Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 7 giugno 2022
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.
Scarica il testo della meditazione
La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 7
Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a martedì 7 giugno 2022.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo V di San Matteo, versetti 13-16.
Proprio perché noi vogliamo essere ciò che siamo, cioè sale della terra, che dà sapore, che dà gusto, che sa conservare la vita, che sa dare senso, proprio perché vogliamo essere luce che, quindi, sa illuminare, scaldare, diradare le tenebre, proseguiamo la nostra meditazione del testo di San Pietro Giuliano Eymard, e vediamo i benefici della vita religiosa.
“Benefizi della vita religiosa.
Il libro dell’Imitazione (di Cristo) dice: «Pensa sovente a che sei venuto e perché hai lasciato il mondo. Non è forse per servir Dio e divenire uomo spirituale?» (L. I, c. xxv, 1)”.
Voi direte: «Ma io non sono un religioso, io non sono un frate, una suora, non sono un Sacerdote…»
Sì, è vero, ma siamo tutti battezzati e, spero, tutti cresimati, allora, in virtù del nostro Battesimo e della nostra Cresima, tutti abbiamo lasciato in un certo senso il mondo, tutti abbiamo deciso di voler servire Dio e di divenire uomini spirituali, tutti.
Chi, poi, ha risposto alla chiamata e quindi ha accettato di divenire religioso, frate e suora, chi ha accettato il Sacerdozio, questo dono enorme, immenso, ancora di più.
“Bisogna che conosciamo la grandezza della grazia che Dio ci ha fatta col ritirarci dal mondo, per metterci nella vita religiosa: è una grazia di misericordia infinita, sia per i pericoli a cui ci sottrae, sia per i mezzi di salute che ci dà”.
Del resto, quando noi ci convertiamo, quando noi decidiamo di avere e di vivere una vita cristiana seria, tutti, tutti, decidiamo di ritirarci dal mondo.
Seguire Gesù vuol dire ritirarsi dal mondo… è così… e questa è una grazia, non è un peso, non può essere un peso.
Sì, per qualcuno sembra un po’ un peso, questi nostalgici delle ghiande dei porci ci sono sempre, questi nostalgici delle cipolle e dei cocomeri d’Egitto, questi nostalgici dei pentoloni fumanti pieni di carne, frutto della schiavitù d’Egitto, ci sono sempre.
I lamentosi, i “mai contenti”, dicono: «Eh… come era bello in Egitto! Ah, in Egitto, quando avevamo carne e cibo, cocomeri e cipolle in abbondanza… Ah, come era bello quando vivevo nel mondo… Ah, le persone mondane come sono brave, come sanno capire, come sono umane, come sono…». L’Egitto… l’Egitto, dal quale siamo usciti, ma forse non totalmente… e per uscire è servito il Corpo dato e il Sangue sparso di Gesù.
Tra l’altro, vi comunico che ho deciso che non farò un mese eucaristico. Avevo pensato e vi avevo detto: «Farò un mese di esercizi spirituali sull’Eucarestia», ma poi ci ho pensato e ho detto: «No, io inizio a fare questo mese eucaristico, ma questo sarà l’inizio di un tempo eucaristico».
Ci sono tante cose, tantissime cose, che sto studiando e mettendo insieme da dirvi, e un mese non mi basta, assolutamente, ma forse neanche due, e neanche tre.
Quindi, io, con questo mese, inizio, oserei dire, un’epoca, un periodo eucaristico. Quando lo finirò? Non lo so, non lo so dire; lo comincio, e poi sarà quel che Dio vuole.
Vi avviso, così già sapete che non concluderò con la fine di giugno, perché sto trattando l’Eucarestia e il Cuore Eucaristico di Gesù, poi mi concentrerò proprio sul Cuore Eucaristico di Gesù, poi dovrò fare anche il Sangue di Gesù… insomma, tante cose.
Questo testo di San Pietro Giuliano Eymard, che è bellissimo, pensavo di iniziarlo e farne un po’, e poi lasciarlo alla vostra lettura, ma mi sono detto: «Ma di cos’altro di più importante posso parlare? C’è qualcosa di più importante dell’Eucarestia nella Chiesa?». No! Non c’è.
Quindi, parlerò di questo.
Ho parlato di tante cose nella mia vita sacerdotale, ma questa è la più importante, quindi mi concentrerò su questa, sperando che il Signore ci dia questa grazia della vita cristiana e della vita eucaristica.
È a questo che io desidero portare tutti noi: a una vita eucaristica, a un matrimonio eucaristico, a un Sacerdozio eucaristico, a una vita laicale eucaristica, a una vita religiosa eucaristica, cioè dove l’Eucarestia è veramente al centro di tutte le nostre vite, le più diverse che esistono.
Noi dobbiamo essere eucaristici in tutto quello che facciamo, e vedremo bene cosa vuol dire, vedremo cosa vuol dire essere “eucaristici”, vedremo veramente il significato di questa parola.
Questa è una grazia, ci dice San Pietro Giuliano Eymard, è una grazia per i pericoli a cui ci sottrae, per i mezzi di salute che ci dà.
Quindi, i nostalgici dei pentoloni, delle cipolle, dei cetrioli, e di non so cos’altro, d’Egitto, ecco, non credo che avranno tanto da consolarsi in queste meditazioni.
Queste meditazioni sono per coloro che sono affamati della Manna Celeste, per coloro che sono assetati dell’acqua che esce dalla roccia, sono per questi avventurieri del mistero di Dio, per questi ricercatori d’oro.
“Pertanto io dico che noi abbiamo abbracciato la vita religiosa innanzitutto per metterci in salvo dai pericoli del mondo”.
È vero. Dobbiamo pensare che la nostra vita cristiana è una fuga mundi, ma nel senso giusto del termine, cioè non è la vita dei frustrati, dei repressi, degli spaventati, degli intimoriti, no, no, no, no.
Sì, il mondo e i mondani vogliono farci pensare questo, ma non è così.
La fuga mundi non è la fuga dei paurosi, dei timorosi, dei vigliacchi, dei codardi, di quelli che non hanno niente nella vita e quindi… no, no, no. La fuga mundi è quella di coloro che hanno capito chi è Gesù e fuggono da tutto ciò che non è Gesù, ma non perché ne hanno paura, ma semplicemente perché a loro non interessa, semplicemente perché non vogliono altro, e quindi lo fuggono.
Voi, da un lupo, da un orso, da una pantera, dalla lebbra, fuggite o state lì a giocare? Ecco, la stessa cosa!
Uno non fugge da un orso perché è un vigliacco, uno fugge da un orso perché è intelligente, perché, se rimane lì, lo sbrana; uno non fugge dalla lebbra perché è un codardo, ma fugge perché, se no, la prende, e via di seguito.
In un incendio, voi, ci andate in mezzo e state fermi, o fuggite?
Questa è la fuga mundi.
“Vi sono certamente molti pericoli nel mondo, e noi avremmo potuto assai facilmente andarne perduti (verissimo), come tanti altri, migliori di noi. Abbiamo sentita la nostra debolezza, tememmo di dannarci. Subivamo la legge delle membra; forse avevamo già fatto naufragio; restavamo feriti. E poi, se l’avevamo già servito (il mondo, intende), il mondo conservava qualche impero su di noi, e noi abbiamo avuto paura di ricadere per sempre sotto il suo giogo”.
Quando si fa l’esperienza di aver servito il mondo, quindi di essere stati suoi schiavi, di averlo accontentato, accondisceso in qualche modo, per qualche tempo, si contrae un legame, si rimane sempre un po’ schiavi.
Ecco l’impero… il mondo conserva qualche impero su di noi.
Di fatto, il mondo conserverà sempre su di noi come quasi un diritto, quasi un segno, un legame.
Se voi vedete il bellissimo film “Le Cronache di Narnia”…
Tra l’altro, ho scoperto (non lo sapevo), il Lunedì dell’Angelo, quando abbiamo fatto l’incontro a Brescia, che esiste un paese che si chiama Narni, quasi come Narnia, bello. È venuto un ragazzo di Narni e mi ha subito ricordato, appunto, il film, questa bellissima trilogia.
In questo film, c’è uno dei fratelli che entrano nel mondo di Narnia (adesso mi sfugge il nome), che va con la Strega Bianca e fa questa esperienza della schiavitù dalla Strega Bianca e del tradimento dei suoi fratelli. Poi, dopo, verrà liberato e ritornerà, ma, anche sul finire di tutta la storia, lui porterà sempre questo fantasma del mondo, di questo impero che lui ha vissuto, perché scelse di tradire, scelse il dubbio, scelse di seguire il mondo; quindi, dobbiamo sempre avere paura, quella sana paura che si chiama “Timor di Dio”, di ricadere sotto il suo giogo.
“Giacché nulla è più spaventevolmente vero di questo principio…”
Attenti, adesso ce lo spiega, questo è importantissimo. È geniale San Pietro Giuliano Eymard, è geniale! Attenti… è un principio sempre valido:
“… quel che ci ha una volta assoggettati, ha sempre potere su di noi, anche dopo la nostra liberazione. È la legge della forza contro la debolezza, il castigo che il peccato porta con sé”.
È verissimo.
Ecco perché noi dobbiamo stare lontani dal peccato, ecco perché il peccato è costato il Sangue del Figlio di Dio: ciò che ci ha assoggettato una volta ha sempre potere su di noi, anche quando veniamo liberati.
“È la legge della forza contro la debolezza, è il castigo che il peccato porta con sé”.
Noi pensiamo: «Io ho fatto i peccati, vado a confessarmi, è tutto finito».
Eh, no… eh no… non funziona così. Infatti, noi, soprattutto in relazione ai peccati mortali, sperimentiamo questa cosa, cioè quanto è difficile venirne fuori.
Quanto è difficile uscire dall’impurità?
Lo sanno tutti coloro che hanno sperimentato l’impero dell’impurità sulla loro vita.
Quanto è difficile uscire dalla pornografia…
Quanto è difficile uscire da una vita sessuale disordinata… quanto è difficile!
Quanto è difficile uscire dall’aver trattato in modo impuro il proprio corpo…
Quanto è difficile uscire dal peccato mortale della bestemmia… lo sanno coloro che, nella loro vita, hanno avuto la disgrazia di bestemmiare… quanto è difficile!
Quanto è difficile uscire dal vizio capitale della gola… dell’accidia… della superbia, non ne parliamo! Non parliamo della superbia!
Questo è anche “il castigo che il peccato porta con sé”.
Noi ci lamentiamo tanto, perché vorremmo tutto subito, no?
Noi diciamo: «Ah basta, io ho capito di aver sbagliato, mi avvicino al Signore, adesso mi confesso, e quindi, da domani, ah io sono un Angelo di purezza».
Eh, no… no, no. Il peccato è una cosa grave, ve l’ho già detto tante volte. Il peccato è costato la vita del Figlio di Dio, Gesù è morto per liberarci dal peccato. Ecco perché ai nostri figli dobbiamo insegnare l’importanza della grazia!
Mi piace sempre tanto quando mi capita di andare a cena, o a pranzo, da una famiglia (purtroppo molto raramente, ma qualche volta succede), che ha tre bimbe… e perché mi piace? Mi piace, innanzitutto, perché non hanno la televisione, l’hanno impacchettata, incerottata e messa in cantina; poi (bellissimo!) hanno tutta una zona, la sala… non il ripostiglio, non l’angolo oscuro della casa, non il comodino, no, no, la sala…
A parte che uno, già quando apre la porta ed entra in casa, la prima cosa che vede è la Vergine Maria, bellissimo… e dice: «Mi si è già aperto il cuore, bene, si comincia bene»; poi, appena il tempo di entrare in casa, togliere il cappotto, girare ed entrare in sala, e cosa vede?
Vede una parete intera (voi direte: «Una parete?!» Sì, una parete intera) tutta dedicata a Dio, tutta dipinta di giallo (proprio un giallo sole, giallo luce, bellissimo), tutta piena di bellissimi fiori, di fiori finti, ma bellissimi (voi dovete vedere che cose, sembrano appena raccolti, ma dei fiori stupendi, con dei colori meravigliosi), rose, orchidee, gigli, girasoli, di tutti i colori, bellissimi; poi c’è un bellissimo Crocefisso in legno, stupendo, al centro; poi c’è la statua del Sacro Cuore, del Cuore Eucaristico di Gesù, che troneggia in alto in mezzo ai fiori, stupendo (hanno fatto l’Intronizzazione del Sacro Cuore di Gesù, quindi tutta la famiglia è sotto l’Impero del Sacro Cuore di Gesù); poi ci sono tante cosine, tantissime cose che richiamano Dio.
Dall’altra parte, poi, vicino alla finestra, c’è un angolo della sala tutto dedicato alla Vergine Maria.
Quando c’è la festa o arriva un ospite alla domenica, loro tirano giù la statua del Sacro Cuore di Gesù, tirano via la statua della Vergine Maria, le mettono a capotavola, su un tavolino, e così, alla domenica, pranzano e mangiano in compagnia di Gesù e della Vergine Maria… bello… bellissimo!
Lì, come fa ad albergare il peccato? Come fa a entrare il male?
Non entra, non può entrare.
In cucina c’è il Santo Volto di Gesù, così, quando mangiano, tutti i giorni, in cucina, tutti sono chiamati a guardare il Santo Volto misericordioso di Gesù.
Allora, è per questo che dobbiamo tutti insegnare ai nostri figli, fin da piccoli, l’amore per la grazia di Dio e il fuggire dal peccato.
“Quindi è che tante persone convertite e purificate son ricadute alla prima tentazione, alla prima occasione in cui rividero l’antico padrone (il mondo): la legge d’altra volta li ha di nuovo soggiogati. Il male ha un’influenza magnetica: lascia dei semi, dei tizzoni che si riaccendono al primo contatto, come il legno che ha di già bruciato; havvi un’antica simpatia che trascina. Gesù ha detto: « Chiunque commette un peccato è schiavo del peccato» (Giov., 8, 34). Gli apparterrà per lungo tempo, anche dopo averne scosse le catene: è la rivincita di Dio contro il peccatore; rigettando il giogo di Dio, si cade sotto quello del demonio”.
Nessuno può smentire queste parole di San Pietro Giuliano Eymard, perché l’esperienza quotidiana ce le confermano. Tutte queste parole sono confermate dalla nostra esperienza quotidiana.
È vero che le persone convertite e purificate, poi, alla prima tentazione, alla prima occasione, ci ricadono dentro; appena vedono l’antico padrone, subito lo vanno a servire… rimangono soggiogati. È vero che il male ha un’influenza magnetica, è verissimo. È vero che, una volta che noi accettiamo il male nella nostra vita, dentro di noi vengono messi come dei semi, dei tizzoni, che si riaccendono subito, come la carbonella, perché hanno già bruciato.
“È la rivincita di Dio contro il peccatore”.
Hai rigettato il giogo di Dio? Ora sei sotto quello del demonio, e liberarsi dal giogo del demonio non è cosa così semplice.
Vedremo il resto domani.
Oggi è il 7, e io mi permetto di chiedervi, oggi, una preghiera particolare nella vostra Santa Messa e nel vostro Rosario, per me, dato che il giorno 9 festeggerò i miei ventun anni di Sacerdozio.
Non vi chiedo i messaggi di auguri. So che sono comunque nel vostro cuore, questi pensieri di auguri, e vi chiedo proprio di non farmeli, perché poi mi ritrovo una quantità infinita di messaggi ed e-mail a cui dover rispondere (perché non posso non rispondere, capite?), quindi diventa veramente complesso e mi richiede tantissimo tempo.
Ecco, vi chiedo proprio la carità di non scrivermi gli auguri; io so che, nel vostro cuore, voi me li vorreste fare.
Io vi chiedo un’altra cosa: in questi giorni 7, 8, e poi 9, certo, in questi tre giorni, una preghiera specialissima, che è quella di offrire queste vostre tre Comunioni (come chiedeva Don Giuseppe Tomaselli), spirituali o sacramentali, e di offrire il vostro Rosario, per questa intenzione. Questo vale di più di tutti gli altri auguri e tutte le belle frasi che possiamo scrivere. Sono bellissime eh, ma quelle sono solo parole; belle, ma restano parole. Invece, la preghiera non è solo parole.
Quindi, se tanti elevano questa preghiera al Signore, sicuramente il Signore concederà tutto ciò che di più bello, di più giusto e di più utile c’è da concedere a un Sacerdote.
Ognuno di voi chieda ciò che il cuore gli suggerisce; non ho una richiesta da fare a voi, tutti insieme, no, perché ciascuno di noi ha la sua sensibilità; quindi, ognuno chieda quello che gli sembra più opportuno, più bello chiedere ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria.
Io sono sicuro che quel giorno, il giorno 9 di giugno, sarà un giorno particolarissimo, ricco di tanta grazia e di tante benedizioni, e lo vorrei proprio trascorrere nel silenzio, nel raccoglimento e nella preghiera.
Farò, ovviamente, la mia meditazione quotidiana, ci mancherebbe, ma lo vorrei proprio trascorrere così, ecco, per questo vi chiedo di non mandarmi messaggi, in modo tale che io non venga distratto da niente e mi possa concentrare proprio su questo.
Voi affidate i vostri messaggi di auguri all’Angelo custode, poi ci penserà lui, che vale molto di più e funziona molto meglio di tutti i nostri WhatsApp, messaggi, e-mail e quant’altro.
Vi chiedo proprio di farmi questa carità e di festeggiare con me questa grazia (se ci arrivo, perché magari muoio prima, se sono ancora vivo) il 9 giugno, di festeggiare questo ventunesimo anniversario in modo cristiano, in modo soprannaturale, secondo una visione diversa.
Vi auguro una santa giornata e vi ringrazio, ringrazio tutti coloro che vorranno corrispondere a questa mia richiesta.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen.
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
VANGELO (Mt 5, 13-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».