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Offriamo a Gesù il soave profumo del nostro pentimento

Unzione_Betania

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di lunedì 21 marzo 2016, Lunedì della Settimana Santa.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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NOVITA’: I file audio delle omelie da oggi sono più piccoli e possono essere facilmente condivisi con WhatsApp!

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Offriamo a Gesù il soave profumo del nostro pentimento

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

In questo primo giorno della Settimana Santa la liturgia ci chiama a riflettere su questo capitolo 12 del Vangelo di San Giovanni, dove vediamo questo gesto bellissimo di Maria, che versa questo nardo purissimo, profumatissimo e prezioso sui piedi di Gesù, un gesto di grande culto, di grande amore, di grande onore, e ovviamente il traditore, il perfido, il malvagio, che è Giuda Iscariota, in questo gesto vede uno spreco: «Che spreco! Che spreco tutti questi soldi, tutto questo nardo per Gesù!»

Certo, lui Gesù non Lo amava, quindi è uno spreco, capite?

Certo…e con la scusa dei poveri (e da Giuda in avanti la scusa dei poveri sarà sempre la scusa usata per togliere onore e culto a Cristo) dice: «Si poteva prenderlo e darlo ai poveri», ma non, come giustamente dice Giovanni, perché a lui interessasse dei poveri, ma perché, chi mette i poveri (questa fantomatica categoria) prima di Gesù Cristo, è un ladro, è innanzitutto un ladro, perché ruba l’onore e il culto a Dio, non per darli a qualcuno che ne ha bisogno, ma per sé stesso.

Siccome lui nel suo cuore covava già il tradimento, ce l’aveva già dentro, tutto ciò che diceva amore e culto a Gesù a lui dava fastidio. Certo, perché era un traditore!

A chi è traditore dà fastidio vedere che qualcuno abbia un amore per colui che sta per tradire, gli rimorde dentro l’anima. Infatti, se voi andate a prendere il capitolo 26, versetto 14, del Vangelo di San Matteo, dove si tratta della stessa situazione, voi vedete che lì l’Evangelista, proprio nei versetti successivi a questo brano che abbiamo letto, scrive che Giuda, allora, uscì e andò a vendere Gesù dagli scribi. Andò e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve Lo consegni?»

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, nel cuore di Giuda, è stato questo gesto di amore e di culto a Gesù, questo è stato il punto di non ritorno per Giuda, che lo ha mosso definitivamente al tradimento. C’è scritto nel Vangelo: capitolo 26, versetto 14, di Matteo.

L’atto d’amore, l’atto di culto, nel cuore dell’empio, del malvagio, del traditore, muove l’odio omicida.

Certo, perché il demonio non può reggere all’amore verso Dio, e con la scusa falsa dei poveri lui si maschera il vero sentimento diabolico, che porta nel cuore.

Allora noi cosa possiamo fare in questa Settimana Santa, per versare anche noi il nardo prezioso sui piedi di Gesù?

Io credo che la cosa più bella che possiamo fare sia una santa confessione.

Io in questi giorni non parlo di altro, nelle omelie che faccio parlo solo di questo, di una santa confessione, perché credo che non ci sia modo più grande (ma lo dice Gesù stesso a Santa Faustina Kowalska, non è una mia scoperta) per esaltare la Sua Misericordia, che andarsi a confessare e andare ad adorare Gesù nella Santissima Eucarestia, quelli sono i due Troni della Misericordia, il tabernacolo e il confessionale.

Allora, noi vogliamo non vanificate il Sangue di Cristo in questa Passione?

Bene, andiamo a fare una santa confessione, però, badate, una santa confessione, non una confessione.

Allora, volevo leggervi un testo poco conosciuto, di Santa Teresa d’Avila, la quale ebbe una visione e ricevette da Gesù stesso un monito urgente da diffondere ai fedeli.

Ed ecco cosa scrive Santa Teresa: “Ed ecco, ad un tratto, spalancarsi innanzi agli occhi miei una voragine profondissima, tutta ripiena di fuoco e di fiamme, e laggiù cadere abbondantissime, come la neve d’inverno, le povere anime”.

Spaventata, Santa Teresa alza gli occhi al cielo e dice: «Mio Dio, mio Dio! Che cosa vedo mai? Chi sono tutte quelle anime che vanno perdute? Saranno certamente anime di poveri infedeli…»

«No, Teresa», rispose Gesù, «No. Sappi: quelle anime che vedi in questo momento andare all’inferno per mia permissione, sono tutte anime di cristiani come te».

Teresa, ancora più stupita, intervenne: «Ma saranno anime di gente che non credevano, che non praticavano la religione, che non frequentavano i Sacramenti…» «No, Teresa, no! Sappi che sono anime di cristiani battezzati come te, che come te credevano e come te praticavano».

«Ma allora non si saranno confessati mai, neppure in punto di morte».

«No, Teresa, sono anime che si confessavano e si sono confessate anche in punto di morte», disse Gesù.

«Come, o mio Dio, vanno dannate?»

Rispose Gesù: «Vanno dannate perché si confessano male! Va’, o Teresa, racconta a tutti questa visione e scongiura Vescovi e Sacerdoti di non stancarsi mai di predicare sul rischio delle confessioni mal fatte, onde i miei cari cristiani non abbiano a convertire la medicina in veleno e servirsi in male di questo sacramento, che è il sacramento della misericordia e del perdono».

La Santa volle in seguito precisare che per “confessioni mal fatte” non si intendono solo quelle costellate da omissioni volontarie (cioè tacere i peccati, perché se noi facciamo i peccati volontariamente in confessionale, soprattutto quelli impuri, che sono quelli che ci danno più fastidio, commettiamo peccato mortale, facciamo un sacrilegio e tutte le confessioni sono invalide da lì in avanti, fino a quando non riconfessiamo quel peccato, dicendo di averlo nascosto), ma anche quelle fatte con poca fede (ecco le confessioni mal fatte), nessuna intenzione di cambiare vita (nessun proposito di cambiare, andiamo là solamente per dire qualcosa e basta) o, perlomeno, cambiare quei piccoli aspetti del carattere che andrebbero modificati. A questi si potrebbero aggiungere i pensieri che falsamente inducono a farci credere santi, come se non peccassimo mai o come se lo facessimo sempre e solo venialmente. In questo caso la Confessione si tramuta, come dice espressamente Gesù, da medicina a veleno per l’anima.

Quante volte in confessionale si sente dire: «Io di peccati, non ne faccio».

«Quanto tempo è che non si confessa?»

«Sei mesi, ma io non faccio peccati. Che peccati vuole che faccia? Sono sempre in casa».

Sembra alle volte di ascoltare delle confessioni di gente più Santa della Madonna!

Cosa vuol dire “sono sempre in casa e non faccio peccati”?

Perché, per fare i peccati devo andare in strada a viaggiare? Cosa vuol dire?

Perché, se io vado sempre in macchina, faccio i peccati?

Analizziamo bene le nostre confessioni!

Guardiamole bene queste confessioni!

Quando mi vado a confessare, io devo essere veramente pentito, devo dire tutti i peccati e devo fare bene l’esame di coscienza!

L’esame di coscienza non è guardarmi allo specchio, l’esame di coscienza è prendere la Scrittura, meditare il Vangelo, o prendere lo scritto di un Santo e meditarlo, e far emergere il peccato che abbiamo dentro, perché magari neanche ce ne accorgiamo di certe cose che ci portiamo addosso da anni, magari sepolte da quando eravamo bambini o nell’infanzia.

Prendete le due bellissime omelie del Santo Curato d’Ars, Il Giudizio particolare e Il Giudizio universale, due omelie scritte da lui, un santo famosissimo.

Usiamo quelle per prepararci, meditiamo su quei testi così densi, oppure gli scritti di un qualsiasi altro Santo, come ad esempio i Sogni di San Giovanni Bosco sulla confessione, scritti stupendi.

Non possiamo andarci a confessare guardando l’orologio, guardandoci in giro e dicendo: «Su dai, forza, che devo andare via a farmi la pettinatura».

Quando mi vado a confessare non posso avere l’orologio in mano!

Mi vado a confessare per chiedere perdono a Dio e, prima di entrare in confessionale, io devo avere già in testa i propositi da mettere in pratica per riparare i miei peccati.

Questa è la Misericordia di Dio!

La Misericordia di Dio non è dire: «Ma sì, va bene, tutto va bene…»

«La Misericordia di Dio è questa qua», dice Gesù, «che tu faccia una vera, buona, santa confessione e quindi lì Io ti perdono; quindi, lì si esercita la Mia Misericordia e il Mio perdono. Grazie a questa santa confessione, tu ti sentirai profondamente liberato, profondamente risanato».

Ma è anche vero che noi ci confessiamo poco…

Come fai tu a ricordarti i peccati che hai fatto tre mesi fa?

Io non lo so…io ogni tanto penso che forse avrò l’Alzheimer, sarò malato di mente…

Ogni tanto guardo il Signore e dico: «Gesù, a me i doni che hai dato agli altri non li hai dati, perché io non mi ricordo i peccati che ho fatto una settimana fa».

Se io guardo il mio esame di coscienza di una settimana fa, non mi ricordo…ci sono delle volte che lo guardo e dico: «Ma io non mi ricordavo più di avere fatto questo peccato…», perché l’esame di coscienza va fatto tutti i giorni.

Voi guardate l’esame di coscienza dopo sette giorni, guardate l’esame di coscienza che avete fatto sette giorni prima, e vedete se vi ricordate quei peccati…io non li ricordo.

Ripeto, avrò bisogno di prendere l’olio di fegato di merluzzo per la mia memoria, ma non me li ricordo. Invece c’è chi viene e dice: «Io sono quattro mesi che non mi confesso…»

Ma come fai a ricordarti i peccati che hai fatto il 13 di luglio dell’anno scorso?

Come fai a ricordarti i peccati che hai fatto quattro mesi fa?

Dopo è chiaro che andiamo lì e diciamo: «Io di peccati non ne faccio».

Certo, non te li ricordi, ma perché non te li ricordi?

Non te li ricordi per colpa, perché sei stato negligente, perché non hai fatto un vero esame di coscienza, perché non hai coltivato veramente il senso del perdono di Dio, non hai sentito dentro veramente l’amaro del peccato…

Poi dici: «ma sì, vabbè…»

Il “ma sì, vabbè” non ha mai convertito nessuno!

Io vi auguro di fare una Settimana veramente Santa, vi auguro di cuore una Santa Pasqua, un Santo Triduo.

Sapete che il Venerdì Santo inizia la Novena alla Divina Misericordia, i nove giorni di preparazione alla Festa della Divina Misericordia, che si iniziano proprio il Venerdì Santo, primo giorno della Novena.

Io vi auguro proprio che questa settimana sia densa di Gesù e di arrivare a Pasqua, all’inizio del Triduo, con l’anima veramente in grazia di Dio.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Lunedì della Settimana Santa

Prima Lettura

(Is 42,1-7)
Non griderà, non farà udire in piazza la sua voce.

«Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni.
Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità.
Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento».
Così dice il Signore Dio, che crea i cieli e li dispiega, distende la terra con ciò che vi nasce, dà il respiro alla gente che la abita e l’alito a quanti camminano su di essa: «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».

Salmo Responsoriale

(Dal Salmo 26)

Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Il Signore è mia luce e mia salvezza.
Quando mi assalgono i malvagi
per divorarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici,
a inciampare e cadere.
Il Signore è mia luce e mia salvezza.
Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me si scatena una guerra,
anche allora ho fiducia.
Il Signore è mia luce e mia salvezza.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Canto al Vangelo

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re:
tu solo hai compassione di noi peccatori.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo

Gv 12,1-11
Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Approfondimenti

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