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Pazzi di Amore – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.16

L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati - San Manuel Gonzales Garcia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Pazzi di Amore – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.16
Venerdì 5 aprile 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 21 1-14)

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 5 aprile 2024. Oggi festeggiamo San Vincenzo Ferrer, sacerdote.

Oggi è il primo venerdì del mese di aprile. Siamo nell’Ottava di Pasqua, stiamo facendo la novena della Divina Misericordia, che concluderemo domani, in preparazione alla solennità di domenica e oggi è il giorno del Sacro Cuore di Gesù; quindi, raccomando la pratica dei Primi Nove venerdì del mese, richiesta da Gesù a santa Margherita Maria Alacoque. Consiglio sempre di mettere un’intenzione all’inizio di ogni ciclo — è un mio consiglio personale, non è stato detto da Gesù, assolutamente — perché la speranza è che, quando si finisce un ciclo, se ne inizia un altro, e così per tutta la vita, perché sappiamo che al Signore fa piacere, quindi perché non farlo? E allora, appunto, il mio consiglio è di mettere sempre un’intenzione all’inizio di ogni ciclo, perché è bello vivere questi cicli — i Primi Sei giovedì, i Primi Nove venerdì, i Primi Cinque sabati — con un’intenzione particolare, ben precisa.

 Oggi ricordo anche che facciamo memoria della comparsa delle stigmate a santa Veronica Giuliani; accade proprio il cinque di aprile. 

Vi ricordo anche che siamo al terzo venerdì dei Quindici venerdì del Sacro Cuore, di don Giuseppe Tomaselli. Ormai abbiamo imparato a fare anche questa bella pratica dei quindici venerdì che ho già spiegato — non i primi quindici venerdì, ma quindici venerdì consecutivi — oggi siamo al terzo venerdì, e quello di oggi è il venerdì nel quale si riparano le bestemmie.

Lo sapete già, perché è già apparso (i collaboratori sono più bravi di me) su Telegram, su Facebook, sia il fatto che siamo nella novena a santa Gemma Galgani, sia che siamo nella novena alla Vergine della Rivelazione; un’altra grande, bellissima, apparizione. Quando ero a Roma, sono andato a vedere il luogo della Vergine della Rivelazione, veramente molto, molto bello. 

Circa le ricorrenze penso di avervi detto tutto.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo ventunesimo di San Giovanni, versetti 1-14, un Vangelo bellissimo.

Io sono anche un po’ emozionato, devo dire la verità. A leggere questo Vangelo, la mia mente corre già a domenica. Perché so già che sarà una giornata bellissima, perché ci sarete voi — qualcuno lo conosco, ma lo conosco nel senso che ogni anno vi vedo, vedendoci una volta all’anno un po’ ci si conosce, visto che è da un po’ di anni che lo facciamo — ci sarete voi, che siete persone che amate veramente il Signore, che avete una bella devozione, una devozione calda, una devozione discreta. Di questo devo proprio farvi i complimenti, perché tutte le volte che ci siamo ritrovati, ho sempre visto delle persone molto discrete, molto composte, molto educate, anche molto riservate, che stanno al loro posto. 

Ricordo l’anno scorso a Rosa Mistica, con la chiesa stracolma di persone, se si fossero chiusi gli occhi, sarebbe sembrato di essere da soli. Avete avuto la capacità di fare un silenzio incredibile; tutte quelle persone in chiesa, poi nella parte più alta — sapete il lato lì, a destra della chiesa, in alto — anche lì stracolma di persone. Insomma, un ordine, un decoro, una nobiltà nella semplicità, bellissima. Sembrava proprio di respirare aria di Paradiso, sia perché il luogo lo consente e lo facilita, ma sia perché, quando si è in mezzo a persone così raccolte, così devote, così silenziose, così discrete, ti fa proprio sentire di essere a casa. E sono sicuro che anche quest’anno sarà così, è sempre stato così, ogni anno è stato così, sempre. Ogni volta che ci siamo visti, è stato così.

Ricordo anche quando, durante la mia permanenza a Roma, abbiamo fatto un incontro al pomeriggio nel giorno dell’Immacolata Concezione; è stato molto più fugace, molto più veloce. Diversi di voi son venuti, non tanti come a Rosa Mistica, ma comunque c’era un bel gruppo di persone. Si sperava che fosse bel tempo, invece ha piovuto, però il Signore ci ha lasciato un po’ di tempo per stare insieme. Siamo stati su quel belvedere, al Gianicolo e, anche se il tempo era un po’ brutto, c’era un bel panorama. Anche lì è stato un pomeriggio molto bello, molto discreto, un pomeriggio dell’Immacolata, una cosa semplice; non abbiamo avuto la Messa, ma abbiamo avuto semplicemente uno stare insieme; se vi ricordate, c’era un altro sacerdote che è venuto, è stato un momento molto bello, caratterizzato sempre dalla semplicità.

Un po’ come il Vangelo di oggi che abbiamo ascoltato: la semplicità dell’andare a pescare, la semplicità del riconoscere Gesù senza dire: “Sei Gesù?”, ma lo sapevano dentro, capite? Quando c’è il Signore, lo si riconosce dentro, lo si sente dentro che c’è il Signore; si capisce dove c’è il Signore. E che cosa fanno? Prendono del pane, prendono del pesce, del pescato del momento (del pescato un po’ speciale, perché era un pescato miracoloso…), pane e pesce arrostito al fuoco. E poi? E poi stanno insieme lì, in riva al mare: ma pensate che bello! Pensate che bello: in riva al mare, insieme a Gesù, è mattina (era l’alba), fanno colazione insieme. Immaginatevi che silenzio, il mare placido, il rumoreggiare delle onde, delle ondine piccoline; loro che tornano e Gesù che gli dice: “Andate, gettate dall’altra parte”. E quindi fanno colazione con Gesù; ma vi immaginate a fare colazione con Gesù? Una colazione un po’ speciale, perché pane e pesce arrostito a colazione non è proprio il massimo, però per dei pescatori ci sta. E poi stanno insieme, stanno lì… pane e pesce arrostito al fuoco. Poi c’è Pietro, che arriva prima degli altri; chissà cosa si saranno detti Pietro e Gesù. Pietro che arriva a nuoto, tutto affannato, col fiatone, perché sa che c’è Gesù e quindi si è tuffato, subito è andato, ha corso, ha nuotato, e intanto che gli altri arrivavano, cosa si saranno detti Pietro e Gesù? Bah, chissà cosa si saranno detti. E poi questo pesce che mangiano insieme…

E io non posso non pensare a Rosa Mistica, quando eravamo lì, sul monte… Io lo chiamo il monte, ma è una piccola collinetta, però, quando si è contenti, tutto sembra più grande. Come quando si è bambini, che tutto sembra enorme e poi, quando si è grandi, si ridanno le proporzioni giuste. E anche lì, eravamo sulla nostra collina, quella giornata bellissima di sole — una giornata stupenda, l’anno scorso — che dirvi? Tanta semplicità, eppure tanta bellezza, tanta cristianità, tanta umanità, tanto stare insieme con gioia, nella pace, tanta felicità. E poi quella Santa Messa, che dà quell’impronta fondamentale a tutta la giornata della Divina Misericordia.

E poi, quando andremo, per ottenere l’indulgenza plenaria faremo insieme la pratica di recitare davanti al Tabernacolo una formula alla Divina Misericordia — non reciteremo una coroncina, ne reciteremo anche più di una, probabilmente — e questo è bello. 

Vedete, l’esperienza di Gesù è possibile riviverla continuamente; basta mettere Gesù al centro, che è quello che stiamo facendo leggendo questo testo di san Manuel González. 

Siamo arrivati a questo nuovo titolino del testo di questa conferenza che vi sto leggendo io — che voi non avete — che si chiama: “In marcia!”

Ieri abbiamo letto la parte subito prima che diceva:

Io credo che se questo Parroco ha sangue cristiano nelle sue vene, non ha altra soluzione che andare al Tabernacolo saziarsi di pianto, raccontando le sue desolazioni al suo Compagno di abbandono: al Gesù Cristo solo e disprezzato, e ripetere questa faccenda una e molte volte, e io vi assicuro, signori, che è una minaccia terribile per un popolo empio, un Parroco che piange davanti a un Tabernacolo solitario.

Portate con voi qualcuno, domenica. Se siete dubbiosi, se avete paura di non so che cosa, vincete la paura. Il nostro nemico fa di tutto per tenerci lontano da esperienze come questa; non dico da questa in particolare, perché non ho certo la pretesa di pensare che sia “l’evento degli eventi”, no no, assolutamente, come vi ho detto è una cosa molto semplice, è un essere in riva al mare di Tiberiade, con un po’ di pesce e un po’ di pane. Ma da esperienze così, similari, il nemico, l’avversario, l’accusatore ha tutto l’interesse di tenerci lontani. E noi dobbiamo vincere queste paure: “Ma come faccio? Mi devo svegliare presto, ma non so come arrivare”. Fatti vivo, fallo presente. “Eh, ma devo andare da solo”; ma non sei solo, il tuo Angelo custode è sempre con te; chiedi aiuto, fallo presente, una soluzione si trova sempre, si cerca sempre di trovarla. 

E poi bisogna essere anche un po’ coraggiosi, bisogna muoversi anche un po’ con la propria iniziativa, “aiutati che Dio ti aiuta” dice il detto. Se uno vuole, le soluzioni le trova. E poi: vuoi non trovare un amico con cui fare un viaggio? Ma poi è bello: fai un viaggio d’andata con l’amico, l’amica, fai un viaggio di ritorno con l’amico o l’amica — tipo Emmaus — e torni che hai il cuore che ti salta dal petto, e dici: “Dai, lo rifacciamo ancora?”. Appunto, è questo: in marcia! Ecco, oggi il testo della conferenza comincia così: in marcia! E anche noi certamente dobbiamo metterci in marcia, perché ormai siamo a venerdì, ci siamo, dopodomani mattina saremo lì, a vederci, a salutarci, e a pregare insieme il Signore e la Vergine Maria, e dire: “Grazie, grazie, grazie di questo momento”.

In marcia!

Qui, qui è dove io credo deve cominciare questo parroco per la sua Azione Sociale Cattolica:

Ecco: da dove deve cominciare questo parroco, secondo don Manuel, per la sua azione sociale e cattolica?

guardando molto Cristo

Io non so, ma a me viene la pelle d’oca, a leggere queste parole, ogni volta che le leggo mi viene la pelle d’oca.

e riempiendosi di quello sguardo dolcemente triste che cerca in chi riposare e non lo trova.

Capite? Ma in marcia partendo da dove? Da qua: dal guardare Gesù, dal riempirsi «di quello sguardo dolcemente triste che cerca in chi riposare e non lo trova». Ma voi non volete essere riposo di Gesù? Vogliamo dare a Gesù solo cuscini di pietra, polvere? Noi vogliamo essere il riposo di Gesù? Gesù ha detto a Santa Faustina Kowalska, che il giorno della Divina Misericordia le sue viscere si aprono, si lacerano e, “riversa sul mondo in quel giorno, tutta la potenza della Divina Misericordia, tutta la grazia della Divina Misericordia”. Qualunque peccato può essere cancellato, tolto, assolto, basta essere pentiti. Per Gesù è una gioia immensa perdonare, usare la sua Divina Misericordia; è per questo che è morto, è morto per questo, è morto esattamente per questo: per riempirci col suo perdono, che non è altro che il suo Sangue versato, che è la sua Misericordia. Sentite cosa scrive:

Piangendo, con Cristo che piange.

Oggi è venerdì e queste parole ci si scrivono dentro a fuoco.

Piangendo con Cristo che piange, facendo compagnia a Cristo abbandonato, mettendo il suo cuore molto vicino al Cuore di Cristo, tanto vicino fino a pungersi con le spine che lo coronano, finché passi al suo qualcosa delle amarezze che traboccano da quello stabilendo così un flusso e un reflusso di sofferenze e amore, facendosi lui adoratore, lui amante, vittima per tutta la sua parrocchia…. Questo è il primo passo, associarsi a Cristo, entrare in compagnia sua, innamorarsi di Lui, amarlo con tutta l’anima, e, volete che ve lo dica una volta per tutte?

Sentite, sentite, vi prego, cosa scrive adesso, una cosa incredibile. Sentite:

Impazzire di amore per il cuore di Gesù!

Viva il cuore di Gesù! Oggi è il giorno del cuore di Gesù e dobbiamo tutti gridare con la vita: “Viva il cuore di Gesù! Voglio impazzire d’amore per il cuore di Gesù”; questo dobbiamo dire, questo dobbiamo vivere. Immaginatevi questi sacerdoti, questi vescovi, questi cardinali, che ascoltavano questo sacerdote parlare così. A uno gli manca il fiato; a sentire una cosa del genere, cosa fai, dici: “Adesso esco per le strade e mi attacco al primo Tabernacolo che trovo e non mi muovo più”. Ma ha scritto delle righe che sono incredibili: è un programma di vita. Vi piace questo programma di vita? A me piace tantissimo; io sono convinto che a voi piace più che a me. Quando vi incontrerete domenica, parlate di questo programma di vita, usate la vostra fantasia per mettere insieme questo programma di vita. Usatela, questa fantasia.

E poi ci potremmo ritrovare a luglio, quando faremo il ritiro vocazionale, dove lì proprio potremo veramente mettere totalmente Gesù al centro, perché faremo l’adorazione eucaristica notturna, la chiesa sarà aperta h24; bellissimo! Silenzio davanti al Tabernacolo, che non sarà abbandonato, che non sarà lasciato solo, perché ci saremo noi.

«Impazzire di amore per il cuore di Gesù»: ecco la pratica dei Primi Nove venerdì del mese, ecco la pratica dei Quindici venerdì del mese di don Giuseppe Tomaselli; ecco il senso del portare la medaglia miracolosa al collo. Quando qualcuno vi chiede: “Ma perché porti quella medaglia al collo?” — “Perché l’ha detto la Vergine Maria a Santa Caterina Labouré, che va portata al collo” — “E perché la porti fuori?” — “Ma perché io sono di Gesù e di Maria, voglio dirlo a tutti che io sono di Gesù e di Maria, voglio annunciare a tutti che io sono di Gesù e di Maria, la mia vita appartiene a loro, tutti li devono vedere; quando vedono me, devono vedere la Vergine Maria e Gesù”. E notate: la parte dietro della medaglia che cosa ha? Il cuore di Gesù e di Maria. Quindi, quando voi tenete la medaglia appoggiata al petto, sul vostro cuore batte il cuore di Gesù e di Maria, la medaglia ci ricorda che noi siamo di Gesù e di Maria.

Ma quanto sono belle le pagine di questo santo? Io dovrei andare avanti, ma non ci riesco, credetemi, mi manca il fiato. Pensate che il capitolino dopo si intitola “Pazzie”; oggi non posso, finisco “In marcia”, perché così almeno è finito, però “Pazzie” lo faccio domani, che è il giorno del Cuore Immacolato di Maria, che sarà esattamente il giorno prima del nostro incontrarci (se muoio dall’emozione il giorno prima, fatelo lo stesso, andate ugualmente; tanto, se muoio il giorno prima, il funerale non è quel giorno, quindi voi andate lo stesso e starete là in mio ricordo, direte un’Ave Maria per me. Va bene? Scherzo!).

Poi scrive:

Né più né meno.

E perdonate, signori, il tono di predica che il discorso sta prendendo, benché io non ne sia all’altezza. Io non so parlare, né pensare, né sentire in altro modo e ringrazio Dio e il mio amatissimo Vescovo, perché mi hanno messo nella occasione di parlare chiaramente di queste cose con chi mi capisce e comprende, — sentite che roba, sentite ora che cosa scrive — poiché sono abbastanza stanco di parlare nascondendo o reprimendomi nei confronti di coloro che ricevono con prevenzioni la mia dottrina.

Lui dice che ha avuto la grazia di poter parlare chiaramente, perché è stanco. Domenica, nessuno di noi sarà stanco, nessuno di noi dovrà nascondersi, nessuno di noi dovrà reprimersi, perché nessuno riceverà con prevenzione, con pregiudizio, il nostro amore per Gesù, per il cuore di Gesù e di Maria e per l’Eucarestia, nessuno. Potremo tutti parlare chiaramente esattamente come i discepoli con Gesù in riva al mare, all’alba di quel giorno; che bello!

E allora, ecco il nostro programma di vita: “guardare molto Gesù; riempirci di quello sguardo dolcemente triste che cerca in chi riposare e non lo trova; piangere con Gesù che piange, facendo compagnia a Gesù abbandonato, mettendo il nostro cuore molto vicino al cuore di Gesù, tanto vicino da pungerlo con quelle spine, tanto vicino che quelle amarezze verranno dentro il nostro cuore; adoratori, amanti, vittime”.

Vi dico solo in queste parole che vi ho letto — adoratori, amanti, vittime per gli altri — c’è già in nuce il testo che affronteremo dopo San Manuel. 

Impariamo ad offrirci, ad offrire la nostra vita, tutto quello che facciamo, le sofferenze che sopportiamo, i dolori, le ansietà, le preoccupazioni…

Qualcuno, in questi giorni così frenetici, di preparativi, di cose da fare, mi ha chiamato e mi ha detto: “Sa, padre, io verrò da solo — o da sola — perché la mia famiglia non viene”. Lo capisco, non è facile, ma non sarete soli, perché anche lì ci sarà un’altra famiglia. Essere Chiesa è essere famiglia. Certo, dispiace non poter condividere certe bellezze con le persone a noi più care, è comprensibile; però, questa sofferenza, questa amarezza, questo dispiacere, lo dobbiamo offrire. Imparare ad offrire al Signore, sapendo che poi il Signore ci dona anche altri fratelli — ricordate: “Fratello, sorella e madre è colui che fa la volontà del Padre mio” — incontreremo degli altri fratelli e delle altre sorelle, delle altre madri, ecc. Persone che ci sono prossime per la fede che hanno in Gesù, e che come noi lottano, soffrono, sperano, offrono. Quindi: “Associarsi a Gesù; entrare in sua compagnia, innamorarsi di Lui”, guardate che sono delle parole bellissime!

Quante volte leggo le vostre e-mail, i vostri messaggi, ascolto le vostre chiamate, e sento persone innamorate di Gesù e di Maria, innamorate! “Amarlo con tutta l’anima”, scrive san Manuel. Persone impazzite di amore per il cuore di Gesù e che fanno pazzie — alle volte le fanno — ma queste pazzie le fanno e le capiscono solo coloro che sono pazzi di amore. Solo i veri innamorati sanno comprendere le pazzie di altri innamorati. L’innamorato, per la propria amata, per il proprio amato, fa pazzie. È così, e solo chi è innamorato, chi ha vissuto l’amore, quello vero, sa capire queste pazzie alla san Pietro che si tuffa in mare mezzo nudo per correre da Gesù. (Io poi ho la mia teoria di cosa è successo quando è arrivato in spiaggia, ma questa la dirò solamente a chi verrà a Rosa Mistica. Se qualcuno mi chiederà: “Padre, qual è la sua teoria di san Pietro che arriva alla spiaggia e incontra Gesù da solo? Che cosa è successo, lì?”. Ecco, ve lo dirò, promesso che ve lo dirò, però ve lo dirò solo lì. A chi non verrà, non glielo dirò, ecco!) Io insisto, sapete perché? Insisto, perché io so che questi momenti danno una carica… è un po’ come le balene, che vanno giù negli abissi, poi però, a un certo punto, devono risalire; e quando vengono su, spruzzano, e assorbono, riempiono tutti i loro polmoni di ossigeno, di quell’aria buonissima, dell’aria di mare. Poi possono rimmergersi per un lungo, lunghissimo periodo. E così è per noi, questi momenti sono i momenti nei quali i nostri polmoni si riempiono del respiro di Gesù, del battito del Cuore di Gesù, poi ci possiamo reimmergere, e aspettarci per luglio.

Ecco, poi vi chiederò di fare i missionari: questa è un’altra sorpresa che ci sarà a Rosa Mistica — sono tante le sorprese di Rosa Mistica! — vi chiederò chi sarà disponibile a diventare missionario/missionaria per una cosa precisa, che vi dirò lì, quando ci vedremo.

Va bene, oggi vi ho già portato via trentaquattro minuti, aiuto, non mandatemi accidenti. Vi auguro davvero un bellissimo venerdì e sono sicuro che sarà un venerdì stupendo. Preghiamo perché domenica vada tutto bene e che sia una bellissima giornata. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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