”. Sei uno straniero perché non sei del nostro circondario, della nostra piazza, della nostra chiesa, del nostro paese, sei uno straniero.
Giona, figuriamoci, veniva da ben più lontano, quindi uno straniero, ma straniero sul serio; un fuggitivo scampato dal naufragio. Cioè: a questo non si sapeva bene cosa fosse successo, sta di fatto si sapeva che era un fuggitivo, che scappava non si sa bene da cosa — poi tu vaglielo a spiegare che scappava da Dio —, aveva naufragato ed era stato vomitato dal ventre di una balena.
Voi immaginatevi una persona che arriva, che è straniera, che è un fuggitivo, è un naufrago e vi racconta che è stato ingoiato nel ventre di una balena per tre giorni, e poi è stato vomitato sulla spiaggia. Voi cosa pensereste? “Chiamiamo la neuro deliri, facciamogli un TSO, ma chi è questo qui?”
Senza nessuna giustificazione questo comincia gridare per quaranta giorni che Ninive sarà distrutta.
I Niniviti chi erano?
“I Niniviti erano senza legge, senza religione, senza scritture e senza profeti…”
Erano pagani.
“… eppure nondimeno ascoltano con docilità questo predicatore, e risolvono di espiare i loro peccati colla più rigorosa penitenza.”
Questo è veramente interessante, perché, vedete, chi veramente è onesto — e si ritorna a questo tema dell’onestà interiore — chi veramente è onesto non sta a guardare chi annuncia la verità. Che sia una prostituta, che sia un assassino, che sia un ladro, che sia un sacerdote, che sia il peggiore dei peccatori, che sia il più grande dei Santi, colui che è onesto intellettualmente, interiormente, segue la verità. Non ha importanza chi l’annuncia, ciò che conta è se ciò che dice è vero.
Noi invece facciamo il contrario, siccome lo dice quella persona che è una persona di buona famiglia, di buona fama, di buon livello sociale, allora gli diamo credito, se lo dice l’ultimo criminale della terra, allora sicuramente sono stupidaggini. Questo è un comportamento assolutamente sciocco, molto insipiente.
Loro capiscono che ciò che dice Giona è vero, non ha importanza che fosse uno straniero, un fuggitivo, che fosse stato nella balena, che fosse stato vomitato, a loro non interessa, questi sono fatti suoi, quello che interessa a me è: “È vero che io devo cambiare vita”. Questo è vero.
E i Niniviti non cominciano, come facciamo noi: “Però tu hai detto… tu hai fatto… e però vedi che anche tu scappi…”. Non ributtano in faccia a Giona la sua fragilità, la sua debolezza, i suoi peccati: “Vedi che anche tu stai scappando da Dio, dalla volontà di Dio”. Non fanno come facciamo noi, così da poter giustificare il nostro andare avanti nella nostra non-conversione. No.
Quello che dice Giona è vero o è falso? È vero. Basta. Quello che riguarda Giona sono fatti di Giona e non tocca a me entrare a giudicare la sua coscienza, quello che mi interessa è: lui sta dicendo una cosa vera e io devo cambiare. Tutto il resto non sono fatti miei e non devono mai essere fatti miei. Noi dobbiamo finirla di guardare la vita degli altri, dobbiamo finirla di mettere sempre il naso dentro la vita degli altri, di avere sempre qualcosa da dire sugli altri, sempre a giudicare e criticare gli altri. La dobbiamo smettere, perché questo non è un comportamento da cristiani. Uno va in Chiesa e guarda cosa fa Tizio, guarda cosa fa Caio, e “guarda quello cosa fa”, “guarda cosa dice”, e “guarda come lo dice, perché lo dice”, ma tu preoccupati della tua fede, chiudi gli occhi!
Io quando sento che comincio a non essere più come i Niniviti ma come gli scribi e i farisei, sapete cosa faccio? Tolgo gli occhiali, ovunque sono tolgo gli occhiali. Mi guardo in giro, non vedo più niente perché sono un po’ una talpa, senza occhiali è tutto un po’ confuso e ho risolto il mio problema. Così, se anche gli occhi girano non vedo niente, fine, occhio non vede, cuore non duole, così la finisco subito di fare tanto il presuntuoso. Loro ascoltano con docilità questo predicatore, un po’ sui generis, e decidono di espiare i loro peccati con la più rigorosa penitenza.
“Voi siete nella vera religione, voi avete i profeti, avete le divine Scritture che v’insegnano come non entrerà niente macchiato di colpa nel regno de’ cieli e che bisogna espiare i propri peccati o in questo mondo con una penitenza, che sia ad essi proporzionata, o nell’inferno con un fuoco eterno e con orribili tormenti. Voi avete ora il tempo per espiarli, che non avrete sempre, e forse non l’avrete domani. Quando avete dunque risoluto di cominciare questa espiazione?”
Quando ho deciso di convertirmi veramente? Di cambiare vita?
Quante pie illusioni costellano la nostra vita di fede, noi crediamo di convertirci, noi crediamo di sacrificarci, noi crediamo di fare penitenza, noi crediamo… e siamo sempre le solite, stesse, medesime persone che non cambiano mai! Sempre con gli stessi, medesimi vizi, peccati e difetti.
“Il re di Ninive discende dal suo trono, si copre di cenere e si cinge di cilicio; fa un pubblico editto di questa espiazione che diviene una legge, ed i popoli ubbidiscono. In questa si vasta città non si sentono che singhiozzi e sospiri e vi si spargono lacrime; i piaceri più innocenti vi sono sbanditi, si osserva un rigoroso digiuno, e si fan digiunare perfino i fanciulli e gli animali.”
Mettono a digiuno anche le capre e le pecore, persino le galline, le oche, tutti!
“Onnipotenza adorabile del mio Dio! Eccovi l’opera vostra, ma ecco i miei giudici, che fulmineranno contro di me una sentenza di eterna dannazione, se non faccio penitenza.”
Padre Avrillon giustamente dice: “Non abbiamo bisogno di Dio che ci condanna”, come vi ho detto tante volte, saranno i cittadini del cielo che diranno: “Questo qui chi è? Da dove viene?” I Niniviti diranno: “Ma come, noi non avevamo niente, non sapevamo niente, non conoscevamo niente, non abbiamo mai detto una preghiera in vita nostra, non abbiamo letto un profeta, e ci siamo convertiti al grido di uno come abbiamo detto sopra. Voi avete la Messa tutti i giorni, la lettura della Parola di Dio, lo Spirito Santo, il rosario e tutte le liturgie possibili e immaginabili, la confessione, e i Sacerdoti, dovreste essere fiocchi di neve, vi dovremmo chiamare “Fiocco di neve” come la pecora di Heidi”
A loro noi dovremmo rendere conto, innanzitutto.
“Il profeta Giona concede quaranta giorni ai Niniviti. Questo termine vi sembra breve, nondimeno forse voi non l’avrete, e non dovete sperar la stessa grazia”.
Loro hanno avuto quaranta giorni, noi potremmo avere quaranta minuti.
“Abbisognava molto tempo a questi idolatri per conoscere il vero Dio, che non era ancora stato ad essi fatto palese; ma voi che siete abbastanza istruito nelle verità della religione…”
Ecco su questo un po’ mi sento di dire a Padre Avrillon: “Padre Avrillon, scusa, ma forse nel 1800 le cose erano un po’ diverse, oggi l’ignoranza dei rudimenti della nostra fede è proprio… forse siamo un po’ al livello di Niniviti”, perché a me alle volte arrivano delle domande per e-mail o per messaggio, che dico: “Ma questo il catechismo l’ha fatto o non l’ha fatto? Ma questo ha mai letto il catechismo?”
Noi andiamo a leggere tutti libri di preghiere, le più strane possibili, leggiamo tutti i messaggi della mistica Tizia, Caia e Sempronia — che non si sa neanche se è veramente una mistica, chi lo sa cosa sono — sappiamo tutto dell’ultimo messaggio di non so che cosa, perché qui tutti parlano con gli Angeli, tutti parlano con Dio Padre, tutti parlano con la Vergine Maria, tutti parlano con Gesù, non si capisce, qui tutti che si mettono a parlare, va bene, e poi tutti questi mistici sono di un’ignoranza spaventosa sui fondamenti della fede, non conoscono la dottrina. E uno dice: “Magari parla un po’ meno e studia un po’ di più, potrebbe essere un buon compromesso”.
Magari fossimo istruiti sulla fede!
Un esempio? Ve lo faccio subito, prendete un foglio, vi faccio un esame in diretta, una delle domande tipiche che ricevo per email, mettetevi seduti, prendete carta e penna, fermate la registrazione, così avete il tempo di farlo, prendete carta e penna, e adesso vi dico la domanda:
Scrivi in massimo cinque righe, la differenza tra resurrezione e reincarnazione.
È chiara la domanda. Adesso vediamo cosa succede. Vi dò tempo per rispondere — siamo buoni — 15 minuti. Già mi sembra di vedere gli occhi crepati, il foglio bianco è diventato un fantasma, un incubo, come quando alle superiori si dovevano fare i temi e ai miei compagni venivano i sudori freddi.
Se non sapete, se non riuscite a scrivere nulla, forse avevo ragione io, allora è il caso che andiate a prendere il Catechismo della Chiesa Cattolica e cominciate a studiare. Prendete il Credo, commentato tanto bene, e cominciate a studiare il commento che si fa al Credo e poi via di seguito, perché non si può essere ignoranti su queste cose.
“Voi non avrete forse che un giorno: forse se non fate in questo punto una sincera risoluzione di convertirvi a Dio interamente, e subito non l’eseguite con tutti gli ostacoli che vi si oppongono, non vi sarà più rimedio alla dannazione eterna, di cui siete minacciato da Cristo medesimo, che è ben altro predicatore che Giona.”
Il tempo è tiranno, dicevano.
“Quando lo spirito impuro è uscito da un uomo, va in luoghi aridi, cercando il riposo e non lo trova. Allora dice: «Ritornerò nella mia casa dove sono uscito», egli la trova vuota, vi entra e ne prende possesso.
Quando la penitenza è troppo debole, il peccatore non è liberato, e Dio non è placato, perché vi sono dei peccati per i quali conviene fare o rigorosi digiuni, o elemosine abbondanti, o lunghe preghiere, o continue mortificazioni…”
Ci sono peccati che sono peccati gravi.
“… o spargere amare lagrime, e spesso il tutto insieme, senza di che non si può ottenere una piena remissione. Perciò ne avviene che altri ricade ben presto nei peccati dei quali era già colpevole; lo spirito o d’impurità, o di superbia, o d’interesse o di odio entra nel cuore e diventa più forte che non era prima. Altri cade in seguito in questa pericolosa illusione, la quale è di credere il suo peccato espiato quando non lo è; altri resta in una falsa pace, che conduce all’accecamento, e spesso accade che non conosce questo deplorabile stato, che quando non ha più né la forza, né il tempo di far penitenza.”
E quindi non va bene, come ho detto prima, non viviamo di pie illusioni, restiamo aderenti alla realtà e chiamiamola per quella che è.
“Voi siete stato lungo tempo in un vero rilasciamento. Le vostre preghiere, le confessioni, le comunioni non hanno cambiato punto il vostro cuore.”
E questo è un problema, come vi dicevo prima.
“Voi avete mille volte resistito alle divine inspirazioni, ed avete aderito alle vostre viziose inclinazioni senza emendarvi, e credete forse di espiare tante colpe ed estirpare a fondo un lungo abito vizioso con una leggera penitenza? Voi siete in errore. Questo è piuttosto un lusingare ed accarezzare le vostre passioni, che vincerle, è piuttosto coprire i vostri peccali che espiarli.”
Padre Avrillon chiama le cose con loro nome, che bello, è vero che noi siamo così, ed è vero che crediamo di estirpare, ma siamo in realtà sempre dentro le stesse cose.
“Pensate qui con tutta l’amarezza del vostro cuore ai peccati più enormi che avete commessi, ai cattivi abiti che avete contratti ed ai peccati che avete commessi ogni giorno. Metteteli da una parte della bilancia, e nell’altra mettetevi le buone opere che avete fatte, come anche la penitenza da voi fatta. Esaminatele, pesatele col peso del santuario, vedete se vi è proporzione, e se Dio ch’è infinitamente giusto, ne sarà contento.
Quale espiazione e qual compenso dato voi alla giustizia di Dio? Considerate che bisogna farla assolutamente o in questa vita o nell’altra. Bisogna che la facciate voi stesso, altrimenti la farà Iddio, e sarà allora infinitamente più rigorosa, Non tardate e prendete il più sicuro partito.”
Quindi, sotto!
E adesso sentiamo la nostra consueta bellissima preghiera:
“Sì, o Signore, Ninive peccatrice è stata distrutta secondo la vostra parola, e sulle sue rovine avete edificata una Ninive penitente, le sue mura sono rimaste, ma i suoi peccati sono stati distrutti. Felice distruzione! Ah, Signore, trattatemi come Ninive, conservate il peccatore, che va ad espiare i suoi peccati colla penitenza, e distruggete in me il peccato e l’inclinazione ad esso.
La penitenza di questa città prima peccatrice ha avuto il potere e la forza, dice san Giovanni Crisostomo, di disarmare il vostro braccio vendicatore e di arrestare i fulmini della vostra possente mano e di farvi, per dir così, ritrattare la vostra sentenza, quantunque pronunziata con tanta solennità, e di trasportare tutti i suoi abitatori dal tribunale della vostra giustizia a quello della vostra misericordia: accordate la stessa grazia alla mia penitenza.”
Se la faccio, però.
Come è brutto vedere in questo tempo di Quaresima la gente che vive come se la Quaresima non esistesse, che brutto! È veramente brutto il non rispetto dell’astinenza dalle carni, il non rispetto dei giorni di digiuno, il non rispetto di tante cose, che brutto.
“Io voglio imitare questo popolo: voglio coprirmi di cenere, e vivere da qui avanti coi sentimenti e colle opere di una sincera e continua espiazione, ma niente posso senza il vostro aiuto, perché conosco la mia debolezza e la mia incostanza. Datemi dunque, o Signore, un vero spirito di penitenza, per timore che io non m’inganni nella mia stessa penitenza. Umiliate il mio spirito superbo, e datemi la forza di sopportare i disprezzi e le umiliazioni anche le più ripugnanti al mio orgoglio. Datemi un odio vero a questa carne peccatrice, affinché la salvi con macerarla o sottometterla allo spirito: date gemiti al mio cuore e lagrime agli occhi miei, e siano queste provenienti dal dolore e dall’amore. In questo momento sono risoluto di cominciare ad espiare i miei peccati, ed a piangerli amaramente, né mai più commetterli. Datemene la forza.”
Quindi in questo periodo, per esempio — mi è venuto in mente adesso — i papà di famiglia cosa potrebbero fare? Potrebbero fare i papà di famiglia, quindi essere di vero aiuto in casa, essere di vero conforto per la moglie, la mamma di famiglia e per i loro figli. Anziché buttarsi sul divano quando hanno finito di mangiare potrebbero aiutare a sparecchiare, lavare i piatti, scopare la cucina e lavare la cucina. Già comincio a vedere alcune facce. Sì, si pulisce la cucina, cadono le briciole per terra, ha bisogno di essere lavata e bisogna lasciarla in ordine per il giorno dopo. Quindi questi papà potrebbero essere loro a lavare i piatti o, se hanno la lavastoviglie, a metterli nella lavastoviglie, poi scopare per terra, lavare la cucina, pulire i lavelli, sbattere la tovaglia, pulire bene il tavolo, preparare il tutto per la colazione del giorno dopo, così intanto la loro moglie, la mamma dei loro figli, ha il tempo magari di andare a stirare, di sistemare le cose con i bambini, e anche di riposare, perché in teoria un uomo è un po’ più forte di una donna e quindi dovrebbe essere lui a fare i lavori più pesanti in casa, non il contrario.
Mi ha sempre colpito vedere queste signore, magari anche anziane, che magari non hanno la macchina e devono farsi pezzi a piedi con queste borse pesanti della spesa, e magari il marito è al bar.
Non veniamo a parlare di penitenze, non veniamo a parlare di… lasciamo perdere, perché è tutta una presa in giro, quando la nostra vita smentisce le nostre parole, è tutta una presa in giro, mentre la nostra vita deve essere una conferma delle nostre parole.
Devi lavare i pavimenti? Te li lavi, figlio mio! Te li lavi, ti organizzi e te li lavi. Io in convento non ho nessuno che mi lava i pavimenti della camera. Noi dobbiamo fare la pulizia della nostra camera, che vuol dire scopare per terra, che vuol dire lavare per terra, che vuol dire togliere la polvere dai mobili, pulirsi il bagno, pulire il water, la doccia, pulire i davanzali e in più, a turno, abbiamo anche la pulizia dei vari settori della casa: il corridoio di un piano, tre piani di scale, gli androni, la cappella, la cucina, il refettorio, i tavoli. E in più abbiamo lo studio e in più ciascuno deve lavarsi la sua roba, stendersela, ritirarsela e, se vuole, se la deve stirare, se no se la piega e se la mette via così.
Non trasformiamo nostra moglie in una schiava, voi non avete sposato la schiava Isaura, vostra moglie non si chiama Isaura, quindi, come lo possono fare i Sacerdoti lo potete fare anche voi. Il sabato e la domenica non è il giorno del divano con la canotta fuori e i pop-corn in mano “Perché io ho diritto al mio riposo”. Allora hai sbagliato vocazione, dovevi fare un’altra cosa, non sposarti.
E quando ti si bucano le calze te le devi anche aggiustare, perché io non ho la moglie che mi aggiusta le calze. Impari.
“Ma io non sono capace, come si fa?”
“Prendi un filo e lo metti dentro nell’ago”
Non stiamo mica davanti ad uno scimpanzé, prendi un filo, prendi un ago e lo infili.
“E poi?”
E poi impari, invece di guardarti su YouTube le partite di calcio che durano 500 ore, ti guardi su YouTube il video tutorial: “Come si cuce il buco di una calza”, se non lo trovate me lo dite che ve lo faccio io il tutorial, e così siamo a posto, e così la finiamo.
La conversione parte da queste cose, non da chissà che cosa, in modo tale che la famiglia diventi veramente una famiglia. È vero che poi qualche moglie mi dice: “Padre, guardi, però, è meglio che non faccia niente, perché se solo comincia a fare qualcosa, fa più disastri che cose utili”. È vero, hanno ragione, perché ci sono molti uomini maldestri, è come vedere un elefante in una cristalleria che si gratta, sì ma questo capite è veramente squalificante, è un fallimento, è un fallimento. La nostra vita non può essere: “Ah ma io ho lavorato e adesso…”. No, tu hai lavorato, hai fatto il tuo dovere. Adesso torni a casa e fai un altro lavoro. Anche noi Sacerdoti lavoriamo: fai le predicazioni, fai le omelie, fai le meditazioni, incidi, pubblica, studia, predica, confessa e poi fai anche il resto. E non è morto nessuno. Ti organizzi, ti organizzi il tuo tempo, ti organizzi le tue energie e impari.
Si imparano tante cose se si vuole imparare, se no siamo dei falliti, prima di tutto come uomini e poi come cristiani. E non è bello vivere una vita da falliti. Invece il convertito, i Niniviti sono persone che hanno capito l’importanza di essere individui — che vuol dire essere indivisi — che non stanno lì a dover essere sempre rimproverati, richiamati, supplicati, richiesti.
Le cose si vedono e si fanno, e non devi lasciare niente in disordine per gli altri, se bevi un bicchiere di acqua poi ti prendi il tuo bicchiere, te lo lavi, te lo asciughi e te lo metti via, perché quello che viene dopo non devi trovare il bicchiere riversato nel lavandino a scolare, perché a quel bicchiere non spuntano le gambe, non mette le ali e non va nella credenza da solo. Se tu mangi, ti lavi il tuo piatto, te lo asciughi e te lo metti via, tesoro, perché quel piatto non impara a camminare, non si lava da solo, qualcun altro lo dovrà fare. Sporchi i fornelli? Te li pulisci. Finisce l’acqua? Ti metti quella nuova nel frigo, e via di seguito.
Non ci deve essere sempre una schiava che fa le cose al tuo posto. Se non sei capace lo chiedi e dici: “Guarda, io questa cosa non sono capace, per favore falla tu, oppure spiegamela”, magari abbiamo delle resistenze per cui non riusciamo a capire bene tutto, va bene, può succedere, ma nessuno uccide nessuno, nessuna moglie dirà: “No”, ma dirà: “Va bene, non c’è problema, questa cosa la faccio io”, però un conto è dire: “Guarda questo non riesco a farlo, per favore fallo tu”, e un conto è fregarsene di tutto e di tutti.
Far fare i compiti ai ragazzi non è una cosa che deve fare solo la moglie, perché le superiori le abbiamo fatte tutti, più o meno. Mi fermo.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen.
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.
VANGELO (Lc 11, 29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».