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La vera riforma

S. Francesco e Lutero

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: «La vera riforma »
Mercoledì 3 maggio 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 14, 6-14)

In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 3 maggio 2023. Festeggiamo quest’oggi i Santi Filippo e Giacomo apostoli.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo quattordicesimo di San Giovanni, versetti 6-14.

“Io sono la via, la verità e la vita” 

Leggiamo che cosa scrivono a commento di questo passo Ruperto di Deutz e anche L’Imitazione di Cristo. Ruperto di Deutz scrive:

Poiché nessuno cammina rettamente se non credendo in me.

Quindi Gesù dice “Io sono la via” allora Ruperto commenta: “nessuno cammina in modo retto se non crede in me”.

E poiché nessuno è veritiero se non confidando in me, sono la verità. E poiché nessuno vive se non avendo me, sono la vita. Inoltre nessuno ha il padre, se non colui che ha me. Nessuno vede il padre, se non colui che vede me.

Quindi potremmo dire che Gesù si presenta a noi come “il tutto”. Lui si presenta come LA vita, non ce n’è un’altra: c’è Lui. La nostra vita è Gesù: è l’unica vita possibile. Noi viviamo nella misura in cui abbiamo Gesù. 

“Io sono la verità”: Se noi vogliamo essere persone vere dobbiamo confidare in Gesù, e se vogliamo camminare rettamente dobbiamo credere in Gesù. Tutto questo cosa ci insegna? Tutto questo ci mette in guardia da un’illusione: che riformare la parte esterna della nostra vita, potremmo dire le strutture, — ognuno di noi ha delle strutture nella sua vita — voglia dire riformare l’esistenza. E invece non è così. Le strutture della nostra vita, quindi tutti gli aspetti pratici, tutti gli aspetti esteriori, tutti gli aspetti comunemente condivisibili e apprezzabili, noi li riformiamo nella misura in cui c’è una centratura interiore su Gesù. Noi all’esterno possiamo apprezzare un cambiamento reale, costante di vita, quando all’interno Gesù è la nostra via, Gesù è la nostra verità, Gesù è la nostra vita. Diversamente sono solo cambi apparenti, sono solo riforme apparenti.

Che differenza c’è tra Lutero e San Carlo Borromeo, per esempio, o tra Lutero e Santa Teresa di Gesù? Tutti volevano riformare la Chiesa. Lutero voleva riformare la Chiesa; Santa Teresa di Gesù e San Carlo Borromeo volevano riformare la Chiesa, ma Lutero si illuse di riformarla partendo dagli altri, partendo dalle strutture. San Carlo Borromeo e Santa Teresa, per fare due esempi, hanno realmente riformato la Chiesa, partendo da loro stessi e dall’interno.

La riforma di San Carlo, di Santa Teresa e di ogni Santo è innanzitutto una riforma ad intra, è innanzitutto una riforma spirituale. La riforma tentata da Lutero, non riuscita perché poi ha provocato lo scisma — quindi non solo non è riuscita, ma ha provocato quello che ha provocato — fu invece una riforma che puntava sugli altri, che guardava gli altri e le strutture esterne.

San Francesco d’Assisi — che tutti conosciamo, forse più di Santa Teresa e di San Carlo Borromeo, San Francesco lo conoscono proprio tutti — ha riformato la Chiesa? Assolutamente sì! Una riforma radicale della Chiesa; questa riforma è partita da sé stesso. Gesù è stato per lui “la via, la verità e la vita”. Quando San Francesco ha “Cristo-centrato” la sua vita, ecco che — senza internet, senza pubblicità, senza idee geniali di non so quale tipo — immediatamente hanno cominciato a fiorire attorno a lui le vocazioni, maschili e poi anche femminili, con Santa Chiara. Immediatamente è diventato un concorso di popolo, e la Chiesa si è trovata santamente riformata.

La cosa interessante è che San Francesco, il grande santo, non ha mai avvertito il bisogno di giudicare il male oggettivo che vedeva, e lo vedeva, perché San Francesco non era assolutamente stupido! Si rendeva molto conto, si rendeva veramente conto, anzi forse sicuramente più di noi, di tutti gli altri che aveva intorno, del male del suo tempo e anche di tutto ciò che non andava nella Chiesa in quel periodo. Ma Francesco, a differenza degli eretici del suo tempo, non ha mai puntato il dito contro nessuno. Avrebbe potuto farlo: chi più di Francesco poteva parlare, per esempio, di povertà? Chi più di Francesco, poteva parlare di nudità, di spoliazione interiore? Chi più di Francesco, poteva parlare di umiltà? Eppure, non troverete, non troveremo in lui mai un’espressione di giudizio, di condanna negativa contro nessuno. Se c’è un giudizio negativo è contro sé stesso, sempre! Mai contro gli altri! Anche qualora fossero i peggiori peccatori. Anzi, lui va dal Papa, pensate, per chiedergli il permesso e la benedizione di vivere il Vangelo. Lui voleva la benedizione del Papa per vivere il Vangelo insieme ai suoi amici. Pensate un po’!

Iniziamo proprio in questo mese di maggio questa Santa Riforma Spirituale della nostra vita. Il male c’è sempre stato, c’è e ci sarà attorno a noi, ma noi non siamo chiamati a concentrare la nostra attenzione sul male, soprattutto sul male degli altri. Noi siamo chiamati a concentrare la nostra attenzione su tutto ciò che in noi ci separa da “Gesù via” da “Gesù verità” e da “Gesù vita”. Questo è il nostro compito, questo è quello che Gesù si attende da noi. 

Sì, ci sarebbero tante cose belle da dire, ma il tempo non ce lo consente. Queste mi sembrano veramente importanti, perché credo che sia un po’ sempre presente la tentazione di cercare, di vedere, di stigmatizzare il male negli altri e poi il nostro non sappiamo neanche dov’è. Oppure di voler riformare le strutture, illudendoci così che riformiamo anche l’interno. E invece no! L’esterno non si riforma se non riformiamo l’interno nostro, il nostro rapporto interiore con Gesù. Bisogna sempre partire da lì.

E, vi dicevo, ne L’Imitazione di Cristo è scritto:

Senza la via non si può viaggiare; senza la verità non si può conoscere; senza la vita non si può vivere. Sono Io la via che tu devi seguire; la verità a cui devi credere; la vita in cui devi sperare. Io sono la via sempre sicura, la verità infallibile, la vita eterna. La via più diretta, la verità più alta, la vita vera, felice e increata.

Ecco quindi oggi potremmo proprio concentrarci su questo aspetto e vedere quanto noi siamo centrati su Gesù.

Volevo leggervi anche un passo a commento di questo versetto:

“… chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi …”

C’è un passo molto bello, una parte di un sermone di Isacco della Stella, che ad un certo punto dice così:

Compiere grandi opere è in qualche modo assai esteriore, compiuto dal di fuori. E può essere comune ai figli e a quelli che non lo sono; a quelli che lo sono in apparenza, e a quelli che lo sono in verità. Di tali opere anche Giuda ne ha compiute con gli altri apostoli. E nel giudizio molti diranno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome?” (Matteo 7, 22). Pur tuttavia, essi sentiranno la severa risposta: “ Non vi conosco, allontanatevi da me, operatori di iniquità. (Matteo 7, 23). Per quanto grandi siano i poteri ricevuti, quale utilità vi è a cacciare il demonio dagli altri per mezzo della grazia dell’esorcismo, quando a causa dell’orgoglio, dell’invidia, della collera, della tristezza, della pigrizia, dell’avarizia della golosità, della lussuria, si ha un demone abitante in noi o anche si è pieni di molteplici demoni a seguito di molteplici vizi? Tu che fai la lezione agli altri, falla dunque a te stesso.

Parole sante! Parole sante! Soprattutto chi è chiamato a predicare, credo che debba sempre tenere davanti agli occhi queste parole di Isacco della Stella.

Vedete, ancora una volta, dobbiamo guardare l’interno, la nostra spiritualità, il nostro cammino di fede. Possiamo avere tutti i carismi del mondo, possiamo avere anche il potere di fare miracoli, di fare esorcismi, di profetare, il carisma della profezia, però… Isacco della Stella ci dice: “Sì, ma se sei pieno di vizi, se sei pieno di demoni, a chi giova?” Cosa serve cacciare il diavolo degli altri se poi dopo tu sei schiavo suo? “Tu che fai la lezione agli altri, falla dunque a te stesso”.

Per questo dobbiamo sempre pregare per i sacerdoti, per esempio. Perché noi sacerdoti dobbiamo sempre avere presente che quando predichiamo alle persone, innanzitutto dobbiamo predicare a noi stessi. Essere coscienti che ciò che diciamo agli altri deve essere “vita” per noi, deve essere un imperativo anche per noi, soprattutto per noi! È facile mettersi a parlare per un’ora agli altri e poi la nostra vita…

Ogni tanto, quando faccio una bella meditazione, una bella omelia, ,  mi viene in mente questo pensiero. Dico a me stesso: gli altri ascoltano, sei alla Messa, celebri la Santa Messa e predichi, pensa poi se quelle persone dovessero vederti interiormente, dovessero vedere come tu vivi il tuo rapporto con Gesù; come e quanto tu sei cristiano. Pensa se potessero vedere nella tua anima. Rimarrebbero edificate, perché direbbero: «Parla dall’abbondanza del cuore, parla dall’abbondanza della vita»? Oppure rimarrebbero scandalizzate per la scissione che c’è tra le parole e l’anima?

E conclude Isacco della Stella così:

ma per potere questo, perché il potente sugli altri sia forte su se stesso, — bellissima questa espressione! — è indispensabile l’aiuto del cielo e che Dio sia tutto in tutti, fonte inesauribile di carità, di virtù e di verità.

Quindi questa forza che dobbiamo avere su noi stessi, abbiamo bisogno di chiederla nella preghiera. Ecco allora domandiamo quest’oggi al Signore, attraverso la Vergine Maria, la grazia grande di una riforma profonda di noi stessi e di un’armonia tra ciò che diciamo e ciò che diciamo e ciò che siamo.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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