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Suor Maria Natalia Magdolna: la Carità e la povertà

Suor Maria Natalia Magdolna

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di mercoledì 21 aprile 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Scarica il testo della meditazione 

SUOR MARIA NATALIA MAGDOLNA:

LA CARITÀ E LA POVERTÀ

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

Eccoci giunti a mercoledì 21 aprile 2021, abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal cap. VI di San Giovanni, versetti 35-40.

“Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”

“Colui che viene a me, io non lo caccerò”

Non possiamo non rispondere a questo invito bellissimo di Gesù ad andare a Lui a ricorrere a Lui costantemente, a stare con Lui, perché è il nostro Pane, l’unico Pane che ci sazia e l’unico Sangue che ci disseta veramente.

In questi giorni ci stiamo facendo accompagnare da questo bel libro scritto da Claudia Matera “Rivelazioni profetiche di Suor Maria Natalia Magdolna, mistica del XX secolo, prefazione di Padre Serafino Tognetti” Sugarco Edizioni. Stiamo sentendo queste lezioni bellissime di Gesù sulla vita spirituale e non solo. Andiamo avanti perché credo che ci siano tante indicazioni utili per tutti noi.

“Gesù mi dette un’esortazione valida per tutti:

«Diffidate di voi stessi. L’amor proprio rappresenta un grave pericolo per le vostre anime e genera tutti i mali. Quando vi aggrappate ai vostri pensieri erronei (a queste parole Gesù sospirò nascondendosi il volto tra le mani) dimenticate che io sono tutto e voi non siete nulla. Voi vi fate servitori e adoratori della dannazione eterna. Digiunate, pregate e meditate! Agite saggiamente finché avete in voi la grazia!».

Diffidare di noi stessi, quanto è importante questa affermazione di Gesù, quanto abbiamo bisogno noi di diffidare da noi stessi, dal nostro amor proprio. Abbiamo già visto quando abbiamo fatto il tema delle malattie spirituali quanto siano pericolosi e dannosi l’orgoglio e l’amor proprio. L’amor proprio genera tutti i mali.

“Quando vi aggrappate ai vostri pensieri erronei”

Non dice peccati ma pensieri, perché spesso volte i peccati vengono proprio dai nostri pensieri sbagliati. Noi pensiamo male credendo di pensare bene e così facciamo poi il male, credendo non di rado di fare bene. È difficile correggere un pensiero erroneo perché ciascuno di noi crede che sia giusto il suo pensiero, invece è sbagliato. Quando noi ci attacchiamo al nostro pensiero con tutto noi stessi e soprattutto quando non lo confrontiamo, quando non siamo disposti a lasciarlo per prenderne un altro, è molto probabile che sia un pensiero erroneo.

Gesù si nasconde il volto tra le mani perché quando uno si è fissato un pensiero in testo, tu cosa puoi fare? Quando uno crede che quella cosa sia giustissima, cosa puoi fare?

“Voi vi fate servitori e adoratori della dannazione eterna.”

Quando noi ci riempiamo la testa di pensieri erronei è normale, in realtà ne basta anche uno solo. Noi quanto siamo disponibili a cambiare idee? Quanto siamo disponibili ad un sincero confronto sulle nostre idee?

Quante cose diamo per scontate e per ovvie e che in realtà non sono né scontate e né ovvie. Noi diamo per assodate alcune riflessioni, ma in realtà non sono assodate, andrebbero ampiamente verificate, per vedere se sono giuste. È chiaro che se io fondo la mia vita su delle riflessioni erronee è un bel problema.

“Gesù mi insegnò a non sentirmi mai offesa e mi riassunse in tre punti quello che sarebbe dovuto essere il mio atteggiamento..”

Sono tre punti importantissimi, tre punti fondamentali da segnarci ben bene.

1) Quando ti offendono, rifletti sul fatto che io l’ho permesso;

Questo ci dovrebbe far sentire molto in pace. “Il Signore sa”. Anche Padre Pio diceva così quando gli dicevano che lo calunniavano.

2) Accetta e perdona anche se l’offesa è ingiusta. Ti servirà come espiazione di peccati nascosti;

Noi su questo siamo sensibilissimi, perché già facciamo fatica ad accettare un rimprovero giusto e cominciamo con i nostri “se”, “ma”, “dunque”, “però”. Immaginatevi se ci dicono una virgola in più di quello che è doveroso dire. Quando andiamo a prendere il gelato, speriamo sempre che la signorina ce ne metta sempre un po’ di più, però non abbiamo questa speranza quando veniamo rimproverati. Se qualcuno ci rimprovera ingiustamente noi diventiamo dei serpenti, perché dobbiamo far valere le nostre ragioni, dobbiamo dire come stanno le cose, altrimenti si fanno un’idea sbagliata di noi. Gesù ci insegna ad accettarlo in espiazione dei peccati nascosti.

3) Se possibile non ne parlare.

Solita delicatezza di Gesù: “se possibile”. È il discorso che facevamo ieri sul cercare le consolazioni. Tanto cosa serve, quell’offesa ormai rimane.

«La lingua è come un pugnale, può infliggere ferite all’anima e anche ucciderla. Chi ferisce con la lingua è sulla strada della perdizione, perché ogni opera è destinata al fallimento se vi è coinvolto anche il più piccolo peccato. A chi ha subito l’offesa e l’umiliazione dico di accettarla con serenità e umiltà, perché niente è più utile all’anima della umiliazione. Io sono stato umile e voglio vivere nell’anima umile».

Dobbiamo stare molto attenti a come parliamo, a quello che diciamo e a chi lo diciamo, dobbiamo stare attenti alle parole che usiamo, perché la nostra lingua può uccidere, è veramente un pugnale. A volte diciamo: “Ho detto cose che neanche e pensavo, ma ero talmente arrabbiato che mi sono uscite”. Questo è un modo non onesto di trattare le cose. È impossibile dire ciò che non pensiamo. Noi prima pensiamo e poi diciamo, magari posso dire che è stato molto veloce il passaggio, che ero molto in preda alla passione dell’ira che neanche mi sono accorto che dalla testa è arrivata alla lingua. Quelle cose probabilmente non le hai pensate esattamente in quel momento in cui è accaduto il litigio, ma era da un po’ che le avevi dentro, ma erano talmente brutte e talmente false che solo perdendo la ragione le potevi dire e ci potevi un po’ credere, e quindi le hai dette, ma non sono cadute dal nulla, arrivano da lì. Impariamo a stare nell’umiliazione, quando veniamo umiliati, impariamo a restare lì fermi, senza dover difenderci, giustificarci, iniziare polemiche infinite, sterili e sterilizzanti.

“L’anima ha due grandi nemici che sono satana e l’amor proprio – dice Suor Natalia – Entrambi sono in grado di condurre al peccato. Non bisogna entrare in lotta con loro. Conviene nutrire l’amore per Gesù e se qualcuno ci accusa, non discutere. Il tuo orgoglio o l’ingiustizia ti faranno sentire ferito. Bisogna rifugiarsi subito in Gesù, dicendo a lui: «Guarda, Signore, come sono!». Se entri in conflitto con satana o con le tue miserie ti separi dall’amore di Cristo e l’unione con Gesù non deve mai essere abbandonata.”

Stiamo lontani dal demonio, dall’amor proprio, dall’orgoglio, dalla superbia.

“Chi si lamenta sempre…”

Ci sono persone che si lamentano di tutto e di tutti, come pentola di fagioli che non si calmano mai.

“Offende Dio con numerosi peccati. Le sue labbra esprimono il suo egoismo, la sua gelosia, la sua falsità e il suo orgoglio. Gesù dice che molti si dannano permettendo alle loro labbra di peccare contro l’amore.”

Riflessioni tanto semplici quanto vere.

“Una volta satana mi tentò dicendomi di maledirlo, ma io risposi: «Non lo sei sufficientemente?». Lui ripeté la provocazione, desiderando di sentire dichiarato il mio odio, affinché Gesù fosse ferito a causa mia!”

L’odio non si deve provare per nessuno, e non c’è bisogno di maledire o insultare il diavolo, c’è bisogno solo di amare il Signore e dedicarci a Lui.

Vi leggo una lezione di Gesù importantissima:

Un giorno Gesù mi disse:  «Coloro che pensano di essere poveri, perché hanno pochi beni materiali o una piccola stanza ove dormire, sbagliano.”

Esattamente quello che pensiamo noi: “Io sono povero se vado in giro come uno straccione, se nella mia camera ho un filo di paglia come cuscino e ho i chiodi come letto. Io sono povero se mi vesto in modo molto misero”. Gesù dice: “sbagliano, la povertà non è questa”.

Stiamo attenti a non confondere la povertà col pauperismo.

“Essere poveri significa non essere attaccati ai beni di questo mondo, sia persone sia cose.”

Vado in giro con le scarpe rotte, vivo in un tugurio, non voglio avere niente di mio, ma a quel poco che ho sono super attaccato, a quelle persone lì sono super attaccato o a quel ruolo che ho, o alla mia vita sono super attaccato. Questa non è povertà.

“Se tu mi poni prima e al di sopra di ogni altra cosa puoi vivere anche in un palazzo d’oro e puoi comunque ritenerti povero.”

Questa è la povertà. Gesù ci dice che tu puoi anche dormire in un letto dorato, coperto da pellicce di ermellino e non sentirti minimamente ricco, l’importante è che tu metti Gesù prima e al di sopra di ogni altra cosa. Questa è la povertà: mettere Gesù prima e al di sopra di tutto. Più lo fai e più sei povero.

“Se possiedi qualcosa ringrazia Dio e, se lo perdi, ugualmente ringrazia Dio. Se qualcuno ha necessità di qualcosa che tu hai, digli: “Ecco, è tuo”. L’essenza della povertà è che le cose del mondo non assorbano la tua anima…”

Io non vado a curarmi per essere povero, ma guai al primo che si permette di toccare la televisione quando io sono li davanti, guai al primo che si permette di cambiare il film che io ho scelto, guai al primo che parla mentre sto guardando i programmi più idioti e magari i più volgari e impuri del mondo. Guai al primo che si permette di contraddirmi o di prendermi in giro. Questi sono i poveri? Lasciamo perdere…

Riprendiamo:

L’essenza della povertà è che le cose del mondo non assorbano la tua anima…”

Le cose del mondo, tutte le cose del mondo, a partire dalle cose che tu fai, che hai e che tu sei. Posso essere povero di cose e ricco delle mie idee, attaccato alle mie idee come una patella allo scoglio.

“…in modo che tu possa correre in libertà verso di me. Sii felice di ciò che possiedi, ma anche sii pronto sempre a restituirlo a Me, perché sono tutti doni miei»”

Ne abbiamo da vivere, oggi che è mercoledì giorno di penitenza. Domani vi parlerò del digiuno.

Quando Gesù parla di digiuno, non intende solo il digiuno alimentare a pane e acqua: “Che il vostro digiuno sia…”

Lo vedremo domani. E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

Mercoledì della III settimana di Pasqua

VANGELO (Gv 6,35-40)
Questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna.

In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

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