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La Presentazione di Gesù al Tempio: prima parte

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 1 febbraio 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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LA PRESENTAZIONE DI GESÙ AL TEMPIO

Prima Parte

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

Eccoci giunti a lunedì 1 febbraio 2021, abbiamo letto la Prima Lettera agli Ebrei, cap. XI, vv 32-40. Come è bello leggere questa lettera, ci fa riflettere sull’importanza della fede che vuol dire fiducia, abbandono in Dio, confidenza assoluta, lasciar fare alla Divina Provvidenza, non anteporci mai a Dio, seguire ciò che Lui predispone per noi, senza lamentele, mormorazioni, giudizi. Lasciarsi portare per fede. Dato che domani festeggeremo la Presentazione di Gesù al Tempio, vorrei oggi e domani dedicare un po’ di tempo alla riflessione e alla meditazione su questo momento così bello come la Presentazione di Gesù al Tempio. Ci affidiamo a San Bernardo, il quale nei suoi Sermoni scrive:

“In questo giorno la Vergine Madre introduce il Signore del Tempio nel Tempio del Signore. Anche Giuseppe presenta al Signore non il proprio figlio ma il figlio diletto del Padre, che in lui ha riposto le sue compiacenze. Il giusto Simeone riconosce colui che aspettava e anche la vedova Anna parla di lui.

Sono queste le prime quattro persone ad aver celebrato l’odierna processione, che, più tardi, con il gaudio di tutta la terra, si sarebbe svolta in ogni luogo e presso tutti i popoli.”

Il 2 febbraio si è sempre fatta la processione così chiamata della “Candelora”, ora non so se si farà, si andava in processione con le candele, ed è anche il giorno nel quale venivano benedette le candele, è un po’ il giorno della Luce.

“Non c’è da meravigliarsi se quella fu una piccola processione, poiché era piccolo colui che veniva ricevuto.

In quella processione non vi fu posto per nessun peccatore: erano tutti giusti, tutti santi, tutti perfetti. Ma allora, Signore, forse che salverai soltanto quelli? Cresca il tuo corpo, Signore, cresca la tua compassione. Uomini e bestie salverai, o Signore, quando moltiplicherai la tua misericordia.

In un’altra processione già folle lo precedono e folle lo seguono, e non è la Vergine che lo porta, ma un asinello. Egli non ripudia nessuno, nemmeno coloro che sono imputriditi nel peccato come animali nel loro sterco; non li ripudia, ripeto, purché non manchino delle vesti degli apostoli, cioè la loro dottrina, la santità dei costumi, l’obbedienza e la carità coprano la moltitudine dei peccati: allora non li riterrà indegni della gloria della sua processione.”

San Bernardo come prima cosa mette la dottrina. Dobbiamo conoscere la nostra fede, dobbiamo studiare la dottrina. Impariamo ad avere sul nostro comodino, dentro il nostro borsello o nel nostro iPad, o sul telefono, scaricato o cartaceo il Catechismo della Chiesa Cattolica in versione integrale. Non serve quello con il commento teologico, che è molto grande, basta il Catechismo della Chiesa Cattolica. C’è una sezione alla fine dove parla della preghiera, spiega che cos’è la preghiera, insegna a fare bene la preghiera, poi ci sono altre sezioni bellissime, il Credo, la moralità, gli atti umani, la coscienza, i Sacramenti, ci sono dentro cose bellissime, è da lì che dobbiamo cominciare. Pensate, le nostre nonne – che non avevano fatto il Dottorato in Teologia – erano persone semplicissime ma il Catechismo di San Pio X lo sapevano a memoria. Se non so che cos’è il peccato, la grazia, la transustanziazione devo partire da lì. Quando una persona ha le idee chiare non puoi più dominarla o girarla come vuoi tu, perché ti sa rispondere. Anche tu devi saper parlare in modo corretto, citando le fonti e facendo riferimento all’unico patrimonio della Tradizione della Chiesa.

“Davide, re e profeta, esultò nel vedere questo giorno: lo vide e se ne rallegrò [Gv 8,56]. Altrimenti, se non lo avesse visto, non avrebbe potuto dire: Noi abbiamo ricevuto, o Dio, la tua misericordia, dentro il tuo tempio [Sal 47,10  Volgata]. Ricevette questa misericordia di Dio Davide, la ricevette Simeone, la ricevemmo anche noi e tutti coloro che sono predestinati alla salvezza. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! [Eb 13,8].

La misericordia di Dio è dentro il tuo tempio, non in un angolo o in un luogo appartato, perché in Dio non v’è parzialità per nessuno [Col 3,25]. La misericordia di Dio è proposta, è offerta a tutti. Ne è privo solo chi la rifiuta.”

Io posso rifiutare la Misericordia di Dio. In che modo rifiuto la Misericordia di Dio?

Basta rifiutare i luoghi della Misericordia.

Per ottenere la Misericordia di Dio devo andare a riceverla. La vado a ricevere in due luoghi, ci dice Santa Faustina Kowalska, il Tabernacolo e il Confessionale. Questi sono i luoghi della Misericordia di Dio.

“Le tue acque si riversano, o Signore Dio, al di fuori, ma la fonte rimane tua, e soltanto chi non vuole non ne beve.”

La frequenza dipende da me.

“Chi è tuo non vedrà la morte fino a quando non contemplerà il Messia del Signore; allora potrà andarsene in pace.

Perché non dovrebbe essere lasciato in pace colui che ha dentro di sé il Cristo del Signore? Egli, infatti, è la nostra pace [Ef 2,14], lui che abita nei nostri cuori per mezzo della fede.”

Noi abbiamo ricevuto, o Dio, la tua misericordia, dentro il tuo tempio [Sal 47,10  Volgata].”

È vero, nel tempio c’è l’Eucarestia, lì c’è il Confessionale.

“Eravamo anche noi per natura meritevoli d’ira, ma abbiamo ottenuto misericordia. Figli dell’ignoranza, della viltà, della schiavitù, abbiamo ottenuto la sapienza, la fortezza, la redenzione.

L’ignoranza della donna sedotta ci aveva accecato; la voluttuosità dell’uomo irretito e travolto dalla propria concupiscenza ci aveva snervato; la malizia del diavolo aveva reso schiavi noi, che giustamente eravamo stati abbandonati da Dio.

Così, dunque, nasciamo tutti: ignari della strada che conduce alla dimora della città celeste; poi deboli e pigri sicché, pur conoscendo la strada da percorrere nella vita, ne saremmo impediti e trattenuti dalla nostra inerzia; infine schiavi di un tiranno pessimo e quanto mai crudele, per cui anche se fossimo saggi e forti, resteremmo egualmente oppressi dalla nostra condizione di infelice schiavitù.

E allora, una così grande miseria non ha forse bisogno di misericordia e di tanta compassione?”

Sono cose semplici, scritte con un linguaggio comprensibilissimo. Chi è Santo non ha bisogno di usare parole difficili.

“Abbracciamo la misericordia che abbiamo ricevuto dentro il tempio e, insieme con la beata Anna, non allontaniamocene.”

Impariamo a frequentare il Tempio di Dio, impariamo ad amarlo, a starci.

Infatti, santo è il tempio di Dio, che siete voi [1 Cor 3,17], dice l’Apostolo. Questa misericordia è vicina, vicina a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore [Rm 10,8]. In breve: Cristo abita nei vostri cuori per mezzo della fede [Cf Ef 3,17]. I vostri cuori sono un tempio di Dio e la sua abitazione, purché voi non dimentichiate che l’anima del giusto è sede della sapienza [Cf Prv 14,33 (LXX)].

Quello che spesso, anzi sempre, io vi ho raccomandato, fratelli miei, anche ora desidero raccomandarvi: non comportiamoci secondo la carne, per non dispiacere a Dio. Non siamo amici di questo mondo, altrimenti diventiamo nemici di Dio. Resistiamo, dunque, al demonio, e allora egli fuggirà da noi; così cammineremo liberamente per le vie dello spirito e i nostri pensieri saranno pensieri interiori.”

Io che tipo di pensieri ho, interiori o esteriori? Sono amico del mondo? Se sono amico del mondo divento nemico di Dio.

Comportarsi secondo la carne cosa vuol dire? Vuol dire comportarsi secondo l’istinto.

“Purtroppo il nostro corpo, che è corruttibile, appesantisce, indebolisce e fiacca l’anima, e la nostra tenda di argilla grava la mente di molti pensieri, sì da impedirle di innalzarsi alle cose celesti. Perciò la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio [1 Cor 3,19], e colui che si lascia sopraffare dal maligno ne diventa schiavo. Al contrario, nel cuore riceviamo la misericordia, nel cuore abita Cristo, nel cuore Egli annunzia la pace per il suo popolo, per i suoi santi, e per tutti coloro che si convertono in profonda sincerità.”

Sono testi molto belli.

“Veramente non c’è motivo, o beata Vergine, perché tu debba essere purificata. Ma il tuo Figlio aveva forse bisogno della circoncisione? Sii tra le donne come una di loro; anche tuo Figlio sta così tra il numero dei bambini. Volle essere circonciso e non vorrà tanto più essere offerto?

Offri tuo Figlio, Vergine consacrata, e presenta al Signore il frutto benedetto del tuo seno. Offri la vittima santa e gradita a Dio per la riconciliazione di noi tutti. Dio Padre accetterà certamente la nuova oblazione e la preziosissima vittima, di cui egli stesso dice: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto [Mt 3,17].

Ma quest’offerta, fratelli, sembra piuttosto delicata: è presentata al Signore, è pagata con uccelli, ed è subito riportata a casa. Verrà il giorno che non sarà offerta nel tempio né tra le braccia di Simeone, ma fuori le mura e sulle braccia della croce. Verrà il giorno in cui egli non sarà riscattato da sangue altrui, ma riscatterà gli altri col suo sangue, perché Dio Padre lo mandò come redenzione del suo popolo.

La croce sarà il sacrificio della sera, oggi è il sacrificio del mattino, più gioioso questo, ma più completo quello. Questo è dell’infanzia, quello della pienezza dell’età. Comunque, di entrambi si può affermare quello che predisse il profeta: Ha consegnato se stesso alla morte [Is 53,12]. Infatti, anche ora non è stato offerto perché ce n’era bisogno, non perché egli fosse soggetto alla legge, ma perché lo volle lui. Sulla croce fu offerto non perché i Giudei prevalsero, non perché lo meritò, ma perché lo volle lui.

Di tutto cuore ti offrirò un sacrificio, Signore [Sal 53,8], dal momento che tu ti sei offerto volontariamente per me, non per la tua necessità.”

Sarebbe bello se noi offrissimo i nostri sacrifici al Signore, di tutto cuore, senza lamentarci.

Proprio ieri mi è capitata una cosa brutta: un giovane che doveva organizzare la sua giornata stava pensando dove trovare una Santa Messa, per via degli orari che aveva. Gli viene la felice idea di consultarsi con un Sacerdote, il quale gli risponde che per un giorno non avrebbe fatto nulla se si fosse perso la Santa Messa.

Mi sono sentito male a sentire una cosa così. Sapete cosa avrei risposto io a quel Sacerdote? “Va bene, io non vado a Messa, lei però provi a non mangiare e bere per un giorno, poi vediamo se dice ancora che non è nulla perdere una Messa”

O ci crediamo o non ci crediamo.

Quello è vero Pane, vero Cibo e vera Bevanda, sì o no? È il Pane del Cielo, sì o no? È la Carne e il Sangue di Cristo, sì o no?

Se lo è allora perché non devo riceverlo tutti i giorni? Noi non mangiamo tutti i giorni?

Noi dobbiamo fare di tutto per andare a Messa ogni giorno. E se quello fosse l’ultimo giorno della mia vita? C’è una leggerezza nel tralasciare la Messa. Padre Pio diceva: “La terra può stare senza il sole, ma non senza l’Eucarestia”

Prosegue San Bernardo:

“Ma che cosa offriamo noi, fratelli, o che cosa gli diamo per tutto quanto lui ci ha dato? Per noi lui ha offerto la vittima più preziosa che aveva, anzi la più preziosa che esistesse; anche noi, dunque, facciamo quanto possiamo, offriamogli quello che abbiamo di meglio, vale a dire noi stessi.”

Offriamogli noi stessi.

In che modo?

Nella Santa Messa. Domani è la Presentazione di Gesù al Tempio, presentiamoci anche noi, mettiamoci anche noi a presentarci con Lui.

E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

Lunedì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

PRIMA LETTURA (Eb 11,32-40)
Per fede conquistarono regni. Dio per noi aveva predisposto qualcosa di meglio.

Fratelli, che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuèle e dei profeti; per fede, essi conquistarono regni, esercitarono la giustizia, ottennero ciò che era stato promesso, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, sfuggirono alla lama della spada, trassero vigore dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri.
Alcune donne riebbero, per risurrezione, i loro morti. Altri, poi, furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono insulti e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, tagliati in due, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati – di loro il mondo non era degno! –, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra.
Tutti costoro, pur essendo stati approvati a causa della loro fede, non ottennero ciò che era stato loro promesso: Dio infatti per noi aveva predisposto qualcosa di meglio, affinché essi non ottenessero la perfezione senza di noi.

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