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Il manoscritto del Purgatorio, parte 3

Il manoscritto del Purgatorio

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di martedì 29 novembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 10, 21-24)

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: “Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo”.
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono”.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 29 novembre 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo decimo del Vangelo di san Luca, versetti 21-24.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione sul Manoscritto del Purgatorio.

Il buon Dio vuole che vi doniate a Lui interamente. Egli vi ama più di tante altre. Per conseguenza vi concederà anche un maggior numero di grazie. A voi, dunque, sarà più facile l’amarLo anche maggiormente. Non trascurate nessuna delle grazie che Egli vi largisce.

È molto importante essere consapevoli delle grazie di Dio; renderci conto delle sue numerosissime grazie… Per questo sono necessari un grande silenzio interiore ed esteriore e tanta meditazione.

Vivete solo per il buon Dio. Promovete la sua gloria da per tutto. Quanto bene potete fare alle anime!

Non fate nulla se non per far piacere al buon Dio. Prima di ogni azione, raccoglietevi un momento in voi stessa per vedere se quel che state per fare Gli sarà accetto. Tutto per il vostro Gesù! Oh, amateLo molto!

Vivere, parlare, lavorare, dormire, mangiare solo per Dio; solo per promuovere la gloria di Dio; solo per il bene delle anime; solo per far piacere a Dio e, prima di fare qualunque cosa, raccoglierci in noi stessi per chiedere al Signore se la cosa che vorremmo fare/dire o che non vorremmo fare/dire, sia secondo il Suo gusto; se sia benedetta da Lui; se sia il Signore a chiedere quella cosa o se, piuttosto, non siano le nostre idee, le nostre paure o la nostra superbia a suggerircela.

Sì, io soffro ma il mio più gran tormento è di non vedere il buon Dio. È questo un martirio continuo che mi fa soffrire più del fuoco del Purgatorio. Se in appresso amerete il buon Dio com’Egli desidera, sperimenterete un po’ cos’è codesto languore che fa desiderare d’unirsi all’oggetto del proprio amore, al buon Gesù!

Più amiamo Gesù e più lo vogliamo amare; meno lo amiamo e più stiamo distanti da Lui e meno abbiamo voglia di stare con Lui. Questo accade anche nei rapporti con le persone: più amiamo qualcuno e più lo frequentiamo; più lo conosciamo e più lo vorremmo amare. L’amore non ha limite, non ha una misura, se non l’amore stesso. Quando in una relazione non si avverte più il desiderio di amare ancora di più… non è un bel segno. Quando non c’è più questo languore, non è un bel segno.

Certo è che quando tu aneli a qualcuno, quando tu desideri qualcosa di grande, bello, vero è un martirio fin quando tu non puoi raggiungere l’amato o l’amata. 

Forse oggi, per il tipo di contesto in cui viviamo, il contesto del “tutto subito”; “qui e ora”; “adesso, anzi, prima è ancora meglio”, è difficile parlare di languore perché ogni desiderio è soddisfatto. Noi incontriamo e affrontiamo le persone e Dio con ‘la logica del frigorifero’ tale per cui, quando io ho fame, apro il frigorifero e mangio; quando io ho sete, apro il frigorifero e bevo; quando io ho una voglia di ‘non so che’ di preciso, apro il frigorifero e guardo se qualcosa mi stuzzica: “C’è qualcosa da mangiare? Ho una fame un po’ indistinta…”. 

Dio e le persone non si possono affrontare con ‘la logica del frigorifero’: la realtà, quindi Dio, le persone e il creato devono essere incontrati con il rispetto dei tempi sacri che riguardano la conoscenza, l’amicizia, la frequentazione, la preghiera, lo stare con il Signore. Tali tempi vanno rispettati e la ‘logica del frigorifero’, cioè quella del “tutto e subito; ora; anzi, prima è meglio” non funziona. No! Non è che, se io voglio una cosa, la devo avere adesso! Solo così potremo sperimentare che cosa sia il languore. 

Ma quando mai ci capita di sentire la fame? Avete mai riflettuto su questa cosa? Quando eravamo piccoli, sentivamo la fame e ci dicevano: “No, devi aspettare l’ora di cena!” “Ma io ho fame!” “Siccome non stai morendo, quella fame tienila lì per la cena.” “Ma, mamma, mangio una carotina…” “Neanche una foglia di lattuga… aspetti cena.” “Allora mangio un biscotto o una caramella!” “No! Peggio che peggio…” “Ma mi rimane il senso della fame.” “Giusto, è così che funziona: il tuo corpo ti sta dicendo che ha fame”.

Ma la fame, qualunque essa sia… di cibo, di bere, di affetti, di compagnia, di affermazione di sé… va assecondata? No! La fame va educata, dominata, non va assecondata. Infatti i nostri esami del sangue e “sorella bilancia”, che tanto ci perseguita, sono lì a dirci che probabilmente è la nostra fame che ci domina e non è il contrario: non la stiamo educando, siamo asserviti. Certo: abbiamo tutto a disposizione e, se io ho a disposizione nel frigorifero quello che voglio, anche tu, che rispondi alla fame del mio stomaco, devi essere a mia disposizione e quando io ho voglia di qualunque cosa, tu la devi soddisfare, subito. La stessa cosa facciamo con Dio: io ho fatto la Novena, il pellegrinaggio, io digiuno, ho detto il Rosario e tu mi devi esaudire! Qui sta la gravità. 

Al contrario, la persona cristiana che ha capito qualcosina del Vangelo impara a sentire il languore, il bisogno, il desiderio, la fame… in questo caso è la fame di Dio: impara a sentirla e ci sta dentro, e aspetta, e attende ferma lì… il Signore arriverà… non ti spaventare, sappi aspettare. “Eh, ma io…”…eh, ma tu stai facendo un po’ di Purgatorio, stai sperimentando che cosa sia il languore delle anime purganti. “Eh, ma io ho tanta fame…”. Stai sperimentando che cosa sia il desiderio delle anime purganti: rifletti! Così non ti verrà tanta voglia di andare in Purgatorio… ci rifletterai su!

Sì, talvolta vediamo San Giuseppe, ma non così spesso come la Santa Vergine.

Bisogna che diveniate indifferente a tutto, tranne il buon Dio. Ecco in qual modo raggiungerete la vetta della perfezione alla quale Gesù vi chiama.

 La santa indifferenza è veramente importantissima. A parte quando si tratta di Dio, per il resto noi dovremmo dire “ Ma sì, va bene… che cosa cambia? La vuoi gialla? Prendila gialla! La vuoi rossa. Prendila rossa!” Quante polemiche inutili! Quante parole inutili! 

Non so se capiti anche a voi, ma io ricordo che, soprattutto nei primi anni di sacerdozio, c’erano dei momenti in cui arrivavo in camera e mi pareva di essere ubriaco: la testa quasi mi girava… tutte le parole, i discorsi… ma su che cosa? Sul nulla! Noi facciamo polemiche su come vadano messi un bicchiere, una forchetta; facciamo polemiche, ad esempio, anche sulla pizza, su come sia nata! Se uno ci pensa, tutti sembrano impazziti! Siamo riusciti a trasformare in peggio anche la pizza, facendo la guerra anche sulla pizza. Facciamo la guerra sulla pizza… e tutti sappiamo come sia nata la pizza: è nata come ‘la pulizia del tavolo’. Quando il tavolo era un po’ sporco, si prendeva del pane avanzato e si raccoglievano i rimasugli per distribuirli, magari, ai poveri. Così è nata la pizza! Da un pezzo di pane usato per pulire un tavolo… siamo arrivati alle discussioni sulla pizza! Le polemiche sui calciatori e le partite di calcio… ma di che cosa stiamo parlando? 

Evidentemente non ci stiamo ascoltando perché, altrimenti, capiremmo di essere completamente fuori asse, che nella nostra vita non c’è niente, essendo questi ‘i problemi del brodo grasso’. Vuol dire che non abbiamo niente a cui pensare, altro che dire di essere stressati, stanchi e di non farcela più… Stai zitto, allora! La prova che non sei veramente stanco è che stai parlando e che hai ancora la forza di parlare e polemizzare. Questa è la prova del fatto che non sei stanco perché, se tu fossi stanco, vorresti solo stare in pace, in silenzio, perché, quando uno è stanco non ha neanche la forza di parlare, non riesce a parlare! Mancano le energie! Invece… ancora lì! 

C’è un detto in milanese che vi dico in italiano: “C’è gente che, quando sta morendo annegata e l’acqua gli ha coperto la testa, ha ancora fuori le mani che stanno schiacciando i pidocchi’. È così: sono ancora lì a perdere gli ultimi istanti della loro vita a schiacciare i pidocchi, a fare la cosa più inutile del mondo! Perché? Perché la loro è una vita morta, una vita persa: è la vita di chi non ha vita. 

Allora questa anima purgante ci dice: “Per favore, per favore! Una cosa sola è il centro: è Dio! Tutto il resto … lascia stare! Che cosa ti interessa? Lascia perdere!”

Se fate bene orazione, le anime che vi sono affidate ne sentiran vantaggio.

Il buon Dio non nega mai le grazie che Gli vengono chieste in una orazione ben fatta.

Il Purgatorio delle Religiose — e io aggiungo: e dei sacerdoti ancora di più — dura più a lungo ed è più rigoroso di quello delle persone del mondo, perché esse hanno abusato di un numero maggiore di grazie.

Certo: la nostra vita è ancora più coperta di grazie e noi, che uso ne facciamo? Che uso facciamo del tempo che ci è dato?

Il buon Dio lo ha permesso e la Madre Superiora defunta lo ha ottenuto, poiché vi sono nel Purgatorio molte Religiose abbandonate (per loro colpa, certamente!) e ad esse più non si pensa. La Madre Superiora defunta mi ha detto che se si potesse, in Comunità, far celebrare di tanto in tanto una Messa a loro intenzione, il buon Dio ne rimarrebbe ben soddisfatto. Direte questo alla Madre Superiora

Io penso questo: se un religioso, se una religiosa, se un sacerdote, un vescovo, un Papa ha svolto bene il suo ministero, è impossibile che quando morirà, morirà dimenticato. È impossibile che muoia da solo: immaginate che cosa c’era al letto di san Giovanni Bosco, al letto di san Martino! Quante persone sono legate, riconoscenti a questa anime consacrate che le hanno avvicinate a Dio, hanno permesso loro di incontrare Dio, di crescere nell’amore di Dio, di perfezionarsi, di purificarsi! 

Ma, se io ho usato il mio talento per farmi i fatti miei e per pensare alla vita mia e alle cose mie, è certo che sarò solo come un cane e che morirò solo perché chi mai si sentirà figlio o figlia di quel consacrato o di quella consacrata? Chi mai avrebbe motivo di andare ad accompagnare questa suora, questo sacerdote o questo frate all’incontro con il Signore… magari non li conoscono nemmeno, ma non perché fanno l’eremita (a parte che l’eremita lo conoscono tutti, se lo fa bene), ma perché hanno condotto una vita in cui hanno cercato di salvare se stessi, non gli altri. 

Nessun santo ha conosciuto l’essere dimenticato, anzi… i santi dovevano nascondersi: pensate a san Francesco che doveva sparire se no lo ‘divoravano’. Questo perché si sta bene con le persone buone, vere e amiche di Gesù: sono persone equilibrate che fanno respirano un’aria di libertà… fanno sentire in pace. Certo: poi qualche bastonata arriva, come diceva del Cardinal Federigo Borromeo il don Abbondio di Manzoni: “Che tormento questi santi! Che tormento! Non gli basta tormentarsi loro! No: devono tormentare anche gli altri!”. Certo, il Cardinale gli ha dato una bella suonata sul muso sulla questione dei fatti di Lucia e Renzo che il curato non aveva voluto maritare per paura di don Rodrigo. Il cardinale chiede: “Quando vi siete presentato alla Chiesa per addossarvi codesto ministero, v’ha essa fatto sicurtà della vita?” per dire che è inutile stare a ‘frignare’: partite e, se morite pazienza! È parte del vostro compito. Siete sacerdote e chi vi ha detto che, diventando sacerdote avreste avuto salva la vita? Nessuno, anzi tutto il contrario! E allora inutile stare a fare i ‘frignoni’.

Sì, il buon Dio ama molto la Madre Superiora. Voi sapete che le ha dato una buona croce da portare, ecco la miglior prova del suo amore per lei.

Non ci si può immaginare le pene che si soffrono in Purgatorio! Nel mondo nessuno ci pensa. Anche le Comunità religiose lo dimenticano. Per questo il buon Dio vuole che qui si preghi in modo speciale per le povere anime del Purgatorio, che s’inculchi codesta devozione alle allieve, affinché esse a loro volta ne parlino nel mondo.

Non temete minimamente la fatica. Quando si tratterà del buon Dio, sacrificate tutto per Lui!

Impariamo a pregare per le anime del Purgatorio, a diffondere questa bella devozione e impariamo a non avere paura della fatica.

Io sono stupito di una cosa: ci sono persone che, ogni volta che le incontri, alla domanda: “Ciao, come stai?”…oh, mamma! Bisogna tirar fuori il lacrimatoio, tutte le volte: “Ah, non ce la faccio più; sono stanchissimo, devo riposare, devo prendermi un tempo di riposo!” Tutte le sante volte! Pensato che mi sono detto: “Adesso ci sono le vacanze e non vedrò più questa persona fino dopo le vacanze; torneremo e mi dirà di essere riposata, di sentirsi bene…”. Torniamo dalle vacanze e… “Come sono stanco! Stanchissimo!” — “Come, stanchissimo? Sei appena tornato dalle vacanze! Com’è che sei stanchissimo?” — “Eh, sai, devo recuperare!” Ma che cos’è che devi recuperare? Ma ci ascoltiamo quando parliamo? Ma che cosa devi recuperare?

Che cosa dovrebbero dire san Carlo Borromeo, san Giovanni Maria Vianney, don Bosco, san Luigi Gonzaga, san Domenico Savio, Charles de Foucault. Si potrebbe obiettare “Questi avevano la grazia di stato!”, ma tutti abbiamo la grazia di stato, ognuno ha la sua! Eppure questi vivevano costantemente nella fatica!

 “San Carlo Borromeo aveva delle grazie che io no ho”. Sì, infatti: a quarant’anni è morto! Aveva così tante grazie che lo facevano andare oltre la natura che a quarant’anni è morto, perché? Perché si è completamente prosciugato.

Usciamo da questo cotone e smettiamo di lamentarci sempre, anche perché diventiamo antipatici… basta! Come dice questa anima purgante, impariamo a non temere la fatica e, quando si tratta del buon Dio, impariamo a sacrificare tutto per Lui.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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