Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: I contrassegni – Pedagogia del dolore innocente, beato don Carlo Gnocchi 19ᴹᴬ e ultima parte
Sabato 29 giugno 2024 – SS. Pietro e Paolo
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.
VANGELO (Mt 16, 13-19)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Testo della meditazione
Scarica il testo della meditazione in formato PDF
Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a sabato 29 giugno 2024.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal sedicesimo capitolo del Vangelo di san Matteo, versetti 13-19.
Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro Pedagogia del dolore innocente del beato don Carlo Gnocchi.
Ecco perché il Salvatore, quantunque mandato per una missione strettamente soprannaturale ha voluto così fissare i contrassegni non confondibili della sua messianità: «i ciechi vedono, gli storpi camminano, i sordi odono, i lebbrosi sono mondati, i morti risorgono ed i poveri ricevono la buona novella» (Matteo, XI, 5) ed ha voluto instancabilmente correre tutte le vie della Palestina per cecare ed accogliere ogni genere di malati e di sofferenti ed applicare ad essi quella «forza che emanava da Lui e guariva tutti » (Luca, VI, 19).
Ed ecco perché, nel decalogo dell’apostolo, tracciato per coloro che avrebbero dovuto attualizzare la sua redenzione attraverso i tempi, Egli ha chiaramente ed imperiosamente comandato: «Andate, curate gli infermi ed annunciate loro che è arrivato il regno di Dio» (Luca, X, 9).
Quanta luce di consolazione gettano queste verità sul mistero del dolore e quali nuovi orizzonti aprono alle opere della cristiana carità!
«Maestro — domandarono i discepoli alla vista del cieco nato — chi ha la colpa della sua cecità? lui o i suoi genitori?».
«Non è colpa sua né dei suoi genitori — rispose Gesù ridonandogli miracolosamente la vista — ma è perché si manifestino in lui le opere di Dio» (Giovanni, IX, 1).
Il dolore degli innocenti, nella misteriosa economia cristiana, è anche per la manifestazione delle opere di Dio e di quelle dell’uomo: opere di scienza, di pietà, di amore e di carità.
Nella misteriosa economia del cristianesimo, il dolore degli innocenti è dunque permesso perché siano manifeste le opere di Dio e quelle degli uomini: l’amoroso e inesausto travaglio della scienza; le opere multiformi dell’umana solidarietà; i prodigi della carità soprannaturale.
Quindi, innanzitutto, Don Gnocchi ci ricorda che i contrassegni della messianità di Gesù (forse non lo abbiamo mai notato) sono riguardano proprio i sofferenti e i poveri; i poveri non solo inteso in senso materiale, ma anche in senso spirituale, cioè coloro che hanno solo Dio. Qui, infatti, parla di ciechi, di storpi, di sordi, di lebbrosi, di morti e poi di poveri.
La seconda cosa che ci fa notare è che Gesù cerca di accogliere e di soccorrere ogni genere di malati e di sofferenti per guarirli.
Infine, questa questione, che abbiamo già un po’ trattato, del dolore degli innocenti nella misteriosa economia cristiana, che è anche per la manifestazione delle opere di Dio e di quelle dell’uomo. Quindi c’è questa parte che riguarda i prodigi della carità soprannaturale, e poi tutto ciò che riguarda l’umana solidarietà e la scienza. Quindi, potremmo dire, che non è solo per il male, nel senso che qualcuno può anche dire o pensare: ecco questa sofferenza è tutto male, è solo male, un dolore vuoto, inutile; invece tutto ha un perché, come abbiamo visto.
E con questo abbiamo concluso il libro del beato don Carlo Gnocchi sul dolore innocente. Io spero che vi sia stato utile e spero che ne possiamo trarre profitto.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.