Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di mercoledì 8 dicembre 2021 – Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
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Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria
Eccoci giunti a mercoledì 8 dicembre 2021, solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Abbiamo appena letto la prima lettura della Santa Messa di oggi tratta dal capitolo III, versetti 9 e seguenti del Libro della Genesi.
Vorrei, in questa giornata così importante, incominciare da una certezza che ci viene dal Diario della Beata Edvige Carboni (una storia molto bella quella della Beata Edvige Carboni, andatela a leggere) alla quale la Madonna disse che la giornata di oggi, la giornata dell’Immacolata Concezione, è la più odiata di tutto l’anno dal Nemico Infernale, perché, disse la Madonna “con la mia nascita doveva venire la salvezza del genere umano”. Quindi se è la più odiata dal Nemico Infernale, allora dovrà essere la più amata da noi, mi sembra che vada da sé.
Noi sappiamo che fu il Papa Pio IX il giorno 8 dicembre del 1854 con la bolla Ineffabilis Deus ad affermare appunto questo Dogma. Allora oggi è un giorno grande, il più grande, perché senza l’Immacolata Concezione di Maria (che vuol dire che Maria fu concepita senza il peccato originale di cui abbiamo sentito adesso la lettura) senza questo non avremmo il Natale.
Voi sapete che vi ho sempre portato la testimonianza dei Santi, perché è risaputo che io quando predico faccio sempre, o quasi sempre, riferimento alla testimonianza dei Santi perché ho bisogno di fonti sicure e autorevoli e non del Padre-Giorgio-pensiero, perché quello non salva nessuno. Dobbiamo cercare sempre le fonti e le fonti stanno nel Magistero, nei Padri della Chiesa, nella Scrittura.
Oggi, invece, citerò il demonio. Voi direte: “Ma Padre, che fonte è?” È una fonte autorevole anche lui, anche il demonio può diventare una fonte autorevole. Noi abbiamo un componimento, un sonetto, fatto dal diavolo che fu obbligato sotto esorcismo ad esaltare la virtù della Vergine Maria Immacolata.
“I fatti risalgono al 1823 ad Ariano Irpino in provincia di Avellino, due celebri predicatori domenicani, Padre Cassiti e Padre Pignataro furono invitati ad esorcizzare un ragazzo, allora si discuteva ancora fra i teologi sulla verità dell’Immacolata Concezione (1823), che fu poi proclamata dogma di fede 31 anni dopo, nel 1854.
Ebbene, i due frati imposero al diavolo di dimostrare che Maria è Immacolata; per di più gli ingiunsero di farlo mediante un sonetto, una poesia di quattordici versi endecasillabi, a rima obbligata. C’è da notare che il ragazzo sottoposto ad esorcismo, appena dodicenne, era un analfabeta.”
Nemmeno un laureato sarebbe capace di farti su due piedi un sonetto di 14 versi endecasillabi a rima obbligata, non è proprio così semplice. Figuriamoci poi per un ragazzo analfabeta di dodici anni!
Il demonio fu obbligato sotto esorcismo a comporre questo sonetto e io oggi voglio leggervelo, perché è bellissimo. Dio ha permesso che il demonio ci lasciasse una testimonianza meravigliosa dell’ Immacolata Concezione della Vergine Maria.
Adesso ve lo leggo:
“Vera Madre son io di un Dio che è Figlio
e son Figlia di Lui benché sua Madre.
Ab aeterno nacque Egli ed è mio Figlio,
nel tempo io nacqui eppur gli sono Madre.
Egli è il mio Creator ed è mio Figlio,
son io sua creatura e gli son Madre.
Fu prodigio divin l’esser mio Figlio
un Dio eterno, e me aver per Madre.
L’esser quasi è comun, tra Madre e Figlio,
perché l’esser dal Figlio ebbe la Madre
e l’esser dalla Madre ebbe anche il Figlio.
Or se l’esser dal Figlio ebbe la Madre,
o s’ha da dir che fu macchiato il Figlio
o senza macchia s’ha da dir la Madre.”
Bellissima! Oltre ad essere un’opera d’arte, un sonetto veramente bellissimo, è un sillogismo. Nessuno che legge questo sonetto può arrivare ad una conclusione diversa e questa è la grandezza di riuscire a fare un’opera di questo genere. Certamente non è per merito del demonio, ovviamente, è per merito di Dio, ma Dio ha voluto umiliare ulteriormente il suo nemico costringendolo a pronunciare un sonetto così meraviglioso in onore della Madre di Dio, proprio lui che è il suo più acerrimo nemico. Noi non possiamo fare altro che ringraziare il Signore per questo dono dell’Immacolata Concezione.
Pensate che lo stesso Padre Amorth racconta un’episodio che ha visto protagonista il suo maestro Padre Candido Amantini, esorcista della Scala Santa a Roma, durante uno degli innumerevoli riti esorcistici da lui compiuti. Un giorno padre Candido, un santo Sacerdote con tantissimi carismi, interrogò il demonio chiedendogli:
“Come mai reagisci di più quando invoco la Madonna che quando invoco Gesù?”
La risposta del maligno fu la seguente: “Perchè sono più umiliato ad essere vinto da una semplice creatura.”
Sappiamo che Gesù ha due nature, la natura umana e la natura divina, è Dio. La Vergine Maria invece non è Dio, non ha la natura divina, la Vergine Maria ha solo la natura umana, è una creatura. Gesù non è una creatura, ovviamente, è Dio. Quindi l’umiliazione che il demonio riceve è ancora maggiore, perché in questo caso è proprio una creatura, la più eletta tra tutte le creature ma pur sempre creatura, che gli schiaccia la testa. Come? Attraverso la sua umiltà.
“Un’altra volta un esorcista bresciano, don Faustino Negrini, impose al demonio di dire che cosa lo spaventa di più in Maria. Il diavolo rispose: “Perché è la più umile di tutte le creature, mentre io sono il più superbo. È la più ubbidiente e io sono il più ribelle. È la più pura e io sono il più sozzo.”
Vedete, tutte le virtù che risplendono in un grado eccelso nella Vergine Maria, poiché è creatura, diventano per lui un’umiliazione terribile.
Voi sapete che parlare dell’Immacolata Concezione vuol dire parlare di questa storia di grazia, di carità, bontà e bellezza che furono le apparizioni della Vergine Maria a Lourdes, con tutto quello che accadde, con tutta la storia.
Siamo nel 1858 e quel’11 febbraio famoso, possiamo dire che il Cielo visita la terra e accadono tante cose che ormai tutti sappiamo e la Vergine Maria si definisce:
“Io sono l’Immacolata Concezione”
Parlare dell’Immacolata Concezione è qualcosa che ci supera tantissimo ed è qualcosa che ci fa comprendere quanta gratitudine dobbiamo avere verso la nostra Madre del Cielo, verso la Regina del Cielo e della terra, per quel suo “Sì” che Lei ha detto senza alcuna paura, senza alcun dubbio, senza alcuna riserva.
E questo è qualcosa di grande perché ha segnato anche la nostra storia: se noi oggi abbiamo Gesù, se noi oggi adoriamo Gesù, se noi oggi preghiamo Gesù è per quel “Sì” che avvenne in Maria concepita senza peccato. È vero che la Madonna fu concepita senza peccato, ma questo non vuol dire che la Madonna perse la sua libertà. La Madonna disse il suo “Sì” liberamente.
Vanno tenuti sempre insieme questi due momenti, l’Immacolata Concezione e il sì all’Incarnazione, vanno tenuti assolutamente uniti perché sono strettamente collegati, fanno parte dell’unica storia della medesima persona che è la Vergine Maria. Allo stesso tempo, se è vero che l’Immacolata Concezione prepara il terreno all’altro, non vuol dire che quel “Sì” sia una necessità, non è causa effetto. La Vergine Maria non ha dovuto dire “Sì”, no, la Vergine Maria ha detto “Sì” liberamente, coscientemente, in totale spirito di fede, di abbandono e di fiducia in Dio, esattamente il contrario di Genesi 3, totalmente il contrario. Quindi noi oggi ringraziamo di questo “Sì” per il quale avvenne l’Incarnazione e lodiamo il momento precedente che fu quello dell’Immacolata Concezione.
C’è una preghiera che noi ripetiamo — o dovremmo ripetere — tre volte al giorno, che è la preghiera dell’Angelus, con la quale facciamo proprio memoria dell’Incarnazione. Come vi ho detto dobbiamo tenerli uniti, infatti non a caso l’Immacolata Concezione è posta all’8 dicembre e tra pochi giorni sarà Natale, siamo dentro pienamente nell’Avvento, tra un po’ inizierà la Novena (di Natale) e poi arriverà Natale.
Dobbiamo recuperare l’uso molto bello di recitare questa preghiera nei tre momenti forti della giornata: al mattino, a mezzogiorno, e alla sera, un tempo si faceva alle 8.00, alle 12.00 e alle 20.00. Un tempo le campane suonavano per ricordare il più grande avvenimento della storia, che fu appunto quello dell’Incarnazione. Allora questo è un bel modo di rendere gloria ogni giorno alla Vergine Maria. Molto bello quello che il Montfort scrive:
“Non c’è e non ci sarà mai creatura in cui Dio sia più grande al di fuori di se stesso e in se stesso che nella divina Maria, non eccettuati i santi, i cherubini e i più alti serafini. Maria è il paradiso di Dio e il suo mondo ineffabile, in cui il Figlio di Dio è entrato per operarvi meraviglie, per custodirlo e compiacersi. Ha fatto un mondo per l’uomo pellegrino: è il nostro; ha fatto un mondo per l’uomo beato, il paradiso; ma ne ha fatto un altro per sé e gli ha dato il nome di Maria. Questo è un mondo sconosciuto a quasi tutti i mortali della terra e incomprensibile a tutti gli angeli e i beati del cielo, che per l’ammirazione che provano nel vedere Dio così elevato e distante da loro, così segregato e nascosto nel suo mondo, la divina Maria, gridano giorno e notte: “Santo, Santo, Santo!”.
Di cuore vi auguro di trascorrere quest’oggi una giornata bellissima.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen.
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.
Mi permetto di ricordarvi, per oggi pomeriggio, quanto vi ho già detto ieri circa l’incontro che avremo.
Ricordo che non potremo più farlo in Villa Pamphili perché il parco è chiuso per un’infezione aviaria che ha colpito i volatili che ci sono lì dentro e ci sposteremo al Gianicolo.
Quindi il nostro nuovo punto di incontro sarà l’ingresso della passeggiata del Gianicolo davanti a Porta San Pancrazio e ci ritroveremo alle ore 15.00 di oggi pomeriggio.
Per chi viene con la macchina dovrete impostare il navigatore satellitare mettendo come indirizzo: Largo di Porta San Pancrazio n.16, Roma.
Non è esattamente il punto di ritrovo, ma è poco distante. È l’unico modo per poter dare un punto di ritrovo che il satellitare riconosca. Voi impostate quello che vi ho detto e quando arrivate mi vedrete perché è molto vicino.
Poi a piedi andremo all’ingresso della passeggiata del Gianicolo, quella per intenderci che porta al Belvedere, dove c’è la statua centrale di Garibaldi. Quello sarà il punto dove ci fermeremo un attimo per scambiarci due parole perché lì si apre la zona e così potremo parlarci.
Per quanto riguarda il tempo, noi siamo tanto affidati al Signore e alla Vergine Maria e speriamo ci concedano un tempo decente. Mi sembra di vedere che ci sarà una finestra buona di tempo in cui non dovrebbe piovere proprio quando ci dovremmo vedere; comunque portiamo l’ombrello nel caso dovesse scendere qualche goccia.
L’incontro lo farei comunque perché mi sembra un’occasione molto bella.
Ricordatevi di portare la mascherina, che a Roma è obbligatoria anche all’aperto nei luoghi affollati.
Vi prego di avvisare se sapete che qualcuno voleva venire perché non tutti vedono Facebook o ascoltano subito l’omelia.
Vi ho potuto avvisare solo adesso perché ho saputo da poco di questa chiusura.
Quindi chi pensa di venire, ci vediamo oggi alle 15.00.
A presto!
Fate di cuore una Santa giornata
p. Giorgio Maria del Volto Santo
PRIMA LETTURA (Gn 3,9-15.20)
[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».
L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.