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“Comunione spirituale e comunione psichica” da “Vita comune” di D. Bonhoeffer. Parte 37

Comunione spirituale e comunione psichica

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Comunione spirituale e comunione psichica” tratta dal testo “Vita comune” di Dietrich Bonhoeffer.
Lunedì 20 febbraio 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mc 9, 14-29)

In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro.
E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono.
Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!».
Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi.
Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 20 febbraio 2023. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo nono del Vangelo di San Marco, versetti 14-29.

In questi giorni noi stiamo proprio parlando della preghiera: della bellissima preghiera dell’Ufficio Divino. Sono molto contento che molti mi abbiano scritto dicendomi che adesso inizieranno a pregare l’Ufficio Divino con costanza e impegno, che hanno scaricato l’app per pregare. Diversi mi hanno scritto per la Sacra Scrittura, per trovare la versione migliore della Sacra Scrittura.

Adesso stiamo vedendo il bellissimo capitolo sulla solitudine che il teologo Bonhoeffer ci sta mostrando: ci sta facendo tanto riflettere su quanto sia importante la solitudine che dobbiamo custodire e che deve essere abitata dalla preghiera. Abbiamo visto la bellezza della preghiera del mattino, della preghiera del mezzogiorno, della preghiera della sera: Bonhoeffer ha scritto pagine bellissime su tutto questo.

In questo Vangelo Gesù dice: “Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera”. Che cosa significa? 

Significa che i discepoli pregavano poco e, anche se erano con Gesù che pregava di notte, evidentemente la preghiera che loro facevano era ancora una preghiera inefficace, ancora immatura.

 Quindi è importante che ci impegniamo per avere una vita di preghiera: non ci sono solo la vita sportiva, la vita di studio, di lavoro. Ci deve essere una vita di preghiera! È importantissimo! E, lo ripeto, è bello per me leggere di questo vostro impegno così generoso, così dedicato al Signore. La capacità di grandi sacrifici che state dimostrando pur di dare spazio alla meditazione personale, alla preghiera, all’ascolto della Parola di Dio, della Voce di Dio presente nel Tabernacolo; insomma tutto quello che stiamo dicendo sulla importanza della meditazione, della preghiera, dei Salmi. Abbiamo visto il Salterio di Gesù e di Maria a ottobre dell’anno scorso, un mese intero bellissimo, non perché l’abbia predicato io, ma perché abbiamo letto il testo del Beato Alano; abbiamo letto di san Domenico con tutte le varie apparizioni di Maria e Gesù; abbiamo letto dell’importanza del Salterio di Maria e Gesù, il Santo Rosario. Quindi il Vangelo di oggi ci intercetta profondamente e ci dice che siamo immersi in una lotta, in una lotta costante contro il demonio, lotta che Gesù ha intrapreso e vissuto per primo e i suoi discepoli non sono riusciti sempre e subito a portare a termine la vittoria, la liberazione. 

Allora, continuiamo la nostra lettura del libro di Bonhoeffer, Vita Comune.

Non occorre che troviamo pensieri originali nella meditazione personale. E una preoccupazione che spesso non fa che distrarci, e che soddisfa sola la nostra vanità. Basta e avanza, se la Parola entra profondamente e prende dimora in noi, così come l’abbiamo letta e capita. 

Con semplicità, senza pensare di dover fare chissà quale riflessione mistica: ascolta la Parola di Dio davanti a Gesù Sacramentato, sii disponibile, lascialo entrare, lasciati abitare, lascia che Gesù Eucarestia ti guardi e ti nutra è sufficiente!

Maria «rifletteva in cuor suo» sulle parole dei pastori; anche a noi spesso capita di riflettere a lungo sulla parola di una persona, che ci rimane dentro, che viene elaborata, tenendoci occupati, suscitando in noi inquietudine o felicità, senza che possiamo farci niente; allo stesso modo nella meditazione personale la Parola di Dio vuol entrare in noi e restarvi, vuol muoverci, lavorare, operare in noi, fare in modo che non ce ne liberiamo più per tutto il giorno, ed essa porterà a termine poi la sua opera in noi, spesso senza che ce ne rendiamo conto.

La Parola di Dio opera; basta avere fede, basta avere disponibilità, basta lasciar fare!

Soprattutto non è necessario che la meditazione personale ci porti esperienze inattese e fuori del comune. 

Questo è importantissimo! Attenti a cadere in certe forme di preghiera, in certe forme un po’ folkloristiche! Non entro nel dettaglio perché, poi, sapete, non tutti hanno la capacità di mettere in discussione se stessi, è un dono, quindi, se si toccano certi argomenti, qualcuno reagisce subito mettendosi sulla difensiva come se la nostra identità fosse legata a una forma di preghiera piuttosto che a un’altra. Noi siamo molto portati a identificarci subito con quello che facciamo, così, se non lo facciamo più, poi crolliamo e questa è un’assurdità. 

Comunque ci sono delle forme che cercano esperienze, sensazioni, effetti, effetti un po’ psichedelici e noi siamo un po’ lì a guardare e non si capisce se si vada lì per guardare o per pregare, mah!

Bonhoeffer dice che noi non dobbiamo cercare tutto questo: non deve essere questo a interessarci; a Nazareth la Vergine Maria pregava in ben altra maniera!

Questo può anche capitare, ma se non succede, non è segno di tempo speso a vuoto. Non solo all’inizio, ma ripetutamente nel corso del tempo, possiamo sentire in noi una grande aridità interiore e indifferenza, una certa svogliatezza, addirittura una inettitudine per questa meditazione personale. 

Si può sentire addirittura questo: aridità, indifferenza, svogliatezza, incapacità.

Non dobbiamo lasciarci condizionare da simili esperienze, e soprattutto non dobbiamo lasciarci distogliere dall’affrontare la meditazione personale, proprio in momenti come questi, con grande pazienza e fedeltà. 

Quando ci vengono questi momenti un po’ pesanti, noi dobbiamo andare oltre: “Adesso vado a pregare! Ma non ho voglia”. Ecco, appunto! Forse è un motivo in più per doverlo fare. Anche Santa Teresa d’Avila dice esattamente le stesse cose.

Non è bene quindi prendere troppo sul serio le molte cattive prove che diamo di noi stessi nella meditazione. 

Qualunque cosa ci sia in noi, andiamo a pregare!

Potrebbe trattarsi di un camuffamento devoto della nostra vecchia vanità e delle nostre indebite pretese nei confronti di Dio, come se avessimo il diritto di attenderci esperienze che siano per noi solo fonte di edificazione e di soddisfazione, come se l’esperienza della povertà interiore non fosse degna di noi. 

E invece sì: fare esperienza della nostra povertà è molto importante e molto educativo.

Ma un atteggiamento del genere non ci porta lontano. L’impazienza e l’autoaccusa non fanno che alimentare la nostra presunzione e contribuiscono a imprigionarci sempre più nella rete dell’introspezione. Ma nella meditazione personale, così come nella vita cristiana in genere, non c’è alcun tempo riservato alla introspezione (adesso lo capiamo bene: attenzione!). Solo la Parola è l’oggetto che deve attirare la nostra attenzione, e tutto deve essere rimesso alla sua efficacia. Non potrebbe darsi che Dio stesso ci faccia sentire i momenti di aridità e di vuoto, in modo che torniamo a rimetterci totalmente alla sua Parola?

«Cercate Dio, non la vostra gioia»: questa è la regola fondamentale della meditazione. Se cerchi solo Dio, riceverai anche gioia: questa è la promessa di ogni meditazione.

Questa osservazione sull’introspezione è molto importante perché, quando io vado a fare meditazione, quando vado a pregare, non vado a fare una seduta psicanalitica. Questo è molto importante! E, soprattutto, non devo pregare per cercare la gioia: anche questo è molto importante! 

Qual è la ragione, qual è l’oggetto della mia preghiera? È l’introspezione, il guardarmi dentro? Potremmo dire: “La preghiera è l’esame di coscienza?” No! L’oggetto della mia preghiera non è, per esempio, l’esame di coscienza; non è, per esempio, l’introspezione, ma è la Parola di Dio, è Gesù Eucarestia. Non sono io! Quindi, se io mi avvicino alla preghiera per cercare qualcosa di diverso dalla parola Dio e dall’Eucarestia, sto sbagliando. Rischio di perdere l’uno e l’altro. 

E Bonhoeffer fa una riflessione interessante: non potrebbe essere che Dio ci sta facendo sentire i momenti di aridità e di vuoto per richiamarci a distoglierci da noi stessi per ri-centrarci su di Lui? Certo che potrebbe essere e sarebbe un’ottima pedagogia!

Nella preghiera noi dobbiamo staccarci da noi stessi: non cercare il nostro gusto, il nostro piacere, il nostro tornaconto, no! Noi dovremmo cercare solo Dio! Se tu cerchi Dio e non la tua gioia, allora riceverai Dio e anche la gioia; se tu cerchi la gioia, rischi di non trovare né la gioia né Dio, perché, ripeto, l’oggetto della preghiera è Dio, non sono io!

Prima che qualcuno fraintenda: vuol dire che allora non debba più fare l’esame di coscienza o che, nella preghiera, io non debba più riflettere su me stesso? No! Uno degli effetti del metter Gesù al centro sarà anche l’esame di coscienza, sarà anche l’introspezione, ma sarà uno degli effetti, non l’oggetto, non la ragione, non il motivo principale: capite la differenza? Al centro c’è Dio; poi, se tu metti al centro Lui, è chiaro che ci saranno l’esame di coscienza, la riflessione su di sé ci saranno tante cose, ma questo successivamente. 

La riflessione sulla Scrittura porta a pregare. 

Nel momento in cui io mi metto a meditare la Parola di Dio, nel momento in cui mi metto davanti a Gesù Eucarestia, io già sento interiormente che devo iniziare a pregare: già questa è una preghiera!

Già si è detto che il cammino più sicuro per giungere a pregare è quello che si percorre facendosi guidare dalla Scrittura a pregare in base ad essa. In tal modo si evita il vuoto che domina in noi stessi. Allora pregare non significa altro che essere disponibili ad applicare a se stessi la Parola, sia per quanto riguarda la nostra personale condizione, sia per i nostri specifici compiti, sia in rapporto alle nostre decisioni, ai peccati e alle tentazioni in cui incorriamo.

Quindi mettiamoci in questa prospettiva!

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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